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Il debito pubblico.
Volevo fare un post sul debito pubblico, e l'ho fatto
Volevo documentarmi e non l'ho fatto (se non in minima parte), altrimenti non avrei avuto tempo di scriverlo
Prendete quindi con beneficio d'inventario quello che segue.
Avere un debito pubblico è per uno stato, in un certa qual misura, un segno della fiducia che riscuote: diciamo che un uno stato efficiente non dovrebbe avere un debito pubblico superiore al 60/70% del PIL (Prodotto Interno Lordo)
C'è stato un periodo in cui l'Italia pagava gli interessi sul debito esistente emettendo titoli di stato con rendimenti sempre più elevati al fine di pagare gli interessi sui debiti già acquisiti, rischiando un vero e proprio fallimento nel momento in cui la fiducia degli acquirenti sarebbe venuta a mancare!
Nello sciagurato periodo fra il 1980 ed il 1993 il rapporto (percentuale) debito pubblico / PIL è più che raddoppiato passanso dallo 57 del 1980 ad oltre 124 nel 1994, quando si sono fatti notevoli sforzi per contenerlo con l'obbiettivo della moneta unica
Fatto sta che ci ritroviamo un fardello enorme!
Ai nostri giorni, la Commissione Europea bacchetta gli stati che non adottano misure adeguate per mantenere il debito pubblico al di sotto del PIL (e sta ripetutamente bacchettando l'Italia)
Quindi l'Italia è costretta, suo malgrado e forse per sua fortuna, ad un comportamento diciamo virtuoso.
Solo di interessi ogni anno devono essere pagati circa 75 miliardi di Euro, soldi che in maggior parte (80%?) rimangono in Italia finendo nelle tasche di chi in passato ha finanziato lo stato con i propri risparmi.
Questo flusso di denaro sembra contribuisca in maniera consideravole ad aumentare il divario fra nord e sud, essendo distibuiti soprattutto nel centro nord i possessori di titoli di stato
Per ridurre il debito pubblico oltre a pagare gli interessi, bisognerebbe ogni anno erodere una quota del debito esistente.
Direi quasi risibile il meccanismo con il quale si tende a ridurre il rapporto con il prodotto interno lordo, mantenendo costante il debito pubblico e confidando in una crescita del PIL
Se questa situazione la inquadriamo poi nell'attuale fase di recessione, ci si rendo conto delle grandi difficoltà a cui andrà in conto il prossimo governo se vorrà essere onesto verso i cittadini.
Credo innanzitutto che ci sia una fetta della popolazione che non può fare altri sacrifici ed il cui potere di acquisto deve essere garantito.
Il rilancio dell'economia tramite la diminuizione della pressione fiscale e conseguente aumento del potere d'acquisto è un meccanismo credibile? (su questo Veltroni e Berlusconi sembrerebbero daccordo)
Quanto ancora si può recuperare dell'evasione fiscale?
Non credo nei miracoli: ci attende un periodo quantomeno duro.
Ma se almeno, si percipisse un maggior senso di giustizia e di equità, se i sacrifici fossero davvero richiesti a tutti in proporzione alle loro capacità economiche, se, coloro che pagano tutte le tasse, non avessero l'opprimente sensazione di essere gli unici fessi in un paese di furbi, di finti invalidi, di politici che non danno l'esempio, etc etc allora, forse, questi sacrifici li affronteremmo con uno spirito migliore
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