LE NOSTRE RADICI

Chi siamo, da dove veniamo...il tempo che inesorabilmente scorre non potrà mai cancellare il bisogno ed il diritto a conoscere la nostra vera famiglia

 

LE EMOZIONI DI "VITA"

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Sono tante, innumerevoli, ma, la più importante, quella della "VITA" stessa

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da Radici0
Foto di Radici0

Ciao a tutti,
sto cercando di capire chi sono.....
Sono nata a Roma l'8/10/1941 e mi chiamo Arnelli Maria Pia....questo e' tutto cio' che so di me.
Dalla vita non ho avuto niente e nessuno.
Qualcuno sa di me qualcosa?
Scusatemi e grazie

 
 
 

Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da Radici0
Foto di Radici0

Salve a tutti, sono alla ricerca di un ago nel pagliaio;
sono nato a milano il 21 05 1956 da maria antonietta Schettino e sono stato riconosciuto da Fiorenzo Schettino suo marito all'epoca.
Di certo Fiorenzo non era il mio padre naturale; poco dopo a 3 anni mia madre è morta e di Fiorenzo non ho piu' nessuna notizia.
Sono stato poi affiliato da Domenico e Maria de Focatiis.
Vorrei sapere se qualche napoletano conosce questo Fiorenzo Schettino e se qualcuno ha notizie su questo (io) bambino nato a Milano alla Macedonia Meloni, vissuto prima in via Solari e poi per un po' di anni in un orfanotrofio nella periferia milanese (ricordo solo che era gestito da suore ed aveva a che fare che Alessandro Manzoni) e poi finito in una nuova famiglia.
Tutti coloro che hanno notizie su anche uno solo degli elementi che ho indicato sono gentilmente pregati di farmi avere notizie alla mia mail pschettino@aynil.com
Grazie a tutti
paolo

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da Radici0
Foto di Radici0

Mi chiamo Angela Maria, sono nata a Milano nell'aprile 1934, dove ho vissuto per 7 anni. Cerco notizie di mio padre, anche lui residente a Milano, sicuramente in quegli anni. Da allora non ho più avuto sue notizie, essendomi successivamente morta la mamma nel 1943. Il suo nome potrebbe essere Salvador Antonio oppure più probabilmente Lombardi Antonio. Quando sono nata mio padre poteva avere circa 40 anni ed aveva già 1 o 2 figli. Io lo ricordo come un signore elegantemente vestito, che veniva alla domenica a prendermi per andare a passeggio con lui nel parco vicino casa. Oggi sicuramente non c'è più ma probabilmente ci sarà qualcuno che lo avrà conosciuto. Io cerco solamente la parte delle mie origini che mi manca. Grazie

 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da Radici0

 

Mi chiamo Maria Teresa nata a Chieti 11/09/54
immaginenome datomi dallo stato Borrini, sono rimasta nell istituto provinciale per l infanzia di Chieti fino a Maggio del 56 quindi sono stata adottata da genitori di Roma. Sò che insieme a me, nel brefotrofio c era anche mio fratello più grande di me, presumibilmente di 2,3,4,5 o 6 anni, adottato dopo il 56 in America. Conosco di lui solo il nome di battesimo " Domenico ". Vorrei tanto trovarlo. Mi potete aiutare?
Dalle mie ricerche sono venuta a conoscenza che mia madre naturale si chiama Domenica, vive a Sanremo, si è sposata, dovrebbe avere 80 anni, ha una figlia nata nel matrimonio, ed un altro figlio precedente a i due che ha abbandonato a Chieti riconosciuto ( la figlia 40 anni più o meno Patrizia il figlio sui 60 Antonino). Le persone che mi hanno fornito tutte queste notizie si sono rifiutate di darmene altre e di dire alla madre naturale, che loro conoscono bene,che la vorrei conoscere e vorrei perlomeno sapere la data di nascita del fratello abbandonato come me. Conoscendo solo il nome Domenico è decisamente difficile venire a capo della ricerca. Mi potete aiutare? Grazie a tutti

 
 
 

Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da Radici0

immagineAll'anagrafe risulto essere nata il 09/11/1982

 (tuttavia potrei essere nata qualche giorno prima).

