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Sul poemetto MANICOMIO CRIMINALE (Adda Editore, 7 euro) che l'attore ANDREA CRAMAROSSA presenterà al FESTIVAL IL LIBRO POSSIBILE di POLIGNANO A MARE (BA) , è l'autore stesso a farci una clamorosa dichiarazione a sorpresa:
"Manicomio Criminale è anche un po' la storia della mia vita: esso fu scritto durante un mio soggiorno a Berlino e riguarda un momento molto delicato del mio vissuto . Momento nel quale ho avvertito la precisa sensazione di trovarmi sull'orlo di un pericoloso precipizio."
Questo incuriosisce il lettore , che vorrebbe saperne qualcosa di più.
Nella terza parte del libro, quella conclusiva, la madre protagonista fa una lucida descrizione del "precipizio" che la terrorizza ma, insieme, affascina.
Lo stare sull'orlo del burrone produce nella "Medea" di Manicomio Criminale uno "sfasamento" interiore che la porta a non considerare più il passare del tempo e a guardare la voragine con un atteggiamento ambiguo, come dicevamo, di repulsione epperò anche di fascinazione.
Ciò è tipico delle personalità disturbate, autodistruttive o, semplicemente, di chi si trovi ad affrontare determinati problemi all'apparenza ritenuti irrisolvibili e senza via di scampo.
La voragine spaventosa finirà per inghiottire la mamma; ma ci troviamo davanti ad una chiara ambiguità. La sua fine è reale o metaforica?
Qui sarà anche il lettore a decidere. Nel primo caso, si attuerà comunque una rinascita, ma in un'altra vita. E ciò va bene per chi crede nella vita dopo la morte. Oppure, il ripristino di un benessere avverrà nella reincarnazione, secondo le religioni orientali. Ma la mamma "manicomiale" potrebbe invece subìre una fine "falsa . Ciò risulta rassicurante per i lettori. Come l'Alice nel Paese delle meraviglie di Lewis Carroll, il cadere nella voragine la condurrà in un altro mondo. Terrestre, questa volta , nel quale ella potrà riconsiderare le sue convinzioni e rinascere a nuova vita, come individuo pensante e figura genitoriale.
Resta un dubbio: è Cramarossa la "pazza" del libro, così come Gustave Flaubert disse : Madame Bovary sono io ?
Anche in questo caso ci troviamo di fronte a più scuole di pensiero ed interpretazioni. Non è sicuro- come mi ha spiegato Cramarossa- che la mamma del poemetto sia una donna. Ella potrebbe essere anche un uomo! E, comunque, si tratta di un individuo il cui sesso non è nemmeno specificato.
E' certo che dopo il superamento del cosiddetto "precipizio" esiste la forza di ricominciare daccapo, in ognuno di noi.
Sempre di sé e della famosa "vacanza" a Berlino , Andrea Cramarossa ha aggiunto: "Non ho toccato il fondo, per quella mia delicata questione interiore: per fortuna! Ma posso assicurare che questo tipo di esperienze sono molto intense. Si avverte un profondo vuoto dentro, per chi le vive, difficilmente descrivibile ad estranei.
Venendo dal teatro classico, Cramarossa potrebbe essersi ispirato per la sua protagonista a Medea o ad Annamaria Franzoni, trattando le tematiche dei suoi libri e delle opere teatrali anche l'attualità?
"Non ho pensato ad Annamaria Franzoni, né a Medea- chiarisce Cramarossa- ma è possibile che le loro vicende mi abbiano influenzato. Per chi scrive, qualunque cosa può essere lo spunto, l'occasione di una scrittura , creativa o meno. Sono cose che non si decidono al momento, ma che si introiettano dentro in modo quasi automatico , traducendole in arte.
Riguardo la poesia, interrogando Cramarossa , si desume che essa non può essere prodotta da tutti, "a casaccio" e con noncuranza.
Perché- spiega l'autore- la poesia per essere definita tale non può essere riempita soltanto di mere figure retoriche. Né può essere accettabile come messa su carta di parole in fila. Essa ha bisogno di azione; questo tipo di arte è inoltre è un tramite verso le altre dimensioni. E, comunque, la poesia interagisce con gli stati d'animo del lettore più della narrativa, in quanto comunica con più piani differenziati.
ROMOLO RICAPITO
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