Creato da sarella_7 il 17/04/2007

OCCHI BASSI

sollevando lo sguardo

 

 

Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 12 Novembre 2007 da sarella_7
 

ci sono situazioni, storie, persone, ambienti, che sono paragonabili a una casa.
ho fatto un sogno stanotte.
diciamo che la prima parte del sogno la voglio tenere per me, ma la seconda parte la racconto.
ero con un'amica, e mi portava in questa casa, in collina, nel buio.
non c'era la porta, e bisognava arrampicarsi sul muro, e raggiungere la finestra.
il muro però era sporco, pieno di ragnatele, di crepe..
non mi piaceva, non ci volevo entrare, ma la mia amica mi spingeva, e io ero costretta a salire.
una volta entrata però.. bellissimo. talmente bello che quasi non mi fidavo all'inizio.
luci dorate, veli, fatine, e persone felici.
mi è piaciuto alla fine. ma poi mi sono, ovviamente svegliata.

penso.
penso appunto che ci siano situazioni, storie, persone, ambienti, che sono paragonabili a una casa.
fuori in un modo, dentro in un altro.
se non ci vivi non lo sai. puoi immaginarlo. puoi supporlo. se chi ci abita te lo consente puoi sbirciare dalla finestra. appena appena. scorgere attimi di vita. che sono indicativi. ma anche no.
puoi ascoltare parlare chi ci vive. e anche lì ti ritrovi a capirci qualcosa. ma solo qualcosa. il resto è una fantasia, un procedere per ipotesi. che possono anche essere giuste, alla fine è un cinquanta e cinquanta, no?
ci devi vivere per sapere tutto. per capire tutto. perchè quello che fuori è brutto, dentro può essere bello. quello che fuori è sbagliato, dentro può essere giusto.
e viceversa, chiaro.
forse soprattutto viceversa.
ti può sembrare bello e preciso. quando invece dentro non lo è per un cazzo.
ma alla fine, quando ci vivi, te ne freghi di com'è dentro, o di com'è fuori. ti ci cali. non ci dondoli, no, quello lo fai quando ne esci per un po'. ci scivoli, semplicemente. ti ci adatti. ne prendi la forma, col passare del tempo. ti adegui e ti ci trovi. anche bene, talvolta.
non va bene?


A parte che gli anni passano
per non ripassare più,e il cielo promette di tutto
ma resta nascosto li dietro il suo blu,
e anche le donne passano,
qualcuna anche per di qua,
qualcuna ci ha messo un minuto,
qualcuna è partita ma non se ne va..
A parte che ancora vomito
per quello che riescono a dire,
non so se sono peggio le balle
oppure le facce che riecono a fare
A parte che i sogni passano se uno li fa passare
alcuni li hai sempre difesi altri hai dovuto vederli finire..
Tira sempre un vento che non cambia niente
mentre cambia tutto sembra aria di tempesta,
senti un po’ che vento forse cambia niente
certo cambia tutto sembra aria bella fresca..
A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare
e intanto si allarga la nebbia
e avresti potuto vivere al mare
ed anche le stelle cadono
alcune sia fuori che dentro
e un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento..
Niente paura, niente paura, niente paura
ci pensa la vita mi hanno detto così
Niente paura, niente paura, niente paura
si vede la luna perfino da qui
Niente Paura, niente paura



dov'è oggi nadine?

 
 
 

Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 11 Novembre 2007 da sarella_7
 

pensieri fastidiosi. pensieri che è bene pensare.
pensieri ai quali a volte penso.
sul volere e non potere.
sul potere e non volere.
su quello che si dovrebbe e quello che si fa.
pensieri principalmente notturni.
ragionamenti che arrivano se dondoli bene.
pensieri che scivolano nel buio, alla luce di un pc.
dubbi su ciò che è.
pensieri su ciò che sarebbe se.
progetti e sorprese.
scelte e ruoli.
pensieri nei quali anneghi.
che non ti mollano, che non ti fanno respirare.
pensieri, semplicemente, che è bene pensare.
mi chiedo chi sono, chi sono davvero.
quale delle due.
perchè le due insieme forse
(ma solo forse)
non possono convivere.

sperando che i pensieri vadano e tornino
come hanno sempre fatto.
pensando che i pensieri
servono a mettermi alla prova.
perchè ovunque andrò
voglio essere serena.
o forse.
voglio essere addirittura felice?
pensieri.




 
 
 

Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 06 Novembre 2007 da sarella_7
 

questa bisogna che me la scrivo di getto, perchè sono ispirata ora e non è detto che lo sia ancora fra venti minuti.
quindi ora mi accendo una sigaretta, e poi mi ci butto, di getto, me la dondolo, e sta volta spero anche di scivolare.
ho passato buona parte della serata ragionando a voce alta con amici, di questioni non mie, anche se assurdamente simili, se non nelle meccaniche, nel fine ultimo della cosa.
ho passato la serata ragionando, e mi è capitato di sfogliare un libro, e nel libro ho visto un'immagine. questa.

