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Alle radici di una falsa cultura

Post n°55 pubblicato il 04 Settembre 2007 da Piero_Calzona
 

Alle radici di una falsa cultura

PREFAZIONE

Se noi partiamo dal presupposto che tutti gli uomini hanno pari dignità, devono avere gli stessi diritti in tutte le nazioni del mondo, Quindi tutti gli uomini, che siano asiatici, americani, africani, europei, neri, bianchi, cristiani, musulmani, induisti, buddisti, ebrei,ecc. devono essere considerati cittadini del mondo; ci accostiamo alla famosa Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo formulata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948, che attraverso 30 articoli sintetizzava in maniera inequivocabile le regole di base per una convivenza civile uguale per tutti. Ma questa dichiarazione dei diritti dell’uomo è veramente applicata? L’uomo di colore è oggi rispettato? C’è rispetto per le diverse religioni? C’è rispetto per i popoli che muoiono di fame? C’è oggi parità di diritti tra i popoli? Perché ci sono persone ricchissime e persone che invece muoiono di fame? Perché ancora oggi ci sono guerre spietate dovute a forti interessi economici e politici? Perché ci sono tante ideologie e forti discriminazioni razziali? Perché ci sono tantissime religioni e non un solo Dio? Non siamo tutti uguali?   

La risposta a tutte queste domande non è cosi semplice come si crede, noi ci muoviamo dentro ad una cultura   "inzuppata" ancora da schemi culturali che dovrebbero ormai essere superati perché abbiamo la possibilità di farlo, oggi si crede ancora nell’astrologia, nella stregoneria, ci sono forti influssi religiosi che allontanano l’uomo dalla sua razionalità e che sfociano molte volte in sanguinose guerre teocratiche. Ma perché tutto questo?  

Sono le domande che mi sono posto circa 25 anni fa, quando ho iniziato un percorso obbligato che mi ha portato ad analizzare le varie problematiche di una struttura culturale legata ancora ad alcuni schemi oscurantistici che travisano la vera razionalità dell’uomo, quella razionalità che invece dovrebbe essere il rimedio ad una società in forte declino. La scienza ci ha dato questa possibilità, ma la cultura arcaica ancora prevale, e se l’uomo di oggi non affronterà i problemi che lo affliggono in maniera più razionale non ne verrà mai a capo.   

Iniziare a scrivere questa ricerca non è stato così facile, dare un volto a qualcosa in cui si crede è molto difficile perché sono tante le cose da verificare e sinceramente in questi lunghi anni ho dovuto lottare contro la mia stessa cultura, una cultura che era intrisa di pregiudizi, di inganni, di falsità, e uscirne fuori non è stato così facile.  

Intanto dirò subito che non sono uno scrittore, quindi mi assumo tutte le responsabilità per quanto riguarda la forma e l’eleganza nella scrittura, sono un semplice lettore che attraverso un’esigenza interiore ha cercato di condensare la lettura di quasi 200 libri di varie discipline in una ricerca che vuole essere un messaggio di speranza, e nello stesso tempo rendere partecipi anche altre persone delle proprie esperienze, inoltre queste letture mi hanno condotto ad entrare in un mondo nuovo, senza pregiudizi, senza falsità, perché sono basate su realtà oggettive e l’uomo razionale riesce a distinguere il vero dal falso. Con questo non nego assolutamente la possibilità dell’esistenza di un’Entità Suprema, tutt’altro, la mia convinzione è che se esiste un Dio deve essere uguale per tutti, è semplicemente assurdo pensare che l’uomo sia figlio di tanti Dei, non ha nessun senso che il cristiano abbia un suo Dio, il buddista ne abbia un altro, e cosi via. L’essenza della ricerca di un’Entità tra gli uomini è vecchia come il mondo, ma la ricerca di questa Entità va al di là dei vari dogmi, perchè altrimenti precluderebbe una evoluzione culturale senza la quale il mondo non può andare avanti, non può progredire, perché è ostacolato da un’etica ormai modellata e plasmata dall’uomo, nel tempo, nelle varie ere, quindi vecchia, non più capace di risolvere le varie problematiche che si sono venute a creare oggi, un esempio oggettivo sarà sviluppato nel capitolo ETICA E BIOETICA.    

Il titolo di questa ricerca è: alle radici di una falsa cultura, ma perché questo titolo?

Molto tempo fa io ero un cattolico, mi sono accorto durante il percorso che ci sono tante altre persone che professano tante altre religioni, e mi sono chiesto: come mai su quasi sette miliardi di persone ogni popolo ha il suo Dio? Non siamo tutti uguali? Il mio Dio non è uguale a quello degli altri? Non abbiamo il diritto di credere in un unico Dio come unico creatore dell’universo?   

