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Messaggi del 25/01/2022

 

Il visitatore misterioso (11 capitolo)

Post n°2878 pubblicato il 25 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Le indagini che coinvolgono il commissario Berardi sono due: una ufficiale e riguarda la morte di un ladro di appartamenti, e che per ora non vi sono indizi ne testimoni che possano portare indicazioni di chi sia stato l'assassino. L'altra non ufficiale e riguarda, la signora Cattaneo, anziana signora. Il suo alloggio è fatto visita di un misterioso visitatore, entra ed esce a suo piacere non portando via nulla. Il commissario capisce che questa persona sta cercando qualcosa. Una notte però la donna viene aggredita alle spalle. Berardi intuisce che possa esservi un passaggio tra l'alloggio adiacente e quello della donna. La sua ipotesi viene confermata dal geometra che ha disegnato le piante dei due alloggi. Lo stupore di Berardi e del suo collega è grande quando scopre che la chiave  dell'alloggio attiguo in dotazione al portinaio non è quella originale e per entrare hanno bisogno di un fabbro. Berardi scopre la porta che unisce i due alloggi. Tornato in ufficio da ordine di indagare sul marito della vedova: Aldo Borrini e scopre che dei due soci: De Angelis e Cremonte, quest'ultimo si è suicidato per degli investimenti sbagliati. Inoltre Borrini e sua moglie hanno due nipoti sposate. Berardi decide di indagare anche sui mariti delle due nipoti. in questura convoca due persone legate a Borrini: Madia e Torrisi. Entrambi sono stati partecipi alla truffa contro Cremonte. La signora Cattaneo rivela un episodio che vedeva coinvolto il marito al commissario.

 

 

 

 

Il pendolo è coperto da un lenzuolo, Adele lo toglie poi aspetta sul pianerottolo.

Apro l’antina e a prima vista non vedo nulla, decido di aprire la finestrella dove vi è il meccanismo dell’orologio, niente anche qui.

“Tirdi siamo fregati, la mia ipotesi è svanita…”.

“Commissario, proviamo a girare il pendolo”.

Pur girandolo e controllando per bene non vi è nessuna apertura segreta.

“La Cattaneo ha detto che il marito si è adirato perché l’ha sorpresa vicino al pendolo se non sbaglio?”.

“Si! Ha detto che le è sembrato contrariato”.

“Non vi è nulla che possa far sì che una persona diventi contrariata richiudendo o aprendo un pendolo…a meno che …”.

“A meno che non abbia da nascondere qualcosa che la moglie non deve trovare”.

“Esatto! E tu che faresti se venissi sorpreso da tua moglie?”.

“Cambierei posto indubbiamente e se ho intenzione di lasciare il segreto nel pendolo troverei un altro posto, magari scomodo ma sicuro”.

“L’unico posto scomodo e sicuro e la base del pendolo. Hai notato che c’è lo spazio per infilarci una mano? Dammi una mano a inclinare il pendolo”.

Appoggiamo il pendolo al balconcino e mi inginocchio, noto una busta sorretta da del nastro attaccato alla base superiore.

“Ecco qua quello che cercavamo, andiamo dalla Cattaneo”.

Leggo i fogli contenenti nella busta, essi indicano come avverrà la truffa ai danni di Cremonte e di come i soldi andranno divisi tra i truffatori. Il tutto con le firme di chi vi ha partecipato, con questa prova Madia e Torrisi andranno a processo sicuramente. Nell’ultimo foglio le parole scritte svelano la vera natura di Borrini:” Se anche quello stupido di Cremonte dovesse uccidersi poco me ne importa, un uomo che si fa fregare non merita la mia compassione, né ora né mai!”.

Vorrei evitare di farla leggere alla vedova ma purtroppo questa mia intenzione è destinata a naufragare miseramente. La Cattaneo non è stupida per nulla anzi, e intuisce che abbiamo trovato il documento che il misterioso visitatore cercava.

“Commissario, pijà pas an gir questa povera donna. Ha impiegato troppo tempo, e questo significa solo una cosa, che ha trovato quello che cercava!”.

“Touchè signora, i miei complimenti. Si, ho trovato il documento e se non glielo dicevo è solo per non darle ulteriore dolore…”.