questo insieme di fotografie di pane gina
si intitola "azione sentimentale".
una serie di spine di rosa vengono inserite nel braccio, e alla fine viene incisa una rosa sul palmo della mano.
ferirsi per diventare qualcuno, qualcosa.
in questo caso rendere col sangue, un arto, fiore.
bellissimo. e sbagliato. forse è proprio perchè è sbagliato che cattura.
solo che a volte ci sono situazioni dalle quali non ci si può far catturare. situazioni nelle quali è necessario essere esclusivamente se stessi, non diventare nient'altro, nessun'altro.
azione sentimentale.
per i sentimenti si cambia.
pensi "quando accadrà questo io reagirò così!".
e lo pensi sempre, lo pensi ogni giorno, e pensarlo ti da gusto, è un pensiero che ti dondoli a fondo quando arriva, perchè ti piace pensare a quanto sarai figo quando finalmente capiterà, e tu reagirai esattamente come hai deciso.
finché quel momento arriva.
e.
e ti ritrovi fottuto. cazzo, non è per niente così che volevi/dovevi ragire, non era per niente calcolato che potessi provare questo, e adesso?
e adesso sei fottuto. perchè iniziano i dubbi, i pensieri, i dibattiti interiori tra te e l'altro, tra i tuoi sarella e nadine.
capisci che nadine deve e vuole fare quello che era già stato deciso. reagire da stronza.
ma sarella è una vigliacca. si fa avanti, su questa situazione vuole proprio dire la sua.
allora iniziano i rimorsi.
"ma se poi tra qualche anno.." dice sarella.
"se doveva essere, sarebbe già stato!" risponde nadine.
"ma ne soffrirebbero!" continua sarella.
"se lo meritano." taglia corto nadine.
e così via, così via, finchè le voci si sovrappongono e si impazzisce nei pensieri.
quando accade questo? quando ci sono in mezzo i sentimenti.
non ci si fa scrupoli quando non ce ne si frega un cazzo. si tira dritto, si pensa solo a noi stessi, e se ne va pure un po' fieri.
ma se ci sono i sentimenti, allora è un casino.
che bisogna fare? non sarò mai io a dire di ignorare i sentimenti. mai mai.
c'è una soluzione semplice però, risolvere il problema aggirandolo, rispondere al quesito non con la risposta, ma con un'altra domanda.
come nei gruppi di giovani cattolici americani, che quando non sai che strada prendere ti devi chiedere "cosa farebbe gesù?". ecco servita la soluzione su un piano d'argento.
chiediti chi vuoi essere.
chiediti se vuoi essere sarella, o se vuoi essere nadine.
non rinnegare la perfezione delle due bilanciate insieme, ma scegli chi delle due ti piace di più. chi è quella che davvero ammiri, quella che ti piacerebbe conoscere per parlarci.
e fai quello che lei farebbe. anche se l'altra dentro urla.
non sarà una scelta definitiva, potrai tornare presto a vivere il tuo dualismo (o trialismo.. si dice?). ma per adesso agisci solo in preda alla prescelta.
a quella che ti piace di più.
sarà la scelta giusta.
ci siamo chiesti cosa farebbe gesù, no?

te l'ho scritta anche non in rosso, per quanto mi piaccia.
solo per fartela leggere senza conseguenze irreversibili alla retina.
quindi vedi di trarne un aiuto. fa la scelta giusta. quella che farebbe nadine.

 
 
 

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 03 Novembre 2007 da sarella_7
 
Foto di sarella_7

la notte vola, il tempo passa veloce, e io sono qui che mi metto a scrivere alle 4 e 23 del mattino, quando tra nemmeno cinque ore mi devo alzare per andare a lucca, e non è mica semplice tutto sommato. anche perchè prima ho da fare. che è quasi più pesante del viaggio in sè. ma amen.
alla fine ultimamente è così, è tutto un po' amen. quello che gira per il verso giusto è grandioso, e quello che va storto è amen. per il karma credo, che poi stanotte ho incontrato marco e franz e mi hanno detto che il gruppo si chiamava proprio "i karma", e io, che mi ricordo "devils words" quasi a memoria, sto nome, "i karma", proprio l'avevo dimenticato.
dicevamo.. amen.
eh già. mi riscopro molto più serena di quanto non lo fossi un tempo.
sarà perchè ormai mi sento molto più sicura di me, mi piaccio, mi vado giusta, ho imparato a dondolarmi ogni tipo di pensiero, e non vivo più con l'ansia di farlo scivolare.
sarà che mi piace come sto diventando, un po' distaccata, un po' più silenziosa. mi piace guardare, ascoltare, non ho più tutta la fretta di un tempo di dire la mia. cioè. un po' si.
ma amen.
sarà che ormai nadine torna quasi tutti i giorni, non più solo le notti. una visita, lunga o breve, la fa ormai quotidianamente, e ci cado bene dentro la dimensione nadine, perchè anche se è un po' psicopatica, anche se è un po' aggressiva e morbosa, sa di essere una gran cosa. sa che se lo può permettere.
fatto sta che quello che non va, è amen.
si. perchè comunque non vale la pena. o forse per qualcosa varrà anche la pena. ma non penso, tutto sommato. quindi perchè sclerare? anche quando sclero è sempre ridendo.
e quando poi vedo che ridono anche quelli con cui sclero.. bè, allora è meglio che amen! è divertente e basta, e ci sta, si, che se andasse sempre tutto bene sai che palle.
quindi ora me ne vo a letto, ma magari prima mi strucco. anzi no. amen!
vado a letto e basta, con la mia tutona, sotto il mio piumone. e me la godo al calduccio. per quanto? quattro ore e mezzo? circa, si. ma amen.
e domani si va. sperando di vedere davide.
che se c'è davide altro che amen.
se c'è davide.. delirio.


 
 
 

Post N° 59

Post n°59 pubblicato il 02 Novembre 2007 da sarella_7
 

devi farlo bene.
è un pensiero che mi dondola in testa, quando sarà la prima dopo il foro.
devi farlo bene, perchè nadine vuole provare. e vuole provare presto, finchè fa ancora un po' male. e si vuole sbrigare, perchè il male è ormai quasi passato.
nadine non cerca delicatezza. vuole agoniare che venga toccato, annegando in un mare di mille carezze lontano. vuole sentire la mano ancora sulla stoffa, lontana dal nuovo gioiello.
e quando verrà toccato vuole che sia venerazione.
nadine vuole un filo di luce, che brilli appena. che venga ammirato.
vuole che venga saggiata (assaggiata) la dimensione del dolore, e che venga stabilita la sopportazione.
nadine non pensa di dover aspettare a lungo, perchè le voglie vanno cavate, nadine scivola.
e la voglia è che venga toccato, mangiato, osservato. vuole che venga provato.
non provato con distrazione, non provato con timore.
nadine vuole che sia qualcosa più in là. del normale.
più in là. provato col gusto di vedere che effetto che fa usarlo. col gusto che da vedere l'effetto su chi lo indossa.
vuole che sia momentanea ossessione, gemito e preghiera. ossessione malata, perversa. affascinante.
assaggiala e poi mangiala. sei capace?
nadine è deliziosa.

