Creato da: AngeloQuaranta il 10/02/2009
"fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"

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Post n°495 pubblicato il 17 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 

 

 

 

 

 

 

 
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Il movimento 24 Agosto Equità Territoriale

Post n°494 pubblicato il 17 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 
Foto di AngeloQuaranta

 

 Un messaggio del referente Provinciale per Taranto il prof. Giuseppe Capobianco 

“ Da lettore assiduo dei libri di Pino Aprile, all’idea che solo lui avrebbe potuto costituire un movimento meridionalista che risvegliasse le coscienze e facesse aumentare la consapevolezza della propria storia, all’incontro nella foresta della Grancia (PZ) del 24 agosto 2019 è passato poco più di un anno, ma alla fine il sogno si è realizzato!

Ho cercato di dare, fin da subito, il mio contributo e di mettere la mia esperienza al servizio del movimento.
Di qui l’incarico di referente di Taranto e provincia a dicembre, la costituzione del Circolo a gennaio, l’avvento della pandemia che, però, non ci ha scoraggiato e non ci ha impedito di continuare a lavorare.
Sono tanti gli ambiti a cuore del movimento e ciò ci ha permesso di entrare a contatto con diverse persone che hanno abbracciato il nostro pensiero di EQUITÀ TERRITORIALE, facendolo proprio e garantendo una sempre maggiore integrazione del movimento nel tessuto cittadino.
Tra i vari lavori svolti in ambito politico-sociale ricordiamo: la presentazione del lavoro svolto sul Recovery Fund dalla nostra commissione economia e sviluppo, Chiusura dell’area a caldo, come a Genova così a Taranto, completamento del Piano Nazionale del Rilancio e Resilienza del Mezzogiorno e delle aree interne con l’inserimento delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo di Taranto e della sua provincia, le proposte per la costituzione di un sistema bancario del Sud.
Questo e molto altro è stato realizzato o è in fase di realizzazione di cui si è discusso nel primo incontro dell’anno, da remoto, con tutti gli iscritti e Pino Aprile in cui si sono evidenziate gli assetti, le linee guida e le finalità da raggiungere in questo 2021. “
Giuseppe Capobianco - referente provinciale M24A-ET Taranto



 
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aderisci al movimento 24 Agosto Equità Territoriale

Post n°493 pubblicato il 17 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 
Foto di AngeloQuaranta

M24A Equità Territoriale è riuscita a bloccare il regionalismo differenziato (o Secessione dei ricchi) ed ha imposto alla classe politica nazionale il tema della ripartizione dei fondi del Recovery Fund: senza la nostra azione, molto probabilmente si sarebbe già consumata l'ennesima beffa ai danni di milioni di meridionali. Oggi invece sono stati accesi finalmente molti riflettori e non sarà affatto facile che il partito unico del Nord possa ottenere tutto quello che si era prefissato. Anche se media, opinionisti e politici continuano ad ignorare e censurare il nostro Movimento, nel vano tentativo di sfiancarci o di annacquare la nostra azione, non si possono più nascondere le nostre battaglie, i temi che imponiamo alla discussione pubblica nazionale. La gente sta capendo tutto e sarà sempre più difficile fottere il Sud sperando anche di farla franca.

Equità Territoriale non è la Lega del Sud, non è catalogabile né a destra né a sinistra, non ha mai attaccato i cittadini del Nord in quanto tali (la maggior parte dei quali sono ignari, come d'altronde lo sono anche molti meridionali, delle continue ingiustizie nei confronti dei cittadini del Sud). Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
L'obiettivo principale è l'eliminazione delle disparità territoriali che hanno condannato il Sud ad essere una colonia interna, da sfruttare in tutti i modi possibili ed immaginabili. Disparità territoriali che sono la logica conseguenza di trasversali politiche economiche approvate dai governi nazionali nel corso dei decenni.

 

 
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Recovery Fund, De Luca: “Per avere soldi al Sud bisogna fare la guerra al Centro-Nord”

Post n°492 pubblicato il 17 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 
Foto di AngeloQuaranta

Recovery Fund, De Luca: “Per avere soldi al Sud bisogna fare la guerra al Centro-Nord”

 

Da qualche mese Vincenzo De Luca ci ha abituato a dichiarazioni che toccano nel vivo la questione meridionale, parlando di fondi sottratti al Sud ed alla Campania, o comunque di soldi che difficilmente vengono stanziati per il Mezzogiorno. Oggi, in occasione dell’inaugurazione del cantiere per la costruzione del Policlinico di Caserta, il presidente ha sottolineato l’impegno affinché risorse del Recovery Fund vengano adeguatamente corrisposte al Meridione.

