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O GORIZIA TU SEI MALEDETTA

Post n°394 pubblicato il 06 Novembre 2015 da nomadi50

La battaglia di Gorizia (9-10 agosto 1916) costò, secondo dati ufficiali, la vita a 1.759 ufficiali e 50.000 soldati circa, di parte italiana; di parte austriaca a 862 ufficiali e 40.000 soldati circa.
Fu uno dei più pazzeschi massacri di una guerra tutta pazzesca.


Si dice che chi veniva sorpreso a cantare questa canzone durante la guerra era accusato di disfattismo e poteva essere fucilato.

La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani, a Novara, da un testimone che affermò di averla ascoltata dai fanti che conquistarono Gorizia il 10 agosto 1916.

TESTO :

La mattina del cinque d'agosto
si muovevan le truppe italiane
per Gorizia, le terre lontane
e dolente ognun si partì

Sotto l'acqua che cadeva al rovescio
[variante: che cadeva a rovesci]
grandinavan le palle nemiche
su quei monti, colline e gran valli
si moriva dicendo così:

O Gorizia tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu

O vigliacchi che voi ve ne state
con le mogli sui letto di lana
schernitori di noi carne umana
questa guerra ci insegna a punir

Voi chiamate il campo d'onore
questa terra di là dei confini
Qui si muore gridando assassini
maledetti sarete un dì

Cara moglie che tu non mi senti
raccomando ai compagni vicini
di tenermi da conto i bambini
che io muoio col suo nome nel cuor

Traditori signori ufficiali
Che la guerra l'avete voluta
Scannatori di carne venduta
[altra versione: 'Schernitori di carne venduta']
E rovina della gioventù
[altra versione: 'Questa guerra ci insegna così']

O Gorizia tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu.


1964: scandalo nazionale al "Festival dei due mondi" di Spoleto.

Nel 1964 la canzone venne presentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto dal Nuovo Canzoniere Italiano suscitando l'ira dei benpensanti. Quando Michele L. Straniero e Fausto Amodei iniziarono a cantare "Gorizia" avvennero incidenti in sala; la destra cercò di impedire le rappresentazioni; Straniero, Leydi, Crivelli e Bosio furono denunciati per vilipendio delle forze armate
[Michele Straniero], avendo sostituito nell'esecuzione di O Gorizia tu sei maledetta Sandra Mantovani, vittima di un abbassamento di voce, cantò infatti una strofa non prevista (Traditori signori ufficiali / che la guerra l'avete voluta/ scannatori di carne venduta / e rovina della gioventù) che suscitò in sala la reazione di un ufficiale e di talune signore impellicciate

festival di Spoleto 

 

SOLDATI ITALIANI UCCISI DAL FUOCO AMICO 

Un quadro che racconta la tragedia di centinaia di soldati in grigioverde: morti davanti al plotone d'esecuzione per vigliaccheria o diserzione. Ma in tanti tra loro scelti a caso, per punire il reparto che si era battuto - secondo i comandi - senza sufficiente coraggioGli oltre 1000 davanti al plotone d'esecuzione
Nel corso della Grande Guerra, davanti ai tribunali militari comparvero 323.527 imputati di cui 262.481 in divisa, 61.927 civili e 1.119 prigionieri di guerra. Le condanne interessarono il 60 per cento dei processi. 4.028 dibattimenti si conclusero con la pena capitale (2.967 con gli imputati contumaci). Le sentenze di morte eseguite furono 750. A un secolo di distanza - dopo che nel 2007 la pena di morte è stata definitivamente cancellata anche dal codice militare di guerra - queste cifre danno il senso di una tragedia dimenticata così come appaiono anacronistiche le motivazioni utilizzate dai giudici militari davanti agli episodi di insubordinazione: «Il tribunale non ritiene di dover concedere le attenuanti generiche nell'interesse della disciplina militare per la necessità che un salutare esempio neutralizzi i frutti della propaganda demoralizzatrice». E anche in caso di denuncia per «sbandamento» le toghe militari usavano il massimo del rigore «in chiave di ammonimento e di prevenzione generale».

l'Italia chiede perdono

Su una targa di bronzo da affiggere in un'ala del Vittoriano, la Repubblica italiana renderà evidente «la volontà di chiedere il perdono» per i caduti dimenticati della Grande guerra condannati a morte per motivi disciplinari o giustiziati sul campo per atti di ribellione.

 

 

 

 

 
 
 
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