cosa rimane...

viaggi,amori e amici

 

PER UN'AMICA DAVVERO SPECIALE

Riesco a sentirti. I tuoi pensieri mi attraversano, la tua malinconia mi accompagna, il tuo dolore mi trafigge. Sei lontana, Amica di questi anni amari, ma io continuo a sentire con te ogni palpito. Nessuna distanza sarà mai abbastanza, perché nel momento esatto in cui ci siamo detti di sì, non siamo più stati due persone diverse, ma un'unica vita. Vita da piangere, vita da tacere, vita da sorridere, vita da camminare. Impercettibilmente insieme. Stretti da un filo doppio, ovunque sei.

 

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TRIBUTO A KATELUNA

 

 

Infinito

Post n°39 pubblicato il 05 Gennaio 2014 da mariajuanapat
Foto di shtekel

Non voglio che quello sia l'ultimo post, voglio che ci sia speranza in questa vita oltre il dolore. Mi hai scritto:

voglio solo dirti di avere fiducia in me ed in te stessa, come l'acqua dolce ha fede che, una volta arrivata al mare troverà l'acqua salata pronta ad attenderla. 

Avrò fede.

 
 
 

It's been an honor

Post n°38 pubblicato il 14 Giugno 2013 da shtekel

Questo post potrebbe essere l'ultimo

come tutti quanti no?

nessuno di noi sà quando potrebbe essere giunta la sua ora,qualche "fortunato" ha la possibilità di scegliere il suo momento.La mia morte mi è stata predetta,tempo fà da una sciamana delle steppe.Ma mi disse nche "il futoro non è scritto!esso è un volto nell'acqua ed,in quanto tale,cambia in continuazione!i miei poteri sono limitati a come si stà svolgendo la storia".

Per molti anni non ho realmente capito cosa volesse dire con ciò.

Adesso l'ho capito.

Vuol dire che il futuro è nelle nostre mani,nessuno di noi è esente dal confrontarsi con la propria storia,in ogni momento.

signori,stò per mollare.

non posso combattere contro tutto e tutti.Mi sembra di non aver fatto altro che combattere.

Un enorme campo di battaglia che si allunga nel tempo e nei continenti.

Ho combatttuto gli israeliani nel deserto e gli Hesbollah nelle città.

ho combattutto la burocrazia negli uffici,la politica nelle piazze,la polizia nei vicoli e nei parchi di Roma.

Adesso sono davvero stanco di combattere,forse solo non vedo più lo scopo di queste battaglie.

Che il Grande Architetto Dell'Universo possa capirmi,almeno lui.Sua è la groria del Grande Progetto.

Ho sempre creduto al libero arbitrio,bhè sapete una cosa?

Fanculo il libero arbitrio!

 
 
 

Un sogno?

Post n°37 pubblicato il 10 Giugno 2013 da shtekel

Ultimamente faccio un sogno ricorrente,più che un sogno è oramai una serie di immagini a cui non posso fare a meno di pensare,ma andiamo per gradi.

Qualche tempo fà,mentre godevo del sonno che solo il piacere dell'amore può donare,abbracciato ad una bellissima ragazza,ho iniziato a sprofondare in quello stato che viene definito"sonno lucido" e ho cominciato a vedere l'immagine di una montagna,poi il panorama si allargava fino ad abbracciace un paesaggio pieno di cime montuose,ma in mezzo al quale la "mia" cima svettava,improvvisamente sentivo una presenza al mio fianco ed una vecchia signora vestita come si confà ad una sciamana Baschiri mi dice"si,è lui,lo Yamantao,ti apettano!", dopodiche si volta e si incammina alle mie spalle,la mia mente mi dice che stà sghignazzando ma di spalle non ho modo i vederla.

Mi incammino e sembra che con ogni passo percorra molti kilometri,veo sotto di me la steppa aprirsi sopra le Città Chiuse,custodi di segreti inimmaginabili e terribili,riesco a percepire tutto l'insieme che mi circonda,sento l'aria e la terra passarmi sopra e sotto e mi sebra che la voce di migliaia di persone mi si agiti in testa; mi sento assordato e disorientato, porto le mani sulle orecchie per tapparle ma quando le tocco le trovo umide,mi guardo le mani e sono macchiate di sangue,ne sento il sapore anche in bocca e mi accorgo che stò sanguinando anche dal naso.

Sento la voche della vecchia che mi dice"è inutile che provi a trattenerlo!devi lasciarlo uscire o ti ucciderà!" mi accorgo di essere di nuovo per terra,devo essere carponi perchè sento la terra sotto i palmi delle mie mani, ho la nausea,lo stomaco mi ribolle e allora mi  impongo di farlo uscire,

mi metto due dita in gola,un conato ma niente.

non basta.

provo a sollevarmi,al diavolo,mi stà scoppiando la testa ma riesco a mettermi in ginocchio e ad appoggiarmi ad un....albero?non c'èra nessun albero un attimo fà....

no ci bado,ha ragione la vecchia,sento che qualcosa stà spingendo e allora insisto!

un conato,due tre,alla fine inizio a vomitare,non vedo cosa esce,ho gli occhi chiusi nel tentativo di diminuire la pressione che sento in testa,forse ho paura che schizzino fuori.

finisco,con la manica della camicia mi ascugio la bocca ed apro gli occhi,

non c'è niente.

nessun fluido lì davanti,eppure l'ho sentito,ho ancora la gola che mi brucia e quel fastidioso senso di nausea.

"finalmente!" sento una voce squillante davanti a me alzo gli occhi e

sono io,i miei stessi vestiti,gli stessi(pochi) capelli,gli stessi occhi....

no,non gli stessi occhi.

I suoi sono divertiti,i miei allucinati.

