Creato da provad il 15/09/2010

Scontri di principii

filosofia e politica internazionale

 

 

La decadenza

Post n°116 pubblicato il 14 Maggio 2016 da provad
 

E' notizia recente l'elezione di Sadiq Khan a sindaco di Londra, primo musulmano della storia ad occupare una carica tanto prestigiosa. Non vedo facce preoccupate in giro, ne deduco che l'evento sia stato digerito senza difficolta'. Houellebecq ha pubblicato solo l'anno scorso un romanzo distopico, ovverosia disgraziatamente utopico, che si intitola "Sottomissione", in cui si prefigura la presa di potere in Francia da parte dell'islam. Le analogie con l'elezione di Sadiq Khan sono talmente lampanti da essere inquietanti.

Anche l'impero romano e' caduto in mano ai barbari nello stesso modo. Non ci fu una battaglia decisiva, o uno scontro cruento. A poco a poco i barbari erano stati accettati all'interno delle stesse strutture dell'impero romano, penetrando lentamente e dolcemente fino a snaturarle. A quel punto l'impero romano era diventato talmente debole ed alieno da se', da non potersi piu' difendere da chi voleva invaderlo. I Romani semplicemente non erano piu' in grado di difendersi, non ne avevano motivo, non esisteva piu' un senso di coesione che potesse fare da bandiera, da stendardo, sotto il quale riunirsi e combattere. Noi oggi siamo tremendamente simili ai Romani di allora.

Il cancro che sta divorando l'occidente si chiama relativismo, o con un altro nome multiculturalismo, o con un altro nome pensiero debole. E' l'incapacita' di accettare l'esistenza di una verita' assoluta, di un principio da difendere a tutti i costi, e non importa che l'intera civilta' occidentale si sia rialzata partendo dal disastro della fine dell'Impero Romano, e ci abbia messo secoli di guerre, di privazioni, di oscurita' totale, per arrivare ad essere cio' che e' oggi, ma che non sara' piu' un domani molto vicino: la civilta' della scienza, la civilta' del progresso, la civilta' della Bibbia (sic!), ed infine la sua piu' grande conquista, la civilta' dei diritti universali dell'uomo.

I nuovi barbari sono gia' entrati nell'Occidente, le loro idee barbare ed inaccettabili vengono accolte con la stessa dignita' con cui vengono trattati i principii universali su cui la civilta' occidentale si basa e che hanno permesso di raggiungere un livello di benessere, di liberta', di progresso come mai nella storia dell'uomo. L'Europa e' gia' quasi spacciata. Rimane una piccola speranza, una fiammella ancora accesa, e questa fiammella si trova negli Stati Uniti. Se dovesse spegnersi anch'essa, ci dobbiamo preparare al nuovo Medio Evo.

 
 
 

Il multiculturalismo ci sta uccidendo

Post n°115 pubblicato il 31 Marzo 2016 da provad
 

Aumentano le stragi dei terroristi islamici, sempre piu' frequenti e dolorose, e negli occhi della gente si scorge lo sguardo di chi non capisce.

I nostri governanti e le elite intellettuali ed economiche occidentali hanno gia' deciso, il popolo e' sacrificabile sull'altare del multiculturalismo, e non faranno nulla di concreto per evitare nuove stragi. Certo, non mancheranno alcune azioni per aumentare la sicurezza di aeroporti piuttosto che di stazioni ferroviarie o di altri centri nevralgici. Ma tutto cio' avra' un'influenza minima sulla reale capacita' di prevenire nuove stragi, in quanto i bersagli possibili sono innumerevoli mentre le risorse a disposizione sono finite.

Questo i nostri governanti lo sanno benissimo, sanno perfettamente che non c'e' modo di fermare le stragi se non mettendo in discussione l'intero sistema di pensiero moderno basato sul multiculturalismo, ovverosia sull'idea centrale per cui ogni cultura, ogni tradizione, ogni religione e' valida e puo' coesistere pacificamente con le altre.

Le bombe islamiche che stanno squassando l'Europa non sono bastate a far cambiare idea ai nostri governanti, ed e' altrettanto probabile che nemmeno l'attesa escalation di bombe prossime venture bastera'. I cittadini europei e la loro sicurezza non stanno a cuore ne' della politica ne' delle elite che dominano l'occidente, ed anzi gia' si vedono e si leggono sui giornaloni di lorsignori e sui media europei controffensive architettate per persuadere il popolo che va benissimo cosi', che non bisogna fare un dramma delle bombe, che questo e' il migliore dei mondi possibili.

