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« Comunicato Juve in serat...Ufficiale, Pogba alla Ju... »

Conte rifiuta di patteggiare, chiesti 15 mesi di stop. L'ira di Agnelli: "Fuori da ogni logica"

Post n°918 pubblicato il 03 Agosto 2012 da resistenzabianconera

ROMA - Se non è il clima di Calciopoli, poco ci manca. Tra Federcalcio e Juventus è, infatti, di nuovo muro contro muro dopo le richieste di squalifica di un anno e tre mesi per il tecnico Antonio Conte e per il suo vice Angelo Alessio. Un contrasto mai così aspro, neppure per la questione delle tre stelle sulla maglia. Ma che la situazione stesse per esplodere si era intuito ieri con il nervosismo dei legali bianconeri che serpeggiava nell'aula dell'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico dove è in corso il processo al Calcioscommesse, dopo il rigetto, da parte della Commissione Disciplinare, dell'istanza di patteggiamento (3 mesi e 200mila euro di ammenda) e il successivo tentativo di ricusare la Commissione stessa. Il tentativo, nel summit notturno di Torino, di far collimare le esigenze del club e la volontà dell'allenatore salentino è stato vano.

"Ho rischiato di essere appiccicato al muro quando gli ho parlato del patteggiamento", ha svelato Luigi Chiappero, uno dei legali del tecnico, nell'arringa difensiva. Conte - che si è sempre proclamato innocente rispetto alle accuse del suo ex calciatore ai tempi di Siena Filippo Carobbio - ha detto no all'allungamento del suo stop forzato: meglio provare la propria innocenza. E con questa missione gli avvocati Chiappero, rappresentante anche di Alessio, e Antonio De Rensis sono arrivati in aula intorno alle 14. L'incertezza è durata poco: dopo alcune voci, l'annuncio, da parte del Procuratore federale Stefano Palazzi, del patteggiamento del tesserato Ruben Garlini (9 mesi in continuazione della precedente squalifica di 3 anni), la sola posizione rimasta in sospeso assieme a quelle di Conte e Alessio, l'ha confermato.

Prima della richiesta di condanna, il Procuratore ha ribadito ancora una volta l'attendibilità del 'pentito' Carobbio: "Avrebbe ottenuto lo stesso sconto di pena se non avesse fatto il nome di Conte - ha precisato Palazzi -. Non esiste il motivo di risentimento personale". La palla è passata quindi ai legali di Conte, che hanno monopolizzato l'aula per quasi due ore (al netto delle pause concesse). Dura e accalorata è stata l'arringa di De Rensis, che ha sottolineato di aver "apprezzato poco la scivolata del patteggiamento" e di confidare nell' "onestà intellettuale" dei giudici; più lunga e pacata quella di Chiappero. "Se basta la mera probabilità del fatto per condannare una persona, non facciamo giustizia", ha ammonito il legale. "Affidiamo Conte e Alessio al vostro giudizio con la convinzione che cercherete di capire fino in fondo se quell'uomo visto urlare in maniche di camicia a bordo campo possa davvero essere colpevole.

Non vuole perdere mai, soprattutto quando ha ragione", ha concluso Chiappero. Per il resto il suo lungo intervento ha inteso dimostrare la "mancanza di riscontri oggettivi" nelle accuse di Carobbio che hanno portato al deferimento di Conte e del vice per omessa denuncia nelle presunte combine di Novara-Siena e AlbinoLeffe- Siena. La sentenza è prevista tra una settimana, ma la Juve, con il presidente Andrea Agnelli, non l'ha attesa: "Constato che la Figc e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale". "Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all'onorabilita", ha attaccato dal sito del club.

"Le valutazioni del presidente della Juventus non sono accettabili e vanno al di là di un legittimo esercizio del diritto di critica", la risposta piccata della Federcalcio, contro cui sono pronti a scendere in piazza i tifosi juventini. In tutto ciò sono passate in secondo piano le ultime arringhe, tra cui quella del Grosseto, che rischia la Lega Pro e la radiazione del presidente Piero Camilli. "Ho visto mio figlio piangere dopo le richieste avanzate dal procuratore Palazzi e questo mi ha fatto male - le parole commosse del patron in aula -: né io né soprattutto la mia famiglia meritiamo questo. Sono una persona per bene accusata da un uomo (l'ex ds Andrea Iaconi, ndr) dalla dubbia moralità". Domani prenderà il via il processo sugli atti di Bari con 6 club - compresi i tre di A Bologna, Sampdoria e Udinese, e il Lecce che rischia la Lega Pro - e 19 tesserati, tra cui gli juventini Simone Pepe e Leonardo Bonucci. La frattura tra Juve e Figc potrebbe diventare una voragine.