"su non fare quella faccia!non ti dona l'espressione basita!cos'è?pensavi di avermi ucciso?davvero?!no,mio caro,non hai ancora seppellito ne me ne gli altri,ragazzi!" lo sento chiamare e vedo altre due figure comparire alle sue spalle,non ne vedo il viso ma non ha importanza,scommetto che vedrei sempre la mia faccia stampata sui loro visi,non proprio la mia magari ma altre versioni della mia,magari più giovane e con meno ombre intorno,o magari no,vedrei solo le vite da cui soo fuggito.

"che volete?"chiedo,quasi urlo"che ci fate qui?"anche se mi sembra già di saperlo,sento come un ricordo riaffiorare,qualcosa che mi è stato detto davanti ad un fuoco,si,la vecchia! ecco dove l'avevo già vista!fù lei,in una notte,a predirmi il futuro!

ricordo il fuoco,la vodka che scorreva e lei che danzava con le sue maschere magiche e le sue formule mistiche!

"noi siamo sempre stati qui" dicono in coro" qui è dove ci dovevamo riunire,tornare ad essere uno per poi continuare,insieme,fino alla radura,qui è dove Padre Cielo ha abbracciato Madre Terra,qui è dove ascendiamo" mi vengono incontro,mi abbracciano ma io mi divincolo,voglio scappare,me ne voglio solo andare da quella dannata montagna,uno di loro mi guarda fisso mentre non riesco a vedere i volti degli altri due"no,non puoi andare,non ancora" dice e d'improvviso ha in mano un cappio,sò già quello che ci vuole fare,gli altri due mi hanno immmobilizzato,non posso fare niente e lo vedo mettermi il cappio attorno al collo e,stringendo mi fissa,con quell'espressione di burla costante e mi dice"o uno o nessuno mio caro,a te la scelta"

gli altri due mi lasciano,mi rendo conto che cercando di divincolarmi, ci siamo spostati sul bordo della cima,vedo un paesaggio immenso sotto di me,mi sembra di scorgere  tutto il mondo che si muove là sotto,mi volto e li vedo,tutti e tre,allineati alle mie spalle come soldati in attesa e li riconosco,riconosco un diverso aspetto e tempo di me in ognuno dei loro volti"avete ragione!ma non vi ho uccisi io!è stato il tempo!è stata la vita!"non parlano più adesso,si limitano a fissarmi,ad aspettare che mi volti e li abbracci,in modo che possiamo ricongiungerci e perdonare i nostri infiniti,reciproci sbagli,i modo che ogni cosa non detta venga finalmente chiarita e rivelata,così da essere finalmente liberi.....

Salto.

mi ero dimenticato del cappio.

nuovo quel senso di vuoto,sento l'aria intorno a me e le loro ultime parole prima del buio

"noi siamo sempre qui!e la prossima volta il cappio sarà legato!"

li sento ridere mentre precipito.

Apro gli occhi e sono di nuovo a letto,ancora stretto in un caldo abbraccio.

sento ancora il dolore intorno al collo.

 
 
 

La prima fiamma

Post n°36 pubblicato il 24 Aprile 2013 da shtekel

 

La luce delle candele ha illuminato il Tempio e l’Arco,

Ma le fiamme non bruciavano cera,

Bruciavano vita

Bruciavano tempo

Ed ora che l’arco è in rovina ed il tempio è vuoto

Come si sentirà il candelaio?

Che ha messo la sua parola in pegno ed il suo tempo all’asta.

Seduto sul suo tappeto di pietra, ha vissuto mille vite diverse

Una per ogni candela che ha inciso

 con i suoi demoni che urlavano,

che digrignavano i denti nelle immagini dei testi.

E li ha chiamati per nome,

uno per uno,legandoli alle fiamme

Che bello vederle ardere, pensa il candelaio.

Vi ho fregato, stronzi!

 

 
 
 

Dedalo e Icaro

Post n°35 pubblicato il 24 Aprile 2013 da shtekel

La lampada è spenta, io scrivo nel buio

Lontane le luci della città,

Qui ci sono i mostri

Che urlano e piangono nella mia testa

Fantasmi di giorni mai stati

Di viaggi mentali, di voli caduti

Icaro è morto insieme al suo sogno

Davvero dedalo lo ha pianto?

Oppure era questo il senso della sfida?

Era un problema insolvibile

Datemi una leva e solleverò il mondo!

Al prezzo delle mie braccia.

Ne è valsa la pena?

Dedalo è libero! i pesi del mondo non lo affliggono più!

E neanche Icaro ne è più afflitto.

Il prezzo è alto, ma va sempre pagato

Alla fine del giro si passa sempre in cassa.

 
 
 

Secondo capitolo,pima stesura

Post n°34 pubblicato il 30 Gennaio 2013 da shtekel
 

La nave attraversò il cielo con un rombo.

Il fumo delle fiamme che l’avvolgevano era visibile da molti chilometri di distanza, passo attraverso i cieli europei nella sua disperata, ultima corsa, come un vecchio atleta che sa che quella sarà la sua ultima corsa e ci mette tutto quello che è rimasto di lui.

Alla fine della sua grande parabola andò a schiantarsi nelle immense steppe asiatiche, nelle vicinanze dell’antica città carovaniera di Bukhara ,Uzbekistan.

-Stano posto dove atterrare- Fù il primo pensiero del Tenente Colonnello Yuri Karamazov,Membro dell’URSS,il servizio segreto uzbeko, essendo un uomo di grandi capacità ma di scarsa immaginazione non collegò l’ironia del fatto che un tempo quello stesso luogo era il grande snodo commerciale che muoveva la seta e le spezie asiatiche verso l’Europa e l’oro e l’argento europei verso l’Asia,lì passavano tutti i giorni mercanti di popoli talmente lontani tra di loro di essere tanto alieni tra di loro quanto le creature che lui cercava di immaginare fossero dentro là dentro.

La nave era lunga circa 60 metri e larga 6 nella parte dove lui pensava ci fosse l’alloggiamento dei motori, era difficile giudicarne le caratteristiche, aveva l’apparenza di una di quelle navi in cui, nella space opera militare, i grandi capitani terrestri affrontano terribili e oscure razze aliene. Ma i terrestri erano loro, e lui era relativamente sicuro, soprattutto per via del suo peculiare mestiere che gli permetteva un accesso ad una gemma di informazioni piuttosto varia, che nessun paese possedesse niente del genere, non ancora almeno.

