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Ricordi di scritturaCome abbiamo imparato a scrivere? Rivisitare il cammino personale di scrittura sarebbe interessante per capire meglio come abbiamo imparato a scrivere e cosa significhi. Se proviamo a ripercorrere il nostro passato scrittorio potremmo rivederci bambini alle prese con le parole mentre cerchiamo di dar forma a pensieri che volano via veloci (i pensierini di un tempo); poi ci rivedremmo un po’ cresciuti intenti a scrivere temi su temi, talvolta sgomenti di fronte a frasi che non tornano, a idee che non ci sono o che si ripetono, non sapendo spesso da dove iniziare. Timore della pagina bianca? Forse. Ma in quest'excursus potremmo anche riscoprire momenti deliziosi di scrittura personale, privata; momenti in cui, trascinati dal desiderio od urgenza di scrivere, ci siamo imbattuti nella magia delle parole, desiderando di metterle per iscritto in più modi. Parole vicine e lontane! Scriviamo per tanti motivi, lo sappiamo bene: per porci in relazione con l'altro, per liberarci di problemi, per sfogarci, per conoscerci, per ragionare, per immaginare, per rappresentare.... "Si scrive come si tende una mano. se qualcuno non l'afferra, quella mano, ci rimaniamo male". Tante possono essere le spinte a scrivere e varie sono le forme di scrittura e le sue pratiche. La scuola non dovrebbe dimenticare tutto ciò: ogni ragazzo ha il suo percorso di scrittura, legato a storie e sensibilità differenti; ognuno di loro necessita di essere accompagnato in questo processo di scrittura e di conquista dello scrivere, partendo dal bisogno e dal piacere di scrivere. Non si impara a scrivere soltanto con il tema! |
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L'INCONTRO CON IL LUPO MANNARO...
Lucia Mondella, venendo dalla filanda, incontrò il lupo mannaro: che, levatosi il cappello, e sdrusciatene le gran piume per terra, andava sussurrandole certe parolette ad orecchio, delle più zuccherose che aveva. Lucia scappò: e raccontò ad Agnese ogni cosa.
Questa favola ne induce a sospirare: «C’est dommage!»
E. Gadda, Il primo libro delle favole Milano, Mondadori, 1995
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