Creato da violinche il 24/06/2006
Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. E' la qualità più bella di un rivoluzionario.
 

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El Che

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"Vi chiedo di essere essenzialmente umani, ma così umani da avvicinarvi al meglio di ciò che è umano, purificare il meglio dell'uomo attraverso il lavoro, lo studio, l'esercizio della solidarietà continua con il popolo e con tutti i popoli del mondo"
Ernesto Che Guevara
 

Falcone & Borsellino

falcone&borsellino

Giovanni & Paolo,
quando guardo
questa foto
mi sento orgoglioso
di essere siciliano!
La Sicilia non è mafia,
la Sicilia siete voi due!
Le vostre idee continueranno
a camminare
sulle nostre gambe
e la luce abbagliante
di questo vostro sorriso
ci darà la forza
per lottare ancora
e ancora
finché la mafia
sarà cancellata!
GRAZIE!

 

Falcone

Falcone

"La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine."

 

 

BERLINO BOICOTTA COCA-CO... »

"Che Guevara visto da un cristiano"

Post n°1 pubblicato il 25 Giugno 2006 da violinche
 

Da pochi giorni ho iniziato a leggere questo libro di Giulio Girardi. E' molto interessante perché approfondisce (almeno nella prima parte che ho già letto) le differenze tra il marxismo dogmatico e il socialismo reale dell'Unione Sovietica da una parte e il "marxismo umanista" del Che dall'altra. Mi piace che Girardi dica chiaro e tondo quello che anch'io pensavo: cioè che il socialismo sovietico, per colpa di personalità autoritarie come Stalin, ha nella prassi contraddetto l'idea stessa di "società comunista", in quanto ha finito per assorbire al suo interno elementi di capitalismo (come la legge del valore, o anche il concetto di incentivo materiale per il lavoratore), diventando così un sistema etico-politico ibrido che era destinato a fallire.
Il Che l'aveva capito e per questo stava tentando di realizzare a Cuba un nuovo tipo di socialismo incentrato sul potere delle masse, su incentivi morali (e non materiali) ai lavoratori, su un sistema elastico che non rimanesse intrappolato nel burocratismo e il dogmatismo che caratterizzava l'esp
erienza sovietica...

Beh, attenderò di finire il libro per fare un resoconto più completo. Intanto lo consiglio comunque a chi, pur riconoscendo la forza della personalità del Che, non riesce, per motivi religiosi o di coscienza, a comprendere la forza delle ragioni che spinsero quest'uomo a combattere (a usare quindi violenza) per affermare le idee in cui credeva. Giulio Girardi è infatti un teologo e un promotore della non-violenza! Viene da chiedersi: se uno come lui riesce a spiegare e giustificare le azioni anche violente del Che, basando le sue spiegazioni sull' amore storicamente efficace che lo guidava, perché non possiamo farlo anche noi? O comunque, perché non possiamo anche noi riconoscere in lui la personalità del secolo passato che più di tutte ha combattutto al fianco degli oppressi contro gli oppressori?
Io lo vedo così... E voi???

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Commenti al Post:
lully_rossa
lully_rossa il 26/06/06 alle 10:56 via WEB
Mi son trovata varie volte a discutere proprio di questo: come conciliare la stima per il Che e òla non-violenza? Io credo che il pacifismo senza se e senza ma, quello assoluto abbia dato i suoi frutti in un'unica occasione: con Ghandi.Ma si deve alla sua incredibile personalità e alla sua enorme umanità la riuscita di un esperimento unico. Il caso del Che è ben diverso. Lui ha fatto la rivoluzione e l'ha fatta per liberare i popoli oppressi da dittature sanguinarie. Per liberarli...appunto. Chi più di lui dunque ha lotatto per la pace? Io credo che i due sentimenti siano perfettamente conciliabili: pacifismo e guevarismo.Personalmente io non sono una pacifista assoluta. La pace la desideriamo tutti, basta però che non sia la giustificazione per lasciare immutata una situazione di oppressione (più o meno palese) che fa molto comodo ad alcune persone...
 
filumena_m
filumena_m il 29/05/08 alle 22:20 via WEB
se i nostri partigiani non avessero combattuto per liberarci dal nazismo, non saremmo un popolo (ad oggi, ma non so sino a quando) libero! ti lascio una poesia che mi piace molto, spero sia gradita: Quando saprai che sono morto non pronunciare il mio nome perché si fermerebbe la morte e il riposo. Quando saprai che sono morto di sillabe strane. Pronuncia fiore, ape, lagrima, pane, tempesta. Non lasciare che le tue labbra trovino le mie undici lettere. Ho sonno, ho amato, ho raggiunto il silenzio.
 
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