È difficile immaginare a sua sorpresa quando, più o meno nella parte centrale della nave si apri un vano.

Lui alzò il braccio ed i soldati alzarono i fucili, qualcuno tremò nervoso.

Gli ordini erano chiari: contenimento. nessuno doveva avvicinarsi a più di 30 metri alla nave e, ovviamente, niente doveva passare il perimetro, almeno finché i capoccioni non avessero deciso cosa fare.

La nave non era passata esattamente inosservata agli occhi del mondo, era comparsa all’improvviso nelle vicinanze di Marte e, con un’andatura zigzagante, si era diretta a forte velocità verso la Terra, il punto preciso d’impatto era stato imprevedibile fino all’ultimo, anzi, i tentativi di previsione erano stati del tutto fuorvianti, soprattutto dopo essere stati abituati ad immaginare gli alieni atterrare sopra le grandi città e rivolgersi all’umanità da grandi schermi piazzati sulle navi.

Ma non un suono, non un singolo segnale era stato captato dalla nave, né durante avvicinamento al pianeta né tantomeno durante quella che lui, ex pilota di caccia MIG riteneva professionalmente un atterraggio decisamente discutibile.

Un suono di metallo strisciato proveniente dalla nave interruppe i suoi pensieri professionali su come avrebbe reagito il suo caposquadra se avesse effettuato un atterragio simile, nel buio del portello se ne apri un altro, seguito da uno sbuffo di fumo e da una figura che ne usciva fuori in velocità…

-Ma è un umano!- esclamò abbastanza perplesso uno dei soldati,  Yuri si appuntò mentalmente il nome del soldato in modo da punirlo in seguito quando avrebbe dovuto essere vigile ed in silenzio.

L’ “umano” notò Yuri, non era esattamente come Yuri se lo era immaginato.

 D’altronde non aveva neanche calcolato la possibilità che fosse umano.Durante il suo addestramento il suo istruttore soleva dire che le sue rotelle giravano alla perfezione, ma lentamente.

Indossava quella che non sarebbe sembrata una tuta spaziale neanche a due imbecilli fatti di acido.

Portava una lisa camicia nera, con le maniche arrotolate e quelli che una volta dovevano essere dei pantaloncini di un  tessuto simile ai jeans,portava dei guanti neri a mezze dita, alla cintura era attaccato un corto bastone e un piccolo oggetto che Yuri decise che fosse un apparecchio di comunicazione ,o di visione?

Era scalzo. La pelle chiara e i capelli castani,si era lanciato fuori ed adesso si era seduto appoggiandosi allo scafo della nave,che secondo la conoscenza di yuri delle leggi fisiche,nonostante dallo schianto fossero passate quasi quattro ore, sarebbe dovuto essere ancora rovente.

No, non se li era proprio immaginati così. Yuri iniziò a sentirsi quasi irritato dall’ apparententemente  totale menefreghismo di questi esseri per le sue credenze.

L’apparentemente umano,stranamente vestito viaggiatore dello spazio sembrò accorgersi solo a quel punto di essere circondato di uomini armati, mentre riprendeva fiato li guardò prima con attenzione poi,con una scrollata da spalle, estrasse dalla cintura l’oggetto che Yuri aveva decretato dispositivo di comunicazionevisione, sentì i suoi uomini smettere di respirare e lui gli intimò di non muoversi ma di non sparare, non ancora…

L’essere aprì la scatola e cominciò  a manovrare qualcosa che era dentro la piccola scatola ma che, dalla sua angolazione, Yuri non riusciva a vedere, dopodiché infilò una mano nel terreno, prese un po’ di terra e la mise nella scatola, continuando a maneggiarci un altro po’, alla fine estrasse quella che sembrava una sigaretta fatta a mano.

-ci manca solo che mi chieda se ho da accendere!- pensò Yuri sempre più irritato da tutta la faccenda che già iniziava a profilarsi come nient’altro di un brutto scherzo, già si vedeva dileggiato da tutti i sui colleghi per tutti gli anni a venire per essere cascato nel vecchio scherzo di “ guarda! un UFO!” tanto in voga presso i colleghi d’oltreoceano.

Fù la fiamma che vide comparire dalla mano dell’Essere(evidententemente umano solo in apparenza),che gli fece capire che non era uno scherzo.

L’essere aveva schioccato le dita e adesso dal suo pollice fuoriusciva una fiammella con cui si stava accendendo la sigaretta. Diede un paio di boccate, durante le quali continuò ad ansimare come appena uscito dalla nave. Quindi smise, prese altre due boccate d’aria e poi espirò, iniziando a respirare normalmente.

L’essere diede una sequenza di colpi sullo scafo, Yuri pensò subito al codice Morse ma non trovò riferimenti nella sequenza, Fù allora che sbucarono altri cinque Esseri, tre maschi e 2 femmine, altrettanto stranamente abbigliati, se non fosse che una delle femmine era talmente chiara di carnagione e con i capelli completamente bianchi che Yuri, oramai lanciato nella sua ricerca di similitudini, ritenne albina, in compensò non trovò nessuna spiegazione  per due dei maschi, uno dei quali doveva essere alto almeno due metri e mezzo ed era di carnagione tendente al verde e dai capelli azzurri mentre il secondo non raggiungeva secondo lui neanche il metro tanto che, prima di vederne la folta barba e la stazza vera e propria Yuri avrebbe potuto pensare che fosse un bambino.

Tutti quanti fecero la stessa operazione,la corsa, l’appoggiarsi allo scafo, il prepararsi ed accendersi quelle “sigarette”.

Nessuno di loro mostrò particolare interesse nei loro confronti.