 
 
 

Post N° 58

Post n°58 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da sarella_7
 


halloween
31 ottobre 2007
ore 13.00

sono cinque anni che penso di farmelo. ma poi, per un cazzo o per un altro, non mi sono mai decisa.
finchè..
finchè nadine non ha prenotato per farlo, salvo poi lasciare sarella a sbrigare la faccenda.
così mi presento davanti al negozio con le bellissime tende cupe.
dopo una breve e nervosa attesa eccola, la vedo arrivare.
attraversa la strada e io capisco che è lei.
le guance e la bocca pieni di piercing, i corti capelli nerissimi.
mi avvicino a lei, le chiedo "sei tu quella che mi deve forare, giusto?"
lei sorride e si presenta.
sara. come me.
entriamo e sono sempre più agitata.
non mi importa più nulla dell'imbarazzo di farmi guardare.
ciò che temo di più al momento è la pinza.
ma lei mi dice che non ce n'è bisogno, anzi, che per come lo voglio fare io sto piercing la pinza non la si può proprio usare.
così mi spoglio, con ciccio agitato quanto me, che aspetta e guarda i tatuaggi.
sara mette su i sepultura, e io inizio a godermi il momento.
l'ansia che hai prima di forare. terribile e unica. adrenalina che sale.
non è il corpo che si eccita, anzi, fisicamente non c'è reazione. nemmeno mentre mi prepara. anche se è carina..
batticuore respiro mozzato. come quando sai che manca poco a un bacio.
ma la testa parte con immagini di aghi e gioielli, allora torna nadine.
non vedo l'ora che sara usi l'ago su di me, e continuamente le chiedo se è pronta. mi faccio giurare che mi dirà quando sta per forare, e mentre lo giura nadine ride perchè riconosce la menzogna.
la preparazione è fastidiosa e stressante. fa male, e non ho più voglia di aspettare.
piccoli bruciori e piccoli pizzicotti, ma niente aghi, ancora. poi arriva.
fora.
strillo, e tutto è bianco, le cosce si stringono come stessi venendo, e il male mi blocca, e rido e più rido più mi fa male, e più mi fa male più voglio ridere. delirio. pazzesco.
sara lascia passare un po' di tempo mentre mi abituo a questa nuova forma di me.
poi sfila la cannula, e lascia il posto al gioello. e mentre lo fa, mentre stringe la pallina il male scende, e la testa parte di nuovo. capogiro senza svenimento. mi eccito senza bagnarmi.
è mio questo nuovo foro, è mia la sensazione che da la pallina dentro, e sarà di chi sarà la pallina che sta fuori.
pazzesco. e bianco.
ogni tanto capita che impazzisca e voglia forare. nadine. ama.
così eccolo. mio. nuovo. foro. hood.

 
 
 

Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da sarella_7
 

pare che questa sia io. è una versione interessante di me, non c'è che dire. affascinante e malata. scura, cupa. cos'ho sul viso? sangue forse? cera, olio. non so. ma sorrido. è angosciante e cattura come londra vuota. sono piena di occhi, ma per vederli bisogna guardare.
bellissima. mi piace. è un po' nadine. solo un po'.

foto di valiù
modifiche del mat

 
 
 

Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 24 Ottobre 2007 da sarella_7
 

Balla

Femmina come la terra

Femmina come la guerra

Femmina come la pace

Femmina come la croce

Femmina come la voce

Femmina come sai

Femmina come puoi

Femmina come la sorte

Femmina come la morte

Femmina come la vita

Femmina come l’entrata

Femmina come l’uscita

Femmina come le carte

Femmina come sai

Femmina come puoi


 

 
 
 

Post N° 55

Post n°55 pubblicato il 21 Ottobre 2007 da sarella_7
 

IO NON SONO CAPACE

ti regalerò un post dove parlerò solo di come sei quando scrivi. tuo. per quel che è.


si dondola. quando tu scrivi si dondola.
è stare a meno di un secondo da arrivare, e non arrivare mai. che poi è questo che è dondolare.
tu dondoli perchè non arrivi al punto.
si dovrebbe, dondolando, a un certo momento arrivare al punto, scivolare insomma.
come quando sull'altalena tu dondoli sempre più forte, e quando arrivi in alto esattamente dove volevi arrivare, allora scivoli, inizi a lasciarlo, finché non esce fuori del tutto, gocce tardive e lente.
tu non scivoli mai. dondoli e basta.
è il costante elaborare un concetto, un'immagine, una canzone, senza mai giungere al culmine, senza avere una risposta completamente approvata, una risposta anche solo lontanamente completa. non solo. i nuovi dubbi danno spazio a nuovi concetti, nuove immagini, nuove canzoni.
e si ricomincia, se ne dondola un'altro, lo si dondola, dondola dondola. e non sia arriva di nuovo al punto, non si scivola. e ancora un nuovo modo di dondolarsi, e d'accapo, e finché uno di noi non crolla dal sonno, e si smette. ma è brusco. sempre anche quando annunciato.
è come lasciare nel piatto l'ultimo boccone di ciò che volevi. e la cameriera te lo porta via prima che tu lo possa finire.
l'hai dondolato, non lo scivoli.
e se scivolare è umano, dondolarsi è divino.
è il momento sublime dell'attesa dell'atto finale. prima che le luci si spengano, ed i clown, i pierrot si passino la pezza sul viso, e tolgano magia e trucco, tornando alle vite reali.
dondolarsi è il momento, ne prima ne dopo, ma sempre e durante.
sei il moto perpetuo, la risacca sulla sabbia, il respiro, involontario, fino alla morte.

 
 
 

Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da sarella_7
 


fatta bene, fatta da dio, quindi scrivo, anche se domattina la sveglia suona presto, anche se ho troppe cose da fare dopo che avrò scritto, prima di poter chiudere gli occhi. scrivo perchè mi va, e scrivo perchè ciò che ho letto in questi giorni mi ha ispirata. doppie personalità, e malattie.
e allora perchè, in questo spazio fatto di catene, citazioni, visite, commenti e inviti, io dovrei stare a guardare gli amici in maniera sterile?
io decido di bere al loro calice, ne traggo ispirazione.
e racconto anche io di me, come fanno loro in maniera così musicale, ognuno col suo ritmo, chi dondolando, chi scivolando.
giugno/ottobre 2003
è nella malattia, la mia, che nasce nadine.
nasce senza un nome, nasce con una fisionomia vaga. di certo lunghi capelli scuri, con ciocche da albina. di certo pura e cattiva, promessa a qualcosa di più grande.
nasce senza un nome, e questo è bene capirlo.
non arriva tutti i giorni, si presenta per lo più quando sono stanca, quando sono nervosa, quando, semplicemente, non ce la faccio più.
prende il controllo, ed è facile lasciarglielo prendere, perchè se la sbriga lei. hai un guaio?
interviene nadine, ti lascia dormire, e quando ti svegli sei di nuovo sola, tranquilla, e il tuo guaio è steso accanto a te. morto.
arriva quando litigo, e quando litigo è sempre colpa mia, o colpa di dio, perchè se sono nervosa è solo perchè mi ha tolto ciò che era mio di diritto, e a quanto pare non ha intenzione di ridarmelo.
quando litigo arriva nadine. non mi lascia spazio, arriva e si prende il mio posto. potrei provare a spingerla via, e lotterebbe per mantenere lo spazio che ha guadagnato -il mio- fino allo stremo.
potrei provare. ma non provo, perchè amo nadine.
nadine sa cosa dire per ferire.
lo sa, sa di saperlo. e gode nel dirlo. parole volgari in bocca a qualunque donna, sulla bocca di nadine sono dure e cattive come uscissero dalla bocca di un uomo.
feriscono, e fanno di più. graffiano la pelle con le unghie, la grattano fino a sollevarla, ed è lì, quando la carne è esposta e nuda, che gettano il sale, e ridono, e ancora mordono, e graffiano, e bruciano.
quando nadine ha vinto se ne va. lascia sarella, che puntualmente scoppia a piangere, la sarella che era stata, e quell'anno, per il suo piccolo, torna più sarella che mai. fragile, isterica, affranta, depressa, distrutta.
troppo distrutta per far fronte a dolori ulteriori a quelli che deve sopportare nel corpo e nell'anima. sarella che è ben felice che nadine si occupi del resto.
c'è sarella a lottare sul bordo del letto contro il dolore alla bocca dello stomaco, a piangere e dire "non la prendo la medicina, che gli fa male, non la prendo la medicina, che gli fa male".
a sentirsi dire "brava", e pensare che la medicina è l'unica cosa che le importa in quel momento. c'è sarella a non prendere le medicine per il bene superiore.
ma c'è nadine, la primissima nadine, seduta in cucina che sorride a sguardo fiero sostenendo che ha fumato solo 2 sigarette, quando invece ne ha fumate almeno un pacchetto e mezzo.
è sarella a essere intenerita da quello che porta in sè. nadine non ha tenerezza. nadine sente il potere di quello che accade al suo corpo, lo gode, lo venera.
è sarella che sostiene di averlo già sentito, ma è nadine che sa che è troppo presto, che mancano ancora un paio di mesi per quello.
c'è sarella davanti a quel monitor, quando le dicono "mi dispiace".
ma è nadine che chiama i parenti per avvisarli.
che vuole uscire e andare al ristorante la sera.
c'è sarella sullo scivolo al parco, alle 3 del mattino, a pregare la dea che si siano sbagliati.
ma è nadine che lui ritrova quando si sveglia preoccupato ed esce a cercarla.
è nadine che trova il sangue, alla fine, che per fortuna non è arrivato prima che lo dicessero, altrimenti sarella sarebbe morta.
è nadine che -fredda- chiama il pronto soccorso, e li avvisa che sta arrivando.
c'è sarella che passa la notte all'ospedale sveglia, a leggere di un pistolero e un bambino, di un deserto e di un uomo in nero. che si consola pensando che ci sono altri mondi oltre a questo.
ma è nadine che si fa venire a prendere il mattino dopo, e che ricomincia la sua vita come se nulla fosse mai successo.
solo che sarella non regge. non ce la fa. sarella non può far finta che nulla sia mai successo. e quindi quando scoppia, nadine è ben felice di poterle dare il cambio. sarella è ben felice che esista nadine.
non c'è nessuna pausa, quando il male che si poteva sedare solo con la medicina che non si poteva prendere, esplode in tutta la sua grandezza.
è di nuovo ospedale. è di nuovo notte, di nuovo pianto. di nuovo medicina. che ormai si può ricominciare a prendere.
è con le medicine che la mandano a casa, sarella, un sacco di medicine, e poco cibo, niente alcool, niente droghe, niente freddo, niente caldo, niente sole, controlli settimanali, e la promessa di una bella operazione a fine estate.
è nadine che gestisce la cosa. è nadine che ferma la mano di sarella se vuole prendere la cioccolata, è nadine che le fa rifiutare il caffè, che ci starebbe così bene, cazzo se ci starebbe.
è sarella che sopporta gli attacchi, lunghi anche ore, ma è nadine che appena l'attacco passa vuole lo stesso uscire e andare a ballare. andare in campeggio, andare a venezia.
di ritorno da venezia però sarella è da sola.
non sa dove sia nadine.
non sa che nadine è schiacciata da una malattia che, se non diagnosticata e curata in tempo, porta alla morte in 15 giorni. sarella ha sonno, sempre più sonno, sarella dorme al mattino fino a mezzogiorno. dorme un paio d'ore al pomeriggio. e la sera si addormenta alle 9.
sarella pensa che sia normale dormire così tanto, che sia lo stress, che sia che ora è sola 24 ore al giorno, senza nadine, e che quindi debba dormire anche le ore che nadine l'avrebbe tenuta sveglia.
e poi sarella è tranquilla, perchè non sente male, come se fosse guarita.
solo che non è guarita. e se ne accorge di nuovo da sola. sarella senza nadine.
sarella capisce che sta male davvero, male al punto che se andasse all'ospedale la ricovererebbero. e sa che non vuole essere ricoverata quando non solo manca nadine, ma i suoi amici sono in viaggio, e si ritroverebbe quasi senza visite all'ospedale.
così sarella aspetta.
e va all'ospedale solo quando tornano, quattro giorni dopo l'inizio del dolore, sei giorni dopo l'inizio del grande sonno.
e mentre la fanno attendere sono carezze nei capelli degli amici che ha atteso, uno legato a lei con lacci eterni, uno ormai perso, ma sempre caro nel cuore.
sono parole buone, risate ottenute, attese di notizie e arrivi.
inizia il ricovero, valori ottanta volte più alti del normale, dolori strazianti, digiuno forzato.
prima operazione fallita.
inizia la solitudine in mezzo alla folla. amici e volti buoni intorno.
ma sarella dentro è sola, e stata abituata tutta l'estate a essere due donne, e ora è sola.
perchè nadine è schiacciata dal peso delle medicine, del bisturi, delle brutte notizie, delle notti piene di luci e rumori dell'ospedale.
seconda operazione parzialmente fallita. bruttissima cicatrice, risultato ottenuto ma infezione. grave infezione.
ma è col marcio di una ferita sporca che esce fuori di nuovo nadine.
e nadine fa quello che è brava a fare. prende in mano la situazione.
si incazza.
si cambia di reparto, e finalmente si guarisce.
e guarire fa fisicamente più male di essere ammalati, perchè la malattia è tua, è in simbiosi con te, ma guarire è una guerra con qualcosa di estraneo che penetra di forza nel tuo corpo per toglierti qualcosa di tuo.
sono tubi che ti infilano -da sveglia- nella gola, nel naso, nel fianco.
sono tubi che ti tolgono -da sveglia- dalla gola, dal naso, dal fianco.
è cibo ormai non più desiderato, che devi buttare giù a forza trattenendo il vomito.
è vomito che non puoi trattenere, e che sputi amaro come fiele, bruciandoti la lingua, sfondandoti petto e mascelle. sperando di sputare fuori anche il veleno.
è un ago infilato nel braccio. nella spalla. nel polso. nella mano persino, quando le vene ormai sono tutte chiuse.
è guarigione, ed è nadine che guarisce, lasciando riposare sarella.

