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Post n°1008 pubblicato il 11 Maggio 2013 da resistenzabianconera
Juventus (3-5-2): Storari, Barzagli (14' Caceres), Bonucci, Chiellini, Isla, Vidal, Marrone, Marchisio, Giaccherini, Matri (25' st Quagliarella), Giovinco (5' st Vucinic). (1 Buffon, 34 Rubinho, 11 De Ceglie, 13 Peluso, 26 Lichtsteiner, 20 Padoin, 18 Anelka). All. Conte. No record no party? Neanche per sogno, la Juventus non vince, ma festeggia eccome lo scudetto numero 29, il secondo di fila. Il pareggio con i sardi impedisce infatti alla squadra di Antonio Conte di battere il record di punti (91) stabilito dalla Juventus di Capello nella stagione 2005-’06 (titolo poi revocato per Calciopoli). Con il Cagliari finisce 1-1 e per 50 minuti i bianconeri sono stati anche sotto, colpiti dalla corsa e dall’esplosività di Ibarbo. Nella ripresa, al 16’, il pareggio di Vucinic per un risultato che sta bene a tutti, al di là di record più o meno prestigiosi da raggiungere. È il giorno della festa scudetto e anche Conte, per una volta, può accontentarsi nonostante non siano arrivati i tre punti. Tante le novità in formazione, tra i pali ancora Storari con Buffon in panchina, poi la difesa titolare e a centrocampo, out Pirlo e Pogba, spazio a Marrone in regia con Giaccherini e Isla sulle fasce, quindi Marchisio e Vidal unici titolari del reparto. In attacco Giovinco affianca Matri. Di fronte una squadra che non ha nulla da chiedere alla classifica, ma che non vince da un mese e vuole chiudere in bellezza, magari con una vittoria di prestigio. Pulga e Lopez si affidano al 4-3-1-2, sulla trequarti c’è Nainggolan e non Cossu, in attacco la coppia prescelta è Pinilla-Ibarbo, va in panchina Sau. Il clima di festa si avverte, i ritmi sono lenti, ma c’è voglia di divertirsi anche tra i giocatori. Vidal non è ancora sazio di gol ed è il primo a cercarlo impegnando Agazzi in angolo. Sul corner successivo Ibarbo parte dalla sua area, nessuno lo pressa, Barzagli e Marchisio provano a fermarlo, ma il primo è già out per infortunio (chiederà il cambio subito dopo), il secondo non lotta più di tanto e per il colombiano è un gioco da ragazzi battere Storari, peraltro per nulla reattivo. Cagliari avanti e per Ibarbo un gol da ricordare. Comprensibilmente tra i bianconeri, che festeggiano da domenica scorsa, non c’è la solita furia agonistica. Tra i più propositivi Giaccherini e Giovinco, quest’ultimo al 34’ colpisce la traversa con una punizione alla Del Piero (il grande assente ovviamente sugli spalti), mentre il primo nel finale mette in mezzo l’ennesimo pallone e per poco Vidal non trova il gran gol. La Juve non ci sta a perdere, Conte al 7’ della ripresa inserisce Vucinic per Giovinco, mentre il Cagliari perde i due terzini (Murru e Perico) e Pulga e Lopez devono inventarsi qualcosa. Entra Cossu, Nainggolan arretra a centrocampo, Dessena in difesa. È Giaccherini il trascinatore e al 9’ è lui a impegnare in angolo Agazzi e, al 16’, è sempre lui ad avviare l’azione del gol del pareggio, proseguita da Marchisio, quindi da Vidal che serve un assist solo da spingere in rete a Vucinic che, a porta vuota, non ha difficoltà a siglare l’1-1. È la scintilla per riscaldare ancor di più l’atmosfera, il popolo bianconero, in fondo, aspetta il triplice fischio e la vera festa, mentre in campo i giocatori il gol della vittoria lo vogliono. Dentro anche Quagliarella (fuori Matri), ma a provarci è Isla che sfiora la traversa dalla distanza. Possesso palla, ma poco movimenti tra i bianconeri che hanno anche il problema di stare attenti alla corsa e alla tecnica di Ibarbo, bravo palla al piede e immarcabile in velocità. I minuti scivolano via veloci tra i cori dei tifosi juventini, sempre più impazienti di vedere il trofeo dello scudetto alzato al cielo e di celebrare uno per uno i campioni d’Italia e il loro condottiero: Antonio Conte. Suoni e immagini a iosa per la festa bis. Ovazioni del pubblico, con le eccezioni per Maurizio Beretta, presidente delle Lega che riconosce 'solo' 29 scudetti, e Zlatan Ibrahimovic, al centro di un coro razzista E' qui la festa-bis, con il suo corollario di suoni e immagini: i fischi a Beretta, presidente di quella Lega che riconosce "soltanto" 29 scudetti alla Juventus; la sfilata della squadra, con i boati speciali per Chiellini, Pirlo, Vidal