“Non si preoccupi, alla mia età sono abituata ai dolori e non solo quelli fisici. Me lo dia, la prego…devo sapere…”.

Consegno la busta alla donna che la apre, toglie il foglio e lo legge lentamente come se leggesse il rosario a bassa voce.

“Aldo…Aldo mio cosa hai mai fatto? Tu…” è sconvolta.

Mi riconsegna il tutto e chiedendo scusa si ritira nella sua camera. La domestica mi guarda perplessa e le chiedo di starle accanto.

“Bene commissario e ora che si fa? Il documento c’è ma il misterioso amico notturno no…”.

“Mi sta venendo in mente un’idea per attirarlo in trappola caro Tirdi. Sappiamo chi sia, ma bisogna prenderlo con le mani nel sacco, mentre torniamo in ufficio ti spiego il piano”.

Arrivati in ufficio telefono al mio amico redattore: “Fammi un grosso favore, ho bisogno che tu metta in risalto nella prima pagina che abbiamo arrestato il visitatore notturno che si aggirava nell’appartamento della signora Cattaneo e che quest’ultima è andata ad abitare da una sua amica per riprendersi”.

“Berardi, ovviamente immagino sia una notizia falsa, ti conosco troppo bene. Forza dimmi solo un motivo valido perché devo pubblicare questa bugia”.

Ho capito che ha diritto a sapere le cose come stanno.

“Tu credi che quella persona tenti di nuovo di entrare nell’alloggio?”.

“Ne sono più che sicuro, non ha trovato quello che cercava e sapendo che si trova ancora lì ritenterà”.

“Ma perché dovrebbe farlo? Oramai la faccenda è chiusa da anni”.

“Si, ma con quel documento avrà in mano i nomi dei complici superstiti ed otterrà la sua vendetta”.

“D’accordo, io ti pubblico quello che mi hai chiesto ma in compenso quando arresterai l’uomo mi darei in anteprima il resoconto completo dell’indagine?”.

“Promesso, parola di bravo commissario!”.

 

Adesso rimane solo da convincere la signora Cattaneo a trasferirsi da una sua amica o parente. Come sospettavo la donna fa una certa resistenza ma poi per fortuna cede.  Telefona a una sua amica chiedendole ospitalità.

“Commissario, e se quel tizio non si fa più vivo?”.

“Si farà vivo signora, ne sono sicuro. Sapendo che lei non è in casa, può entrare ed agire indisturbato nel cercare il documento”.

Con Tirdi e Perino organizziamo i turni per una sorveglianza.

“Stavolta va meglio ragazzi, saremo all’interno dei due alloggi”.

“Siamo solo noi tre commissario?”.

“No, portiamo anche Giannuzzi e Ricardi”.

“Quando pensa di andare?”.

“Nel momento che esce la notizia sul giornale, il mio amico ha promesso entro domani”,

L’indomani nella prima pagina della Stampa esce l’articolo sulla Cattaneo. Il titolo è in prima pagina con a seguire il resoconto nell’interno del quotidiano.

“Ragazzi, andiamo…credo che a breve il nostro amico ci farà visita!”.

Io, Perino e Ricardi entriamo nell’alloggio della Cattaneo, mentre Tirdi e Giannuzzi si trovano nell’alloggio attiguo: “Mi raccomando nascondetevi bene e soprattutto fate silenzio”.

L’attesa dura fino alle due del pomeriggio, poi sentiamo un rumore provenire dalla camera dove vi è la porta comunicante. I raggi del sole filtrano attraverso le imposte chiuse, ma l’ombra esile del misterioso visitatore si intravede lo stesso, i suoi passi sono leggeri e i movimenti lenti per non far rumore.

Lo vedo recarsi nello studio, un fascio di luce illumina la stanza, si è portato una pila.

Lo lascio lavorare per un decina di minuti, poi decido che è arrivato il momento di intervenire.

Faccio segno ai colleghi di seguirmi, Perino tira fuori la pistola. Accendo la luce dello studio ed esclamo:” Così vede meglio signor Sovena o dovrei dire Cremona?”.

L’uomo sobbalza al sentire la mia voce, tenta un gesto disperato tirandomi contro la pila ma per fortuna mi manca.

“Lei è in arresto, non conviene faccia resistenza. Perino metti le manette al signore!”.

 (Continua) 

 

 
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