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Caino e Abele(1 capitolo)
Post n°3206 pubblicato il 27 Agosto 2024 da paperino61to
Via Mazzini 2 primo piano, dall’interno si sente la musica che proviene da una radio. “Basta!!!”, urla il vicino di casa. “Dove vai?” domanda la moglie al marito. “Vado da quei dei disgraziati, è l’una di notte e senti la radio come è forte!”. L’uomo esce dal suo appartamento e bussa alla porta dei vicini, si mette a urlare e alcuni condomini escono sul pianerottolo per vedere cosa sta succedendo. “Ha finito di urlare? Ma si rende conto che ora è?”. “Certo che lo so! Mica è colpa mia se la musica è forte, non la sentite?”. “No! Qui ai piani alti non sentiamo nulla…tranne lei!”, Il portinaio arriva di corsa domandando cosa stia succedendo. “Ha ragione la musica è forte, suona il campanello ma nessuno viene ad aprire e allora chiama: signor Crespi…signor Crespi”. Nessuno risponde. Riprova a suonare il campanello mentre alcuni condomini sono scesi dai loro alloggi per capire cosa sta succedendo. “Vado a prendere le chiavi, arrivo subito”. La porta viene aperta e la musica è ancora più assordante. “Signor Crespi…signora…non c’è nessuno?”. Dietro al portinaio c’è il vicino e dietro lui i condomini che erano sul pianerottolo. “Mio dio…” è l’unica cosa che riesce a dire mentre gli altri presenti ammutoliscono. “Chiamate la polizia”. “Si, vado subito…mio dio…che tragedia”. Una ventina di minuti dopo arriva la camionetta con gli agenti. “Che succede?” domanda il poliziotto. “Venga con me, al primo piano…una tragedia…fate largo per piacere”. Il poliziotto entra e si reca nella camera indicata, due corpi senza vita sul letto distesi, un uomo e una donna. “C’è un telefono? Chiamate la questura e chiedete del commissario Berardi…presto. andate fuori tutti, tornate nei vostri alloggi per favore, qui non c’è nulla da vedere!”. Le persone lentamente si ritirano nei rispettivi alloggi, l’unica cosa che hanno capito è che i coniugi Crespi sono morti. “Ciao Frigia, che succede?”. “Buona sera commissario, venga, due persone morte”. Entro nell’alloggio, la radio è ancora accesa, la musica è forte: mi avvicino e la spengo. Vedo i corpi distesi sul letto e domando chi li ha trovati. “Il vicino di casa si è alzato lamentandosi che non riusciva a dormire, è venuto a bussare e a chiamare a gran voce il signor Crespi: altri inquilini sono usciti compreso il portinaio per vedere cosa stava succedendo. Il portinaio ha preso il doppione delle chiavi dell’appartamento ed è entrato trovando i corpi”. “Hai chiamato la scientifica?”. “Non ancora aspettavo lei, vado subito”. Osservo i corpi distesi sul letto, non hanno segni di violenza a prima vista. Sono vestiti come se dovessero uscire, sui comodini una fotografia, probabilmente il figlio e un libro con un paio di occhiali accanto. Vado in cucina, il tavolo è in ordine, nel lavandino due bicchieri e una bottiglia di vino. Nella sala tutto sembra in ordine, un divano, due poltrone, una libreria, un tavolino vicino alla finestra con una busta appoggiata alla lampada: “Se leggete questa lettera, vuole dire che avete trovato i nostri corpi, mio e quello di mia moglie Elvira. Chiediamo perdono ai nostri figli, ma non potevamo più continuare a vivere. Addio a tutti. Firmato Livio Crespi”. Suicidio? Sembrerebbe, ma aspetto che arrivi Stresi per avere la conferma. Negli armadi, trovo gli abiti di entrambi, nei cassetti l’intimo, noto che non vi è traccia di polvere da nessuna parte, in questa casa nulla è fuori posto.
“Ciao Berardi cosa abbiamo stavolta?” mi domanda Stresi. “Sembrerebbe suicidio a prima vista, i corpi sono sul letto”. Il dottore si avvicina e conferma che potrebbe essere suicidio: “Ma ti saprò dire con sicurezza dopo l’autopsia…certo che è strano…”. “Che si siano vestiti di tutto punto come se avessero dovuto uscire ma poi abbiano deciso di suicidarsi? Concordo con te, nel lavandino della cucina ci sono due bicchieri e una bottiglia di vino”. “Li farò analizzare entrambi, potrebbe darsi che il veleno sia stato messo nel vino…certo che anche qui è strano”. “Perché strano?”. “Normalmente se usi il veleno da qualche parte lo devi comprare, se è quello per topi non hai grossi problemi, per gli altri si!”. Uscito Stresi vado dal portinaio e chiedo di darmi delle informazioni sulla coppia. “Erano brave persone, lei era la classica donna di casa, usciva solo per andare a fare la spesa e alla domenica a messa, il marito era in pensione da alcuni anni”. “Avevano amici?”. “Una volta alla settimana veniva un’amica della signora a trovarli, non so il nome, a volte si fermava anche a pranzo”. “Ho visto una fotografia sul comodino della stanza da letto, chi è?”. “Il figlio Arturo, abita in via Dei Mille ma non so il numero”. “Che tipo è?”. “Un bravo ragazzo commissario, i genitori ne erano orgogliosi, l’unico cruccio per la mamma che non era ancora sposato”. “Sa se lavora?”. “Una volta il signor Crespi mi ha accennato che era impiegato alla redazione della Gazzetta del popolo”. “Quindi giornalista…un’ultima domanda, lei non ha visto entrare o uscire qualcuno nella notte quando i coniugi sono morti?”. “No, mi spiace”. (Continua)
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