Creato da Piero_Calzona il 14/03/2007

Verità...

Alla ricerca di soluzioni comuni per la pace e la libertà nel mondo

 

 

« Determinismo (2° Capitol...Cos'è la Vita (3° Capit... »

Cos'è la Vita (3° Capitolo Ricerca)

Post n°59 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da Piero_Calzona
 

COS'E' LA VITA 

La vita è un caso?

Indagine tra scienze e scientismo alla ricerca di una verità o di un’alternativa.

(Prima parte)

 

BIOLOGIA 

A differenza della fisica e della chimica inorganica, che sono scienze teoriche che studiano la materia inerte, la biologia è una scienza che studia gli esseri viventi. Nel passaggio dal modello chimico-fisico  a quello biologico si assiste ad un enorme aumento di complessità, perché i sistemi viventi sono composti di moltissimi parti diverse in relazione tra loro.  Difatti mentre per i fenomeni fisici si parla di sistemi simmetrici, quindi risolvibili con semplici o complessi calcoli matematici, nella biologia si parla di sistemi asimmetrici, cioè che non rispondono più alle leggi della fisica e della matematica. E’ stato sostenuto che la complessità degli esseri viventi è tale che il programma necessario a descriverli è di una dimensione simile al sistema stesso.

 

LE BRANCHE DELLA BIOLOGIA:

BOTANICA:   studia l’anatomia e la fisiologia degli organismi vegetali.

ZOOLOGIA: studia l’anatomia e la fisiologia degli organismi animali.

ANATOMIA: studia la forma e lo sviluppo degli esseri viventi.

ETOLOGIA: studia il comportamento degli animali per interpretare i moduli tipici di una specie, in relazione all’apprendimento e all’allevamento della prole, ecc.

GENETICA: si occupa dei meccanismi di trasmissione dei caratteri ereditari nelle varie specie animali e vegetali.

ECOLOGIA: studia i rapporti che gli organismi intrattengono tra loro e con l’ambiente in cui vivono.

BIOL. MOLECOLARE: studia le struttura e le funzioni degli acidi nucleici ( DNA – RNA ) e di altre molecole dalle cui interazioni dipendono i processi biochimici vitali della cellula.

CITOLOGIA: studia le cellule.

BATTERIOLOGIA: studia i batteri mediante tecniche colturali e microscopiche. 

MICROBIOLOGIA: studia la struttura e le funzioni dei microrganismi (virus, batteri, ecc.)

FISIOLOGIA: studia le funzioni e le proprietà degli organi e dei tessuti viventi.

 

Scopo di questo capitolo:

Lo sviluppo della biologia negli ultimi anni ha avuto un ruolo importantissimo per l’uomo. Attraverso la sua evoluzione scientifica ha risolto in maniera straordinaria tanti problemi che prima tormentavano l’uomo, soprattutto nel campo della medicina. Ma non è di questo che vogliamo parlare, si sa ormai benissimo che la vera scienza biologica lavora per il benessere dell’umanità. Vogliamo invece verificare un altro aspetto di alcune branche della biologia nel contesto di questa ricerca, che è quello di stabilire, o tentare di stabilire, se la scienza è in grado di darci delle risposte sulla origine della materia vivente, capirne i meccanismi della sperimentazione, e soprattutto affrontare il problema più spinoso, “ lo scientismo speculativo “. Quindi affronteremo ad uno ad uno questi problemi sviscerando e mettendo in evidenza le falsità che alcuni gruppi di scienziati, ed anche alcuna stampa, ci propinano come realtà oggettive. In questo breve viaggio cercheremo di capire anche, in che modo queste persone affrontano il problema filosofico e morale e perché cercano di nascondere alcuni aspetti della vita quotidiana ed i suoi valori.

GENETICA 

Ho letto ultimamente tantissimi articoli sulla sperimentazione e la mappatura del genoma umano, quello che ci propina la stampa è assolutamente inaudito, la verità, per una questione di forti interessi economici, ci viene nascosta, perché altrimenti queste grandi laboratori che speculano sul buon senso della gente comune sarebbero costretti a chiudere i battenti. Riporterò parte di un lungo articolo di Sabina Morandi che fa parte del Consiglio Nazionale ( associazione verdi ambiente e società ). 