Mi è stato detto che sono stata forse portata all'ospedale "Mangiagalli" di Milano oppure che mia madre ha partorito li senza volermi riconoscere. Sulla cartella clinica dell'ospedale "Mangiagalli" risulterebbe che il mio nome sia Alberta Riva e che mia madre mi avrebbe partorita in auto pubblica e che era confusa e reticente; ha inoltre avuto due parti precedenti al mio.

 Sono nata prematura di 7 mesi e affetta da itterizia. Forse mia madre era una ragazza madre del sud. Il nome che mi è stato dato in ospedale (che sia vero oppure no non lo so) è stato poi modificato dai miei genitori adottivi in Marta.

Se qualcuno mi aiuta a ricostruire la storia... lo ringrazio di tutto cuore, Marta

 
 
 

Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da Radici0
Foto di Radici0

 

SONO NATA IL 1 APRILE 1 981 -
ROMA
è solo un anno che ho scoperto e non saputo direttamente dai miei genitori di essere stata adottata.
...non sono ancora forse del tutto serena ma ho bisogno di sapere e di capire.
A volte penso che mi basterebbe solo guardarla negl'occhi per trovare un pò di me in lei...
Mi chiamo Silvia ed ho 24 anni sono nata a Roma il 1 Aprile del 1981.
HO BISOGNO DI LEI...

 
 
 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 03 Febbraio 2007 da vita1954c

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Come si può osservare questa sfilza di documenti senza pensare che le storie di molti adottati sono scritte qui dentro e che nessuno prima di anni 70 può accedervi?

 
 
 

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da carlaservidio
Foto di Radici0