sarella e nadine sono due donne, che condividono lo stesso corpo, quasi mai la stessa testa.
da meno di un anno nadine ha trovato un nome. il nome gliel'ha scelto sarella, quando ha trovato su un libro la descrizione accurata dell'altra sè stessa.
sarella è sarella, nadine è nadine. e sono la stessa cosa.
nadine odia sarella.
la fanno i ridere i suoi pianti e le sue lamentele, i suoi rimorsi e le sue paure.
ma sarella ama nadine. che ha le palle. che dice quello che pensa. che se non condividi non ti chiede il perchè, ma ti uccide l'anima, finchè non cambi idea.
è nadine che non si fa riufiutare. è nadine che ancora, come sempre, raddrizza le cose sbagliate.
nadine. nadine. quanto amo amare nadine.


 
 
 

Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da sarella_7
 

prendo spunto dall'invito libero di "ettore".
una catena sul mio blog. strano davvero. ma mi piace questa catena, mi piace perchè parla di ricordi. e senza ricordi non esistiamo. cioè.. non che io esista. ma eviterò questo discorso in quanto non propriamente in topic.
la catena si intitolerebbe le 5 date più belle da ricordare. io la faccio mia, e tolgo il "belle". 5 date da ricordare punto. belle o brutte che siano, 5 date. poi vedremo.
ok, dai, parto. ho cazzeggiato 20 minuti cercando un'immagine adatta, ora lo fo e basta, così.

16 maggio 1994
è morta la mia mamma.
io me ne stavo nella camera dei nonni, a giocare con matteo s. e l'elena g., matteo, grande amico, l'elena invece mi è sempre stata un po' sul cazzo.
fatto sta che entra il nonno, e mi dice che dobbiamo andare su all'ospedale. strano strano strano.
all'ospedale ci intercetta gianni, e ci porta a casa.
ho chiamato la lalla, gliel'ho detto io. poi mi sono fatta passare manuel, e lei mi ha detto "non glielo dire!". e io gli ho detto solo "manu, lo sai che ti voglio bene, vero?"

marzo 2000
inizia il perdiodo più disastrato e felice della mia vita, che si concluderà a febbraio 2001.
amici, tanti, un gruppo di forse 30, poco meno. io la leader. non l'ho mai chiesto, l'hanno scelto gli altri. che poi leader è un parolone, però collante si, ero io il collante di tutto, e questo mi faceva sentire speciale.
canne, tantissime canne, e alcool a fiumi. zainetti persi, autografo della klary al mercato. amori e litigate, la musica della solita cassetta, e ugo appenso a testa in giù. fare le 4 del mattino con castoro a parlare dell'argentina, e le segnalazioni della polizia. la numero 4, l'iti, il palazzaccio e di nuovo la numero 4. tornare a casa solo per mangiare/dormire/cagare come i cani.
staccionate che volavano alla noce di benevento, poster attaccati con lo sputo. gonne alzate e campi parrocchiali. punizione esagerata e pompini. gran ricariche del cellulare, gran giri in motorino senza casco.
un finto fidanzato, un vero fidanzato, e un fidanzato che avrei voluto.


1-15 settembre 2001
oxford. la vali. due settimane di delirio anglofono, scuola e passeggio, gatti grassi e bellissimi mariti obesi. sveglie impostate a volume minimo, risotti alla frittata e ketchup buttati al di là del muro. amori e amicizie, benton e tom, craig e la fede, juan carlos e julien (il colombiano e il francese). e karim che perde il portafoglio, e il pusher con l'erba nel calzino che scoppia a ridere e annuisce (vale, come si chiamava? a me sembra joan.. bo?). l'undici settembre alla bbc e non capire un cazzo. le telefonate a pucce e a emy per dire "se vi chiamano in guerra sposateci!".
e i 38 pound spesi in malboro, e tutto, tutto, tutto, 15 giorni 24 ore al giorno, tutto. e i pianti al ritorno, il non sentirsi più adatta. che non è ancora passato.

29 marzo 2002
stacco mi molla. vado a piangere dalla giulia. che però dopo un'ora non ne può più. e chiama pucce. che mi porta a spasso al monte.
piango e dico "poteva almeno darmi un bacio". pucce risponde "se è un bacio che vuoi te lo posso dare io".
emiliani che mi scrive "che fai?" io che rispondo "sto per andare con pucce". lui che risponde "baracca!".
e poi metropolis per 9 minuti (o quanto cazzo dura) e "se ti fermi adesso mi incazzo davvero".
quasi sei anni e non si è ancora fermato. grazie a dio.

6 giugno 2003
lui nel letto che mi dice "ti amo. vi amo. vuoi un anello?".
ma poi l'ho perso. e l'anello non mi entra più. ma per quel momento. per quel momento è valso la pena di vivere.

e poi ce ne sarebbero altri, prima, dopo. altri mille, e mille anni ancora. mi è piaciuto fare sta cosa. e mi sa che la rifarò.

per ora la palla la passo solo ad "anto".
se poi va di fare questo gioco a chiunque altro passi da qui.. fatelo. è bello. è bello da fare. molto più bello di quanto sia bello da leggere.




 
 
 

Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da sarella_7
 

adesso faccio una cosa strana che di solito non faccio. racconto cosa mi è successo ieri.
se non ve ne frega niente.. bè, decisamente peggio per voi, perchè è qualcosa che riguarda tutti. o almeno. riguarda gli alieni. i robot possono tranquillamente passare al blog successivo, io qui non ce li voglio.

una persona (dicesi anche donna di mezz'età, bionda, gonna al polpaccio, occhiale da segretaria, collane e acconciatura da classica moglie di uomo ricco), una persona, una professoressa di sto gran cazzo, una puttana insomma, mi ha CLASSIFICATA.
dall'alto della sua cultura in psicologia mi ha fatto una semplice domanda -cosa hai fatto ieri sera?- e, prima che io potessi risponderle mi ha detto di aver capito che tipo fossi. "ora puoi tornare a sederti".




