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Capitana Cimpa, terrore dei sette mari

Post n°2608 pubblicato il 27 Maggio 2020 da paperino61to

Abbiamo tutti noi sentito parlare di corsari, bucanieri, filibustieri, molti di voi sicuramente hanno visto i film di questo genere. I suoi illustri colleghi vanno da Sir F. Drake, E.Teach detto Barbanera, F. L’Olainnes detto l’olandese volante, H.Morgan, Calico Jack e le donne voi direte? Sino ad ora si sapeva solo di due donne , la cinese Ching Shih e Anne Boy, ora grazie a Paperino si è saputo anche di questa madame Cimpa, ma quasi nessuno ha mai sentito  parlare di questa signora, vero terrore dei sette mari.

Paperino è venuto in possesso di una copia di un giornale chiamato “La voce dei pirati”  del 1750 ( e mi ha chiesto di poterlo condividere con voi), si scopre che codesta signora imperversava in tutti i mari, compreso laghi con annesse baite, innalzando la sua terribile bandiera: una bottiglia su sfondo nero.

Il suo vascello era chiamato Fuffi. Un vascello di colore viola, veloce e armato di ben 14 cannoni, tutti quanti rigorosamente con dei fiori dentro. L’equipaggio da come riporta il cronista, era composto da quindici uomini, non sappiamo se seduti sulla cassa da morto a bere del rhum, come recita una loro famosa canzone.

Nell’articolo ci sono diverse interviste riportate a questi uomini in merito alla loro vita a bordo. Al mozzo Eddie “Iron” Maiden , viene chiesto del perché il vascello era di colore viola, risponde: “ Amico tu avresti solcato i mari con una nave di color rosa? Io no! Un giorno arriva al porto la capitana, con un carretto pieno di bidoni di vernice, una parte di colore rosa e l’altra viola. Ci domanda: ragazzi che colore scegliete? Ovviamente il colore della nave va poi di pari passo con il colore dell’uniforme!”.

“Vero, andò proprio così!” fa eco il cuoco di bordo, un certo  Gigì Cavaqualcosa, di origine napoletana, proseguendo dice: “ Ti dirò, andare all’abbordaggio vestiti di un completo rosa non è certo il massimo per dei pirati. Immagini le risate che avrebbero fatto le vittime? Guarda…arriva Froufrou, ma quant’è carino…ma quant’è bellino”.

Solo un certo Jonathan soprannominato Grande Fratello era a favore, ma viene messo a mollo in un bidone di aceto per una decina di giorni, fino a quando cambiò idea ed accettò il viola.

“Certo anche con l’uniforme viola non era il massimo, ma giungemmo ad un accordo con la capitana, solo i pantaloni erano di quel colore, le maglie potevano essere di qualsiasi colore. Questo accordo fu siglato grazie al sindacato della Confraternita della Tortuga, che Dio lo abbia in gloria”.

Il cronista racconta anche de curioso nome data alla capitana: Cimpa.

“Il soprannome le fu dato, quando la salvammo da una triste morte. Era alla deriva con un pedalò nel mare dei Sargassi, l’aveva preso in noleggio al bagni Gabibbo di Bergeggi. Portata a bordo, il nostro capitano disse di distenderla sul letto della sua camera, e il medico chiamato ordinò di portare dell’acqua, era disidratata”.

La testimonianza di Morganetto, pro zio del famoso Morgan cantante/musicista: “La donna al sentire nominare la parola acqua, balzò in piedi come una furia, afferrò il medico, fissandolo con due occhi che lanciavano fiamme e disse : “L’acqua va bene per lavarsi..forse…e non ne sono manco sicura. Se avete del rhum, gin o qualsiasi cosa che sia superiore ai 40 gradi va bene, altrimenti andate al diavolo”.