 
 
 

A un'amore intenso un'intensità pacata

Post n°33 pubblicato il 28 Ottobre 2012 da shtekel

Sono lunghe queste giornate ad inseguire qualcosa,mi ero ripromesso di concntrarmi sugli studi ma come faccio?proprio ora che ho questa occasione,dovrò  dividermi in due.

è strano,proprio adesso che stò diventando come Lei mi voleva,Lei non c'è più,ed io mi ritrovo a non essere più io ma non sono più nemmeno Noi.

è tempo di trovare un nuovo equilibrio,di trovare un altro me,perchè questo non mi piace,odora di tistezza e certezze infrante,buono per niente.

Non sò ancora cosa diventerò stavolta spero non una persona peggiore,anche s sento tanta rabbia,tanto rancore anche per il fatto di aver preferito qualcuno di così.....non dico peggiore di me,anzi si!

Ma se è questoche lei vuole cosa dovrei fare?ho lottato per 11 anni!spesso anche contro me stesso per averla accanto.Ora sono un pò stanco.

Ma certo che di sbagli ne ho fatti!ma il più grave è stato l'ultimo,il pensare che se le avessi lasciato spazio sarebbe tornata.

Queta volta ho davvero peccato di ingenuità.

 

Vendicarmi?fargliela pagare?si,ma per che cosa?umiliarla non credo che mi farebbe sentire meglio,forse appagherebbe questa mia sensazione di aver subito ua profonda ingiustizia,ma non credo che mi farebbe bene allo spirito,per niente.

Bisogna andare avanti,sempre,e se non ce la farò a lasciarmi tutto alle spalle e correre ad abbracciare il futuro vuol di che invece di correre arrancherò.E quando sarò oltre il mi tempo mi guarderò indietro e potrò dire....ah!ecco cos'è stato!

 

 
 
 

Write in a wall

Post n°32 pubblicato il 29 Settembre 2012 da shtekel

Ho sepolto il mio cuore in un posto sicuro,lontano dalla lama che lo ha trafitto,

custodito da Madre Terra.

La mia anima è donata a Padre Cielo,

Armata di uno scudo di freddo e una spada di silenzio,

indossa una cappa di rabbia.

sentinella silente sul mare del tormento.

 
 
 

Arianne

Post n°31 pubblicato il 16 Maggio 2012 da shtekel

 

Camminavo lentamente

Tra i palazzi del potere

Con Andrew che mi urlava la sua sfida a questo mondo

Con Morgan che parlavava di rivolte e rappresaglia

Li ti ho visto a piedi scalza

Che suonavi la chitarra

Cantavi con la voce

Di un angelo caduto

Davanti a te ci siam fermati

Andew e Morgan stavan zitti

I miei occhi che guardavano

La tua bocca che cantava

Le mie orecche che sentivano

Un blues di amore e libertà

La mia faccia era gonfiata

Dalle mazze della SARC

Ma il mio cuore era toccato

Daun blues triste ma sincero

Ti abbiam vista suonare

Dove noi abbiam combattuto

Ti abbiam sentita cantare

Dove noi abbiamo urlato

Stessa la grande piazza

Diversi gli strumenti

Tu hai voce e chitarra noi abbiam scudi e catene

Tu canti amore e pace

Noi urliam rivolte  e sangue.

 

La piazza è riparata

La gente ha già scordato

Le grida dei compagni

Gli scudi della SARC

Fazzoletti rossi contro uniformi nere

Chi è stato il vincitore?

Nessun lo saprà mai..

 

 
 
 

Stupido....

Post n°30 pubblicato il 13 Dicembre 2011 da shtekel

Nella mia vita ho fatto un sacco di cose stupide,alcune per bramosia,altre per invidia,altre ancora per semplice stupidità e si,alcune per vendetta.

Mea culpa,mea culpa mea maxima culpa.

Sento che stò perdendo il controllo della situazione,come se non riuscissi più a trovare la mia laison d'etre.

Troppo spesso ho dato agli altri la colpa o il merito delle cose cose che sono successe intorno a me.Non mi è mai piaciuto prendermi il merito o la colpa dei successi e dei fallimenti;amo troppo muovermi dietro le quinte,mi ha sempre dato una sensazione di potere:Creare o modificare gli eventi che accadono intorno a me l'ho sempre trovato galvanizzante.

Ho sempre saputo che,un giorno o l'altro sarei caduto io stesso in una delle trappole che avevo piazzato intorno a me,come un cacciatore che circonda la sua capanna di trappole per gli orsi e,rientrando una sera un pò alticcio,mette il piede in una di queste,sà benissimo che è inutile gridare perchè non c'è nessuno lì intorno che possa sentirlo e non è in grado di uscirne da solo....che fare?darsi all'autocommiserazione sentendosi un imbecille per essersi dimenticato di quella tagliola?

Si.

Alche se sente il metallo mordergli la carne,anche se sente il sangue sgorgare e cadere a terra,come grani di sabbia della clessidra della sua vita che,al'improvviso,iniziano a cadere più in fretta,lui sà che il suo tempo è limitato ma non può fare a meno di sgorgare lacrime di rabbia e tristezza,chiedendosi perchè è stato così sciocco da piazzare quella trappola,davvero si aspettava che non gli sarebbe mai capitato a lui?

Stupido ingenuo,che prepara piani,piani di emergenza ed exit strategy non è riuscito a prevedere la cosa più importante di tutte:

E se fossi da solo?

a quel punto il cacciatore sorride,ma è un sorriso amaro,bagnato di lacrime e sangue,sue le lacrime,suo il sangue,sua la responsabilità....

E alla fine ha perso anche Lei...

Mea culpa,mea culpa,mea maxima culpa.

 

 

 
 
 

I Mass Media e la genesi del nemico

Post n°29 pubblicato il 16 Giugno 2011 da shtekel

 

“Un tempo l’individuo vedeva nella ragione solo uno strumento dell’io; ora si trova davanti al rovesciamento di questa deificazione dell’io. La macchina ha gettato a terra il conducente, e corre cieca nello spazio.Il tema del nostro tempo è quello della conservazione dell’io, mentre non v’è più nessun io da conservare.”