1:25 via WEB

UNA BIMBA DI NOME "MARIA" Quel mattino facendo una capatina sul terrazzo di casa nostra, avevo visto che c'era un bel sole per essere al 1 di Ottobre, avrei dovuto diffidare di quella bella giornata, invece come ogni volta che le giornate sono soleggiate il mio cuore era felice, non ricordo che giorno della settimana fosse, a me sembrava un giorno normale, ma mio figlio Andrea dice che era domenica, forse lui ha ragione. Mia madre era da un po' di tempo che aveva un fibroma, era ingrassata spaventosamente, mi ricordo che mangiava delle terrine enorme di insalata; eravamo tutti e quattro sedute in sala da pranzo e stavamo facendo colazione, erano circa le 9.30, tardi e mia zia ci invitava a sbrigarci perchè doveva pulire la casa, (quando non lavorava il suo chiodo fisso erano le pulizie, spostava tutto: frigo, lavatrice, cucina, ribaltava completamente la casa, noi, nell'attesa restavamo sul terrazzo finchè non aveva terminato).Intravedemmo mia madre che si recava in bagno, non so quanto tempo passò, ad un certo punto udimmo un vagito di bambino, noi tutti corremmo verso la porta del bagno, mia zia che gridava il nome di mia madre dicendole di aprire la porta, ancora oggi mi rimbomba nelle orecchie la sua voce: "Francine apri! Francine non fartelo ripetere!", e, lei non apriva, sentivamo l'acqua del water che scorreva fragorosamente, poi più niente. Dopo un po' udimmo aprirsi l'acqua della vasca da bagno, noi eravamo sempre fermi in corridoio davanti alla porta, ad un certo punto zia portò i miei fratellini sul terrazzo e disse a mia madre che se non avesse aperto quella maledetta porta, avrebbe rotto il vetro,.....quanto tempo passò non lo so,....finalmente la porta si aprì, una nube di vapore acqueo ci investì, una bimba con tanti capelli neri era adagiata sul fondo della vasca e l'acqua bollente continuava a scorrere, mia madre con un viso stravolto ci guardava....zia corse e chiuse l'acqua, la bimba restò dov'era, nessuno la toccò, pareva morta, zia mi guardò e mi disse di correre a telefonare a zia Clementina, (sorella più grande di loro due), l'ascensore non funzionava, mi rivedo scendere quelle scale come una pazza, mi rivedo dal tabaccaio di V.le Corsica mentre telefono alla zia e le spiego l'accaduto, mi rivedo risalire quelle scale che non finivano mai, otto piani, e quei otto piani li feci per ben quattro volte, e, mentre scendevo e salivo piangevo e pregavo, pregavo e piangevo, ma per chi, per mia madre, per noi o per la mia sorellina, ancora oggi non riesco a far mente locale, ma le lacrime le ricordo, tutti mi guardavano ed io non capivo....suonarono alla porta, c'era l'ambulanza, mia madre fece segno a zia di mandarli via...cosa dice....cosa fa.....vanno via....passa del tempo, arriva mia zia Clementina (donna sveglia, pratica ed efficente), entra in bagno, prende la bimba e la poggia dentro una bacinella di colore azzurro, povera piccola....queste sono le braccia amorevoli che ti hanno accolto? Solo una bacinella di plastica!....e, questo è il seno di tua madre?.....mi mandano ancora una volta a fare una telefonata, mi dicono di dare il nostro indirizzo completo, la scala, la via, ecc.....devo solo dire di venire immediatamente, la mamma è impazzita....cosa mi sarà passato mai per la testa, faccio tanta fatica a raccontare, eppure vorrei, lo vorrei tanto........vedo poliziotti, tanti, lettighieri, gente che va e viene....mia sorella sempre deposta dove mia zia l'ha adagiata, nuda, nessuno si occupa di lei, povero esserino innocente, continuo a piangere, nessuno mi dice nulla, sono lì davanti a loro ed è come se fossi un fantasma,....vi prego guardatemi, ci sono anch'io, qualcuno per carità mi dica qualcosa....perchè tutti quei flasch, cosa fanno in casa nostra, perchè le scale sono piene di persone, perchè, perchè.....mia madre viene portata via, un poliziotto prende la bacinella.....ci guarda e chiede a mia zia: "Come volete chiamarla?", - "Maria", rispondo io, si girano verso di me, ora finalmente mi vedono, mi sentono...."Va bene", dice il poliziotto, si chiamerà "Maria", prende un asciugamano, lo mette sulla bacinella per cercare di coprirla... vanno via, la portano così....come un oggetto, sin'ora nessuno l'ha presa in braccio, nessuno le ha dato un bacio, non ci sono state mani che l'hanno accarezzata....ma perchè è nata, se già i suoi primi attimi di vita sono tremendi?....ho voglia di prenderla in braccio, voglio abbracciarla, baciarla, le voglio già tanto bene, ho voglia di dirle che non è sola, ci sono io, l'amo.... Non la rivedrò mai più, mia madre l'ha lasciata, non la vuole, resteremo in quattro, so che non è vero, ma così deve essere! Guardo l'orologio, sono le 10.30....è trascorsco solo un'ora, un'ora che non cancellerò mai più dalla mente, un'ora che mi segnerà profondamente per sempre, riportando nel mio cuore la stessa angoscia e disperazione di quel giorno, tanto breve, eppure così lungo per me. Un'ora che dura da 38 anni, ed ogni volta mi chiedo:"Maria sei ancora viva? Sei stata adottata? Ti hanno voluto bene? Hai mai pensato alla tua famiglia d'origine?" - Come vorrei poterti incontrare e finalmente darti quell'abbraccio che quando tu nacqui non potei darti, un giorno c'incontreremo vedrai....e tutto il bene che è dentro di me finalmente esploderà e tu capirai che sei stata amata almeno da tua sorella Carla. Sarà questo il motivo per cui adoro il colore azzurro? Avevo solo 14 anni, capite? Io stessa ero piccola, e, tutti questi fatti sconvolsero a tal punto la mia mente che non volevo più continuare a vivere, non volevo che la gente mi guardasse e additasse.....Andammo in collegio, il tempo passò, la gente del posto però non dimenticò, mia madre cambiò casa, ne trovò una in affitto in Via Stoppani, cercammo di andare avanti, nessuno mai parlò più di quel giorno, mai un accenno, un gesto, niente di niente....ma io non ero più la stessa, il mio isolamento aveva cominciato a prendere piede, e, sarà così sempre di più, finchè non cercai la soluzione dei problemi attraverso il suicidio o finti suicidi......

