poesiaeparoleviaggiare con le parole |
Messaggi di Settembre 2020
Post n°424 pubblicato il 25 Settembre 2020 da tombeurdefemme2010
Sai di vaniglia e di fragola, di fresco pulito, di balsamo e crema, di reggiseno di pizzo. Mi chiedi se mi piace il tuo completino intimo, se il profumo che hai messo è troppo intenso per i miei gusti leggeri. Mio Dio quanto sei giovane. Mi domando come sia possibile, cosa abbia mai fatto per ricevere questo regalo, perché io invece odoro di freddo e di fumo, di giacca e cravatta, di autostrade e statali, di pioggia e di fango. Tu mi dici che m’ami, mi dici che nulla potrà mai dividerci, ed io mi chiedo, cosa ci possa mai essere dentro questa tua sicurezza! Ora che la luce si fa fioca e facciamo l’amore. Cristo quanto sei bella! Rimango a guardarti mentre ti raccogli i capelli, sono morbidi e soffici come le onde del mare alle prime luci dell’alba. Ti guardo nello specchio di fronte, hai vent’anni ed io quasi il triplo, ma qui non c’è differenza. Dentro questi baci non ci sono bugie, non ci sono strascichi, mi travolgi e mi ami. Perché poi tutto viene di conseguenza e tutto resta, come il tuo amore breve, piccolo e intenso, come i tuoi baci, che durano un sospiro stretto tra le labbra, un fremito appena, una scossa lieve , un attimo. Adoro tutto di te, questi piccoli baci sognanti, le carezze leggere, così diverse dopo l’amore. Adoro tutto di te, la tua risata fragorosa, il nero abissale dei tuoi occhi, il candore del seno, queste labbra di ciliegia matura, o quando mi dici, che sei stata bene, o quando ti mordi le labbra per vezzo, e gelosa mi chiedi da quanti giorni non facevo l’amore. Intanto fuori la notte come nebbia s’adagia, sopra la piazza ormai vuota, sopra il casello dell’autostrada, che in lontananza si vede e che ci dividerà tra poco come sempre. Entri nella doccia e ti guardo, tra il vetro appannato, tra il vapore e le gocce. Adoro tutto di te. Vorrei dirti che ti amo, ma non mi viene, non ci riesco, forse amo solo la tua freschezza, oppure, semplicemente, ho paura che a verbalizzare questo mio sentimento si corra il rischio di vederlo evaporare. Perché è così, perché ora sei pronta, ed è ora di andare... |
Post n°423 pubblicato il 16 Settembre 2020 da tombeurdefemme2010
È morta Sei Ashina, forse a molti questo nome non dice nulla, ma io la ricordo bella e sensuale nel film "Seta" diretto da François Girard nel 2007 e tratto dall'omonimo romanzo di Alessandro Baricco. Era diventata famosa proprio per la partecipazione a quel film dove interpretava una donna giapponese che aveva conquistato il cuore di un uomo occidentale che si era recato in Giappone per acquistare bachi da seta. Il 14 settembre è stata diffusa la notizia che è stata trovata priva di vita dai suoi familiari nella sua casa di Tokio. Aveva 36 anni, e secondo le prime indagini della polizia giapponese l'attrice e modella si sarebbe suicidata...
Solo una farfalla conobbi, una piccola farfalla di porcellana dai colori del cielo, cosi fragile... e cosi delicata.
Lei mi disse un giorno: "Feriscono le persone... e io non posso continuare a trattenere tutto dentro; come una stella esploderei, e per trovarmi in uno spazio senza tempo finirei...e senza limiti".
Ora sono qui, solo, che presto ascolto a questo tuo silenzio che si protrae... E sono stanco...stanco di inventarmi ancora...una piccola farfalla di porcellana dai colori del cielo. |
Post n°422 pubblicato il 15 Settembre 2020 da tombeurdefemme2010
Qualcuno ha detto che questa è l’isola delle Sirene, un posto dove, con il loro canto melodioso, incantavano i marinai che non avevano più tanta voglia di tornare a casa. Una leggenda narra che, durante il mese di agosto, qualcuna ritorni qui e faccia sentire ancora il suo dolce canto. La notai il giorno stesso del mio arrivo. Quando, di pomeriggio, mi recai al lago di Venere, un rifugio naturalistico che mi incantò al primo sguardo. Una delle principali attrazioni che l’isola offre, una distesa d’acqua cristallina in cui si vanno a creare, in base alla luminosità della giornata, sensazionali contrasti cromatici, un’oasi termale dalle acque ricche di proprietà terapeutiche e minerali che sgorgano a temperature molto elevate, soprattutto sul lato in cui si ritirano offrendo ai turisti dei fanghi benefici per il corpo. Il lago di Venere è un luogo magico dall’aspetto strepitoso, coinvolgente, quasi scenografico, assai caro a Venere, la dea dell’amore e della bellezza, che un tempo si crede specchiasse la propria bellezza presso le acque misteriose di questo lago prima di ogni incontro d’amore con Bacco. La notai, mentre usciva dall’acqua. Era immersa a metà, Il seno nudo e sodo su un corpo nervoso, pronto a scattare che sembrava scolpito nelle pietre nere del luogo. Capii subito che non si trattava di una turista. Il colore della sua pelle, impastato di terra scura, denotava una consuetudine col sole che hanno