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Ora che abbiamo fatto 31… (di Claudio Zuliani)

Post n°1006 pubblicato il 07 Maggio 2013 da resistenzabianconera

Questa è la storia di uno scudetto nato in estate quando Antonio Conte e la Juventus hanno capito che vincere significa lottare contro tutto e tutti e ricevere in cambio l’odio sportivo altrui.
Il martello della panchina resiste alle offensive mediatiche e ai procedimenti sportivi che hanno cercato in tutti i modi di screditarlo, facendosi forte per fortuna del’appoggio di Andrea Agnelli che lo ha sempre difeso a spada tratta.
I nostri detrattori fanno male i loro conti, Antonio è uno che trasforma gli attacchi altrui in energia e forza.
Conte vive la prima parte della stagione, la lotta ravvicinata Juve vs Napoli, in gabbiotti scomodi, seguito da telecamere dedicate che spiano i suoi labiali.
Alessio e Carrera prendono il suo posto in panchina.
Conte raddoppia il lavoro settimanale riuscendo nell’impresa di trasferire ai suoi vice le soluzioni tattiche da utilizzare in base all’andamento della gara.
Antonio scrive lo spartito e la squadra esegue alla perfezione il 3-5-2 divenuto dogma.
A cominciare da Buffon che gioca il suo primo vero anno da capitano dopo l’addio di Del Piero e spadroneggia con personalità mondiale la sua area piccola. Indimenticabile la parata di Superman a Genova con la Juve sotto di un gol: Gigi miracoloso sulla conclusione di Bertolacci. Dalla ripartenza nasce il super gol di Giaccherini che riapre l’incontro. Quel giorno si capisce tutto: altro che turnover, entrano Asamoah e Vucinic e cambia la partita.
La Juve deve dimostrare di poter girare gli uomini per superare il doppio impegno (campionato e Champions). A Londra, sotto di due gol, rimedia Vidal zoppo e Quagliarella che entra dalla panchina contro i campioni uscenti del Chelsea. Antonio ci dimostra che si può fare: giocare la Champions e non risentirne in campionato.
La critica aspetta al varco Andrea Pirlo: non è in grado di giocare ogni tre giorni, si diceva.
Mozart smentisce i dubbiosi. Le gioca tutte, nazionale compresa e affina il calcio piazzato dal limite. Sotto la barriera o a giro, trafigge i portieri da tutti i punti di vista.
La Juve incontra difficoltà diverse rispetto alla passata stagione. A Firenze un campanello d’allarme: Montella, fermando Pirlo e giocando a specchio, tiene il pressing alto e ci mette in seria difficoltà.
Per la prima volta si intuisce che, alla lunga, il polpo Paul Pogba può rappresentare la novità del nostro centrocampo.
È il campionato delle rivalse, ogni conferenza stampa è un botta e risposta con l’avversario.
La grande gioia per i tifosi bianconeri che esauriscono sempre lo Stadium arriva contro la Roma di Zeman.
Diciannove minuti e siamo 3-0 , è calcio spettacolo.