Max Horkheime

 

 

La nascita del gruppo di sociologi e pensatori noto come “Scuola di Francoforte”(denominata così in quanto la maggior parte del gruppo faceva parte dell'Istituto Per la Ricerca Sociale di Francoforte sul Meno. Alla sua nascita nel 1923 era formato per lo più da studiosi di origine ebraica e con ideali vicini al Marxismo,due fattori che influenzeranno il futuro di questo gruppo di studiosi,costretti prima a abbandonare il loro paese natio,la Germania,che ormai aveva abbandonato quei tratti di repubblica post-bellica votata alla ricostruzione sia delle infrastrutture che delle coscienze per abbracciare invece la nascita del Terzo Reich e la Dolchstosslegende (leggenda del colpo alle spalle).La scuola raccolse studiosi di diverse discipline e ambiti culturali, ma la linea di pensiero che ha accomunato tutti gli esponenti risiede nella loro critica alla società loro contemporanea,nella loro tendenza a smascherare le continue contraddizioni della loro società.

 

L'ideale di società e di uomo a cui fa riferimento questa critica è quella rivoluzionaria(sebbene in chiave utopistica)del marxismo; infatti, se l'elaborazione di questa filosofia da parte della Scuola è autonoma e originale, per alcuni studiosi (come Horkheimer) implica un allontanamento da alcuni punti centrali del pensiero Marxista. Nel complesso questa linea di interpretazione si porrà  in contrasto con le correnti di pensiero marxiste diffuse all'inizio del secolo, influenzate dall'ortodossia del regime sovietico. Secondo diversi membri della Scuola,soprattutto tra coloro che,dopo il forzato esilio prima a Ginevra e poi,fino alla fine della guerra,a New York,decisero di rientrare nel paese natio si sviluppo l'idea che l'analisi sui media dovesse essere condotta all'interno di quella più ampia sul sistema industriale di cui essi sono parte integrante.

In questo modo l'analisi dei mezzi di comunicazione di massa(il temine mass media nascerà soltanto qualche anno più tardi proprio grazie alle loro teorie)risulta così essere “inerente a un aspetto specifico del rapporto individuo società”(M. Horkheimer),vale a dire ai meccanismi di manipolazione della coscienza individuale tramite i quali il sistema capitalistico si impone sulla coscienza individuale. Essi si resero conto che,nel nome del benessere economico,l'uomo è disposto a rinunciare alla propria libertà individuale divenendo  una facile preda delle mode consumistiche e uniformandondo il proprio comportamento e il suo pensiero a quello della massa. Da qui l'affermarsi di fenomeni quali il conformismo e il mimetismo tipici delle società attuali.

All'interno di questa prospettiva che,da un punto di vista prettamente umanistico cancella tutta una serie di traguardi raggiunti dalle società fino al primo novecento,da un altro ci permette di osservare come la funzione primaria dei Mass Media non sia altro che quella di diffondere i valori del consumo,indicando di volta in volta come desiderabile,bello,necessario,un determinato bene. In questo modo la società industriale riesce a perpetuare se stessa,creando al contempo negli individui(oramai divenuti “consumatori”)un consenso interiore che ne assicuri la fedeltà.

Ripercorrendo la storia e l'evoluzione della cultura europea nella “Eclisse della ragione” Horkheimer mostra come la ragione oggettiva,che si era manifestata attraverso la metafisica e le religioni autoritarie,si sia gradualmente dissolta e trasformata in una forma di ragione esclusivamente soggettiva.

Le ragioni soggettive spesso mancano della forza per divenire dominanti e,anzi,si pongono facilmente alla manipolazione di soggetti più grandi,in quanto,nelle società post-industriali,il fenomeno del conformismo permette di direzionare le idee di un singolo in un grande melting pot incapace di scuotere le fondamenta della società stessa. Questo processo di cancellazione di ciò che,nel pensiero marxista,è definito “substrato” in favore dell'apparente immutabilità della sovrastruttura fa apparire la nostra società,da un punto di vista “illuminata dal faro delle moderne tecnologie e delle libertà civili” come  un insieme di macro-stati in cui le persone non sono altro che greggi,e come i greggi da guidare nel migliore dei casi o da condurre al macello nel peggiore. Horkheimer riesce,in un certo qual modo a profetizzare ciò che succederà nel momento in cui il mercato,inteso come entità indipendente,riuscirà ad modificare pubblicamente gli equilibri formatisi nel corso dell'ultimo secolo.

Ma non  potrebbe essere nient'altro che una profezia che si autoavvera?

Non potrebbero essere state proprio le scoperte di questo gruppo di scienziati a dare alla sovrastruttura marxista le armi per completare la sua opera di dominio sul mondo moderno?

Oppure la causa scatenate di questo fenomeno di “perdita del centro” è stato un fenomeno che nessun uomo nato alla fine dell'ottocento avrebbe potuto prevedere?

La mancanza del Nemico.

Il Nemico è stato per lungo tempo ciò che a permesso agli individui(non ancora consumatori) di mettere da parte alcune delle proprie necessità individuali per unirsi contro un avversario “reale”,in quale può essere identificato con “lo straniero” di Simmel,ovvero colui che è collocato di fronte alla comunità ma fuori di essa ed è proprio questa posizione a creare estraneità. La nozione di nemico ha assunto nel periodo post-industriale un’interpretazione diversa da quella antica di “hostis”. A questo si contendevano terre,uomini e potere, ossia era un nemico concreto e sostanziale; in seguito poi si è sostituito, progressivamente, un nuovo tipo di nemico nato dalla sovrapposizione al primo del concetto astratto di “male”, quale simmetrico ed opposto a quello di “bene”. Tali concetti si sono sviluppati dalle religioni monoteistiche (tra i primi il mazdaismo persiano-600 ac.) che, derivando dalla logica analogica la comparazione tra il simile e dissimile, approdano alla loro identificazione sia come valori assoluti che reali, dando origine al bipolarismo radicale tra il bene e il male. Il nemico, diventato sinonimo del male, acquista connotazioni etico-morali sconosciute alle religioni politeiste. Esso è l’altro, chi non ha i nostri valori, la nostra cultura, le nostre istituzioni, la nostra religione; è il diverso, lo sconosciuto e dal quale ci si può attendere ogni avversità.