“Durante la primavera scorsa si è conclusa la mappatura del genoma umano, e l'evento è stato presentato quasi fosse la Fine della storia. L'opinione pubblica, comunque, non si è scossa più di tanto: probabilmente anni di iperboli e di promesse miracolose hanno creato una sorta di assuefazione. Anche in questo caso i giornalisti hanno avuto, diciamo, la "penna pesante". Basti per tutti l'esempio del Corriere della Sera: il giorno dopo il fatidico annuncio ha scritto che gli scienziati del Progetto genoma erano a un pelo dallo svelare, cito testualmente: "l'esatta sequenza biochimica che compone il materiale genetico di ogni cellula umana, dove sono nascosti i segreti della vita, per poter prevenire e curare ogni malattia" il tutto intitolato "Genoma, il giorno della verità". Una scienza così presentata non può che esporsi al fallimento. 

Ma il trionfale cammino della genetica è stato messo in ombra da un'umiliante constatazione: il DNA della specie umana contiene più o meno lo stesso numero di geni del crescione. Così, la gente comune, a cui era stata fornita solo un immagine caricaturale della ricerca scientifica, da un giorno all'altro si è vista proporre tutta un'altra versione della storia. Craig Venter, padrone della concorrente privata alla gara, la Celera Genomics, e autore degli slogan più appariscenti, subito dopo la conclusione della mappatura ha dichiarato "Ha poco senso studiare i geni visto che stiamo entrando in un universo non lineare". Il tutto dopo avere fatto una montagna di soldi brevettando geni che, fra l'altro, erano stati isolati grazie ai soldi dei contribuenti americani, e poi accrescendo i profitti con annunci bomba a beneficio del mercato azionario.

Che l'universo della genetica non fosse lineare era cosa nota agli addetti ai lavori. Anche per la stessa Celera non è stata una sorpresa. L'alleanza con la Compaq Computer Corporation, il maggiore produttore mondiale di computer, necessaria per buttarsi sullo studio delle proteine risale a un anno prima, anche se la riconversione non ha impedito all'azienda di continuare a lanciare i suoi annunci in "genetichese" spinto. 

Spesso i titoli, gli slogan e le metafore ardite servono a nascondere il fatto che dei "segreti della vita" sappiamo ancora ben poco. Quanto poi alla promessa di "curare ogni male" bisogna cominciare a prendere queste affermazioni per quello che sono: spot pubblicitari che regalano qualche speranza a buon mercato, ma ai quali nessun ricercatore dà valore di verità. Se mai servono a puntellare un'immagine trascendente e assoluta della scienza che, negli ultimi anni, è stata messa in crisi dall'evidenza del dissesto ambientale planetario e da alcune gravi crisi sanitarie. In realtà, propaganda a parte, il genoma sembra assomigliare molto poco a quel "codice della vita", quel "manuale per le istruzioni di ognuno di noi" che ci viene propinato in ogni telegiornale. Il genoma risulta essere invece qualcosa di sostanzialmente fluido, governato più dai meccanismi del caos deterministico che da un determinismo di stampo meccanicista. La vecchia favola "un gene-una proteina", che tradotta nella vulgata suona più o meno "un gene-una patologia ", e che consente di ottenere finanziamenti pubblici per studiare il "gene della schizofrenia" o il "gene del comportamento asociale", nei laboratori è stata liquidata da un pezzo.

Di fatto, e i ricercatori lo sanno benissimo, la maggior parte dei geni che compongono il DNA non codificano per alcuna proteina: in fase di trascrizione spariscono senza che l'organismo ne risenta. Alcuni geni "saltano" da una parte all'altra del genoma, altri rimangono silenti e improvvisamente si risvegliano secondo meccanismi ancora ignoti. Altri ancora fungono da regolatori e impartiscono ordini operativi del tipo: "copia qui" oppure "fermati là". Ma le sorprese non finiscono qui come ben sa chi studia le proteine. Anche i geni che si comportano come da manuale, ovvero che danno le istruzioni per costruire proteine specifiche, possono riservare parecchie sorprese. I biologi molecolari hanno dimostrato che non è importante soltanto la composizione chimica della proteina ma anche il modo in cui si ripiega su se stessa, ovvero la sua struttura tridimensionale, e si è ancora molto incerti su come questo tipo di istruzioni vengano impartite. Sotto il profilo terapeutico non è cosa da poco visto che, talvolta, gli stessi geni possono esprimere proteine identiche che differiscono solo per tale "piegatura": un particolare che può fare la differenza fra la vita e la morte di un organismo.