Il problema e' che tanti ci credono, e se nemmeno le bombe li possono scuotere, non so davvero cosa.

 
 
 

La strage di Bruxelles

Post n°114 pubblicato il 23 Marzo 2016 da provad
 

Come previsto, e' successo ancora. Sono passati solo alcuni mesi dalla strage di Parigi e l'Europa ripiomba nel terrore. D'altronde, quando ci sono interi quartieri nelle citta' europee, come Molenbeeek a Bruxelles, dove la polizia non entra facilmente e viene bersagliata quando vi si reca per arrestare il terrorista piu' ricercato d'Europa, che cosa si pretende?

I governi d'Europa hanno ignorato per anni la matrice ideologica che nutre e partorisce i terroristi islamici, in nome di idee fallaci quali il multiculturalismo e scemenze simili, ed ora se ne raccolgono i frutti. Quando in nome di idee stupide e fuovianti si ignorano i principii base della convivenza e della liberta' di espressione - incastonati nella dichiarazione dei diritti universali dell'uomo - poi e' difficile lamentarsi delle conseguenze.

Quando per decenni si abbandona Israele al suo destino di lotta e tragedia contro chi non riconosce il diritto alla sua esistenza, come si fa ora a riconoscere il diritto all'esistenza pacifica degli stati europei quando l'islam ha trasferito da Israele all'Europa il suo campo di battaglia? Israele almeno ha potuto e saputo difendersi costruendo un muro ed e' riuscita a combattere con efficacia la minaccia degli attentatori suicidi, come fara' l'Europa a fare altrettanto?

Ma prima di combattere il nemico, occorre innanzitutto identificarlo, cosa che in Europa non siamo ancora stati capaci di fare, o quantomeno non sono stati capaci di fare i nostri governanti. Siamo in guerra, dice Hollande, si' ma contro chi? Chi sono i nostri nemici sig. Hollande? Qualcuno dei governanti europei ha una vaga idea di chi siano i nostri nemici, e di come li si possa combattere?

L'occidente e' andato a bombardare l'ISIS in Siria e in Iraq e non si e' resa conto che l'ISIS ce l'abbiamo in casa. E non solo ce l'abbiamo in casa, ma li accogliamo ogni giorno che passa a migliaia, bussano alle nostre frontiere, e noi gliele apriamo. Come si fa a non accogliere chi scappa dalla guerra, occorre non avere cuore. Vero. Ma occorre scegliere. Ci vanno bene le stragi all'aeroporto e alla metropolitana? Qualcuno e' arrivato a sostenere che tutto sommato non e' il caso di farne un dramma. Il mondo e' un posto pericoloso e non c'e' ragione per cui l'Europa non dovrebbe assomigliare al resto del mondo. Le stragi vanno accettate, in nome della difesa dell'ideologia dominante: l'islam e' una religione come tutte le altre, il multiculturalismo e' un valore irrinunciabile.

Semplicemente io non ci sto. Non ci sto perche' sono in grado di immaginare un mondo migliore. Non ci sto perche' so che i diritti universali dell'uomo, ed innanzitutto il rispetto del diritto di espressione, sono la cura che puo' liberarci dalle stragi. Occorre qualcuno che li faccia rispettare, ed oggi non si vede nessuno all'orizzonte, soprattutto tra i politici europei. Ma non smetto di sperare che un giorno qualcosa cambi, che il cuore e la mente della gente cambi, e si ricominci dai principii.

 
 
 

Tempi difficili - stiamo perdendo i nostri principii?

Post n°113 pubblicato il 06 Marzo 2016 da provad
 

Quelli che attraversiamo sono tempi difficili. Per la prima volta dopo la fine della II guerra mondiale l'occidente ha perso la bussola, e non sa piu' in quale direzione rivolgersi.

La vittoria conseguita sulle ideologie del XX secolo aveva segnato l'inizio di un'epoca d'oro per tutto l'occidente, contraddistinta da una grande crescita economica e culturale, in cui sono state affrontate e vinte battaglie ideologiche rilevanti, come quella contro il comunismo, e per l'affermazione dei diritti dell'uomo. E' stata un'epoca in cui i principii ispiratori erano ben chiari alla grande maggioranza della popolazione, in cui le minoranze disallineate non hanno avuto lo spazio a loro necessario per imporre idee di segno diverso, che sono state combattute con grande senso di responsabilita'. La caduta del muro di Berlino poi, sembrava aver spazzato ogni possibile resistenza. Sembrava che ormai il mondo fosse pronto ad accogliere il messaggio dei diritti universali dell'uomo, e che potesse cominciare una nuova era in cui l'intero pianeta potesse godere di pace e prosperita'.