e Conte; fino all'ingresso trionfale di capitan Buffon che, raccolto il testimone lasciato da Del Piero, alza al cielo il trofeo dello scudetto. Un'esplosione di coriandoli, stelle filanti e fontane luminose incornicia il secondo tricolore consecutivo conquistato dalla squadra di Conte. Poi l'inno sociale, le foto-ricordo e il giro di campo con tanto di figlioletti al seguito. Tra i molti volti sorridenti ci sono anche quelli degli alti comandi bianconeri: da Andrea Agnelli a John Elkann, fino ai consiglieri Pavel Nedved e Beppe Marotta. Nessuna invasione, questa volta: il popolo ha raccolto e rispettato l'appello del suo tribuno Conte. Dopo la consegna della Coppa tricolore e dopo i festeggiamenti, l'allenatore bianconero: "Tutto bellissimo, ma ora voglio riposare e sarà dura ripetersi ancora. La mia squadra come quella dell'ex ct, ma siamo unici come organizzazione. Il paragone? Con la squadra di Lippi" Antonio Conte, archivia la festa per il secondo scudetto e - di fatto - si conferma alla guida della Juve: "Se qualcuno pensa che mi accontento di questi due scudetti si sbaglia. L'anno prossimo voglio gente feroce, cattiva e determinata. Io voglio arrivare ai nastri di partenza con l'ambizione di provare a vincere. Al di là del mercato, sarà importante avere la stessa fame, la stessa voglia di lavorare, sacrificarsi e di sudare. Una data precisa per sciogliere la riserva sulla mia permanenza? Non devo sciogliere io la riserva. Se ci sono tutte queste cose allora si continua, si va avanti. Se mi dovessi accorgere che latita qualcosa, sarebbe dura andare in battaglia". Il portiere si gode la festa scudetto, ma pensa al futuro: "Conte ha sangue bianconero, prima di rinunciare a questa panchina ci penserà a lungo". Sulla Champions: "Bisogna migliorare per arrivare a livello del Bayern" TORINO - Gianluigi Buffon celebra la festa per lo scudetto con l'orgoglio del capitano: "Quando diventi capitano di una squadra vuol dire che è passato un po' di tempo, Io sarei contento se i tifosi della Juve fossero orgogliosi che io li possa rappresentare. Io sono felice di poter stare ed essere un uomo importante per questa squadra". Il portiere non ha dubbi sulla permanenza di Conte: "Io credo che il mister abbia il sangue bianconero e prima di rinunciare alla panchina della Juve ci penserebbe tante, tante, tante volte". Per Champions League, pronto un nuovo assalto: "Per vincere la Champions in questo momento, sia noi ma anche tutte le altre potenze europee, debbono migliorare per arrivare al livello del Bayern. Una squadra che è due gradini sopra tutti. Ora che hanno l'imperativo di vincere cercheranno di migliorare l'ulteriormente, perchè è nella filosofia, nella tradizione di queste società e quindi l'impresa è molto difficile" "Per vincere competizioni come la Champions possono, però, anche valere fattori o episodi fortunati, come un sorteggio, una parata in piu o in meno". Infine, Gigi Buffon conferma che la sua carriera in Italia si concluderà in maglia bianconera. "In Italia non c'è dubbio, perchè non avrebbe nessun senso prendere in considerazione altre squadre, anche perchè per l'età che comincio ad avere, poi, non interesso neanche tanto". Marchisio invece è rammaricato per non aver vinto con il Cagliari e per i record sfumati: ''Volevamo vincere per chiudere quest'annata davanti al nostro pubblico che anche oggi ci ha sostenuto e per il record di punti ma questo pareggio non toglie i meriti di questa squadra che da due anni sta facendo grandissime cose''. La testa anche per lui è già proiettata verso la prossima stagione. ''Abbiamo iniziato a vincere l'anno scorso e abbiamo continuato alla grande anche quest'anno, ci aspettiamo ora di confermarci in Italia e diventare ancora più importanti in Europa'' Chiellini si sofferma sul futuro di Conte: " "Per fortuna nulla è scontato. E' stato un campionato straordinario fatto di grandi sacrifici e grande abnegazione. Anche quando abbiamo giocato in Champions, non abbiamo mai perso di vista quello che era il nostro obiettivo: vincere in Italia e continuare a farlo per più tempo possibile. Sono convinto che il mister resterà perchè è l'artefice di questo successo. Siamo nel pieno di questo ciclo, adesso stiamo crescendo ed è bello crescere insieme". |
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