 
 
 

Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da carlaservidio
Foto di Radici0

Inviato da vita1954c il 10/09/06 @ 01:08 via WEB
Riflessione sul sistema dei bimbi adottati negli anni 70 Oggi in italia è molto più difficile adottare un bimbo comprandolo come si faceva in quegli anni in cui nacque Diego-Franz, (il sitema era molto corrotto), queste cose oggigiorno avvengono, sì, ma nei paesi dell'Est: Ucraina, Russia, Romania, ecc. ecc. con una cifra intorno ai 20.000,00 euro. Non scandalizzatevi, il commercio di coloro che a tutti i costi desiderano diventare genitori è ampio e sporco, sarebbe quasi da non crederci, eppure è tutto vero! Tutti desiderano un bimbo appena nato, non grande...così ci sono una marea di bambini negli orfanotrofi...a fine anno chiuderanno, ma siete davvero convinti che cambierà qualcosa? O ci sarà ancora un sistema per una sporca speculazione su esseri viventi che hanno dei sentimenti? All'epoca non c'era bisogno di espatriare per comprare-adottare un bimbo, tutte le ragazze madri erano sottoposte alla tutela del Tribunale dei Minori di Milano, su tutto sovraintendeva un'assistente sociale da loro scelta, molte erano senza scrupoli, molte erano brave persone, non ricordo il nome della mia, l'ho rimosso dalla mente,................... (già rimosso! La mente è una macchina perfetta, in grado di rimuovere totalmente quel qualcosa che non ci piace, viene praticamente cancellato, non esiste più, semplicemente non lo ricordi, non si finge), ma vi giuro che se tale nome lo ricordassi, lo scriverei in questo blog. Sin dai primi colloqui, queste stronze tentavano in tutti i modi di convincerci a lasciare i nostri figli, le parole che usavano spesso erano: - Per amore del bimbo che aspetti. - Non pensi di dargli un'esistenza migliore? - Avrebbe una vera famiglia. - Tu cosa puoi offrirgli? - Lasciarlo è il gesto d'amore più grande che puoi avere nei suoi confronti.................................... E di seguito con mille altre frasi. Quando si rendevano conto della decisione irrevocabile di qualcuna lasciavano cadere il discorso, per poi piombarti addosso nei momenti di fragilità...e quale momento è più fragile per una ragazza-madre quando si vede sola in un letto d'ospedale e con poche prospettive davanti? Il loro sporco gioco veniva così fatto.... ti liberavano di un peso e loro incassavano una barca di soldi! Che schifo! Ho assistito a ragazze che hanno firmato ...troppo tardi si sono pentite del loro gesto, non si torna più indietro...una firma è..... puoi essere libera, una firma e per tutta la vita ti porti dentro il dolore di aver lasciato tuo figlio...quando nasceva nemmeno te lo facevano vedere, veniva portato via immediatamente, e tu tornavi una ragazza come prima....ONESTA agli occhi della gente. Una firma per legge vuol dire rinuncia e la Legge non ha sentimenti, solo codici d'applicare... Suor Bortolina, contravvenendo alle regole imposte dalla Casa Madre, ci parlava spesso, ci invitava a riflettere prima di commettere un qualcosa di cui poi ci saremmo pentite. Oggi sono lieta di non aver firmato, di essere stata tanto forte e coraggiosa nei momenti in cui ero davvero sola, e, sono contenta di poter raccontare il tutto. Erano gli anni 70, e le ragazze (alcune) erano delle stupidotte, io compresa.

 
 
 

Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da Radici0

Inviato da FATTI2003 il 12/12/06 @ 08:49 via WEB

immagineLa mia storia comincia nel vecchio ospedale San Giovanni di Roma dove sono nata l'11 novembre del 1934. Molti anni fa all'interno dell'ospedale c'era un reparto, chiamato 'le Celate', riservato alle donne che volevano restare nell'anonimato, a volte partorendo anche con il volto coperto. Molti dei neonati venivano poi lasciati nello stesso ospedale, come è accaduto a me. Le 'celate' erano soprattutto donne che appartenevano alla borghesia romana. Le loro gravidanze erano talvolta il frutto di relazioni con gerarchi fascisti o comunque con persone di ceti altolocati. Non ho mai accettato alcuna proposta di adozione, non abbandonando mai la speranza di poter ritrovare la mia vera madre. Dopo aver trascorso i primi giorni di vita al brefotrofio di Roma, fui affidata ad una balia di Ripi, un paese in provincia di Frosinone. E' qui che venivano spesso a trovarmi due signori, uno anziano e l'altro un po' più giovane, portandomi molti regali. Finché un giorno queste stesse persone mi condussero in una villa per farmi conoscere finalmente la donna che mi aveva messa al mondo.Ricordo però di aver aspettato invano in una stanza con la volta circolare e con degli affreschi raffiguranti due angeli e delle rose. In seguito, mentre frequentavo il collegio San Filippo Neri di Roma, ricordo un altro strano episodio accaduto durante una messa celebrata a Sant'Andrea della Valle: una donna dal volto coperto mi si avvicinò chiedendomi se avessi fatto la comunione, e poi mi regalò una banconota rossa. Ma, per tutta la vita, il mio pensiero costante è sempre rimasto quello di potere svelare un giorno il segreto che sta dietro alla mia nascita e conoscere la persona che l'11 novembre del '34 decise per qualche motivo di separarsi da me. Presso il brefotrofio di Roma esiste una lettera scritta dalla mia vera madre , ma in Italia nessuna legge mi consente di venirne in possesso. Tutti i tentativi e le ricerche condotte fino ad ora sono sempre state bloccate proprio quando si era vicini alla verità. L'unica notizia su questa misteriosa lettera è che sulla busta ci sono due iniziali: 'C. P.' Ho preparato un appello, rivolgendosi a mia madre con queste parole: "Signora C. P. che l'11 novembre, alle ore 3,23 minuti deste alla luce una bambina all'ospedale San Giovanni vi prego, non andatevene, non negatemi il diritto di sapere la mia identità. Non andate avanti al giudizio di Dio senza aver dato giustizia a vostra figlia, perché lì non si concedono attenuanti. Ho visto morire tante persone, anche i più duri si sono ravveduti e ora prego Dio di non farvi morire, di ravvedervi..." "Di mia madre non mi hanno potuto dire il nome, perché è ancora viva. So che ha 85/95 anni, è una suora di clausura e vive in un convento del nord. Si fa chiamare suor Marianna, Adesso quello che mi interessa è ritrovarla". Alla mia ricerca manca l'ultimo tassello: incontrare mia madre. Il segreto della sua identità è tuttora nascosto in una lettera sigillata con sopra le iniziali "C. P.", conservata nel brefotrofio in cui sono vissuta a Roma. Nessuna legge, però, mi consente di conoscerne il contenuto. I progressi recenti delle mie ricerche mi hanno consentito una ricostruzione della vita di mia madre. Sarebbe originaria di un paese della Campania e, nel 1934, sarebbe stata una novizia in attesa di prendere i voti. Io sarei nata da una sua relazione con un principe romano, ormai deceduto. Dopo aver partorito senza riconoscermi, sarebbe entrata in un convento di clausura col nome di suor Marianna. Dalle informazioni in mio possesso oggi si troverebbe in un convento della Valle d'Aosta le cui suore, però, smentiscono. Ho anche scritto un libro "LE CELATE" dove descrivo 50 anni di calvario e il muro di omertà contro il quale mi sono scontrata.
(Rispondi)
 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da Radici0

 
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UN APPELLO IMPORTANE. SONO UNA MAMMA BIOLOGICA, ALLA RICERCA DI SUA FIGLIA, NATA IL 6 GENNAIO 1984 A PALERMO, TOLTA CONTRO LA MIA VOLONTA', CHI PUO' AIUTARMI?  

                       

« Lettera per mia figlia»

