Creato da Piero_Calzona il 14/03/2007

Verità...

Alla ricerca di soluzioni comuni per la pace e la libertà nel mondo

 

 

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Realtà nel Mondo (Seconda parte)

Post n°78 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da Piero_Calzona
 

Realtà inquietante

 

(Indagine nel mondo dei poveri)

 

WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio)

FMI (Fondo Monetario Internazionale)

Banca Mondiale

Debito del Terzo Mondo

Povertà e Ricchezza

Un contatore elettronico gigante che segna il costo, ogni giorno crescente, della guerra in Iraq è stato installato a Times Square, a Manhattan, dall'associazione Project Billboard. Posto all'incrocio tra la Quarantasettesima Strada e Broadway, il contatore ha cominciato a funzionare mercoledì 25 agosto 2004, indicando la cifra di 134,5 miliardi di dollari. La somma aumenta al ritmo di 177 milioni al giorno, 7,4 milioni all'ora, 122 820 dollari al minuto. La sola guerra in Iraq costa agli Stati Uniti 4,8 miliardi di dollari al mese (periodo di riferimento: dal settembre 2003 al settembre 2004).

Una piccola parte  delle somme investite nella “guerra mondiale contro il terrorismo” sarebbe sufficiente per sradicare i peggiori flagelli che affliggono le popolazioni dimenticate del pianeta. Nel suo rapporto annuale del 2004, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (United Nations Development Programme, UNDP) stima inoltre che una spesa annua di ottanta miliardi di dollari per un periodo di dieci anni potrebbe garantire a ogni essere umano l'accesso all'istruzione di base, alle cure mediche, a cibo adeguato, acqua potabile e infrastrutture sanitarie, oltre ad assicurare alle donne la necessaria assistenza ginecologica e ostetrica.

Ma la «guerra mondiale contro il terrorismo» rende ciechi coloro che la conducono.

Questa guerra non ha un nemico chiaramente identificato e non ha una fine prevedibile. È una guerra dei mille anni.

Ai principi della Carta delle Nazioni Unite, della sicurezza collettiva, dei diritti umani e del diritto internazionale, i cosmocrati preferiscono la loro soggettività, ovvero i loro interessi privati. Che ipocrisia! Si afferma di lottare (bombardare, massacrare) per non portare la giustizia e la pace nel mondo e non si fa che perseguire un interesse personale, privato. Perché tutti sanno quale motivazione primaria si nasconde dietro le guerre preventive americane: la salvaguardia degli interessi finanziari delle società capitaliste transcontinentali. Torniamo all'attacco americano scatenato contro l'Iraq nel marzo 2003.

Il sottosuolo della Mesopotamia rappresenta la seconda riserva petrolifera conosciuta del mondo, pari a circa 112 miliardi di barili. Un barile equivale a 159 litri. Tra Kirkuk e Bassora, le riserve irachene ammontano così a 18mila miliardi di litri. E gli esperti pensano che i giacimenti non ancora individuati siano giganteschi.

Prima del 2003 l'Iraq sfruttava 1821 pozzi petroliferi. Nel loro insieme, i circa 800 pozzi sfruttati sul territorio degli Stati Uniti forniscono tanto petrolio quanto un unico pozzo  iracheno.

 
Rispondi al commento:
bil37
bil37 il 05/01/08 alle 14:48 via WEB
Sicuramente è un eccellente lavoro, perché alimenta una cultura dal basso, concreta, che ha radici nelle persone vere, nella gente. In questo caso anche un blog può essere utilissimo. Quello che invece trovo difficile da contrastare è l'omologazione del mondo. Hai ragione nell'affermare che i mass-media nn trattano certi argomenti o lo fanno in maniera volutamente retorica, tuttavia nn troverai un solo uomo politico italiano o straniero che nn verserà lacrime per la causa umanitaria. A me fa paura tutto ciò. Qual'è il nemico che combattiamo? Sarebbe bello se ci fosse un interscambio culturale con queste popolazioni, per aprire un vero dibattito sulla fame nel mondo. Mi rendo conto che è un utopia, nel senso che li' nn c'è neppure da mangiare, figurarsi i computer. Però continua, a mio parere, ad esserci troppa distanza fra il mondo che compiangiamo e noi stessi. A presto e un caro saluto a te. Paolo
 
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