Invece era solo un'illusione. Non solo si sono incontrate resistenze esterne fortissime, basti pensare alla guerra in atto contro il terrorismo islamico (che peraltro offre anche riflessi interni), o alla contrapposizione con la Cina e con l'India, foriera di guai futuri. Ma sono emerse in modo preoccupante anche nuove forme di opposizione interna, che mai avrei pensato possibili.

Assistiamo sempre piu' a prese di posizione che sono in flagrante contraddizione con i diritti dell'uomo. Soprattutto i bambini, che tra gli esseri umani sono la categoria piu' debole ed attualmente presa di mira, ne stanno facendo le spese. I diritti dei bambini non vengono riconosciuti. Sono mercificati, oggetto di compravendita. La societa' si piega alla volonta' di gruppi di persone prepotenti, pronte a tutto pur di rubare diritti e sottrarli a chi ne ha piu' bisogno. Il principio secondo cui chi e' piu' debole deve ricevere di piu' non viene rispettato.

E' inevitabile che quando succedono queste cose la societa' perda coesione. Vediamo che la politica occidentale, a cominciare da quella italiana, per arrivare a quella americana dove si sta ripetendo lo stesso fenomeno, sta dividendo le persone invece che aggregarle. Le parti politiche si demonizzano a vicenda. Non c'e' piu' la capacita' ne' la volonta' di mettersi assieme, discutere e trovare soluzioni ai problemi. Si preferisce ricorrere all'invettiva. Tutto questo non fa che danneggiare la societa' e renderla piu' debole.

Potevamo essere alla vigilia di un'era di prosperita', pace e felicita' abbondanti per tutti, ed invece noi occidentali per primi non sappiamo piu' dove trovarle. A questo punto come faremo ad insegnarle agli altri? E come faremo a combattere coloro che, come i terroristi islamici, ce le vogliono portare via in nome di una ideologia maligna e mortale?

 
 
 

Decalogo e Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

Post n°112 pubblicato il 24 Gennaio 2016 da provad
 

Spero che la mia non stia diventando una fissazione, ma quando esamino una situazione problematica, quando rifletto per trovare le radici ultime a cui si riconduce, ebbene, trovo sempre i diritti universali dell'uomo, ed il modo in cui sono tenuti in considerazione dalle parti. Al punto che comincio a pensare che la Dichiarazione dei Diritti Universali dell'Uomo possa essere paragonata per forza descrittiva e prescrittiva alle Tavole dei Dieci Comandamenti.

Per la verita' questo paragone mi stava solo sfiorando la testa quando ho scoperto che a qualcun altro era venuto in mente ben prima che a me, con maggior forza, e con maggiore lucidita'. René Cassin fu uno degli estensori principali della Dichiarazione, e la presento' proprio paragonandola ad un novello Decalogo. E come il Decalogo, sarebbe dovuta essere condivisa ed accettata dall'intera umanita'.

Il Decalogo presenta i doveri, mentre la Dichiarazione presenta i diritti, un po' come se fosse l'altra faccia della medaglia a lunga rimasta nascosta. Il Decalogo e' stato ricevuto come rivelazione divina, mentre la Dichiarazione e' stata un'elaborazione frutto della ragione umana in un momento storico particolare. Non si dice infatti sempre che fede e ragione vanno d'accordo? Questa ne e' la testimonianza piu' evidente.

 
 
 

Le religioni non sono tutte uguali

Post n°111 pubblicato il 06 Gennaio 2016 da provad
 

Estermamente scorretta intellettualmente la vignetta di Charlie Hebdo pubblicata sul primo numero del 2016:

copertina charlie hebdo gen 2016

Il triangolo sul capo di Dio e' un chiaro riferimento alla trinita' cristiana, e non ha niente a che vedere con Allah, il dio venerato dai terroristi islamici.

