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Vacanza con delitto( 11 capitolo)

Post n°2678 pubblicato il 23 Novembre 2020 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi si trova suo malgrado( essendo in vacanza a Loano con la fidanzata) ad aiutare il maresciallo dei carabinieri Rimaudo, suo vecchio amico. Il maresciallo non convinto del suicidio di Sabrina Virgilio riapre l'inchiesta. I sospetti vanno su alcuni clienti dove la ragazza lavorava: Ripa e Lenzini. Entrambi hanno un alibi per la notte del delitto. Su Ripa si viene anche a scoprire che ha un amante: Lisa Beretti.

Berardi e Rimaudo vogliono interrogare l'alibi di Ripa, una prostituta che si fa chiamare Renata ma il suo vero nome è Gianna. La ragazza è scomparsa da giorni e la tenutaria del bordello è reticente ed impaurita a dire qualcosa. Fa il nome di Ricardi, boss della zona. I due riescono a risalire a Gianna grazie a una collega della ragazza: Lea. Riescono a convincere Gianna a parlare, solo in cambio della protezione alla madre e alla sua amica. I due acconsentono. Al ritorno a Loano, Berardi spiega il piano per salvare Lea dalle ritorsioni di Ripa e soci: farla arrestare sotto una falsa accusa e portarla a Torino; la ragazza acconsente di partire, sotto la scorta di Tirdi e Perino. Inoltre la tenutaria del bordello, la signora Agnese al sapere che l'amico del maresciallo è il commissario Berardi si convince a fare denuncia di Ricardi dandogli i cognomi dei suoi amici e delle loro vere attività.Rimaudo domanda al prefetto la perquisizione dell'alcova di Ripa che nel frattempo era stata scoperta, ma gli viene inspiegbilmente negata. Berardi convince l'amico ad andarci lo stesso, nell'attesa di entrare nella villetta, vedono Ripa, Ricardi e il prefetto salire insieme sulla stessa auto.Il maresciallo capisce che anche quest'ultimo è coinvolto nel delitto. il commissario Berardi entra da solo nella villetta, per evitare eventualmente dei guai all'amico.

 

 

Anche il corridoio è tappezzato, il colore è identico a quello delle camere da letto, non posso dire certo che Ripa ha buon gusto in fatto di tappezzeria. Lascio scivolare la mia mano sul muro, molto lentamente, riprovo più volte e finalmente la costanza mi premia.

Sotto la mano sento qualcosa, dirigo la torcia che illumina una piccola serratura. Infilo la chiavetta e la sento scattare.

“Che mi prenda un colpo…”.

Al di là della porticina una stanzetta con una sedia, uno scaffale a tre piani, una mensola piuttosto robusta con sopra una cinepresa. Al di là del vetro vedo la camera da letto, ora capisco il motivo degli specchi nelle due camere.

Sullo scaffale noto degli album contrassegnati con le lettere dell’alfabeto. Il mio sospetto su cosa contengono viene confermato. Scorro le pagine, vado alla lettera B e prendo quello che mi interessa, è un regalo per il mio amico Ettore. Do un’occhiata anche agli altri album, Ripa è una costante presente, ma non solo lui, noto anche una donna convocata in caserma.

Metto in tasca ciò che mi interessa e poi rimetto il tutto quanto a posto, un album mi cade per terra, mi chino a raccoglierlo e noto che sotto la mensola vi è una cassetta. La apro e trovo dei nastri, sono sicuramente delle registrazioni.  Anche questi nastri hanno delle lettere come segno di riconoscimento. Prendo quello con la lettera B e la metto in tasca assieme alle altre.

Sono curioso di sapere dov’è  il registratore, il fascio di luce della torcia illumina ogni centimetro della stanzetta e lo trovo nascosto dietro a delle bobine. Evidentemente quando a Ripa serve lo prende lo mette di fianco alla cinepresa.

Richiudo il tutto e vado a mettere a posto la chiavetta dove l’ho trovata.

“Forza andiamo Ettore, ho bisogno di prendere aria pulita”.

 “Marco sei bianco come un cadavere, ma che hai trovato la dentro?”.

“Devo chiamare Farinacci perché sappia quello che sta accadendo”.