Cara bambina mia,
Ti scrivo questa lettera sperando che un domani tu possa leggerla; può darsi, come spero, che anche tu un giorno vada a visitare quei siti in cui parlano altri ragazzi adottati ed allora troverai questa lettera della tua mamma ad attenderti.
Le istituzioni in Italia vietano qualsiasi contatto da entrambe le parti tra famiglia naturale e figli adottati, per cui finché non verrà cambiata questa ingiusta legge, per me questo è l’unico modo per raccontarti in breve la mia storia e la verità.
Tutto è iniziato quando avevo 13 anni ed abitavo in Sicilia.
Era il primo aprile del 1983 il giorno in cui sono stata violentata.
Su questa prima parte del racconto sarò telegrafica, perché capisci certamente come può essere brutto ricordare una cosa del genere e come sia allo stesso tempo inutile ora entrare in particolari.
Dopo questo episodio tremendo i miei genitori non hanno voluto esporre denuncia contro quell’uomo e nemmeno mi hanno portata all’ospedale, perché si vergognavano: la loro primaria preoccupazione in quella circostanza non era occuparsi delle mie condizioni fisiche e psicologiche, ma arginare lo scandalo che poteva scoppiare in seguito al disonore della figlia.
Loro, infatti, avevano soprattutto paura che la gente parlasse male, spettegolasse su quello che mi era successo, invece di difendere con amore la loro figlia, poco più che bambina, vittima di una violenza.
Non facevano che ripetermi che ciò che era accaduto era solo colpa mia; per cui oltre alla violenza fisica si aggiungeva quella psicologica e morale della mia famiglia, che ha continuato a ricoprirmi per anni di sensi colpa che non avrei dovuto avere, fino a convincere anche me di essere io la peccatrice, quella che aveva sbagliato e che avrebbe dovuto soltanto pagare in silenzio le conseguenze dei suoi atti impuri.
La solitudine e l’incomprensione sono state amare compagne di una tredicenne sfortunata che aveva su di sé il peso della vergogna per aver perso la sua innocenza, non per scelta e nemmeno per amore, mentre il vero colpevole e vigliacco autore ne era uscito subito indenne, scagionato da una società retrograda e maschilista, una società col culto dell’onore, dell’apparenza, dell’omertà e della vergogna.
Non ho avuto un minimo sostegno da parte dei miei genitori e di nessun membro del resto della famiglia; non potevo sfogarmi con nessuno, nemmeno con un’amica, infatti, con gli altri non ne potevo parlare perché indotta dalla situazione al silenzio più assoluto. Mi sono ritrovata così completamente sola, abbandonata a me stessa con le mie paure, le mie angosce e le mie sofferenze.Dopo 5 mesi e mezzo dal fatto, mi sono resa conto che aspettavo un bambino.Credimi piccola mia, io ne fui così felice che la prima reazione fu pensare: “Ora non sarò più sola, c’è il mio bimbo con me!”; ti giuro di averti amata profondamente da subito, piccola creatura innocente come me, che ti portavo in grembo.
Era il mio, il nostro piccolo, grande dolce segreto.Non l’ho detto subito ai miei genitori perché avevo una paura terribile delle loro reazioni punitive, ma inevitabilmente loro hanno scoperto la mia gravidanza a 7 mesi, quando i segni  erano ormai tangibili sul mio corpo.
Mia madre non voleva credere all’evidenza e quindi, per accertarsi, mi portò in clinica a farmi visitare. Quando la dottoressa le confermò che ero incinta, lei impallidì in volto dallo sgomento. Un’ infermiera, che aveva assistito alla reazione di mia madre e aveva capito cosa fosse successo, si avvicinò a lei dicendole: “Signora, non si preoccupi: se la sua famiglia non vuole questa creatura, io conosco persone per bene che potranno occuparsi della bambina, dandovi in ricompensa pure 3 milioni di lire”.
Mia madre rimase silenziosamente calma, stava già prendendo in considerazione le parole dell’infermiera, mentre io nel sentire un consiglio così crudele e assurdo, mi ribellai disperatamente con tutta la forza che avevo; io non avrei mai potuto accettare una cosa del genere! Ero io che dovevo avere voce in capitolo, non gli altri, ero io la mamma di quella creatura, la tua mamma.
Quando siamo rientrati a casa, alla notizia che io fossi realmente incinta, mio padre si alterò come una bestia con me, per fortuna mia nonna mi difese dalle sue botte, altrimenti credo che mi avrebbe ammazzata. Decisero immediatamente di nascondere la loro figlia poco di buono e peccatrice in un istituto per ragazze madri.
Ero già in istituto, quando la sera del 5 gennaio mi sono sentita male, così mi hanno accompagnata all’ospedale civico di Palermo, da dove telefonicamente hanno avvisato mia madre del mio forte malore, ma lei non si è affatto scomodata a venire di sera in ospedale per starmi vicina, dicendo che sarebbe venuta la mattina dopo con calma. In quell’istante mi sono sentita sola come un cane abbandonato, non potrei renderti diversamente il mio stato d’animo; ero davvero sola, schiacciata da una situazione più grande di me.Sei nata la mattina del 6 gennaio, da un parto cesareo. Credo proprio di avere avuto qualche complicazione, perché quando mi sono svegliata sentivo a malapena un litro di sangue  scorrere lentamente nelle mie vene, e mia madre non era ancora arrivata. Ti ho partorito nella più completa solitudine. Non appena lei è arrivata in ospedale, le ho chiesto di andarti a prendere e portarti da me, ancora non sapevo se eri un maschietto o una femminuccia e fremevo dalla voglia di vederti e stringerti a me. Mia madre uscì dalla stanza, per tornare subito dopo a mani vuote e dire freddamente che l’infermiera non voleva che io vedessi e toccassi il mio bambino. Non potevo accettarlo, ho avuto una crisi isterica, gridando e minacciando di portarmi subito la mia bambina, altrimenti mi sarei strappata tutte le flebo ed il resto che avevo addosso. Finalmente ti hanno portata da me, dalla tua piccola mamma.
