Israele ha imposto un blocco generale sul Libano, nel quadro della sua offensiva contro il gruppo estremista sciita Hezbollah, responsabile del rapimento di due soldati israeliani. Le navi della marina militare israeliana sono entrate nelle acque territoriali libanesi, mentre l'aviazione ha colpito l'aeroporto di Beirut e le postazioni di Hezbollah nel Sud del Paese. Colpite anche la sede di Al Manar , e un suo ripetitore.
Imposto il blocco totale - Il blocco aereo e marittimo è stato imposto "perché i porti servono per la circolazione di terroristi e il trasferimento di armi, che vengono poi utilizzate negli attacchi anti-israeliani", ha detto all'Agenzia France Presse un portavoce dell'esercito israeliano. La radio militare ha detto che le navi israeliane stanno pattugliando le acque territoriali libanesi per imporre il blocco. La marina intende impedire il movimento delle navi nei porti di Saida, Tiro, Beirut e Tripoli, i più importanti del Paese.
Colpiti gli aeroporti - La radio militare, che ha citato un alto ufficiale israeliano, ha detto anche che gli aeroporti libanesi saranno gli obiettivi dei raid aerei. Laeroporto internazionale di Beirut è stato già colpito stamattina. Gli aerei israeliani hanno colpito le postazioni dei miliziani di Hezbollah nel Libano meridionale, la valle della Bekaa e anche Beirut, dove è stato colpito l'aeroporto internazionale Rafik Hariri. Presi di mira anche depositi di armi di Hezbollah e una moschea sciita a Budai, nei pressi di Baalbeck.
Decine di vittime - Secondo l'esercito israeliano, sono finora rimasti uccisi nei raid aerei una trentina di miliziani di Hezbollah. Fonti mediche libanesi hanno riferito di 28 vittime nel sud del Libano, tra cui dieci bambini. Secondo le stime provvisorie fornite dal ministro della Sanità, Mohammed Khalife, i morti sono 47 e i feriti più di 100. . Fra le vittime si contano molti minori. Nella comunità di Dweir sono stati uccisi dieci componenti dello stesso nucleo familiare. A Baflay sono morti sette consanguinei. A Nahariya donna israeliana di 40 anni è morta. Altre 29 persone sono rimaste ferite.
Gli attacchi di Hezbollah - Continuano intanto gli attacchi degli Hezbollah alle postazioni israeliane. Solo stamattina sono caduti nel nord di Israele oltre 60 razzi katiusha.
La "vendetta" di Tel Aviv - Il Libano "la pagherà cara" per aver consentito alla milizia dell'Hezbollah di catturare due soldati israeliani. La minaccia è stata formulata oggi dal ministro israeliano della giustizia, Haim Ramon, che in una dichiarazione rilasciata alla radio delle forze armate ha sostenuto che dopo il ritiro d'Israele dal Libano meridionale, nel 2000, il governo di Beirut "ha permesso all'Hezbollah di diventare il suo esercito ufficiale".
Le proteste del governo libanese - Ma il governo libanese protesta per la dura reazione israeliana e prende le distanze dall'azione degli Hezbollah. In mattinata si è riunito in seduta straordinaria per analizzare la situazione e decidere sul da farsi. Intanto da Beirut si chiede a gran voce l'intervento dell'Onu per fermare quella che si preannuncia come una guerra già vista.
Condanna dell'Onu e della Francia - Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in visita ieri a Roma, ha condannato l'intervento armato di Israele sia sulla Striscia di Gaza che in Libano. Stessa posizione è stata assunta questa mattina dalla Francia che ha detto che si è trattato di "un'azione di guerra sproporzionata". Secondo il ministro degli esteri Philippe Douste-Blazy, questa azione rischia "di respingere il Libano nei peggiori anni di guerra, con la partenza di migliaia di libanesi che lasciano il paese mentre stavano lavorando per ricostruirlo". Da Bruxelles, invece, la portavoce del commissario Ue per le Relazioni estere, Benita Ferrero Waldner si è detta "scioccata dalla violenza di ambo le parti". La Waldner ha chiesto l'immediato rilascio dei soldati israeliani rapiti, ma non ha condannato apertamente i bombardamenti sul Libano che hanno ucciso molti civili.
Come succede troppo spesso, prevale l’uso della forza e della violenza, al posto della ragione, della mediazione, del dialogo.
Questi avvenimenti aumenteranno l’odio tra le parti avverse, il conflitto inevitabilmente si allargherà coinvolgendo altri paesi
Portando sangue, violenza e miseria.
Con l’O.N.U. a fare da spettatore impassibile ai terribili eventi.
Inviato da: PRONTALFREDO
il 26/09/2015 alle 00:12
Inviato da: deacon70
il 11/07/2015 alle 19:15
Inviato da: esmeralda.carini
il 27/04/2015 alle 15:35
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il 08/03/2015 alle 14:44
Inviato da: multiplicolori
il 04/03/2015 alle 22:13