Creato da romolor il 20/07/2005
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Guai per SCAMARCIO. "NON INTERPRETI UN TERRORISTA AL CINEMA: PUO' CORROMPERE LE MENTI DEI GIOVANI"

Foto di romolor

"Riccardo Scamarcio non interpreti l'ex terrorista di Prima Linea Sergio Segio al cinema: egli è amato dagli adolescenti, ai quali potrebbe offrire un esempio negativo". A pronunciare questo monito è il procuratore di Torino Giancarlo Caselli. Che aggiunge:"la pena deve tendere alla rieducazione, ma non c'è scritto da nessuna parte che gli ex terroristi poi debbano tendere alla nostra rieducazione". Ma chi è Sergio Segio, al quale è stato conferito addirittura il Premio per l'Impegno Sociale intitolato a Rosario Livatino (quest'ultimo conosciuto anche  come "Il giudice ragazzino", perchè assassinato dalla mafia a soli 38 anni)?
Segio, diventato recentemente uno scrittore (due i libri di successo pubblicati) è un ex studente di filosofia dell'Università Statale di Milano. Proprio alla Statale , dopo essersi unito a Prima Linea, uccise il giudice Guido Carli, per poi fuggire con dei complici  in bicicletta. Un altro giudice , Emilio Alessandrini,  fu ammazzato con la complicità di  Marco Donat Cattin, noto terrorista figlio di un ex dirigente della Dc . Emilio  Alessandrini aveva soltanto 37 anni: un altro giudice-ragazzino... In  un'altra azione di guerriglia (un blitz per far fuggire dal carcere quattro terroriste, la più famosa delle quali era Susanna Ronconi) morì   un ignaro passante. Infine, Segio fu anche il responsabile dell'uccisione di un vicebrigadiere degli agenti di custodia, Francesco Rucci.
La polemica si collega a quanto scritto da Mario Calabresi nel libro "Spingendo la notte più in là": i terroristi hanno la  possibilità di scrivere libri, arricchirsi, essere intervistati. La stessa possibilità non viene offerta  alle famiglie delle vittime del terrorismo, alle quali , nella maggior parte dei casi, non è stato detto neanche  un semplice "scusa" dagli autori dei crimini che hanno insanguinato i cosiddetti  "anni di piombo".
Simili polemiche c'erano state anche durante la trasmissione in tv della fiction "Il capo dei capi", che parlava della vita criminale di Totò Riina. Si temette che Riina, con le sue imprese delittuose pubblicizzate  e raccontate dettagliatamente sul piccolo schermo, diventasse una specie di idolo dei telespettatori con pochi punti di riferimento e lacune culturali, come gli adolescenti a rischio, soprattutto quelli che vivono in zone ad alta  densità mafiosa. Nel ruolo di Riina recitava Claudio Gioè: un attore poco noto e quindi non ci furono polemiche sul suo conto. Non si conoscono, al momento, le reazioni di Scamarcio. Rinuncerà al ruolo? D'altra parte, è in gioco l'indipendenza,  la  credibilità del cinema italiano.

Se si dovesse fare un film, ad esempio , sulle gesta di Rosa e Olindo (gli assassini di Erba) si dovrebbero scegliere per forza degli  attori sconosciuti? E lo stesso magari per film stranieri,   basati su rievocazioni delle figure di Charles Manson, oppure il pedofillo Marc Dutroux (il mostro di Marcinelle) o criminali della storia come Adolf Hitler . Il dibattito rimane aperto.
ROMOLO RICAPITO

 
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