Ma il nemico è anche chi non rinuncia alla sua diversità e che rifiuta di piegarsi o di riconoscere i nostri valori che, per essere assoluti, non sono trattabili. Il nemico etico ha un’ulteriore evoluzione quando viene cooptato all’interno della prassi politica diventando etico-politico. C’è un preciso momento storico in cui ciò avviene; nel 1512 “il principe di Machiavelli è ancora permeato da una concezione laica del nemico, ma tredici anni dopo,nel marzo del 1525, il primo manifesto politico delle classi subalterne, formulato in 12 articoli dai contadini dell’Alta Svevia, si appoggia su una nozione etica della politica; per contrastare questo movimento si avrà il primo massacro condotto in nome del bene contro il male. Sarà con la rivoluzione francese del 1789 che il popolo diventa a pieno titolo attore politico e si legittima come attore sociale.

La mancanza di un nemico reale comporta la necessità di crearne uno,in quanto la società democratica ha la necessità di attirare l'attenzione delle masse al di fuori dei problemi interni,in questo modo la governance di uno stato possono continuare a muoversi con la necessaria libertà d'azione che richiede la loro carica .Ma proprio a causa di questa necessità la sovrastruttura ha sempre maggiore necessità di essere appoggiata dai mass media e dal loro potere mediatico,in quanto,come disse  Dustin Hoffmann:"Why does a dog wag its tail? Because the dog is smarter than the tail. If the tail was smarter, it would wag the dog."Con ciò si vuole intendere che,mentre i mass media hanno il potere di modificare il pensiero delle masse in modo efficiente,il processo inverso e estremamente inefficace quanto,appunto,quello di una coda di muovere l'intero cane.

Ma come potrebbe esistere una società democratica senza la comunicazione di massa?può una democrazia definirsi tale senza mezzi di informazione indipendenti che possano informare i cittadini su argomenti riguardanti i governi e le entità aziendali?senza di essi i cittadini,pur disponendo del diritto di voto,non sarebbero in grado di esercitarla con una scelta informata che rispecchi i loro reali interessi ed opinioni.

Ma i media,da che mondo è mondo,non sono quasi mai super partes,essi sono sempre controllati da una determinata lobby che ne gestisce i contenuti più importanti in modo da poter pilotarne il messaggio ed,in questo modo,avere il feedback necessario al raggiungimento dei loro obbiettivi. Di conseguenza l'unico modo per mantenere i cittadiniconsumatori in uno stato intermedio sarebbe quello della pluralità dei media di fronte alle varie lobby in quanto uno dei più grandi rischi per le democrazie è proprio la concentrazione delle proprietà dei media.

Essendo oggi le televisioni le più grandi fonti informative,esse detengono il potere della verità,molti individui infatti,trovandosi nella necessità di dare credibilità alle proprie affermazioni utilizzano la locuzione “l'ha detto la televisione” questo fenomeno da solo permette di effettuare un'analisi sulla portata del fenomeno mediatico e ci permette di comprendere quanto grande sia in effetti il potere dei media sull'opinione pubblica. Questo ci potrebbe far porre delle domande sulla veridicità di quello che succede nel mondo al di fuori della nostra sfera di conoscenza,cosa succederebbe,per esempio,se la televisione ci raccontasse che è scoppiata una guerra che in realtà non c'è mai stata,o non facesse alcun riferimento ad un importantissimo fatto accaduto però ben lontano dal nostro mondo visivo?

Saremmo realmente in grado di effettuare una scelta informata sul nostro futuro e su quello di chi ci circonda o invece ci limiteremmo a recepire passivamente le informazioni ottenute ed elaborarle al fine di ottenere una visione del mondo in realtà fortemente pilotata?come ci comporteremmo nel caso in cui ci dicessero che una particolare etnia di immigrati sia composta in larga parte da criminali,o ci dicessero,in uno dei tipici “casi mediatici” che sembrano andare tanto di moda negli ultimi anni,che il rapitoreassassinostupratore appartiene all'etnia da cui loro ci avevano già precedentemente messo in guardia precedentemente?saremmo comunque disposti a formarci una nostra opinione,un nostro “point of view”sulla questione oppure,più semplicemente,ci rifaremmo di nuovo al tema dello Straniero di Simmel? Non è per caso esso,lo Straniero,in nuovo eppur vecchio nemico?nella società globalizzata però il concetto di “straniero” è radicalmente cambiato,esso non indica più esclusivamente un individuo al di fuori della nostra comunità in quanto è il concetto stesso di comunità ad aver cambiato il suo significato,la comunità oggi è il villaggio globale e quindi lo straniero oggi è qualcuno che vive al di fuori di questo villaggio,nella nostra cultura esistono oramai varie intensità di straniero oramai completamente scollegate dal concetto geografico,per questo un americano e un giapponese sono stranieri allo stesso modo,ma sono al contempo meno stranieri di un cittadino libico o di un egiziano,spazialmente molto più vicini a noi,in quanto nelle società di massa e nel villaggio globale che ne consegue è comparsa un'apparente  omogeneità culturale che ha permesso una più veloce ed efficiente connessione tra le varie culture. Se ne deduce quindi che,come afferma Goffman,”la vita è un palcoscenico,lo straniero entrando a far parte della compagnia di attori,dovrebbe conoscere il copione, lo stile della recitazione, il gusto del pubblico e quei balletti cerimoniali che caratterizzano la vita quotidiana“.

Ma ogni zona del mondo è un diverso palcoscenico.

