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« IL MESSAGGIO SEGRETO DEL...ELEMOSINA: FARLA O NEGARLA? »

LUISELLA COSTAMAGNA E LE STORIE DELLE SUE "PADRETERNE". Con "Noi che costruiamo gli uomini"

Post n°5630 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da romolor
 

Noi che costruiamo gli uomini è un breve saggio (ma corposo per
contenuti) di Luisella Costamagna, anticipato da un prologo nel quale
la popolare giornalista, basandosi su dati e sondaggi in suo
possesso,ci rende edotti riguardo il fatto che l'Italia è ancora un
paese poco evoluto circa  l'universo femminile : la politica non è
roba per donne, è giusto che sia l'uomo a lavorare e a portare i soldi
a casa etc...Questo secondo il sentire comune o meglio, nel parere di
una parte cospicua di abitanti del Bel Paese.
Quindi una serie che sembra quasi infinita di esempi di riscatto
femminile. Ovvero donne che, liberatesi dal giogo di mariti padroni,
stalker o da situazioni perdenti in partenza, ottengono dei lusinghieri
risultati in società, talvolta conseguendo più di una laurea e
incarichi importanti e prestigiosissimi...
Va detto che il libro è scritto benissimo e rivela una grande
partecipazione emotiva.
I difetti: una certa retorica, unita alla descrizione veloce e
mirabolante di gesta e affermazioni; come nel caso di Mariangela,
figlia di una madre psicotica, che diviene insegnante universitaria
dopo un picaresco cammino.
I risvolti delle trame spesso appaiono immaginifici, condensati in
maniera veloce, tali da fare apparire questi esempi di donne delle autentiche
Wonder Woman. Manca solo la maga che canta Bibbidi bobbidi bu. Tra le storie peggiori, quella di Caterina, 47 anni, che non vuole
assolutamente figli, scelta condivisa dal coniuge. Buon pro le faccia:
ma perché dedicare a ciò un intero e intenso  capitolo?
Sembra che poi, nelle ultime storie, Costamagna abbia quasi avuto
fretta di concludere, con marginalità minimali e minimaliste come quella
della notaia Lavinia o della peruviana Bertha.
Tra gli episodi che rimangono più impressi, quello di Patrizia,
violentata a 14 anni da un compagno più grande e che diventerà
dipendente di eroina dapprima, di cocaina poi, grazie
anche, si fa per dire, all'amicizia con un mafioso e spacciatore, la
cui contiguità la porterà a scontare anni di galera , con accuse  
ingiuste.
Tra le vicende più riuscite e vivide, quella di Bruna, massacrata dal
suo Principe Azzurro. Pleonastica quella di Cecilia, attrice anche con
Alberto Lupo e poi diventata giornalista dell'Unità.
Luisella Costamagna ha mirato molto in alto; con questi  suoi esempi    di
clamoroso riscatto ha voluto dirci, "ma avete visto quello di cui
siamo capaci"?
In questa deriva sociologico-intellettuale la giornalista ha però
commesso un errore, ovvero quello di consegnare al lettore del materiale
forzato che fa apparire molte delle protagoniste come
"Padreterne", lontane dunque dalle donne comuni.
ROMOLO RICAPITO

 
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