"cenestesica". ovvero una persona che basa le proprie esperienze principalmente sul tatto.
toccano per capire se gradiscono qualcosa, come si fa col le maglie al mercato.
amano essere toccati. provano con le mani.
puttana? sono spiacente per te.
non corrispondo affatto a questa tua descrizione.
odio essere anche solo sfiorata, se non da una persona con la quale ho una grande intimità, ma a volte anche no..
non tocco nulla se non sono costretta dal compito che sto svolgendo. sono schizzinosa nel toccare cose non mie. non mi incuriosiscono le sensazioni tattili.
puttana? mi dispiace un sacco dirtelo. direi che sono decisamente più "uditiva".
odio il rumore, vivo costantemente con un sottofondo musicale. mi ricordo quasi tutto ciò che mi è stato detto - poi ovvio che quando litigo vinco io - uso la voce, le parole, per punire chi mi offende. nulla mi eccita di più che sentire qualcuno che respira, che geme.
puttana? ora forse rimarrai quasi scossa.. ma mi dispiace, credimi.
non credo alle tue stronzate.
non esistono persone cenestesiche, uditive, visive.
non sono nemmeno uditiva quindi. perchè io sono solo io.
puttana? forse tu potrai anche essere visiva, come ci hai detto ridendo la tua risata sgradevole.
ma sai che ti dico? che sono tutte stronzate da strizzacervelli del cazzo.
non sono un robot, e mi auguro di non essere la sola che non lo è.
non mi faccio classificare perchè non appartengo a classi.
non sono uno standard, non sono un numero, non sono una figlia del matrix.
mettimi in un gruppo, e ti sembrerà di giocare ad una partita particolarmente facile di "trova l'intruso".
puttana? riconsiderati. stai sparando cazzate.
non ne trovi uno che sia uguale a un altro se vieni dove sto io.
non ci sono robot nel mio mondo. non eseguiamo quando ci comandate.
siamo alieni, siamo diversi, puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi.
perchè no. davvero no.
non saremo mai come voi, non saremo mai come voi, siamo diversi.

 
 
 

Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 08 Ottobre 2007 da sarella_7
 


insomnia - kaos
di nuovo ossessionata per una canzone. di nuovo heavy rotation.
niente di dolce e carino questa volta. niente baci, seni, labbra. niente dondolii, niente scivolate.
dentro quella stanza non è tutto come sembra
e certo. e quando mai lo è.
lo diresti, vedendomi sotto il mio piumone, accanto al mio uomo, che ho gli occhi aperti?
che ci sono ancora immagini estive accovacciate e pronte a balzare, per mordermi la gola?

se sulla sedia dove stanno i tuoi vestiti sono apparsi strani volti che guardi con occhi vuoti può darsi che non sia solamente fantasia
ne basta uno di volto strano. è diventato il mio boogy man. il mio uomo nero. e non lo è per niente fantasia. lui è li. e io non lo so che cazzo vuole.
perché stanotte il buio saprà parlare ed userà argomentazioni che non puoi affrontare
il problema è questo, no?
se fossi fatta probabilmente sarei anche abbastanza pazza per elencarle ste cazzo di argomentazioni.
ma non lo sono, le tengo per me. che c'è solo una persona nell'universo che le sa. avrà avuto freddo?

il tuo obiettivo è sopravvivere, il suo è farti impazzire
pazza pazza pazza. è così che ne esco, quando arrivano quei pensieri, e li voglio scacciare, e se mi sembra di riuscirci è solo una mera cazzata (ma quanto sarebbe più poetico chiamarla mera illusione), mi faccio coraggio, chiudo gli occhi, ma niente, è ancora lì il mostro che vedo, e lo è un mostro, anche se altri non lo direbbero.
mentre guardi nel passato ricordi che era meglio riuscire ad aver scordato
scordato? ho davvero mai scordato? e pensare che mi sembrava proprio di sì.
perché stavolta niente è come l'aspetti nel buio tu cammini con me come gli spettri
che qui quasi mi viene da ridere, perchè sembrerebbe che sto tipo mi abbia spiata dalla finestra. ce lo vedo anche, con quegli occhi strani. cammini con me come gli spettri? sono anche io uno spettro? è quello che succede a chi non lascia dormire i morti?

è solamente un'altra notte ad occhi aperti

dimmi che daresti adesso pur di addormentarti

questa notte il buio sa parlare
e mai come stanotte il tempo va al rallentatore.
è solamente un'altra notte ad occhi aperti

dimmi che daresti adesso pur di addormentarti

questa notte il buio parla piano e mai come stanotte
il giorno appare più lontano


non arriva mai la mattina. mai. e quando sembra che stia arrivando capisco che al mattino resterò sola. e che, se per caso, mi dovessi svegliare con quel pensiero, sarebbe il panico, sarebbe il pugno nella bocca dello stomaco, sarebbe cazzo che cos'ho sto morendo, sarebbe sudore freddo, sarebbe la bocca asciutta.
e allora chiedo a qualcuno di svegliarmi, alle 9, alle 10. da quanto starò dormendo? due ore? tre? fa niente. meglio così.
la notte, la notte. ti vengo a cercare.
dove sei?

 
 
 

Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 07 Ottobre 2007 da sarella_7
 

ciò che avviene sul divano lo definisco un assaggio. la posizione
è insolita, quello che fai è delizioso. ma è un assaggio, nulla di più, nulla
di meno.

ti mando in camera, e prima di alzarmi e raggiungerti
aspetto che la luce che vedo sotto la porta sia spenta.

mi alzo. attraverso nuda il corridoio. il fumo e il buio mi
rendono la dea, ed è nelle sue vesti che agirò. avrai modo di accorgertene.

un piede davanti all’altro, i capelli che accarezzano le
spalle. entro silenziosa come un gatto, e come un gatto salgo sul letto.

ti cerco senza mani, con la bocca.
ma mi giri, ed entri dentro. subito. mi mordi l’orecchio e
io alzo i fianchi, e arrivi in fondo.

ti muovi piano piano e io inizio a sentire. si dondola. si scivola.
tu scivoli. fuori.

e provi a farmi credere che l’hai fatto per farmi impazzire.
bugia. ti ho eccitato troppo, e non volevi finirla qui. bravo.

faccio per girarmi, ma con la mano mi spingi in giù, mi
mordi la schiena.

ora ti ho, una mano sotto, l’altra sopra. mi baci le gambe,
dai colpi decisi con le mani, e io potrei morire, vorrei morire, muoio.

rimani per sentirlo, e quando finisco ricominci talmente
piano, talmente bene, che muoio di nuovo, e lo sai, e lo prendi.

sono la dea, e tu hai pregato.
uso la bocca, e quando tu mi dici di smettere io continuo,
ed è lì che capisci cosa ho intenzione di fare, come ti voglio far morire.

muori e io ti appoggio la testa sulla pancia, ti lascio
toccare il mio seno, poi mi metto sotto le coperte, accendo la luce.