Come eri bella,  che dico, eri bellissima e quanti capelli neri che avevi sulla tua graziosa testolina! Indossavi un bel pigiamino giallo, eri il mio dolce pulcino ed io ero felice con te tra le mie braccia; queste sono immagini che io non potrò mai cancellare dalla mia mente, sono marchiate a fuoco per sempre.
Il giorno dopo ti ho rivista e ti ho ricoperta di baci, avevo voglia di mangiarti, non avrei mai immaginato che quelli erano gli ultimi baci che ti davo, perché il 7 gennaio è  stata l’ultima volta che ti ho vista, dopodichè ti hanno fatto sparire nel nulla e nessuno da allora mi ha mai voluto dire dove sei finita, con chi, se stai bene. Ti hanno strappato dal mio petto e nessuno ha avuto pietà delle lacrime d’una piccola mamma.Da quel giorno ho sofferto tutte le pene del mondo. A 13 anni conoscevo già tutte le sofferenze: lo stupro, il dolore fisico, la violenza psicologica, la perdita di un figlio, l’abbandono dei miei genitori, la solitudine, il non avere diritti, etc.
Il giorno 6 febbraio esco da quel istituto per entrare in un altro istituto. La suora che si occupava di noi vedendomi sempre triste a piangere, una volta mi domandò il perché di tutto questo dolore. Le risposi che avevo perduto la mia bambina, lei si prese a cuore la mia situazione e per aiutarmi mi volle accompagnare al tribunale dei minorenni.
Il giudice A. M. mi ha ricevuto nel suo ufficio ma da sola, lì ho spiegato che i miei genitori mi avevano tolto la mia bambina e che io volevo assolutamente recuperarla, perché non era stato giusto che loro avessero deciso per me. Mi promise che avrebbe fatto il necessario per farmi riabbracciare mia figlia, ma ad una condizione: avrei dovuto proseguire le scuole ed aspettare un anno. Io gli Chiesi: “Perché proprio un anno?”, mi fu risposto che era solo il tempo per sbrigare le pratiche ed i documenti burocratici. A quell’epoca per me un giudice era una persona di fiducia,come non credere alla parola di un’autorità? E invece proprio sulla mia speranza e sulla mia buona fede sono stata tradita ed ingannata, perché dopo aver atteso un anno, quando sono tornata a chiedere di te, mi comunicò: “Mi dispiace ragazzina, ma la tua bambina è stata adottata”. Il mondo mi è crollato addosso in quel preciso istante, sono diventata una pazza, gli sarei saltata addosso per ucciderlo, ma per fortuna o purtroppo, due carabinieri sono intervenuti in suo aiuto e mi hanno buttata fuori dal tribunale, senza nessun’altra spiegazione e senza comprensione alcuna.
Quando sono rientrata in istituto ho tentato di tagliarmi le vene, ero troppo fragile e depressa,  ma il buon Dio non mi ha voluto con sé quella volta, mi sono salvata e da  allora ho giurato di non riprovarci mai più, perché se io morissi,  nessuno ti potrebbe mai raccontare la nostra storia e non ci potremmo mai più vedere, infatti, io vivo con la speranza quotidiana che tu un giorno possa scoprire la verità e conoscermi, vedere la tua mamma.
Un giorno mio padre venne a farmi visita in collegio, gli domandai in ginocchio di dirmi dov’eri. Lo sai cosa mi rispose? “VEDRAI CHE UN GIORNO TI SPOSERAI E AVRAI ALTRI FIGLI E CHE DIMENTICHERAI QUELLA TUA PRIMA FIGLIA”, come se l’amore per gli altri figli potesse “rimpiazzare” completamente quello per un’altra creatura nata allo stesso modo dal mio grembo! Erano tutte bugie e non puoi immaginare come ancora oggi, io possa odiare mio padre con tutta me stessa, mentre in un certo senso ho quasi perdonato mia madre, che ha sempre avuto paura di suo marito e delle sue bastonate, se si fosse ribellata al suo volere.In certi momenti mi sento colpevole per averti perduta, mi sembra di non avere lottato abbastanza, forse perché ero troppo piccola, perché non ho potuto o saputo impormi, anche se in quel momento ho fatto tutto quello che potevo.
Devi saperlo dalla mia voce che io non ti ho MAI abbandonata, ma se tu credi che è comunque colpa mia, ti prego di perdonami e non abbandonarmi tu stavolta, dammi la possibilità di parlarti.
Ho aspettato con ansia i miei 18 anni per scappare via dalla mia vita da incubo in Italia e sono andata a vivere in Belgio, dove sono nata.Oggi sono più serena, vivo in campagna con mio marito con cui sono sposata da 16 anni e ho avuto altri 3 altri figli. Mi piacerebbe tanto farti conoscere i tuoi fratelli, al più grande parlo di te e lui mi sta vicino. Vi amo tutti quattro più della mia stessa vita e allo stesso modo, anche se non ho avuto la possibilità di crescerti, vorrei tanto darti un volto.
Ti abbraccio forte, forte.
La tua mamma, che non ti ha mai cancellata dalla sua vita.