Da qui è nata l’idea di indagare la questione non solo dal punto di vista teologico religioso, ma di individuare le ragioni di queste differenziazioni nella moltitudine di discipline che fanno parte di una cultura più completa, più vasta, e che danno la possibilità di indagare non solo nel trascendente, ma anche e soprattutto sulle scoperte scientifiche, sulle norme comportamentali ed etiche, quindi sono andato alla ricerca di altre soluzioni per colmare il vuoto culturale che era volto solo ed esclusivamente al monopolio delle religioni e della teologia. Le discipline di cui mi sono servito vanno: dalla biologia alla filosofia, dalla sociologia all’antropologia, dalla fisica all’astrofisica, dalle neuroscienze alla medicina, dall’etica alla bioetica, dall’etologia alla genetica, ecc.  

Tutto questo per cercare di capire l’evoluzione del pensiero scientifico nei confronti dell’evoluzione culturale dell’uomo. Mi sono accorto strada facendo che il mondo non può andare avanti, perché ci sono delle regole etiche ancora premedievali che impediscono la normale evoluzione culturale, specialmente nel campo della bioetica, mi sono accorto che tutti i dogmi che la chiesa cattolica, ed altre religioni, applicano alla lettera portano facilmente ad integralismi e fondamentalismi religiosi. Un esempio emblematico è quello che propone la religione cattolica: " se tu non crederai al nostro Dio sarai condannato per  l’eternità ". Ora dico! Tra tutte le religioni che ci sono al mondo, qual è quella giusta? Quale Dio è quello giusto? E perché si deve credere in un Dio anziché ad un altro? Il discorso non sta in piedi, perché partendo da quello che si diceva prima, se tutti gli uomini hanno pari dignità avranno anche il sacrosanto bisogno di essere figli della stessa natura, quindi dello stesso Dio.   

Inoltre ancora oggi ci sono delle credenze nell’irrazionale che allontanano l’uomo da concetti straordinariamente importati che ci ha regalato la scienza negli ultimi 400 anni, e che hanno letteralmente sconvolto il pensiero filosofico – teologico con la dimostrazione oggettiva di alcuni fenomeni che fino a poco tempo fa erano predominio unico delle religioni.  

La dimostrazione di alcuni fenomeni fisici non basta a far capire che si è nell’errore quando si parla ad esempio di astrologia? O quando molte persone venivano condannate per eresia ( come Galileo Galilei ) solo perché attraverso le loro scoperte scientifiche andavano contro i dogmi della chiesa cattolica? Ci sono voluti 400 anni per capire che la scienza è l’unica via per capire i veri meccanismi del funzionamento dell’universo.  

Ecco questi sono alcuni dei motivi per cui il titolo di questa ricerca è: “ alle radici di una falsa cultura “.  

Noi abbiamo ereditato, da quando l’uomo ha incominciato ad essere consapevole di se stesso, una cultura che ci ha obbligato a vivere in un certo modo, una cultura il più delle volte miope, perché nelle varie ere ci sono state delle forti lacune culturali dovute all’ignoranza di alcuni fenomeni determinanti che la nuova scienza ha messo in evidenza con forza, ma c’è ancora l’ostinazione di una cultura basata su vecchi dogmi che preclude questa unica  possibilità.  

Ecco perché con questa ricerca cercherò di mettere in evidenza tutte quelle falsità che, secondo me, derivano dallo scientismo, dalle religioni, e da paradigmi culturali ormai superati.   

La documentazione dei libri, esposta nella bibliografia, mi è stata solo di grande aiuto, per poter completare questa ricerca, dunque, non voglio coinvolgere nessuno degli autori che citerò nei vari capitoli, in quanto tutto quello che c’è scritto non fa parte necessariamente del loro personale pensiero, lo sviluppo di questa ricerca si basa su una visione puramente personale delle varie discipline e tematiche trattate. Analizzando le varie correnti di pensiero, mi è stato possibile ricostruire le mie impressioni, puramente soggettive, su argomentazioni assai complesse come: etica, bioetica, religioni, neuro scienze, ecc. Il mio unico scopo è quello di trasferire questa mia esperienza di lettore anche ad altre persone, quindi avere dei riscontri per poter verificare più approfonditamente queste tematiche cosi importanti.  

Vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino in questi lunghi anni, in particolare mia moglie, che ha avuto la pazienza di sopportarmi nelle lunghe ore di lettura per preparare questo lavoro. La sua compagnia è stata determinante per sviluppare alcuni temi di questa ricerca, le lunghe passeggiate e lo scambio di opinioni su queste tematiche mi hanno permesso di consolidare le mie idee, la sua generosità nel guardare con me le bozze di questo lavoro, mi ha incentivato a dedicarmi a questa mia ricerca con maggiore piacere.