Ciò che appare sempre più importante non è quindi soltanto la buona composizione del codice genetico, quanto la rete, l'interconnessione fra i molti codici del DNA e la comunicazione che avviene sia all'interno della "macchina cellulare" - ma sarebbe forse meglio cominciare a chiamarla "organismo cellulare" - che all'esterno, nel continuo scambio di messaggi con le altre cellule che compongono l'organismo. Così, mentre l'enfatizzazione del ruolo dei geni sembra imparentata con una sorta di positivismo ottocentesco che stenta a togliersi dalla scena, ecco che le nuove scoperte tentano di rispondere a domande finora lasciate inevase dal genetichese, domande formulabili - e indagabili - solo attraverso lo studio delle interrelazioni dinamiche fra gli elementi dello stesso genoma, sia a livello cellulare che a livello molecolare. 

Come fa una cellula del fegato a sapere che deve esprimere solo certi geni? Come fa a non trasformarsi in una cellula epiteliale? Come fa a non migrare in un altro organo? E ancora, come è possibile che una quantità enorme di cellule embrionali - si parla del novanta per cento - muoiano durante lo sviluppo? Gli esempi non sono scelti a caso. In uno dei settori più innovativi della biologia molecolare, quello che si occupa dei meccanismi del suicidio cellulare, i ricercatori si sono imbattuti in un universo totalmente non lineare proprio cercando di rispondere a queste domande. L'immunologo Jean Claude Ameisen, che purtroppo non è potuto venire, ha definito il fenomeno dell'apoptosi come "controllo sociale della morte" perché i meccanismi del suicidio cellulare sembrano regolati da un fitto scambio di segnali che, rimandando la morte, rendono possibile lo sviluppo prima, e la vita poi. “ 

Chi ha avuto la pazienza di leggere questo articolo di Sabina Morandi avrà intuito che ci sono delle persone che hanno il coraggio di mettere in evidenza cose che la stampa comune non ha in coraggio di fare – credo, non ci sia altro da aggiungere.

(Fine prima parte)

 
Rispondi al commento:
Piero_Calzona
Piero_Calzona il 26/10/07 alle 18:13 via WEB
le tue parole sono oro colato cieloblu, ma è molto difficile, ancora oggi, farlo capire a tante persone. La discriminazione razziale è forse la cosa più disumana che possa esistere. Un caro saluto, Piero
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

INFO

 

Un blog di: Piero_Calzona

Data di creazione il 14/03/2007

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 147
 

ULTIME VISITE AL BLOG

lfoschiaA.Passerinioamodio1940StelvioSciutoeric65vvetrifascettomicelienza82newsinedicolafabioroberto.paolimarialuisatomasrosa.ferrecchiaassholebreakersolo_nei_tuoi_occhidaloi1954nadiacappa
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

LE MIE FOTO

"...Se nel mondo si potesse comunicare solo con le immagini, forse vivremmo in un mondo magico, costituito prevalentemente da sensazioni bellissime. Forse l'umanità avrebbe una dimensione diversa, una dimensione dove prevarrebbe di più l'amore, la comunicazione espressiva, le emozioni, il senso dell'estetica, forse anche un pizzico di buon senso, cosa che attraverso la comunicazione verbale a volte manca...".

immagine 

immagine

immagine

immagine

immagine

 

OFFICIAL SITE PIERO CALZONA

GALLERIA FOTO

REPORTAGE PONENTE LIGURE

REPORTAGE LEVANTE LIGURE

LE MIE FOTO 2

 

LE MIE FOTO 3

 

LE MIE FOTO 4

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963