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« Ottavi Champions League:... | Conte vince la panchina ... » |
ROMA (3-4-2-1): Stekelenburg; Piris, Burdisso, Marquinhos; Torosidis, De Rossi, Pjanic (23'st Bradley), Marquinho (38'st Balzaretti); Lamela, Totti (43'st Florenzi); Osvaldo. In panchina: Goicoechea, Lobont, Romagnoli, Taddei, Lucca, Tachtsidis, Perrotta, Lopez. Allenatore: Andreazzoli.
JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6.5; Barzagli 6, Bonucci 6, Caceres 6.5; Lichtsteiner 5.5, Vidal 5.5 (26'st Anelka 6), Pirlo 6, Pogba 5.5, Asamoah 5 (11'st Padoin 5.5); Matri 5, Vucinic 4 (11'st Giovinco 5). In panchina: Storari, Rubinho, Giaccherini, Quagliarella, Isla, Marrone. Allenatore: Conte 5.
ARBITRO: Rocchi di Firenze.
RETE: 13'st Totti.
NOTE: serata fredda, terreno in buone condizioni. Ammoniti: De Rossi, Totti, Lichtsteiner, Matri, Pirlo. Angoli: 7-3 per la Juventus. Recupero: 2' pt; 4' st
Tre partite contro altrettanti avversari di rango in sette giorni, sono un tour de force che spreme energie fisiche e mentali. la Juve, tra Fiorentina e Celtic, ne ha spese moltissime e all’Olimpico paga pegno, di fronte ad una Roma a caccia disperata di punti e di riscatto dopo le recenti delusioni.
Per invertire la rotta Andreazzoli manda in campo l’artiglieria pesante, con il tridente Lamela, Osvaldo, Totti. Il talento non manca e le verticalizzazioni improvvise impegnano la difesa bianconera, come quando, dopo una decina di minuti, Osvaldo salta Buffon in uscita e mette in mezzo, trovando il puntuale intervento di Bonucci.
La Juve non concede altro e con il passare dei minuti schiaccia gli avversari nella loro metà campo. Pirlo batte una punizione dai venticinque metri e costringe Stekelenburg a un tuffo prodigioso per togliere il pallone dall’angolino.
Il regista bianconero, alla mezz’ora, prende un brutto colpo sul ginocchio destro da Totti, che entra con il piede a martello e viene ammonito. Andrea rimane comunque in campo a dirigere le operazioni, ma il gioco è spezzettato e il primo tempo si trascina stancamente alla fine.
Ben più vivo l’inizio della ripresa, con Osvaldo e Vucinic che sfiorano il palo, il primo con un diagonale rasoterra, il secondo con una sventola dal limite.
Al 6’ Buffon risponde da campione al destro di Pjanic, mentre Stekelenburg chiude su Matri, che si libera in area calcia sul primo palo, trovando solo un angolo.
All’11’ Conte cambia: fuori Vucinic e Asamoah, dentro Giovinco e Padoin. Non c’è il tempo di vedere l’effetto delle sostituzioni che la Roma passa. Buffon ribatte un insidioso colpo di testa di Osvaldo, ma due minuti dopo non può nulla sulla sassata di Totti da fuori area.
Le tossine di Glasgow si fanno sentire e il pressing giallorosso, portato molto alto, non consente una reazione immediata. Conte allora, dopo averlo fatto esordire in Champions, lancia anche in campionato Anelka al posto di Vidal, passando al tridente.
Il francese ha personalità ed esperienza, arretra spesso a chiedere il pallone per far salire la squadra, ma la Roma è brava a chiudersi e a ripartire in contropiede e creare occasioni per il pareggio è un’impresa.
Un’impresa che, questa volta, non riesce ai bianconeri.
Il tecnico salentino bacchetta i bianconeri: "Ognuno è andato per conto suo e poi c'è chi mi ha detto che se la sentiva di giocare e poi in campo non ha reso". Poi torna a lamentarsi per il calendario: "Abbiamo avuto un giorno in meno per riposare"
OGNUNO E' ANDATO PER CONTO SUO - La squadra però sul campo non ha mostrato quanto fatto vedere in altre occasioni... "Quando non facciamo le cose provate in allenamento, quando non suoniamo lo spartito poi si stona tutti - aggiunge l'allenatore salentino -. Oggi ognuno è andato 'a braccio suo'. Questo mi spiace, mi auguro che si faccia sempre un passo avanti e oggi invece la squadra ne ha fatto uno indietro. Mi auguro che ci serva come esperienza perché è troppo importante per far andare avanti la squadra".
SBAGLIATE LE SCELTE - Conte ha poi spiegato le scelte: "Ho parlato chiaramente alla squadra, ho chiesto che mi dicessero chi non se la sentiva di giocare.
LA ROMA CI HA SORPRESO - Sulla sconfitta, infine, Conte non esclude che possa aver inciso il fatto di sapere poco della nuova Roma di Andreazzoli: "Non avevamo grossi riferimenti, perché alla fine non sapevamo molte cose sullo schieramento. Ha pesato anche questo. Avessimo avuto altre notizie, saremmo stati più bravi e preparati", ha detto ancora.
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