Il presidente: "Noi sotto attacco, tutelato chi ha commesso illeciti"
La replica della federazione: "Valutazioni inaccettabili"
I tifosi: "Protesteremo a Roma"

Scontro totale con la Federcalcio. Vicinanza totale ad Antonio Conte. Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, reagisce con estrema durezza agli ultimi sviluppi del Calcioscommesse e ribadisce di essere completamente al fianco del proprio allenatore. Che resterà in carica - è la linea della società - «a prescindere dall'esito del processo e dall'entità della squalifica». Gli ultimi eventi hanno fatto naufragare la tregua cui si era arrivati dopo l'intesa con il Procuratore Federale, Stefano Palazzi, sul patteggiamento di 3 mesi di stop più 200mila euro di ammenda.

Ieri il colpo di scena della «non congruità» - dichiarata dalla Commissione Disciplinare - dell'ipotesi concordata aveva portato il club a parlare di «atto gravissimo». Oggi la decisione dell'allenatore di non accettare un secondo patteggiamento (al rialzo), e quindi di andare a giudizio, cui è seguita la richiesta di Palazzi di una squalifica di 15 mesi. Agnelli non ci sta e getta nuova benzina sul fuoco della guerra in atto da tempo contro le istituzioni. «Constato che la Figc e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale», attacca il presidente juventino con una lunga nota sul sito della società. «Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non può essere accettato», tuona il numero uno bianconero.

Che considera il no al patteggiamento («già ponderato e sottoscritto dal Procuratore Federale») «la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera». Nel mirino c'è anche la giustizia sportiva «vetusta e contraddittoria». Agnelli spiega che la strada del patteggiamento per Conte è stata scelta «contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso», «per poter limitare i danni». «Ci si scontra - sostiene - con un sistema dittatoriale che priva le società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all'onorabilità». Così si è arrivati agli sviluppi di oggi. Ancora Agnelli: «La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio».

La spada di Damocle che pende su Conte è grande. Se venisse accolta la richiesta di 15 mesi di squalifica, la sua carriera in bianconero potrebbe interrompersi: ma la società ha ribadito ancora una volta di non cercare sostituti e di voler tamponare l'eventuale assenza di Conte con una soluzione interna. Favorito, in questo senso, l'allenatore della Primavera, Marco Baroni, davanti a Massimo Carrera, attuale collaboratore di Conte. Oggi, intanto, in piena bufera, Conte era a Vinovo ad allenare la squadra, a nove giorni dalla finale di Supercoppa italiana a Pechino con il Napoli. In preparazione di questa, la Juve giocherà ancora un'amichevole, sabato prossimo a Salerno con il Malaga. Anche Agnelli non perde di vista il campo: «Sarà una stagione complessa ed impegnativa, ma la concentrazione sulle prestazioni in campo della squadra da parte di tutto il nostro ambiente rimane alta, con l'obiettivo di confermarci vincenti a maggio 2013».

Sull'onda delle dichiarazioni del presidente Andrea Agnelli, i tifosi bianconeri annunciano iniziative di protesta contro la Figc. Il primo a proporla è il il sito Vecchiasignora.com al quale sono registrati oltre 84.000 utenti. «Esprimiamo - si legge in una nota - totale appoggio alla Juventus e rinnoviamo la convinzione circa la buona fede e la professionalità dell'allenatore della Juventus Antonio Conte, dell'assistente Angelo Alessio e dei giocatori Simone Pepe e Leonardo Bonucci». «È arrivata - prosegue Vecchiasignora.com - l'ora di dire basta a questo sistema che, da anni, si dimostra incompetente e privo di logiche chiare, sopratutto quando si parla di Juventus. Questo "basta" lo urleremo a Roma, in una manifestazione contro la Figc».

 
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