Non c'e' quindi da stupirsi della reazione indignata della Chiesa Cattolica e del Vaticano per questa operazione di disinformazione. Attribuire ai cristiani le responsabilita' sulla strage di Parigi e sulla strage che ha colpito lo stesso Charlie Hebdo potrebbe addirittura sconfinare nella calunnia e nella diffamazione, reati perseguibili legalmente. Non sono un avvocato ma un pensierino ad un'azione legale, se fossi un rappresentante della Chiesa Cattolica, lo farei. La paura di essere nuovamente oggetto di attacchi da parte dei terroristi islamici non puo' e non deve consentire a Charlie Hebdo di deformare la realta', non si puo' incolpare il dio cristiano per paura di disegnare Maometto.

Queste distinzioni sono importanti, in particolare occorre combattere l'idea secondo cui tutte le religioni sono uguali, soprattutto l'idea che Ebraismo, Cristianesimo e Islam condividano lo stesso Dio. Non e' cosi', e questo blog lo afferma chiaramente dalla sua nascita. Mentre Ebraismo e Cristianesimo, loro si', condividono la stessa tradizione e una parte importante delle sacre scritture - l'Antico Testamento -, l'Islam e' una religione completamente nuova che non condivide alcuna sacra scrittura con le grandi religioni che l'hanno preceduta. Certo, il Corano richiama profeti e tradizioni bibliche, ma lo fa rinnegando la Bibbia stessa, dando a profeti e tradizioni valori completamente diversi da quelli biblici. Il Corano e' popolato da personaggi biblici, ma tali personaggi vivono una vita propria completamente slegata da quella originaria, in quanto il racconto biblico stesso non viene riconosciuto come valido, in quanto - a loro dire - corrotto dagli uomini e non piu' fedele al mandato divino.

Volete una dimostrazione di questa differenza? Basta pensare al fatto che i musulmani non riconoscono la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo e al suo posto propongono una vergognosa Dichiarazione dei diritti dell'uomo nell'islam, che e' in pratica una ricapitolazione della Sharia, proprio in quanto ritengono che i primi derivano da valori e tradizioni tipicamente Cristiani e Ebraici e non accettabili nell'Islam. Questo blog ha trattato l'argomento in lungo e in largo, basta scorrere i post del passato.

L'Islam non ha niente a che fare con Cristianesimo ed Ebraismo, e chiunque afferma il contrario si presta ad un'opera di mistificazione e disinformazione. E Charlie Hebdo non fa eccezione.

 
 
 

Donald Trump e John Rawls

Donald Trump, candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, nonche' businessman miliardario, e' salito agli onori della cronaca per una proposta politicamente scorretta e criticata. Ma interessantissima da un punto di vista dello scontro dei principii.

In seguito all'attentato di San Bernardino perpetrato da due simpatizzanti dell'ISIS, ed in seguito anche allo scandalo che e' seguito alla constatazione che la donna terrorista era da poco immigrata negli Stati Uniti, Trump se ne e' uscito con la proposta scandalosa di bloccare, almeno per un periodo temporaneo, l'immigrazione di musulmani negli USA, in modo da permettere agli inquirenti di studiare la relazione tra gli attentati terroristici islamici e l'islam stesso senza correre il rischio nel frattempo di imbarcare altri terroristi.

Ora, e' chiaro a tutti - tranne a Trump probabilmente - che si tratta di una proposta altamente discriminatoria ed incompatibile con i diritti universali dell'uomo, che vietano la discriminazione basata sulla religione. Ma e' veramente cosi'? Sono andato a recuperare il testo di John Rawls, filosofo americano autore nel 1971 di "Una teoria della giustizia", che ho letto anni fa e che ho riposto sullo scaffale sicuro che prima o poi sarebbe venuto il momento di ritirarlo fuori. Ebbene, la proposta di Trump e' esattamente cio' che aspettavo.

Nel suo libro Rawls esamina le ragioni che sono alla base di una societa' ben ordinata e ne fissa i criteri principali. Uno degli aspetti piu' importanti esaminati riguarda proprio la tolleranza, ed in particolare l'opportunita' o meno di tollerare gli intolleranti, a cui Rawls dedica il paragrafo 35. Non voglio tediarvi con le argomentazioni che sono affrontate e sviscerate in maniera estremamente precisa dall'autore, ma vado subito alla sua conclusione: "...mente una setta intollerante non ha di per se stessa alcun diritto di dolersi dell'intolleranza, la sua liberta' deve essere limitata solo quando i tolleranti credono sinceramente e con ragione che siano in pericolo la loro sicurezza e quella delle istituzioni di liberta'. I tolleranti devono tenere a freno gli intolleranti soltanto in questo caso."