De Luca e Recovery Fund: sarà guerra contro il Centro-Nord

“Noi discuteremo con il Governo, immaginando di avere un governo ancora in piedi nei prossimi giorni, anche sulla quota delle risorse del Recovery Fund destinate al Mezzogiorno. Voi sapete che quando si parla di risorse al Sud bisogna fare la guerra, per far fronte a un blocco di potere trasversale che è pienamente operante nel Centro-Nord nel nostro paese“.

De Luca è poi tornato sulla questione vaccini, sostenendo che l’obiettivo è quello di vaccinare tutti i campani entro la fine del 2021:

Ho già detto che dobbiamo proporre a noi stessi una sfida che è al limite della follia, cioè fare della Campania la prima regione d’Italia e d’Europa che esce dal Covid. Sarà necessario uno sforzo organizzativo enorme, ma ce la possiamo fare a condizione ovviamente che arrivino i vaccini. Abbiamo le precondizioni necessarie per fare questa battaglia. L’impegno che noi abbiamo è quello di realizzare entro dicembre del 2021 la vaccinazione completa per 4 milioni e duecentomila cittadini campani, il che significa, se abbiamo solo questi vaccini disponibili, Pfizer e Moderna, dover somministrare 8 milioni 400 mila dosi. È uno sforzo immane, inimmaginabile, al limite della sostenibilità, ma questa è la sfida per riprenderci la vita e riprendere lo sviluppo”.

Una sfida che va giocata sul pian dell’efficienza:

Nonostante tanti luoghi comuni abbiamo avuto in questi giorni, in queste ore, qualche riconoscimento – pensate – dai tedeschi. Io a volte adopera un’espressione, “dobbiamo lavorare alla tedesca”, nel senso che dobbiamo lavorare in maniera disciplinata, organizzata, produttiva. In questo caso abbiamo fatto meglio pure dei tedeschi. Non ce lo riconosceranno in Italia, non vi illudete, però avere da uno dei più grandi organi di informazione d’Europa, Die Welt, il riconoscimento che l’Italia ha fatto meglio della Germania, e che in Italia prima di tutti c’è la Campania, il Sud e non il Nord, è un motivo di incoraggiamento.

l'intervista al Presidente  De Luca 


 
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" Vissi d'arte " e di coerenza Auguri a Joan

Post n°491 pubblicato il 09 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 
Foto di AngeloQuaranta

 

 

   Omaggio a Sacco e Vanzetti 

 
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Vivaldi

Post n°490 pubblicato il 09 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 
Foto di AngeloQuaranta

 

 

 

 

 
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A Taranto non ci facciamo mancare nulla

Post n°489 pubblicato il 08 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 

Ho osservato la Mappa dei siti individuati per la realizzazione delle discariche, se osservi solo il grafico, noti le aree individuate, ed hai la sensazione,  che la distribuzione è equa, salvo poi ad approfondire che le aree macchiate hanno l'80 % dei siti " ideali "  al SUD.         

 

 

Si chiama Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ed è la mappa appena pubblicata delle zone italiane candidate al deposito dei rifiuti atomici. Dopo ben sei anni di attesa e il via libera dei giorni scorsi ricevuto dalla Sogin, la società di Stato incaricata del decommissioning nucleare, da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, l’attesa mappa ha evidenziato 67 aree candidate a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, una infrastruttura dove verranno posizionate le scorie radioattive, appunto, che attualmente sono distribuite in diversi depositi locali dal Nord al Sud dell’Italia. In particolare, la struttura accoglierà 75mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e sarà dotato di un centro di ricerca, il Parco tecnologico.

Sebbene la mappa, elaborata con i criteri previsti dall’Ispra e i requisiti delle linee guida dell’International Atomic Energy Agency (Iaea), non indichi ancora il luogo preciso in cui andrà costruito il deposito, descrive le 67 aree italiane candidate, ossia che presentano le condizioni idonee per costruirlo, con una graduatoria basata su 25 criteri (tra cui, per esempio, quelli amministrativi e geologici). Le località considerate come più adatte, si possono suddividere in diverse macroaree che vanno dal Piemonte, con aree tra le province di Torino e Alessandria, alla Toscana e Lazio con Grosseto, Siena e Viterbo, alla Puglia e Basilicata, con MateraPotenzaBari e Taranto. E ancora, la Sardegna, con Oristano e il Sud dell’isola e, infine, la Sicilia con Trapani, Palermo e Caltanissetta.