solo le donne di queste parti.E il profilo, non dolce, dal naso un po aquilino la faceva assomigliare ad una kore greca. Era diversa la sua pelle da quella delle turiste, troppo bianca, delicata, da sembrare senza sangue. La rividi di nuovo la sera mentre salivo lentamente lungo la scala incisa nella pietra che portava alla strada...era li seduta su un muretto con indosso un pareo verde mela a fantasia brasiliana e un reggiseno dello stesso colore, mi fissò accennando un leggero sorriso. Quasi simultaneamente arrivò un ragazzo in motorino, “ Rosalia!” gridò per coprire il rumore forte della marmitta bucata. Lei si avvicinò e lo baciò sulla bocca, a lungo, quasi con ostentazione, poi si sedette dietro e partirono, inerpicandosi su per la strada tutta curve. Il giorno successivo andai a fare il bagno all’arco dell’elefante un altro posto suggestivo, uno scoglio che sembra una proboscide di un elefante protesa nel mare...e chi c’è a pochi metri da me? Rosalia...mi sentii in imbarazzo quando: appena uscita dall’acqua, e, avvolto il pareo attorno ai fianchi si sfilò gli slip del costume e li fece cadere fradici sullo scoglio, come fosse un polpo appena pescato. Poi, in men che non si dica, da sotto se ne infilò un paio di asciutti. E intanto mi guardava ammiccando il solito sorrisetto. Era Rosalia che compariva quando meno me lo aspettavo. Rosalia che con la sua parlata gutturale, incomprensibile, come quella della gente di lì, sembrava mormorare chissà quali formule magiche. Era lei che mi aveva stregato, e che tornava nei miei sogni... Quella sera c’era la festa dell’estate. Sulla piazza della chiesa, c’erano le bancarelle di dolcetti e torrone, una miriade di piccole girandole illuminate e i fuochi d’artificio a mezzanotte. Sul palco, un complessino suonava gli ultimi successi. Non capivo da dove era uscita tutta quella gente, dal momento che, fino ad un ora prima avevo avuto la sensazione di essere solo sull’isola. E c’era anche Rosalia, vestita con una minigonna e un top bianco, che faceva risaltare la sua pelle ambrata. Ballava, muovendosi sui sandali, roteava il bacino in un modo molto sensuale. Io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Ad un certo punto mi guardò e mi fece un cenno con la mano come per dirmi seguimi...ed iniziò a correre, la seguii a stento per le viuzze strette e i “dammusi” di pietra lavica...fino a che la vedi entrare in una casa e chiudere la porta...rimasi li una decina di minuti ad aspettare e a riprendere fiato dopo di che me ne ritornai a casa...Da quella sera non la vidi più. La mattina prima della partenza dopo aver a lungo riflettuto se era il caso o meno di rivederla un ultima volta per un saluto, mi avviai verso la sua casa. Le persiane, scardinate, non facevano più ombra alle finestre senza vetri, faticai a trovare l’entrata, nascosta dalle ginestre, dove ronzavano mosconi scuri. Passava di lì una vecchia vestita di nero, dalla pelle cotta dal sole. Le chiesi se conoscesse un ragazza che si chiamava Rosalia e che fine avessero fatto gli abitanti di quella casa. La vecchia scuoteva la testa, e, con la bocca senza denti aperta, agitava la mano nodosa davanti alla fronte, come a darmi del matto. Non riusciva a capire cosa cercasse un forestiero in quella casa disabitata da anni...
|
Post n°421 pubblicato il 10 Settembre 2020 da tombeurdefemme2010
Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di essere uno dei pochi a poter assistere in diretta questo evento che si rinnova ogni anno a Melpignano in provincia di Lecce: “La notte della taranta”...Lo scenario che si è presentato ai miei occhi era di una bellezza straordinaria...Un santuario antichissimo sapientemente illuminato dalla regia della RAI ai cui margini avevano allestito il palco dove dovevano esibirsi cantanti e ballerini...tra i quali "Mahmood" che ha presentato la canzone “Sabri aleel” un canto d’amore in lingua araba che mi ha particolarmente emozionato e questo è il risultato delle mie emozioni: Se qualcuno potesse Nell'eterna danza di un cuore |
Post n°420 pubblicato il 05 Settembre 2020 da tombeurdefemme2010
E ti immagino in mezzo a un campo di grano, disteso al sole e agitato dal vento, sola, tu donna, tu figlia della terra… mentre sorridi intonando un dolce canto d'amore. Adoro guardarti… e quando lo faccio tu mi trasmetti ogni volta qualcosa... qualcosa che prima non conoscevo, come se mi parlassi in un linguaggio segreto, in una lingua chiara a me soltanto. Eppur so che lungi d'esser questa è la realtà… ma lo stesso così mi piace pensarla... |
AREA PERSONALE
ULTIMI COMMENTI
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Inviato da: tombeurdefemme2010
il 04/10/2024 alle 11:32
Inviato da: Ninfea_candida
il 04/10/2024 alle 11:16
Inviato da: tombeurdefemme2010
il 04/10/2024 alle 01:15
Inviato da: bisou_fatal
il 03/10/2024 alle 19:40
Inviato da: tombeurdefemme2010
il 01/10/2024 alle 09:34