Quindi Rawls riconosce il diritto ad una societa' ben ordinata e tollerante di limitare la liberta' di sette intolleranti (Rawls affronta il problema della tolleranza di tipo religioso in prima istanza) se e solo se queste ultime 1) minacciano la sicurezza dei cittadini e/o 2) minacciano le istituzioni di liberta'. Vale la pena di ricordare che tra le istituzioni di liberta' una delle piu' importanti e' la liberta' di espressione.

Ora proviamo a chiederci: siamo nella condizioni in cui la sicurezza dei cittadini e' minacciata da una setta religiosa intollerante - vedi attentato di San Bernardino e molti altri dello stesso tipo? Siamo nella condizione in cui la la liberta' di espressione e' minacciata - vedi attentati al Charlie Hebdo e al concorso artistico su Maometto? Se la risposta e' si' ad entrambe le domande, per John Rawls la societa' ha tutto il diritto di llimitare le liberta' della setta intollerante coinvolta, cioe' l'islam.

E alla fine si scopri' che invece che un rozzo imprenditore Trump e' un raffinato e colto politico.

 
 
 

L'America viene attaccata ma preferisce girare la testa dall'altra parte

Post n°109 pubblicato il 05 Dicembre 2015 da provad
 

Nuova strage islamica, a distanza di poche settimane da quella di Parigi, questa volta a San Bernardino, California, Stati Uniti. Niente di strano ne' di imprevisto, sia chiaro, pero' ne voglio parlare perche' e' successo qualcosa che esemplifica in modo perfetto l'attitudine di una parte importante, probabilmente maggioritaria, dell'America a sottovalutare la natura maligna e pervasiva del fenomeno del terrorismo islamico, impedendone di fatto una soluzione.

La matrice islamica della strage e' stata immediatamente soffocata per quanto possibile dalla stampa liberal, New York Times in testa, nonche' dalla stessa amministrazione Obama, nonostante gia' fossero emersi nelle prime ore alcuni elementi che puntavano fortemente in quella direzione, fino al punto da far emergere una incredibile frattura tra le forse di sicurezza preposte, l'FBI, e la presidenza americana. Da una parte l' FBI a dichiarare la strage un atto di terrorismo islamico legato all'ISIS, dall'altra il presidente Obama con una posizione che sembra piu' alludere ad un caso di violenza sul posto di lavoro. Naturalmente spalleggiato dal NYT che non fa altro che parlare della necessita' di una nuova legislazione sul controllo delle armi, cosa che non ha nessun senso in caso di attacco terroristico, come dimostrato dagli attentati di Parigi.

Abbiamo quindi una situazione in cui l'organo preposto alla sicurezza interna degli Stati Uniti e' sicuro di una certa dinamica di una strage ma tale dinamica non e' accettata dal Presidente che continua a spingere in un'altra direzione. Si pongono quindi alcuni problemi: e' giusto che il Presidente di una Nazione non accetti gli esiti delle indagini dell'organo preposto alla sicurezza della medesima Nazione? Non si configura in questo modo un'indebita influenza politica sugli accertamenti e sulla natura degli accertamenti? Non si rischia in questo modo di ostacolare le indagini tentando di depistarle su una falsa via?

Segnalo che tutt'ora il NYT riporta in prima pagina l'articolo di apertura sulla strage intitolato:

F.B.I. Treating San Bernardino Attack as Terrorism Case

Quindi la notizia non e' che a San Bernardino l'ISIS ha compiuto una strage, la notizia e' che l'FBI stia trattando la strage come un atto di terrorismo. Un po' come se dopo Pearl Harbour il titolo fosse: Il quartier generale delle Forze Armate tratta l'attacco di Pearl Harbour come se fpsse opera dei Giapponesi.

La strage di San Bernardino ci fornisce la dimostrazione piu' chiara di quanto l'America e l'Occidente siano distanti dal trovare una soluzione al problema del terrorismo islamico. Si tenta in ogni modo di ridurne l'importanza, quando succedono le stragi ci si volta dall'altra parte cercando spiegazioni improbabili di altra natura. Si rifiuta l'idea stessa che tali attacchi siano inspirati da una religione ben precisa, e si cercano spiegazioni le piu' assurde. Questo da' l'esatta misura di quanto l'occidente sia lontano dal capire il fenomeno, figuriamoci dal combatterlo e dallo sconfiggerlo.

