Creato da: AngeloQuaranta il 10/02/2009
"fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
|
Contatta l'autore
Area personale- Login
MenuTagConsulenza ImmobiliareCerca in questo BlogQuando la musica ....Chi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
Via CampaniaVia LucaniaVia FermiVia FermiI miei Blog Amici -
@Ascoltando il Mare@ - PAESAGGI DELLANIMA - il mare infinito - Un caffè dolce amaro - Angelo Quaranta - PICCOLO INFINITO - SPRINGFREESIA - ELFI DRAGHI STREGHE - Andando Per Via - ALCHIMIA - Rosa dei Costanti - Serendipity - Giuseppe Quaranta - filtr - il regno di arcadia - area di broca - Marie Elenoire - Caterina Saracino - VagheStelledellOrsa - dianavera - pensieri.femminili - ETICASA di Quaranta - Harmonia2 - Taranta |
Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo
Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901. Opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori ed è stata eseguita secondo la tecnica divisionista. Non solo raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma costituisce un simbolo: il popolo, in cui trova spazio paritario anche una donna con il bambino in braccio, sta avanzando verso la luce, lasciandosi un tramonto alle spalle. Il dipinto è lo sviluppo completo di questo tema, già affrontato dall'artista in dipinti come Ambasciatori della fame, Fiumana e un bozzetto preparatorio del 1898, Il cammino dei lavoratori. La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento. È conservato a Milano nel Museo dell'Ottocento della Villa Reale (o Villa Belgiojoso Bonaparte). La versione preliminare, invece, è esposta sempre a Milano presso la Pinacoteca di Brera. A rendere celebre il dipinto contribuì anche il film Novecento di Bernardo Bertolucci.
Post n°408 pubblicato il 05 Aprile 2014 da AngeloQuaranta
La corrida (in spagnolo corrida de toros, letteralmente corsa di tori) è un tipo di tauromachia di antica provenienza. Corse o lotte o cacce con tori o altri bovini si organizzavano già dagli antichi Greci, Etruschi e Romani[1] (un tipo di corrida definito giostra dei tori era popolare, per esempio, nello Stato pontificio e si svolgeva anche nel celebre sferisterio di Macerata, senza dimenticare poi la Caccia ai Tori in Campo San Polo a Venezia). Con la denominazione di corrida de toros è attualmente praticata in varie zone della Spagna e, con altre denominazioni e in maniera spesso diversa, anche in Portogallo, nel sud della Francia e in alcuni Paesi dell'America latina come Messico, Perù, Venezuela, Ecuador, Colombia, Costa Rica, Panamá e Bolivia. la vestizione
Non si può negare, come ha ricordato il Conseil constitutionnel, che la corrida è anche l’espressione di una tradizione. E non si può nemmeno scartare l’idea che la corrida riproduca la lotta ancestrale e arcaica dell’uomo contro l’animale o addirittura dell’uomo contro la sua parte animale. La corrida evoca figure mitiche (dal Minotauro ai sacrifici religiosi dell’antichità) ed è stato spunto di creazioni culturali universali, sia dal punto di vista artistico sia letterario. Per questo non si può deciderne la cancellazione senza una riflessione approfondita. Soprattutto, la corrida pone la questione del filo sottile tra la condanna e il divieto. In un certo senso, ci interroga sulla distinzione tra avversario e nemico, concetto che, malgrado l’insegnamento delle tragedie del novecento, continua a mancare in alcune famiglie politiche, anche a sinistra. Riconoscere agli aficionados il diritto di assistere alle corrida è anche accettare il pensiero e il gusto altrui, l’opinione dell’altro. Non vuol dire assecondarlo, facilitarlo oppure considerarlo innocuo, in un relativismo esasperato. Ma nel limite della tutela della mia opinione e dell’espressione delle mie scelte e delle mie libertà (a cominciare da quella di non andare nelle arene), ogni visione del mondo altrui deve trovare spazio.
Post n°407 pubblicato il 28 Marzo 2014 da AngeloQuaranta
La nostra Scuola Media nel giorno dell'anniversario dell'Unità d'Italia ha ricevuto dai Lions Club Falanto un Tricolore. Toccante la cerimonia e bravi i nostri ragazzi che mirabilmente coordinati dai docenti hanno ricordato il sacrificio di chi è morto per l'Unità d'Italia. Significativi gli interventi del Governatore dei Lions il prof . De Marins e del Colonnello Sebastio,
Il colonello Sebastio dopo aver salutato le autorità civili, militari e religiose, ha ricordato il senso della Festa dell'Unità d'Italia. La professoressa Larizza, dirigente scolastico, dopo aver ringraziato il Governatore dei Lions Pugliesi e la presidente del Club dei Lions Falanto la prof.ssa Galeone per il dono del Tricolore, ha voluto ricordare, il sacrificio dei patrioti, che hanno dato la vita per l'ideale di un Paese libero dagli Austriaci e dai Borboni. Molto bello il suo intervento ricordando ai giovani il significato di libertà e di partecipazione.
