Creato da selvaggiasaggia il 02/04/2008

SELVAGGIA A VOLTE

solo una donna ....

 

 

« essere prontimamma »

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Post n°180 pubblicato il 05 Marzo 2013 da selvaggiasaggia

Avevo sogni rosa
di un amore che fosse  per sempre

ho incontrato  ipocrisie e solitudine e persone grigie e ammuffite
nelle  loro  piccole vite,  che somigliavano alla mia, troppo

non sono intollerante al grigio,
spesso è il colore della realtà e non lo si può ignorare

ma io volevo il rosa e l'arancio e la luce dell' aria aperta
le mani pulite e lo sguardo da tenere alto di fronte a me
volevo questo... una vita fa

e ogni cosa diversa mi faceva paura e mi rimpiccioliva l'anima
oggi  sento tutti i colori
e conservo ancora  un po' di  entusiasmo

che esce fuori all'improvviso

(come lo scoiattolo stamattina in mezzo all'asfalto ombroso)

 

magari  ho solo cambiato gli occhi

ma mi pare necessaria  ogni sfumatura  

 
 
 
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Essere superstiziosi è da ignoranti ma non esserlo porta male

E.De Filippo

 

Non abbiamo tanto bisogno d'amicizia quanto della consapevolezza che ce ne potremo servire al momento del bisogno.

EPICURO

 

I nostri pensieri diventano il nostro mondo.Noi diventiamo ciò che pensiamo. Questo è l'eterno mistero. (Maitri Upanishad)
Qualcuno (non ricordo chi..) sostiene che siamo quello che mangiamo.

Rifletto, a tavola,..che mangiamo spesso come pensiamo o anche  viceversa.

 

G.PONTIGGIA- NATI DUE VOLTE

..E' l'utilità marginale dei disabili, come direbbe un economista del dolore sociale.Hanno una delega collettiva a soffrire per gli altri.E il loro carico si ingigantisce perchè vi si occulta quello universale. La realtà però è lievemente diversa.Abituati a convivere con la minorazione -e a sopportarla-, i disabili non ne hanno l'immagine insopportabile di chi è sano. E la fede non è una fuga ma una conquista.

 

U.RICCARELLI- UN MARE DI NULLA

..La morte no, mi disse. La morte non ha occhi nè orecchie, non tiene conto di nessun ritmo e nessuna strada. Non fa calcoli, non ha l'intelligenza di un'illusione e neppure la debolezza che il vivere si concede, le scappatoie che ci offre, la disponibilità con la quale a volte accetta di essere ingannato. Come nelle iscrizioni nere che il fascismo lasciò dietro di sè,  stese sui muri delle città e dei paesini, la morte se ne frega.

 
 

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