 
 
 

C'e' fondamentalismo e fondamentalismo

Post n°108 pubblicato il 28 Novembre 2015 da provad
 

La sparatoria in Colorado dove un uomo ha assaltato una clinica abortista lasciando sul terreno 3 morti e diversi feriti merita un minimo di commento. Pare che l'uomo appartenga al tristemente noto Ku Klux Klan che tanti guai ha causato e causa in America. Noto pero' che qualcuno sta usando l'episodio per diffondere la tesi secondo cui il fondamentalismo cristiano non sia poi molto meno pericoloso di quello islamico, tentando di accomunare i due fenomeni.

Non sono per niente d'accordo. Non so esattamente che cosa abbia a che fare il Ku Klux Klan con il cristianesimo, a naso direi proprio niente, ma anche se ci fosse un qualche rapporto, basta prendere in mano un Vangelo e leggerlo per rendersi conto che Gesu' Cristo non e' certo venuto per fare del male a nessuno, ed anzi ha offerto in sacrificio la sua vita, cosi' come molti degli apostoli.

Uccidere in nome di Gesu' Cristo rappresenta quindi un tradimento completo del messaggio cristiano, e chi non lo vede o e' malato o e' in malafede e persegue altri scopi che non sono certo coerenti con il messaggio di Cristo.

Ben diversa e' la situazione dell'Islam. Maometto, il profeta dell'Islam, colui che nel Corano e' indicato come esempio da seguire, nella seconda parte della sua predicazione si e' trasformato da uomo di pace in spregiudicato predone del deserto, ed assassino. Ha trucidato - anche personalmente - centinaia di persone, mozzandogli il capo. Il tutto in nome di allah. Se Maometto, dice allah nel Corano, e' l'esempio da seguire, perche' ci stupiamo se i suoi seguaci vanno uccidendo e trucidando al grido di allahu akbar?

 
 
 

Il relativismo e' la prima vittima dell'ISIS?

Post n°107 pubblicato il 22 Novembre 2015 da provad
 

Non tutto il male viene per nuocere, si dice, e non avrei mai pensato di trovare un risvolto positivo ad un fenomeno cosi' cruento ed odioso come il terrorismo islamico, eppure osservando certe reazioni come quella analizzata nel post precedente ho come l'impressione che si stiano aprendo scenari imprevisti assolutamente positivi nello scontro dei principii.

Per spiegare di cosa si tratta, vorrei cominciare ad osservare che il termine "religioni" oggigiorno viene spesso impiegato con valenza negativa, accomunando sistemi ideologici che hanno poco a che fare l'uno con l'altro, e operando in questo modo una distinzione con altre ideologie che non hanno carattere religioso. La cultura dominante in occidente e' impregnata di relativismo, e pertanto combatte tutte le ideologie portatrici di principii riconoscibili ed insindacabili, come di solito le religioni sono.

Il relativismo si fonda su un equivoco di partenza, in quanto non ammette l'esistenza di principii ultimi o verita' assolute. Peccato che la stessa affermazione di non esistenza di verita' assoluta sia equivalente ad una verita' assoluta, che nega l'affermazione di partenza. Insomma e' un'affermazione che nega se stessa, ma che e' stata adottata largamente dal mondo occidentale, che non ha voglia di difendere alcun principio, e preferisce negoziare altri principii che vengono proposti da altre culture.

E' chiaro che una posizione del genere non puo' che rifiutare le religioni, tutte, in quanto portatrici di verita' assolute non negoziabili. Non si tratta, per un relativista, di andare a comprendere quali sono questi principii che animano le varie religioni, e capire quali siano accettabili e quali non lo siano. Non esistono principii accettabili per un relativista, tutto e' negoziabile.

Ma la realta' e' diversa. Le bombe dell'ISIS stanno scoppiando in faccia al relativismo portando alla luce la sua contraddizione intrinseca. Le religioni non sono tutte uguali. I principii non hanno tutti la stessa valenza. Esistono principii buoni e principii malvagi. I diritti dell'uomo sono principii non negoziabili. Alcuni dei principii alla base dell'islam sono inaccettabili e non possono essere oggetto di negoziazione, vanno semplicemente respinti. La contraddizione intrinseca del relativismo, il principio secondo cui non esistono principii, viene spazzata via dalle bombe dell'ISIS.

Non so quanto durera' questa guerra, ma so che se l'occidente non vuole perderla deve rifiutare il relativismo.

 
 
 

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