Al canto dell'Inno Nazionale gli studenti hanno consegnato alla Preside Il Tricolore. Una manifestazione che oltre la partecipazione della Autorità ha visto la presenza commossa di un folto pubblico. Nella immagine che segue, alcuni soci Lions in piedi per aver ceduto il loro posto ai genitori degli studenti, sulla gradinata l'ing Grilli, l'avv Nesca, e la dott.ssa Donnaloia. Dopo la cerimonia è stato offerto un buffet alle autorità, al tal prosito I lions ringraziano in particolar modo il signor Vecchio proprietario del panificio " San Giorgio " che ha dato prova della sua già nota bravura. Un grazie anche alla dott.ssa Donnaloia per la bella torta tricolore. Infine un grazie ai nostri ragazzi che sono il nostro futuro, sono stati bravi, di seguito alcuni lavori di ricerca sul tema del Risorgimento.
Post n°406 pubblicato il 28 Marzo 2014 da AngeloQuaranta
Post n°405 pubblicato il 08 Marzo 2014 da AngeloQuaranta
OTTOMARZO2014
Prendo spunto dal neorealismo per ricordare l'impegno della donna nella società civile , e porgo i miei auguri a tutte le donne affinché continuino nella loro affermazione con la battaglia nelle pari opportunità. Voglio ricordare il giorno dell'otto marzo con un videoclip della splendida Anna Magnani, in " L' Onorevole Angelina "
una giornalista la nostra Anna Olema Righi , staffetta partigiana simbolo della resistenza emiliana con altre compagne come Ibes Pioli e Tina Anselmi
Post n°404 pubblicato il 17 Febbraio 2014 da AngeloQuaranta
Se cerchi l'infinito lo troverai nel sorriso di un bambino. Abbi cura di quel sorriso, è l'anima del mondo. B. Cucinelli
Post n°403 pubblicato il 14 Gennaio 2014 da AngeloQuaranta
Siediti ai bordi dell’aurora,
Post n°402 pubblicato il 30 Dicembre 2013 da AngeloQuaranta
Post n°401 pubblicato il 22 Dicembre 2013 da AngeloQuaranta
Post n°400 pubblicato il 12 Novembre 2013 da AngeloQuaranta
Dopo il primo caldo meno intenso dell’estate finita, nella casualità delle sere, il cielo vasto ha assunto delle tonalità di colore più tenue, ritocchi di una fredda brezza che annunciavano l’autunno. Non era ancora l’ingiallirsi del fogliame, o la caduta delle foglie, né quella vaga angoscia che accompagna la nostra sensazione di morte esteriore, perché sarà anche la nostra. Era come una fatica dello sforzo esistente, un sonno impreciso sopraggiunto negli ultimi atti dell’azione. Ah, sono sere di una indifferenza così triste che l’autunno, prima di cominciare nelle cose, inizia dentro di noi. Rosso, porpora, giallo, mischiati al verde e marrone, anelo ai caldi colori dell’autunno, come una coperta a scaldare i mie sogni, le mie speranze per custodirli per tutto l’inverno. La primavera ne farà buon uno, perchè sboccino d’estate. A l’autunno, sapori che non so scordare, dolci e caldi preludi del prossimo inverno.
Ormai è l’autunno, tutto torna a dormire, tutto scompare nella pace dell’inverno imminente. Anche i rumori vanno in letargo come ghiri nelle tane. Le case tacciono, ascoltano, sentono la neve depositarsi sui tetti. Quelle senza tetto la ricevono dentro i muri, sui solai, nelle cucine distrutte. La visita della dama bianca entra nel cuore delle case sgangherate. Il paese abbandonato guarda a tramonto con gli occhi malinconici delle finestre senza vetri, sospira adagio con la bocca delle porte sfondate. Era un bel paese, il nostro, adesso non c’è più.
“Prima che la mia anima mi consigliasse, dubitavo del valore del mio lavoro. Ora ho capito che gli alberi fioriscono in Primavera e fruttificano d’Estate senza cercare lodi; e le loro foglie cadono in Autunno e i loro rami restano spogli d’Inverno senza timore di biasimo.” Caruso di Lucio Dalla
Post n°399 pubblicato il 18 Settembre 2013 da AngeloQuaranta
Tag: ARTE, bianco e nero La felicità di un bimbo spesso è fatta di cose essenziali, semplici. Il dovere degli adulti è vigilare sulla loro serenità
|