 Dopo la pubblicazione della mappa, infatti, si aprirà adesso la fase di consultazione pubblica, che durerà circa due mesi, in cui le regioni, gli enti locali e tutti coloro che sono interessati e coinvolti potranno avanzare proposte e osservazioni di natura tecnica e a cui seguirà un seminario nazionale.


 
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Se cerchi l'infinito lo troverai nel sorriso di un bambino. Abbi cura di quel sorriso, è l'anima del mondo. B. Cucinelli

Post n°488 pubblicato il 05 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 
Foto di AngeloQuaranta

Se cerchi l'infinito lo troverai nel sorriso di un bambino. Abbi cura di quel sorriso, è l'anima del mondo.    B. Cucinelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Salvemini un uomo del Sud

Post n°487 pubblicato il 02 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 
Foto di AngeloQuaranta

 Gaetano Salvemini (Molfetta 8 /9 1873  - Sorrento  6 settembre 1957

Gaetano Salvemini «Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti: cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere.»



Nel recentissimo intervento di apertura del Salone Internazionale del Libro di Torino, il prof. Alessandro Barbero ha concluso il suo discorso parlando della straordinaria capacità dell'essere umano di saper reagire alle catastrofi del mondo.
E lo ha fatto citando il molfettese Gaetano Salvemini: "Salvemini era esule dal 1925, quando si era capito che non si poteva più combattere il fascismo apertamente…Nel 1949 poi Salvemini finalmente torna in Italia. Guarda quell'Italia degli anni '40 e rimane esterrefatto e felice, perché dice di vedere gli italiani al lavoro, quel meraviglioso formicaio umano, che è più rapido a ricostruire di quanto non siano gli altri a devastare. E profetizza che questo Paese si riprenderà con una rapidità che nessuno ha mai sospettato. Il formicaio, conclude, è in piena efficienza".

Non è la prima volta che il prof. Barbero cita nei suoi discorsi il nostro caro concittadino. Nel dicembre 2019, ha tenuto a Barletta persino una lectio magistralis su di lui, in un teatro Curci stracolmo di gente. Barbero lo sottolinea più volte nei suoi interventi: durante la prima metà del 1900, Salvemini era considerato uno degli uomini più importanti e più influenti d'Italia.

Grande storico e meridionalista, eccellente politico, Gaetano Salvemini scampa miracolosamente al terremoto di Messina del 1908, in cui però muoiono sua moglie e i suoi cinque figli. Per alcuni giorni di lui non si sa nulla, tanto che in molti lo danno per morto. Arriva persino un telegramma di condoglianze al suocero, è firmato Benito Mussolini.
Ed invece Gaetano Salvemini sopravvive, e va avanti con il suo lavoro di professore, con la sua attività di ricerca, con il suo impegno politico. Due mesi dopo il tragico avvenimento, scrive ad un amico "Io mi sono messo al lavoro, e vedo con gioia e con terrore che mi interessa", e prosegue: "tutti pensano che io ne sia uscito, mi credono forte, e non pensano che io sono un poveretto".

Continua a fare politica dunque, pensando al sud.

Si presenta alle elezioni, fa campagna elettorale nel sud Italia. E lì scopre l'altra faccia della medaglia. Scrive un libro; "il ministro della mala vita" in cui si scaglia ferocemente contro l'allora primo ministro del Regno d'Italia, Giovanni Giolitti. Salvemini sostiene che l'altra faccia della medaglia consista nel fatto che Giolitti si regga su una maggioranza eletta soprattutto al sud, e denuncia la meschina irregolarità delle elezioni nelle piccole città. I giorni delle elezioni, scrive, i paesini del meridione sono pattugliati da gente munita di manganello che va in giro picchiando gli elettori antigovernativi, per cui questi, o rimangono o chiusi in casa o scappano dalle città. Salvemini continuerà per anni a denunciare gli scandali di cui è a conoscenza.

Nelle elezioni del 1919 viene eletto a Bari ed entra in Parlamento con il "Partito dei combattenti".