Il primo mattone posato dai nostri per un campionato da vivere al vertice arriva nello scontro diretto contro il Napoli caricato dalle polemiche in settimana sull’utilizzo dei nazionali: chi ha fatto più chilometri?
Caceres si dimostra il solito jolly e Pogba scarica il suo tiro dal limite al volo: gol, gol, gol.. la Juve in gol.. quanto è forte Pogba! Paul si ripete con il Bologna e si consacra grazie alla doppietta storica contro l’Udinese.
È nato un campioncino, il pubblico se ne innamora.
Conte a fine campionato dovrà cambiare il sistema di gioco passando al 3-5-1-1 perché, come dice il nostro allenatore: “E’ un delitto non farlo giocare “.
Arriva la prima sconfitta allo Stadium contro i rivali di sempre che credono di poterci impensierire durante il torneo. La maledizione dello Juventus Stadium si abbatterà su di loro facendogli perdere le trasferte successive.
Il Milan ci batte a San Siro grazie ad un rigore inesistente (ascella di Isla) ma viaggia a meno 15 rispetto a noi.
In estate non è arrivato il top player e Conte fa di necessità virtù ruotando le punte. Quagliarella ci tiene a galla in Champions e contro il Chievo, adesso tocca ad Alejandro Matri.
Il derby segna la nostra supremazia cittadina con i gol del principino e di Giovinco, due prodotti del settore giovanile .
Giornata indimenticabile: 1 dicembre 2012, il giorno del mio compleanno. Marchisio mi dedica i gol, un giorno lo racconterò ai nipoti!
La difesa della Juve regge agli urti degli avversari confermandosi la prima del torneo.
Andrea Barzagli non sbaglia una prestazione , la roccia è il centrale più forte d’Italia. Bonucci è cresciuto tantissimo ed è il secondo playmaker della squadra quando Pirlo non trova spazi.
Come marca l’uomo Chiellini non lo fa nessuno. La sua forza fisica lo porta a vincere tutti i duelli.
A Palermo Lichtsteiner ci fa vincere una partita fondamentale grazie ad un assist di tacco fornito da Vucinic.
Stephan è costretto al sacrificio difensivo ma riesce a correre chilometri sulla fascia laterale quasi senza risentire della fatica.
Conte interviene alzando la voce in conferenza stampa nel periodo più delicato: sconfitta in casa con la Sampdoria e pareggio a Parma.
L’infortunio di Chiellini mette alla prova chicco Peluso che parte lento ma riesce gradualmente ad inserirsi nei meccanismi della squadra fino a dare il suo contributo.
La Juve non gioca il calcio brillante del 4-3-3 di Pepe, costretto in infermeria tutto l’anno, ma riesce a fare più punti della passata stagione grazie alla crescita mentale e alla diversa gestione delle partite. Si pareggia di meno, si perde e si vince di più.
Giovinco deve lottare per dimostrare di essere da Juve.
Conte gli concede tanta fiducia e lo considera, con Vucinic, il titolare dell’attacco.
Gli attaccanti si sacrificano per il gioco della squadra agevolando gli inserimenti dei centrocampisti.
A turno vengono criticati ma , alla fine, segnano tutti.
Matri segna senza una scarpa contro i viola e la Juve vola, Seba stende il Siena è litiga con i tifosi.
Conte chiama a raccolta i suoi. Non gradisce i fischi e i momenti di teatro che avvolgono lo Stadium.
Vuole la bolgia e capisce,da grande psicologo, come e quando intervenire per ricordare a tutti chi siamo (la Juve) e da dove veniamo (i settimi posti).
A Napoli posiamo il secondo mattoncino per costruire la nostra casa tricolore. Pareggio con gol di Chiellini che festeggia stile tarzan e distacco inalterato in classifica sulla seconda: più 6.
La Juve parte a mille all’ora e non si ferma più. È lo scudetto del gruppo e della disciplina.
È lo scudetto di Giaccherini che risolve allo scadere con il Catania, di Zorro Vucinic e di Marchisio che stendono il Bologna, di Eta Beta Quagliarella e Alejandro Matri che godono a San siro, di Lichtsteiner e Pogba migliori in campo contro il Pescara, di Arturo che regola Lazio e Milan perché “quando il gioco si fa duro risolve sempre Arturo.”
Dopo Lazio-Juve, più 11 sulla seconda e più 18 sulla terza. Siamo ai titoli di coda. Bisogna solo scegliere come e quando festeggiare.
Il 5 maggio: giorno perfetto, il nostro giorno. Festeggiamo dopo aver regolato il Toro ancora una volta grazie al torinese Marchisio e ad Arturo Vidal, mvp del mese di aprile.
Festeggiamo tutti assieme, festeggiamo da Juve. Con Luke Brown Marrone che ha timbrato sempre il cartellino anche da difensore, con Padoin che è l’esempio del soldatino bianconero, con Paolino De Ceglie che sfoggia i nostri colori dalla testa ai piedi, con un po’ di gossip che ci hanno garantito Bendtner ed Anelka, con la certezza che il miglior Isla lo vedremo il prossimo anno, con un urlo liberatorio che ci fa gridare al mondo: abbiamo fatto trenta ed ora trentuno!!!

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