Questo comporta che ormai il “pensare come al solito” è a dir poco limitante per i cittadini di questo grande villaggio globale,esso è ciò che ci dà una visione limitata del mondo che ci circonda che ci permette di giudicare le culture che ci circondano utilizando un numero di aggettivi che varia da uno a tre,esso è il limite che ci siamo autoimposti per conservare e difendere le nostre culture locali,ma il pericolo che ciò comporta è grande in quanto la comprensione reciproca è alla base della pacifica convivenza.

Ma nella pacifica convivenza non c'è posto per un nemico,in compenso c'è posto per farsi delle domande concrete sul futuro. Spazio per comprendere che oramai la patria non è più solo la terra dei padri.

Di conseguenza sarebbe necessaria l'invenzione i un nemico invisibile e strisciante il cui scopo sarebbe quello di spaventare le masse e fare in mondo che il loro obbiettivo non sia altro che quello del raggiungimento del benessere e le loro massime domande  siano riferite quasi esclusivamente ai beni che entreranno in commercio nel loro prossimo futuro. Questa strategia,effettivamente funzionale alla sopravvivenza dei gruppi sociali come oggi li conosciamo potrebbe però portare conseguenze a lungo termini ad oggi non ancora conosciute.

 

 

 
 
 

Daemons run

Post n°28 pubblicato il 09 Giugno 2011 da shtekel

Demons run when a good man goes to war. Night will fall ,and drown the sun, when a good man goes to war.


Friendship dies and true love lies, Night will fall, and the dark will rise, When a good man goes to war.

Demons run but count the cost.
The battle is won but the hope is lost

 
 
 

Introduzione,Prima stesura

Post n°27 pubblicato il 06 Giugno 2011 da shtekel
 

Tu non c'eri-Disse Ishkur-Negli ultimi giorni della guerra,tu non hai visto cosa accadde dopo che L'imperatore-Dio  prese La Torre e la sconfitta  alle Cascate Zaffiro.--e allora?-chiese Marios-tutti sanno cosa successe:Il guardiano riusci a chiudere il varco e La Torre venne distrutta dal tentativo di usare il suo potere come arma.--non mi riferisco a quello,mi riferisco a chi tenne occupate le truppe dell'Imperatore-Dio alle cascate,La Luminosa Brigata,gli invincibili difensori della Cittàdella--ti sbagli,non può essere!_impallidì Marios-i Guardiani non posso essere stati sconfitti!--e infatti non lo sono stasti,essi sopravvissero allo scontro,quasi tutti almeno,ma solo per precipitare in qualcosa di peggio.La chiusura del varco impedì all'Imperatore-Dio di uscire da Carceri ma qualcos'altro invece riusci a passare;la distruzione violenta del varco causò uno strappo proprio sopra alla Cittadella:Tutto ciò che che bisbigliava e strisciava nel vuoto dell'Intramondi si riversò su di noi;i Figli dell'Incubo,le schegge di Armageddon,le degradazioni di Antonidas,il Re-che-sarebbe-potutto-essere e la sua orda di se fosse.Quello fù l'Ultimo Giorno,il giorno in cui le mani dei Guardiani si tinsero del sangue di nemici e di amici,il giorno in cui i loro cuori cambiarono e divennero neri di rabbia e odio,i loro canti che tenevano in piedi la barriera divennero grida di guerra che facevano impazzire di paura chiunque li sentisse,quello fù il giorno in cui tutto finì.--come?come finì?chi vinse alla fine?-chiese Marios visibilmente sconvolto da quelle rivelazioni che per lui,visto dai Terrestri sempre imperturbabile di fronte a qualunque evento,significava molto di più di quanto gli ambasciatori presenti non potessero vedere.A quella domanda Ishkur fece un sorriso triste-nessuno,nessuno avrebbe potuto vincere,poco prima che la Cittadella cadesse,Arton,l'Ultimo Scudo,attivò il Momentum-Arton?!come ha fatto Arton a Doventare l'Ultimo Scudo?!non importa.Sei sicuro che sia stato lui?Da quel che mi ricordo Arton non l'avrebbe mai fatto ,non avrebbe mai messo fine a tutto,non di sua volontà almeno--Invece così è stato,riteneva che non ci fosse altro modo di salvare quel poco che era rimasto.--Che cosè il Momentum?-chiese il delegato ONU contemporaneamente preoccupato e disorientato da qul discorso di cui aveva compreso ben poco ma gli era bastato osservare il volto visibilmente sconvolto di Marios,ripensando al momento in cui i primi Esuli erano rientrati sulla Terra,tutti dritti e impassibili e nobili,rivederlo adesso impallidire e tremare sempre di più ogni volta che Ishkur pronunciava il nome di una di quelle cose,lui aveva visto la Cittadella,la sua flotta di navi da guerra e i suoi soldati corazzati e si chiedeva cosa potesse causare quella paura negli occhi dei suoi ospiti.Perchè di questo si trattava,era puro terrore quello che vedeva adesso negli occhi del Primo....

 
 
 

Una piccola rimembranza

Post n°26 pubblicato il 06 Giugno 2011 da shtekel

Piccole donne crescono
piccoli uomini
sotto le gonne
si nascondono
scrivono pagine di storia
che non muoiono
poi se le ingoiano.
Piccole donne amano
piccoli uomini
sotto le gonne
si masturbano
forse gli invidiano
il segreto di far nascere
e si distruggono.
di tutto questo io ricordo
solo il primo bacio che m'hai dato tu
e la paura
per quel bacio che non
arrivava più
e proprio mentre ti dicevo se non vuoi
ti lascio giù
eri tu.
Piccole donne avanzano
piccoli uomini sotto le gonne
si affratellano
alzano muri per vedere
se distruggerli
e guadargnarci su.
Di tutto questo io ricordo
solo il primo bacio
che m'hai dato tu
che ti guardavo solo i piedi
perché gli occhi
mi tremavano a guardare su
e poi inseguire sulle scale
quella voglia del mio cuore in giù
che eri tu.
Piccole donne fuggono
piccoli uomini tanto per ridere
le piangono
e per scordarle le trasformano in immagini
e se le cantano.
Di tutto questo io ricordo
solo il primo bacio
che m'hai dato tu
e la paura di guardarmelo quel bacio
che non arrivava pi&grave;.
E tutto il resto che io sono
che io ero e non sarò mai più
eri tu.
Piccole donne crescono
Piccole donne amano
Piccole donne piangono
Piccole donne aiutano
Piccole donne aspettano
Piccole donne vivono.