 
 
 

Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da sarella_7
 

è l'acqua calda che cade sulla testa, cola lungo la schiena. odore di sapone e sapore di metallo. occhi chiusi e pelle d'oca. è acqua bollente, è aria gelida, è pelle d'oca.
è l'abbraccio di un asciugamano, ruvido e conosciuto. sono gocce che cadono a terra.
il pettine che districa nodi di bugie, per fare spazio a dita che renderanno i capelli riccioli capricciosi.
adesso è aria bollente, e punte dei piedi fredde.
ciocche di capelli scuri che volano davanti, sugli occhi.
gambe perfette, per me.
è la linea nera che traccia il contorno degli occhi, così vicini allo specchio che conti le paglie, ne scorgi le sfumature, oro sul verde.
compie un giro perfetto, lentezza e decisione.
le ciglia separate, colorate, lunghe.
le labbra rosse. decise.
un po' da puttana.
biancheria nuova, i soliti vecchi, bellissimi jeans.
la maglia doom, mai asciutta, mai, sempre pronta solo all'ultimo momento. le scarpe rosse, puttana sopra, puttana sotto.
mi guardo allo specchio e sono perfetta. mi sorrido, mi bacio, mi tengo il broncio. mi vedo bellissima, e so mentre mi vedo, che nemmeno due occhi innamorati mi vedranno mai bella come lo sono sola con me stessa in questo momento.
la crema, il profumo. bella. bella e morbida, senza bisogno di ricevere carezze per verificarlo.
bella per me. perfetta per me.
con l'orecchino riapro il foro all'orecchio, e il male che provo, la smorfia che faccio, mi rende ancora più bella.
mi guardo ancora. chiusa nel bagno, davanti allo specchio.
ancora solo un minuto in cui sarò bella solo per me.
ovvio che una donna passi lungo tempo allo specchio. se sa guardarsi, riesce davvero a vedersi per com'è. bella di essere donna, bella per un rossetto rosso.
e ora si va, mi giro, perdo la mia immagine, comincia l'atto primo.

 
 
 

Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 05 Ottobre 2007 da sarella_7
 


io sono una dea.
non puoi chiudere gli occhi, devi leggermi. quindi abbassa la luce. ricerca il silenzio. la calma.
respira piano e lentamente.
fermati ad ogni respiro, piano, e sentiti. non ti muovere. senti le mani. lo spazio che occupano. il collo. la nuca, le ginocchia, l'ombelico. e lo spazio che occupano. il tatto dell'aria.
ad uno ad uno, sentili.
respira piano. li senti?
ora chiudili gli occhi, ma per un solo momento.
fatti accecare dal filo di luce che hai lasciato, quando li riapri.
inizi a sentirmi?
sono dita che scorrono lungo la schiena, leggere. scendono e disegnano strade di pelle, asciutta, liscia.
che sfiorano le ciglia di occhi aperti.
punta di dita che contano i capelli, uno ad uno, sentile.
sono sospiri appena accennati, mormorii di frasi non dette, respiri di parole. qualcuno, a volte. dentro l'orecchio. lettere desiderate a lungo, che vengono pronunciate sempre più velocemente, una ad una, sentile.
sono profumo di shampoo, di pelle, di olio di mandorle. sale e sudore. ad uno ad uno, sentili.
sono
cioccolato sopra, miele sotto, sapori mischiati, da riconoscere, ad uno ad uno, sentili.
inizi a sentirmi?
seguimi ora.
impara a dondolare.
a gustare ogni istante, ogni centimetro di un desiderio. a farlo crescere senza farlo scoppiare.
puoi avere tutto ciò che vuoi. sono una dea.
desidera e aspetta. mentre aspetti dondola. sentilo crescere, fuoco bianco, fare la brace per la fiamma che arriverà. se saprai aspettare.
e mentre dondoli vedi. senti.
vedi gli occhi che si vogliono chiudere, ma che devono restare aperti.
dondoli e senti le dita sopra la schiena.
dondoli e senti parole dentro l'orecchio.
dondoli e senti l'odore della pelle.
dondoli e senti il miele.
uno alla volta. se dondoli li senti.
non hai voglia di scivolare adesso?
io sono una dea.

 
 
 

Post N° 47

Post n°47 pubblicato il 03 Ottobre 2007 da sarella_7
 
Tag: nadine

Io non miro con la mano;
colei che mira con la mano ha dimenticato il
volto di suo padre.
Io miro con l'occhio.

Io non sparo con la mano;
colei che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre.

Io sparo con la mente.
Io non uccido con la pistola;
colei che uccide con
la pistola ha dimenticato il volto di suo padre.

Io uccido con il
cuore.

non so che devo fare.
ho la testa incasinata, e sono incazzata nera.
sono offesa, indignata, triste, e non lo so, mi voglio vendicare, ma come potrei? non mi faccio problemi morali, semplicemente non saprei che fare.
ma bisogna mantenere la calma.
occhio.
mente.
cuore.
ho dimenticato il volto di mio padre, e ne vado fiera.
ma non ho dimenticato quello dei miei padri.
e non userò la mano, non userò la pistola.
occhi, mente e cuore.
non ti permetto di dirmi una cosa del genere.
non ti permetto di mentirmi.
non ti permetto di toccarmi.
occhi, mente e cuore.
devo restare lucida.
e la mia vendetta sarà tremenda.
sono una dea. sono un idolo.

quando mi guardi devi temermi, quando mi chiedi ti devi inginocchiare.
non ti permetto di toccarmi.
non ti permetto di considerarmi instabile.
sono una dea. mi comporto come voglio.
se non ti va, via da me.