                                                                                        Piero C. 14 / 09 / 2004  

 

 
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opalescenze
opalescenze il 29/09/07 alle 14:28 via WEB
“Dio”! Mi ci sono voluti 50 anni di vita per "si, è vero, ci sei". Cinquant'anni per arrivare a sentirmi figlia di un Padre, che non fosse quello mio biologico. Non per rinnegare il mio, che lo è, sì, nella carne, ma che come me, che lui creda o no alla Sua esistenza, a Lui è figlio. A quella che tu chiami, giustamente "Entità Suprema". Se io mi "sento" (è importante comprendere, il termine che ho virgolettato apposta: "sento") figlia a lui, conseguentemente, Lui è il mio Padre, e del di lui "pensiero Divino" sono il frutto...A lui figlia della mia "divinità". Essenza della vita stessa. Al mio padre biologico, la vita mia carnale. In ogni caso avuta, sempre per mezzo di quel pensiero racchiuso nel pensiero divino. Il mio "sentire" che sono figlia di un Entità Suprema e Divina, mi ha portato per ovvie ragioni, a "sposarmi" solo quest'anno, dopo lungo peregrinare di anni dentro domande, non dissimili dalle tue, dentro la ritualità della religione cattolica. Ma, c'è un ma che più in là vorrei precisare. C'ho impiegato quasi una vita per arrivare a dire "si, esisti, ed io sono il tuo frutto". Una vita a farmi domande sul perchè io, pur asserendo di non credere in dio, un credo negato dalla mia educazione avuta da persone che mi hanno imposto quella educazione, vale a dire il loro non credo, perchè il loro eventuale credo cozzava con quello che era, a loro volta, la loro provenienza, sociale e culturale che si riconosceva nei valori del comunismo (altra religione laica che anziché riconoscersi in una entità fuori l'uomo, si riconosce nell'unico valore dell'uomo. Uomo come sola materialità). Sapendo, avendolo da sempre saputo dentro le mie cellule, senza saperlo a livello di consapevolezza, quindi coscienza, d’essere energia dentro ad altra energia, muovendo e promuovendo altra energia, di far parte e di “essere” nel tutto, sapendo questo, a questo non riuscivo, per condizionamenti ricevuti dalla mia educazione, a dare a questo un appartenenza ad una “Entità Suprema”. Eppure, in me c’erano spinte e comportamenti che mi hanno sempre mosso verso quelle “regole” quel “sentire”, quei comportamenti, che fanno, arbitrariamente e ad uso esclusivo, di ciò che viene professato dalla religione cattolica, il cosiddetto buon cristiano. Non poteva essere, questo per me, riconosciuto in me, da me per me. Io non credevo! Non potevo riconoscermi in quel credo. Non potevo anche per l’incongruenza comportamentale che vedevo in chi, invece si professava “credente e cattolico”… Non potevo riconoscermi in quello. Così mi avevano insegnato. E così doveva essere. Pensare qualcosa contraria era come rinnegare la mia stessa carne (certo, cosa che a livello conscio, non sapevo…L’ho scoperto “dopo” che era anche questo un mio freno.) In realtà, oggi, so che non rinnego il padre biologico. Non è stato un processo facile. Ed è stato lungo arrivarci. Attraverso le mie domande su me, e attraverso le varie vicissitudini personali poco piacevoli in cui mi sono trovata…Attraverso un miliardo di cose che come tutti gli esseri umani, nella vita, si trovano ad affrontare stando nella vita. Non è stato facile arrivarci, ma oggi so. So da dove viene la “divinità”. La mia e quindi la nostra. Calpestata, umiliata, violentata, da noi stessi. Strumentalizzata da quelle che tu chiami “falsa cultura”. Per ovvie ragioni, per quello che dicevo prima, dentro la ritualità cattolica ho trovato la “confermazione” alla mia spiritualità, ma so che non è in un dio classificato cattolico che mi riconosco come suo figlio. Non posso pensare che un dio padre passa amare me e non possa amare, accogliere, faccio un esempio, chi, per fatto naturale insito nel suo DNA, ama, sente di amare un altro suo simile, solo perché è dello stesso suo sesso. Non mi riconosco in dio che fa queste differenzazioni. Se siamo tutti figli di dio, lo siamo a prescindere. Se esiste un unico dio come creatore dell’universo tutto e dentro questo universo c’è anche la componente omosessuale, per esempio (o ciò che l’uomo dice sia), allora questo non lo può rinnegare nessuno. Invece questo viene rinnegato dalla religione cattolica. Non rendendosi conto, così facendo, che sono i primi a rinnegare il loro dio. Se dio è energia, se dio è amore, l’amore è privo di qualsiasi classificazione. Questa è cosa che appartiene agli uomini. Appartiene alla falsa cultura. Appartiene al giudizio. Amore non giudica. Amore ama. Punto. Tutto è amore se ti guardi intorno. Amore o energia, chiamala come ti pare, non cambia. E amore, o energia, muove bene, non male. E’ l’uomo che muove “male”…a sè stesso e a ciò che lo circonda. Che ne vuole essere il “dominante”…Rinnegando, senza saperlo, di far parte di un tutto e che questo tutto viene da altro che non è la sua volontà. Caro Piero, non so se sono riuscita a dire tutto che mi passa per la testa, ed è sicuro di no. Se tu non sei uno scrittore, io, in contrapposizione, non ho grandi mezzi culturali o linguistici per mettere in piedi un discorso capace di dire le cose molto più compiutamente di come ho fatto. In ogni caso, ho voluto testimoniarti, con la mia esperienza personale, che mi trovi d’accordo con molte delle cose che tu stesso definisci ricerca. Un caro saluto, rita. Spero di non averti annoiato...anche perchè, temo per te, ne dirò anche sugli altri capitoli...che ancora non ho letto.:o)
 
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