 

 

“A quest’ora della notte? Ma sei impazzito?”.

“Non c’è tempo da perdere credimi, mentre racconto tutto al ministro, tu ascoltami senza proferire parola d’accordo? Solo quando ho finito la telefonata risponderò a tutte le tue domande”.

La conversazione con Farinacci dura un’ oretta, spiego per filo e per segno cosa ho trovato in quella villetta facendo anche i nomi dei personaggi coinvolti. Come mi aspettavo il Ministro di Grazia e Giustizia, da l’assenso agli arresti appena fossero arrivati in caserma i suoi uomini con il mandato di arresto.

“Berardi, non prenda iniziative fino a quando non arriva l’ordine scritto di arresto, sono stato chiaro? La conosco e so che sovente fa di testa sua, ma in questo caso riuscirebbe solo a far fuggire i colpevoli”.

“Stia tranquillo Ministro, non farò un passo senza la sua autorizzazione e grazie per l’aiuto che da al mio amico maresciallo, il merito dell’inchiesta  è suo”.

“Dica al suo amico che chiederò personalmente al nostro Duce di concedere un encomio per il lavoro svolto. Arrivederci commissario e grazie per avere contribuito alla legalità di questo paese”.

 “Bene, caro Ettore ora sono tutto per te, ecco qui le prove che ho raccolto nella villetta, c’e ne sono tante altre, ma queste credo che possano interessarti, se noti ho preso quelle contrassegnate con la lettera B”.

“Faccio portare un registratore così possiamo sentire subito il nastro”.

La conversazione sul nastro è tra Lenzini e la signora Beretti, alla fine della registrazione sul volto di Ettore compare il disgusto e la rabbia.

“Mio Dio, il motivo per cui è stata ammazzata quella povera ragazza è questo?”.

“Si! Ora andiamo a riposare, domani in giornata riceverai l’ordine di arresto.  Farinacci ci manda i suoi uomini, quando arriveranno incomincerai l’interrogatorio, vedrai che davanti alle prove evidenti crolleranno”.

Maria dorme profondamente, è così bella ai raggi della luna. Cerco di dormire ma il mio pensiero va a quella povera Sabrina Virgilio, aveva tutta una vita davanti, non c’è risposta al perché di quello che le era accaduto, ma soprattutto penso, ma in che direzione sta andando l’umanità?.

“Marco, non ti ho sentito arrivare, scusami, a una certa ora sono crollata”.

“Non scusarti era molto tardi”.

“Avete trovato quello che cercavate? La moglie del tuo amico ha accennato qualcosa ma non ho capito granché”.

Gli spiego a sommi capi cosa ho trovato, tralasciando la conversazione sentita sul nastro preso nella villetta.

“Sono contenta che arrestiate quei maledetti assassini, ma sei sicuro che Farinacci manterrà  la promessa? E se cambiasse idea?”.

“Non lo farà, è un uomo che crede nei valori della giustizia, sa bene che anche nel suo partito ci sono le mele marce, e non è la prima volta che si trova ad estirparle, e lo ha fatto sempre senza esitazione. Poi tieni conto che mi rispetta e sa che nel mio piccolo ho un certo peso. Il questore di Torino ha avvertito il prefetto di Savona, che a sua volta ha parlato con lui, arrivati a questo punto non può certo insabbiare tutto”.

“Oggi vado a trovare Lidia, sai che la mamma di Renata è una donna simpatica, alla mano. Volevamo anda…”.

“Non uscite di casa, mi raccomando, non credo che Ripa e i suoi amici sospettino qualcosa, ma meglio essere prudenti, chiamo Ettore”.

E’ ancora in casa, anche lui concorda con me che le donne non devono uscire, continua dicendo che manda immediatamente un suo sottoposto a vigilare. Ci vediamo in caserma”.

Accompagno Maria a casa di Ettore e salgo con lei, l’agente è già presente nell’alloggio.

 

Nel percorrere il tratto dalla casa alla caserma mi accorgo che sono seguito da due tizi, evidentemente Ripa e soci stanno odorando qualcosa e vogliono capire cosa sia questa cosa.

(Continua)

 

 
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