Il capitano rispose che avevano saccheggiato una nave di alpini la: Ergo sum alpin proveniente da Trento, a bordo c'era un carico di bottiglie di grappa . La donna saltò dal letto e andò nella stiva, ritornò dopo un paio d’ore, con la sorpresa di tutto l’equipaggio non era ubriaca per nulla, da allora fu chiamata Capitana Cimpa.

“Prese il posto del capitano, quando quest’ultimo fu azzannato da una tartaruga delle arcipelago delle Galappos. Il povero diavolo non si accorse che si era seduto su una di esse, e questa, stufa del suo pesante fardello si incazzò, mordendolo…esatto proprio in quel punto. Il capitano urlò come un forsennato scappando dentro la foresta con la tartaruga attaccata, andammo a cercarlo ma non riuscimmo a trovarlo. Pace all'anima sua”.

Uno delle caratteristiche di quella ciurma terribile era il loro grida di battaglia: “ Trinca, Trinca, con la Cimpa andiam a conquistar”.

“Mettevamo i brividi alle vittime, avevamo sete di conquista, di sentire l’odore del sangue, della polvere da sparo…peccato però che i cannoni facevano da fioriera: abbellisce la nave, rispondeva la capitana!”.

Interviene un uomo dell’equipaggio, soprannominato la Pulce d’acqua: “Il giorno in cui attaccammo una goletta napoletana, sparammo rose rosse, non c’eravamo più ricordati che avevamo messo dei fiori dentro le bocce dei cannoni, immagina la figura che facemmo".

“ Ricordo, anche che un certo Ranieri di Napoli, che cantava al Bar di Porto Alegre ci cantò sopra prendendoci in giro? Rose rosse per te ho comprato stasera Cimpa cara mia…imbarazzante!”.

Una domanda del cronista fu se la capitana Cimpa avesse avuto degli amori.

 

  “Si, ne aveva avuti, ma uno in particolare le faceva battere il cuore, una certa Viola. Rimanemmo stupiti, siamo pirati aperti a tutto, ma insomma, ci sembrava una cosa strana…poi venimmo a sapere che la viola era una certa squadra che correva dietro a un pallone inutilmente, visto che da quello che ci raccontava manco il torneo di San Bidone , riuscivano a vincere”.

“Vero, credemmo che amasse un’altra donna, tanto vero che le presentammo Miss Tortuga, una bellezza creola, che non apprezzava molto gli uomini…rischiammo grosso, credimi, amico molto grosso”.

“Ci fece mettere tutti in fila sul ponte della nave, poi con la spada in mano domandò chi fosse stato l’idiota di presentargli quella donna :”Non abbiate paura, rispondete, giuro che non vi farò nulla…al massimo un colpo secco…zac…e il vostro inquilino di sotto cadrà per terra, non sentirete nulla, credetemi vi amo troppo per farvi soffrire!”.

“Nessuno di noi rispose, ci salvammo solamente perché dall’alto della coffa, la vedetta gridò: “Nave in vista…nave in vista”.

La carriera di Capitana Cimpa durò  fino a quando in una betola della Giamaica, trovò un certo chitarrista che suonava musica locale di nome Marley detto el Rasta, che la impalmò dopo un paio di giorni di permanenza sull’isola. Da allora la donna appese al chiodo la spada e rinunciò per sempre alla pirateria.

L’equipaggio rimasto orfano, decise anch’esso di lasciar perdere quell’attività così redditizia, avventurosa si ma anche molto pericolosa.

Alcuni divennero allevatori, altri invece aprirono dei negozi dove si vendeva la famosa “erba” della Giamaica, altri ancora divennero della star dei reality di allora: “Abbordaggio senza paura” o come “ Pirati live “ condotto da una certa Barbara D’Orsetto, famosa conduttrice di Tele Menga 5.

Questa è la storia della  Capitana Cimpa, una donna pirata che solamente grazie a questa copia de “La voce dei Pirati” si conoscono le sue gesta. Una donna che faceva gelare il sangue ai suoi nemici, ma nel contempo anche bollirlo visto la sua bellezza non indifferente.

 

 

 

 

 

 
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