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Figli della stessa Natura

Post n°31 pubblicato il 30 Aprile 2007 da Piero_Calzona
 

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Se noi partiamo dal presupposto che tutti gli uomini hanno pari dignità, devono avere gli stessi diritti in tutte le nazioni del mondo, Quindi tutti gli uomini, che siano asiatici, americani, africani, europei, neri, bianchi, cristiani, musulmani, induisti, buddisti, ebrei,ecc. devono essere considerati cittadini del mondo; ci accostiamo alla famosa "Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo" formulata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948, che attraverso 30 articoli sintetizzava in maniera inequivocabile le regole di base per una convivenza civile uguale per tutti. Ma questa dichiarazione dei diritti dell’uomo è veramente applicata? L’uomo di colore è oggi rispettato? C’è rispetto per le diverse religioni? C’è rispetto per i popoli che muoiono di fame? C’è oggi parità di diritti tra i popoli? Perché ci sono persone ricchissime e persone che invece muoiono di fame? Perché ancora oggi ci sono guerre spietate dovute a forti interessi economici e politici? Perché ci sono tante ideologie e forti discriminazioni razziali? Perché ci sono tantissime religioni e non un solo Dio? Non siamo tutti uguali? Non siamo tutti...

"Figli della stessa Natura?"

 
Rispondi al commento:
Piero_Calzona
Piero_Calzona il 01/05/07 alle 19:33 via WEB
Intanto ti ringrazio per il commento Ancellaverde, devo essere sincero non sono riuscito a decifrare il tuo messaggio. Mi parli che: “esiste a tutt'oggi un grande spartiacque fra le persone: il denaro.” Mi parli che: “Al mondo i ricchi sono meno dei poveri, e la smania di appartenere a questa casta, fa si che si risvegli il razzismo economico e sociale.” Mi parli che: “Puoi essere bianco in un ambiente di bianchi, nero in un ambiente di neri, ma se non hai il borsellino pieno di carte di credito valide, sei esattamente trasparente.” Sinceramente non riesco a capire la tua ottica. Il problema che ho posto nel mio messaggio è relativo alla drammatica situazione che oggi abbiamo nel mondo. Ci sono persone ricchissime e persone che muoiono di fame. Ogni giorno centomila persone muoiono di fame. E' una strage che si consuma in un pianeta le cui risorse alimentari potrebbero sostenere dodici miliardi di individui, il doppio dell'attuale popolazione mondiale. quasi sempre sono vittime dell'unico imperativo: profitto senza regole. sono i ricchi, i predatori, coloro che prosperano al cuore del mercato globale: sono banchieri, speculatori di borsa, dirigenti di multinazionali che decidono chi deve vivere e chi deve morire, le loro armi sono la corruzione, l'erosione dell'autorità statale e la creazione di inattaccabili paradisi fiscali; i loro fedeli mercenari si chiamano Fondo monetario internazionale, Organizzazione mondiale del commercio e Banca mondiale. Perché esiste questa disparità assurda? perché ci sono questi uomini ricchissimi e persone che invece muoiono di fame? non siamo figli della stessa natura? Non abbiamo il diritto di fermare questi uomini che si arricchiscono in maniera cosi selvaggia senza minimamente pensare ai propri simili che non hanno neanche la possibilità di sopravvivere? Ecco cosa scrive un autorevole scrittore: Jean Ziegler, relatore speciale all’ONU per il diritto all’alimentazione: “Principale responsabile della denutrizione e della fame sul nostro pianeta è la distribuzione ineguale delle ricchezze. Un'ineguaglianza negativamente dinamica: i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Nel 1960 il 20% degli abitanti più ricchi della terra disponeva di un reddito 31 volte superiore rispetto a quello del 20% degli abitanti più poveri. Nel 1998 il reddito del 20% dei più ricchi era 83 volte superiore a quello del 20% dei più poveri. Le 225 fortune più grandi del mondo rappresentano un totale di oltre mille miliardi di dollari, ossia l'equivalente del reddito annuale del 47% più povero della popolazione mondiale, circa 2,5 miliardi di persone. Negli Stati Uniti il valore totale netto della fortuna di Bill Gates è uguale a quello dei 106 milioni di americani più poveri». «È dunque l'attuale giungla del capitalismo selvaggio che è necessario civilizzare. L'economia mondiale è nata dalla produzione, dalla distribuzione, dal commercio e dal consumo alimentare. Affermare l'autonomia dell'economia rispetto alla fame è un'assurdità, o peggio ancora, un crimine. Non si può delegare al libero mercato la lotta contro il flagello della fame per saziare l'umanità.” Un caro saluto, Piero
 
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