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Pezzi di vetro

Pezzi di vetro - sulla sabbia bagnata - come emozioni frantumate che ormai non tagliano più…

 

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Affinità elettive

Post n°79 pubblicato il 27 Marzo 2010 da pezzi.divetro
 

M.C. Escher -


«Le vedute umane sono troppo molteplici per potere essere unificate in un sol punto, sia pure mediante il più rigoroso raziocinare.»

Leggendo Goethe, si pensa facilmente allo sciogliersi e riformarsi dei legami umani in ogni ambito della vita sociale: dall'amore ai rapporti personali, dalle relazioni di amicizia a quelle professionali, dai legami di coppia a quelli politici... Un po' come certi composti chimici che abbandonano le sostanze con cui erano legate per unirsi al nuovo reagente con cui hanno una maggiore affinità.

Domenica e lunedì si andrà a votare. E la cosa più strana e grottesca – almeno per me - è sentire, nel 2010, persone che ancora dicono: “Io di politica non ci capisco niente” oppure “A me la politica non mi interessa” (riporto la frase così come viene detta, compreso l'errore sintattico).

Come se avere un'opinione politica significhi “militare politicamente”. O come se avere un'opinione sia complicato quanto risolvere un'equazione differenziale.

Va di pari passo con questo pensiero, quindi, la convinzione delle stesse persone (o forse la pigrizia) che le spinge a non andare a votare, perché “tanto sono tutti uguali”.

«In questo lasciare e prendere, fuggire e ricercarsi, sembra davvero di vedere una determinazione superiore: si dà atto a tali esseri di una sorta di volontà e capacità di scelta, e si trova del tutto legittimo un termine tecnico come affinità elettive.»

La politica rappresenta la gestione della società civile. Avere un'idea minima di come debba essere governata la società, credo, venga naturale ad ogni individuo pensante. Noi viviamo, lavoriamo, esistiamo nella società in cui intrecciamo relazioni e rapporti e da cui dipende ogni istante della nostra vita. La casa, i servizi pubblici e anche quelli privati consentiti, negozi, acquisti e la possibilità e le modalità di fare tutto questo e di come farlo è parte integrante della società nella quale viviamo. E sceglierci i governatori di questa società che siano più onesti possibile e che più rispecchino il nostro pensiero, credo sia un'esigenza di ciascuno.

Come respirare.

Io non ci capisco di politica” è come dire “Io non ci capisco dell'aria che respiro”.

Non credo ci voglia molto a capirlo: se l'aria è inquinata, muori soffocato. E non ci vuole molto a capire se l'aria è inquinata: basta misurarne i valori con STRUMENTI CERTIFICATI E INDIPENDENTI.

Basta scegliere l'aria meno inquinata per la nostra sopravvivenza.

Non andare a votare, non scegliere, equivale a respirare l'aria che scelgono gli altri per noi. E mi sembra grottesco.

Così come se io fossi il primo ad inquinare l'aria, poi non posso prendermela con il “sistema”: dovrei essere io, il primo, a smettere di inquinare.

Mi fa strano anche ascoltare coloro che guardano con curiosità agli “inquinatori d'aria”: “lasciamoli governare, vediamo cosa fanno”... Beh, inutile dire che più tempo l'aria rimane inquinata, più tempo ci vuole per ripulirla dopo; e prima si rischia di morire.

«Si constatò che il capitano s'era dimenticato, per la prima volta in molti anni, di caricare il suo cronometro. E parvero intuire, se non intendere, che il tempo cominciava a diventar loro indifferente.»

L'articolo 48 della Costituzione della Repubblica Italiana dice che l'esercizio del voto è un “dovere civico”; proprio come la scelta dell'aria che respiriamo è un dovere di sopravvivenza.

Lasciarsi scegliere dalla minoranza è abbastanza assurso: poi, alla fine, è ovvio che a scegliere saranno coloro che indossano le maschere anti-gas; così possono inondare l'aria di ogni pestilenza, magari anche di allucinogeni, tanto loro ne risulteranno immuni.

Sempre l'articolo 48 dice: “Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.”

Chi dice “non voto, non mi interessa” diventa limitato, esattamente come se fosse “incapace civilmente” o “indegno moralmente”.

Non capisco neanche chi dice: “Perché parlare di politica in questo blog? La politica va trattata nelle sedi opportune”. Come se l'aria che respiri possa essere respirata soltanto nelle sedi opportune... L'aria è ovunque, così la politica.

Nel blog non c'è l'imposizione di parlare di solo un argomento: posso scrivere di poesia così come di politica o di attualità. E non credo che il mio contributo vada a sminuire l'argomento trattato. Anzi: in certi casi è proprio il confronto a rendere le cose più chiare.

«Un cuore che cerca, infatti, sente che gli manca qualcosa, ma un cuore che l'ha perduta, sente che gli è stata tolta.»

Che dire: io andrò a votare e porterò anche mia nonna. Lei, nella sua tenerezza, vuole sempre farmi regali; credo che il regalo più grande che possa farmi è aiutarmi a “pulire l'aria”, per respirare meglio.

E l'aria pulita della politica si mantiene con la moralità, con il senso civico, con l'umiltà, con la serietà, con la lealtà e con l'onestà. Tutti valori che, da un paio d'anni, sembrano essere sempre più calpestati.

Non è vero che “sono tutti uguali”; io mi incazzerei come una bestia se mi dicessero che sono uguale a Berlusconi: io non ho fatto niente!

Bisogna credere nel cambiamento e, soprattutto, bisogna fare qualcosa per cambiare usando lo strumento più potente nelle mani di ogni cittadino: il voto.

Andrò a votare e sono convinto del valore e della forza di questo strumento civico.

E voi, andrete a votare?

Sarei curioso, ancora una volta, se c'è qualcuno che non andrà a votare, perché non lo farà. Cosa lo trattiene e cosa gli costa.

Forse la disillusione...?

«Ognuno di noi può assorbire la sventura solo sino ad un certo punto; ciò che va oltre, ci annienta oppure ci lascia indifferenti. Ci sono situazioni in cui timore e speranza, identificandosi, s'eliminano a vicenda e si perdono in un'oscura insensibilità.»



(Le frasi in azzurro sono tratte dal romanzo
            "Le affinità elettive" di J.W. Goethe)

 

 
Rispondi al commento:
pezzi.divetro
pezzi.divetro il 11/04/10 alle 13:40 via WEB
wow! Ti ringrazio per il commento. In genere, quando i post sono più lunghi di qualche riga, difficilmente vengono letti... Diciamo che è stato scritto col cuore; e con la testa. A distanza di giorni dalle elezioni, a sentire di sfuggita le dichiarazioni dei sostenitori del regime, quelli che non hanno votato e quelli che - per ignoranza - hanno votato il partito del dittatore, dovrebbero mangiarsi le mani
 
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