Arriviamo al 1922, la marcia su Roma, siamo all'inizio dell'era fascista in Italia. In principio Salvemini sottovaluta il fascismo, come tanti altri faranno.
Ancora dopo il delitto Matteotti si illude, pensa che i fascisti non possano durare. Lui sostiene che la politica italiana sia stata sempre una dittatura, che i picchiatori ci siano sempre stati, e che Mussolini sia solo un dittatore tra gli altri. Mussolini stesso lo esorta ad iscriversi al partito fascista, ma Salvemini rifiuta. Iniziano per lui i problemi. Lo invitano in Inghilterra a fare lezioni ad Oxford, chiede il passaporto e glielo negano, espatria allora lo stesso clandestinamente e va a fare le sue conferenze nel Regno Unito. A Firenze, dove insegnava all'Università, gli studenti fascisti tappezzano tutta la città di manifesti con scritto "La scimmia di Molfetta non rientrerà in Italia". Sul quotidiano La Nazione, compaiono articoli in cui si invitano tutti gli studenti fascisti dell'Università a tenersi a disposizione: "…per quell'azione morale che nei limiti della legge, valga a somministrare al Salvemini il premio delle sue opinioni antitaliane".

Mussolini lo fa ritornare in Italia e Salvemini ricomincia a fare lezione. Il clima però è pesantissimo. Gli studenti manifestano contro di lui e il rettore dell'Università di Firenze non interverrà mai per difenderlo. Nel 1925 avviene il delitto Matteotti, Salvemini crea un giornale clandestino, invitando alla resistenza. Lo scoprono e lo arrestano nel giugno del 1925. Il 31 luglio avviene l'amnistia per tutti gli accusati dei reati politici (proclamata essenzialmente per tirar fuori di galera gli assassini di Matteotti). Salvemini è libero, prende un treno, con i poliziotti intanto che lo pedinano. Arriva alle 3 di notte alla stazione di Milano prende un taxi, trova dei colleghi che lo aspettano in macchina, ed insieme oltrepassano il Piccolo San Bernardo, ed arrivano in Francia.

Salvemini all'estero si butta nell'ultima grande battaglia della sua vita, quella di controbattere la propaganda fascista, e fuori dall'Italia ciò avrà un'efficacia enorme. È già uno storico famosissimo e così comincia ad essere invitato a parlare in delle conferenze, prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti. Ha un tale successo che ad un certo punto avrà un impresario che lo porterà in giro per l'America. Alla fine il ministero degli esteri italiano dà ordine di farlo smettere. La Farnesina scrive all'ambasciata italiana a Washington: "Bisogna seguire ogni conferenza del prof. Salvemini, e bisogna che in ogni conferenza ci sia uno dei nostri che comincia a disturbare o che si alza a fare obiezioni". Salvemini comunque continua. Al New York Times arrivano delle veline in cui si comunica che il Salvemini sia un pericoloso terrorista, e che stesse preparando un attentato per far saltare San Pietro in Vaticano. Il giornale pubblica la notizia, si solleva un grande polverone, ma Salvemini continua. Nel frattempo gli offrono una cattedra ad Harward e comincia ad insegnare "Storia della civiltà italiana" all'Università di Harward. Si arriva al dopoguerra, e una delle preoccupazioni del nuovo governo di De Gasperi, è quella di far rientrare in Italia Salvemini, cosa che avviene nel 1949. A 76 anni gli ridanno la cattedra a Firenze, e dopo 24 anni terrà lì la sua prima lezione esordendo: "Come stavamo dicendo l'ultima volta…".

Muore a Sorrento il 6 settembre 1957 all'età di 84 anni.

Concludo prendendo in prestito le parole di Gerardo de Marco, che racconta di un Salvemini ormai vecchio e che descrive, forse, il suo ultimo incontro con la città di Molfetta.
"Preferisco, da parte mia, credere di più ad una voce popolare, secondo cui Salvemini, dovendo nel 1949 recarsi a Bitonto e poi a S. Spirito, si sarebbe fermato a Molfetta, di sfuggita ed a notte inoltrata. Sceso dall'automobile avrebbe sostato a meditare, quasi a cospetto del mare, tra la statua di Mazzini e la facciata della chiesetta di S. Stefano; pochi minuti, in silenzio, per poi ripartire".

Fonte:
Alessandro Barbero "La responsabilità dello storico. Gaetano Salvemini: dall'interventismo socialista all'antifascismo" in Festival della Mente 2015.

 
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Omaggio alle vittime del Covid

Post n°486 pubblicato il 01 Gennaio 2021 da AngeloQuaranta
 

Il  primo giorno dell'anno ho sempre ascoltato la marcia di Radetzky, quest'anno il mio pensiero e questo spazio va alla memoria delle vittime della Pandemia.   

 G.F.HANDEL - SARABANDE 

 Mozart Requiem 

 

 

 

 
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