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« Riecco l'ItalJuve: 8 co...Solo un turno a Cambiasso »

30^ 2012-2013 Inter - Juventus 1-2

Post n°993 pubblicato il 30 Marzo 2013 da resistenzabianconera
 

Quagliarella e Matri regalano tre punti importanti ai bianconeri, che riscattano il ko dell'andata. Inter bene nella ripresa ma la vittoria dei campioni d'Italia è indiscutibile. Ora l'atteso appuntamento di martedì a Monaco per l'andata dei quarti di Champions

INTER (3-4-1-2): Handanovic 6; Samuel 6, Ranocchia 6 (21' st Cambiasso 4,5), Chivu 6; Zanetti 6, Gargano 5 (35' st Rocchi sv), Kovacic 6, Pereira 5,5; Alvarez  6 (1' st Guarin 6); Palacio 7, Cassano 6,5. In panchina: Carrizo, Belec, Nagatomo, Schelotto, Silvestre, Jonathan, Kuzmanovic, Benassi. Allenatore: Stramaccioni
JUVENTUS (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 6,5, Bonucci 6, Chiellini 6,5; Padoin 6, Vidal 6, Pirlo 7, Marchisio 6,5, Asamoah 5,5 (18' st Peluso 5,5); Matri 6,5 (29' st Pogba 6), Quagliarella 7 (37' st Giovinco 6). In panchina: Storari, Rubihno, De Ceglie, Lichtsteiner, Marrone, Giaccherini, Anelka. Allenatore: Conte
ARBITRO: Rizzoli di Bologna 5.5
RETE: 3' pt Quagliarella; 8' st Palacio, 15'st Matri.
NOTE: pomeriggio piovoso, terreno in discrete condizioni, spettatori 75.000 circa. Espulso al 49'st Cambiasso per gioco scorretto. Ammoniti Gargano, Pereira, Ranocchia, Barzagli, Chiellini, Giovinco. Angoli 8-3 per l'Inter. Recupero: 1', 4'.

MILANO - Tra Juventus e Inter ci sono adesso ventuno punti di differenza, ma il problema è il senso vero e profondo di questa differenza, è il suo significato. I bianconeri hanno vinto di misura ma esibendo una superiorità inattaccabile, quasi disarmante se non imbarazzante. Se il risultato è rimasto in bilico fino all'ultimo è perché la Juve non ha mai avuto davvero la voglia di affondare i colpi (ha giocato con i guanti, si è tenuta, probabilmente si è risparmiata perché la sfida con il Bayern ormai incombe, e ha tutta un'altra importanza rispetto al derby Italia) e perché l'Inter qualche giocatore buono ce l'ha ed è gente che riesce almeno a incendiare attimi di partita (l'esempio è l'intesa Cassano-Palacio sull'uno a uno), anche se non a decidere una stagione intera. La distanza tra le due squadre, a parte questo, è stata enorme ed è destinata a durare, se non ad aumentare. La Juve ha un gioco collaudato, uomini freschi, ricambi all'altezza, alternative di livello. L'Inter, oggi, l'ha rincorsa con molta buona volontà e altrettanta fatica, ma senza quasi mai starle alle calcagna. Tra i due assetti di centrocampo non c'è paragone, tra certi giocatori il raffronto è stato impietoso: gente come Alvarez, Cassano, Samuel o Chivu gioca un calcio dei tempi andati, ha passo da anni Cinquanta. Non hanno gamba, come si dice adesso: messi a confronti con Barzagli e Chiellin, o con Vidal e Marchisio, ne sono usciti malissimo, mentre s'alzava un velo sulla loro lentezza, sulla loro arretratezza fisica, sul loro logorio. L'Inter ha ventuno punto in meno della Juve, ma soprattutto 6 o 7 titolari in meno (Gargano e Pereira sono inadeguati): è di questo che si dovrà tenere conto, immaginando gli anni a venire.

La partita della vigilia di Pasqua ha detto questo e non molto altro. La Juve l'ha indirizzata subito con il gol di Quagliarella, un destro dalla distanza del suo tipico repertorio (improvviso, violento, ondeggiante) che ha sorpreso Handanovic. L'Inter ha avuto una reazione improvvisa e buona, chiamando al lavoro Buffon in un paio di circostanze, ma alla lunga i bianconeri hanno esercitato un totale controllo delle operazioni pur senza mai far scintillare i canini: hanno giocato al risparmio, è stato evidente. Quando ci sono Matri e Quagliarella, la Juve perde molto a livello di manovra, ma poi ne guadagna in concretezza sotto porta: il 2-1, in questo senso, è esemplare (fuga di Quagliarella sulla destra, cross dal fondo, destro rapinoso di Matri nell'area piccola). I bianconeri, colti di sorpresa dalla rarità di un errore di Pirlo a centrocampo, erano appena stati raggiunti grazie all'invito di Cassano per Palacio, eccellente nell'inserimento, ma hanno impiegato un battito di ciglia a reagire alzando subito il ritmo e dimostrando che, se avessero giocando per 90' al top, non ci sarebbe stata partita, che difatti dopo il secondo vantaggio juventino è praticamente finita. L'ultima immagine è stato il durissimo fallo di Cambiasso su Giovinco che è costato l'espulsione all'argentino, che è poi andato nello spogliatoio bianconero a chiedere scusa: la gara è stata infatti corretta anche se Rizzoli non ha visto due rigori, uno per parte. Ma non sarebbe cambiato nulla.


Il tecnico esalta i bianconeri: «Ma mancano ancora otto gare. Champions? Proveremo a vincere»

«Abbiamo messo un bel mattoncino, vediamo il traguardo». Antonio Conte, tecnico della Juventus, vede lo scudetto più vicino dopo la vittoria sul campo dell’Inter. «Ma sappiamo -aggiunge ai microfoni di Sky- che mancano otto partite e che bisogna stare sempre sul pezzo perché dietro ci sono squadre, come il Milan, che non vedono l’ora di un nostro mezzo passo falso».  

Ora la concentrazione è tutta sulla sfida di Champions con il Bayern. «Andiamo a Monaco con grande entusiasmo e serenità, sapendo che abbiamo fatto il nostro dovere in campionato. Andiamo a cullare questo sogno, sapendo che affrontiamo una squadra molto forte. Ma per noi deve essere qualcosa di bello, un’opportunità per capire a che livello siamo rispetto alle big europee, senza paure o assilli», aggiunge il tecnico bianconero. «In Italia -evidenzia- abbiamo capito che siamo sulla strada giusta, in Europa ci misuriamo con le grandi per capire quanto manca per colmare il “gap” e provare a vincere».  

 
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