 
 
 

Post N° 46

Post n°46 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da sarella_7
 

mal di testa cattivo, che non passa. magari se passasse non sarebbe così cattivo. ma non passa e amen. rimedi farmacologici inutili a quanto pare, così passo a quelli naturali, di natura non propriamente legale, che il mal di testa di certo non te lo fanno passare, ma almeno non ci penso, e butta via, poi quando mi svanisce l'effetto rido anche di meno, ma finchè è così bene, al dopo ci penso dopo.
unico effetto collaterale dei rimedi naturali: scrivo. eeeh non si può mica avere tutto.
stanotte ho riso (ye), ma ora scrivo e cazzi miei, cazzi di chi legge, cazzi di chi commenta, cazzi e basta.
voglio il pc portatile, che posso scrivere sul letto, sotto il piumone, accanto al gatto.
che arriva il freddo, e che vuol fare, c'è anche il sole, ma è freddo freddo freddo cazzo.
voglio sclerare sotto il piumone, grosso che non entra il lavatrice, che lo devo lavare a mano, ma che divertimento.
(sara? ma la lavanderia no? eeeeeeh...)
ma quando si asciuga poi è caldo, morbidoso, e piumonoso, e pesa, cazzo, pesa da quanto è grosso, e te lo senti lì, sulla schiena, peso gradevole, al riparo, sopra il letto, sotto il piumone, accanto al gatto.
che fuseggia, ovviamente, mica a me, alla camera, in camera, gatto odioso, diventa un tesoro, mi impasta, fuseggia, mi sbatte la testa sul muso (il mio) perchè vuole i baci. mi impasta.
che se gli canto si addormenta, e che se smetto di cantare apre gli occhi gialli e mi guarda male.
e lo senti, il gatto, caldo, morbido, vivo, soprattutto vivo, che ha scelto di amarti, che i gatti non sempre lo scelgono, ma lui, strano, si è innamorato di te, e gli piace stare così, al caldo, se fuori è freddo -e cazzo, freddo lo è- sul letto, sotto il piumone, accanto a te.
il letto che sembra quasi un isola.
grande grande, o sono io che forse sono bassa, ma non arrivo a toccare il fondo con i piedi, obliqua, verticale, orizzontale.
ovunque mi giri è letto, e fuori è freddo, e mi piace stare al riparo del letto, che è un'isola.
sotto il piumone, accanto al gatto.
niente letto comunque. me ne sto qui alla scrivania, e al letto al piumone al gatto ci penso solo.
ne scrivo, li sento, sento il peso del piumone sulla schiena, ma non ci vado.
li immagino.
dalla mia mano ai tuoi occhi.
e intanto è un piacevole scoparsi la testa, lo desidero, lo ricamo, ma non me lo do.
piano.
piano.
prima dondolerà, poi scivolerà.
piano.
e finchè dondola è stare qui, è helter skelter che esce dalle casse del pc, che fa dondolare, o si, si dondola. è far crescere la voglia con le parole, che non c'è di meglio, ah no, siori.
è il mio posacenere pieno di cicche e schifo. pezzi di carta, plastica di sigarette.
sono i biscotti messi lì per sicurezza, fosse mai che arriva la chimica. e fosse mai che debba alzare il culo per andarli a prendere in cucina, mentre dondolo.
boscotti di sfoglia, con la cioccolata, briciole sulla tastiera.
è la lampada rosa che mi accieca, ma quella avevo, e mi piace pure.
è il ventilatore, che occupa spazio, ma mica lo tolgo, chissenefrega, magari a novembre torna il caldo.
è l'astuccio di harry potter, che contiene i mille segreti.
è l'hard disk esterno, che una volta suonava, e chi se lo ricorda lo sa.
con la luce del pc, mentre di qua è freddo.
mentre mi dondolo ricamandomi in testa, negli occhi, sulla pelle, il letto, il piumone, il gatto.
ma helter skelter è finita.
scivolo.
dopo assermi dondolata, scivolo. vado a letto. mi metto sotto il piumone. faccio entrare il gatto.

 
 
 

Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da sarella_7
 

cazzo che palle. ci siamo di nuovo?
ancora quella voglia di leggere, trovare cose, che però non ci sono. e che posso fare allora se non mettermi a scrivere?
mi piace chi quando parla mi cattura.
mi piacerebbe suonare qualche nota semplice su un pianoforte, e che qualcuno si sedesse accanto a me dicendo "posso aiutarti?".
mi piace quando al mattino fa freddo, e sono sotto le coperte. poi qualcuno mi sveglia al telefono, e si resta a parlare mezzi addormentati.
mi piace rileggere storie che ho già letto.
e mi piace quando sono stanca immaginarmi nel libro.
mi piace il ka, mi piace perchè se è ka arriva come un vento.
mi piace non essere fatta per questo mondo, mi piace perchè ci sono altri mondi oltre questo, e prima o poi troverò la porta giusta.
mi piace guadagnarmi quello che voglio.


non mi piace chi mi contraddice. mai.
non mi piace che non arrivi quello che mi aspetto.
non mi piace la musica a volume troppo basso.
non mi piace capire le parole di una canzone senza leggere il testo.
non mi piace quando non ho da fumare, e scrivo come scrivo adesso.

il grande disse che nella vita di tutti prima o poi arriva il poliziotto che ti fa smettere.
ma la prima volta che passa ti avvisa.
sono già stata avvisata.
e non voglio smettere.
di fare ogni cosa sbagliata che faccio.


 
 
 

Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 29 Settembre 2007 da sarella_7
 

Sweet little words made for silence

Not so young, heartfelt love not heartache

Dark hair fall, catch in the wind

Light the way, the sight of a cold world

Kiss,

While your lips are still red

While he's still in silent rest

A bosom is still untouched

Unveiled on another hair

While the hand's still without a tool

Drown into eyes while they're still blind

Love while the night still hides the withering dawn

First day of love never comes back

Compassion, its power's never a wasted wrong

The violin, the poet's hand

Every thawing heart plays your theme wïth care



Piccole, dolci parole composte per il silenzio

 
Non una parola
 
Per un cuore giovane d'amore
 
Né struggimento
 
capelli scuri raccolti nel vento
 
Non coprono la vista di un mondo gelido
 
 
 
Bacia,
 
Mentre le tue labbra sono ancora rosse
 
Mentre lui ancora riposa in silenzio
 
Riposati mentre il suo seno è ancora puro
 
Scoperto
 
Stringi un'altra mano
 
Mentre è ancora senza strumenti
 
Perditi in occhi, mentre sono ancora ciechi
 
Ama, mente la notte nasconde ancora la sua devastante alba
 
 
 
Il primo giorno d'amore non ritorna mai
 
Un'ora di passione non è mai un'ora sciupata
 
Il violino, la mano del poeta
 
Ogni cuore che si disgela suona con cura la tua canzone


che bella questa canzone. era da tanto che non sentivo qualcosa così.
è perfetta, la voce, la viola.
le parole. dolce, sensuale.
fa perdere la testa. la ascolto e non capisco più nulla.

 
 
 

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