P.S.: RINGRAZIO TUTTE LE RAGAZZE  CHE MI HANNO SUPPORTATA COI  LOROCONSIGLI E DI AVERMI DATO LA FORZA, CON IL LORO SOSTEGNO MORALE, DI RACCONTARE LA MIA STORIA. UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A PAOLA (tu lo sai perché). VI ABBRACCIO.  

 
Inviato da: Speranzadivina

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da Radici0

DAL BLOG DI PAOLA 9/9/1974

UN APPELLO IMPORTANTE. CHI E' NATO IL 6 GENNAIO 1984?

CIAO Ragazzi, oggi giorno PRIMA della Befana pubblico nel mio blog la lettera di un'amica che mi ha chiesto di farlo.Lei vive in Belgio, e' una giovane e dolcissima donna alla ricerca della sua prima figlia, nata proprio il giorno dell'EPIFANIA a Palermo il 06/01/1984. Diamo coraggio a questa signora; sono poche le madri naturali che arrivano a tanto, molte rimuovono per sempre quella parte della loro vita, troppo dolorosa, perche' lasciare un figlio non e' mai una cosa leggera. Altre non sanno cosa fare, magari pregano per lui tutte le sere, ma non si attivano. Anche perche' la legge impedisce a loro ogni informazione, se per noi e' impossibile, lo e' ancora di piu' per loro. Altre pensano che e' meglio cosi', non cercano per rispetto della loro vita (ed e' giusto, ma dall'altra parte, e' giusto conoscersi dopo tanti anni) etc.
Lei ha avuto l'intuito di provare la strada di internet e ha incontrato dei figli alla ricerca delle radici, ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia, fregandose finalmente dei tabu e della vergogna, del silenzio impostole da anni, non e' affatto facile esporsi e raccontare cose tanto dolorose.

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da Radici0

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Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da Radici0
Foto di Radici0

CHI SIAMO?

Questo blog viene aperto il  giorno dopo  il  27 Gennaio 2007

(GIORNATA DELLA MEMORIA)  

con uno scopo ben preciso, quello di non dimenticare le atrocità che migliaia di ebrei subirono e la disperazioni di milione di persone che da anni stanno cercando i propri cari....chi siamo e da dove veniamo, una domanda che spesso coloro che sono stati adottati si sono posti.

 Un blog aperto a tutti coloro che cercano disperatamente da anni figli, genitori, consanguinei di cui non sanno più niente per i più svariati motivi e che non potranno mai arrivare alle loro radici se non tramite la speranza che alberga in loro e la continua ricerca della verità fatta con tenacia e senza mai demordere dallo scopo prefissato.

 A tutti coloro che vorranno pubblicare i loro messaggi io auguro di cuore che tutto possa risolversi al meglio e che possano riuscire finalmente a riabbracciare le persone amate ma,  che volto non hanno.

 
 
 
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INFO


Un blog di: Radici0
Data di creazione: 28/01/2007
 

PER FAVORE FATE GIRARE QUESTO VIDEO. GRAZIE!

 
 


Carla Racconta!

 
 
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