 
 
 

Leggendo le poesie di Yeats

Post n°25 pubblicato il 05 Giugno 2011 da shtekel

The Second Coming

Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all convictions, while the worst
Are full of passionate intensity.

Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.
The Second Coming! Hardly are those words out
When a vast image out of Spiritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in sands of the desert
A shape with lion body and the head of a man,
A gaze blank and pitiless as the sun,
Is moving its slow thighs, while all about it
Reel shadows of the indignant desert birds.
The darkness drops again; but now I know
That twenty centuries of stony sleep
Were vexed to nightmare by a rocking cradle,
And what rough beast, its hour come round at last,
Slouches towards Bethlehem to be born?

 

Traduzione

IL SECONDO AVVENTO

Roteando nel giro che si allarga
Non può il falcone udire il falconiere;
Crolla ogni cosa; il centro più non tiene;
Anarchia pura esplode contro il mondo;
La marea di sangue si innalza e ovunque
La cerimonia dell'innocenza è spenta;
Manca ai migliori ogni convincimento
E per i malvagi più intensa è la passione.

Di certo sopraggiunge una rivelazione;
Senza dubbio il Secondo Avvento si avvicina.
Secondo Avvento! A queste parole
Dallo Spiritus Mundi sorge immane un’immagine
A turbarmi la vista: tra sabbie di un deserto
Un corpo di leone con la testa di un uomo,
Vacui gli occhi e spietati come il sole,
Le lente cosce avanza mentre intorno
Volano ombre infuriate di uccelli del deserto.
Di nuovo cala il buio, ma ora mi è chiaro
Che venti secoli di sonno simile a pietra
Sconvolse come un incubo l’ondeggiare di una culla.
E quale rozza bestia, giunto infine il suo tempo,
striscia verso Betlemme per esser partorita?

 

Quella che il poeta descrive alla fine della prima strofa è per noi oggi esperienza quotidiana.
I migliori mancano di ogni convinzione, il cinismo inquina l’ironia. I cretini si infiammano di parole vuote nelle loro prediche parlamentari o televisive. I fanatici di ogni dio assassino levano la loro voce per promettere mortifera salvezza.

Il gruppo dirigente anglo-americano ha trascinato il mondo occidentale in una spirale di guerre senza uscita, senza possibilità di vittoria né di armistizio. Perché lo abbia fatto non siamo in grado di dirlo. L’idiozia religiosa e il calcolo cinico di enormi guadagni immediati per le corporation che detengono il potere.
Le ragioni sono da approfondire, ma il risultato è certo.
Dopo cinque anni dall’inizio di una guerra di vendetta contro la popolazione civile di un paese poverissimo, gli Stati Uniti stanno entrando in una spirale di violenze criminali e folli che non hanno altro paragone storico se non il nazismo hitleriano. Le rappresaglie contro i civili sono l’unica risposta che gli americani sanno dare contro un nemico che non sanno affrontare a viso aperto.
“Siamo tutti americani” gridarono nel 2001 tutte le persone che si sono svegliate allibite di fronte a quella tragedia,io quella mattina ero a casa,aspettando una telefonata da New York che non sarebbe mai arrivata,come tante altre di altre persone che lì hanno perso un amico,un parente o semplicemente qualcuno che conoscevano. Ma oggi  la verità è evidente: la guerra in Afghanistan è persa, come la guerra in Iraq.
Immanuel Wallerstein scriveva  che,guardando a Washington,gli viene in mente Weimar. La crisi politica americana non si è risolta con il cambio di regime nel 2009. Troppo tardi per il regime change. Quel che Bush ha fatto non può essere disfatto in un mese o in un anno. Perciò l’aggressione all’Iran, pur essendo del tutto folle dal punto di vista della razionalità strategica, può essere dietro l’angolo, con tutte le conseguenze del caso – crisi energetica, escalation terroristica nelle città europee.

Quella che potremmo definire la disfatta occidentale in Medio Oriente non è che una parte dello scenario: la novità che nessuno si aspettava è l’emergere deciso ed aggressivo del fascismo putiniano al confine d’Europa. Il pericolo sovietico non era che un elemento stabile dell’equilibrio del terrore della guerra fredda. Il pericolo russo dell’era putiniana è un elemento incontrollabile, in un gioco di terrore che non è più bipolare.
La fine del comunismo non ha significato assolutamente una vittoria della democrazia nel paese di Dostojevsky. L’eliminazione degli intellettuali, dei giornalisti, dei dissidenti, l’interdizione di ogni manifestazione politica, il concentramento del sistema mediatico e industriale nelle mani di una mafia che controlla lo stato e i servizi segreti: questo è ciò che è seguito all’abbattimento dello stato sovietico. Non propriamente il trionfo della democrazia. Infine, nell’incontro di Monaco Putin ha detto parole che l’intero occidente ha finto di non capire: la Russia è ritornata sulla scena della guerra, e prepara il riarmo delle frontiere con l’Europa. La guerra fredda è nuovamente qui, ma in condizioni di multipolarità conflittuale.

Il collasso dell’Occidente iscritto nella traiettoria che stiamo ormai vivendo rende probabile lo scatenarsi della bestia fascista in Europa.
La violenza dei fanatici crociati di Copenhagen è uno dei segnali di una voragine spalancata. In Italia la democrazia è già stata dichiarata impraticabile. A larga maggioranza è stata sospesa la libertà di voto in Parlamento, per difendere la democrazia contro "la magistratura rossa!" che attende il suo turno.

Lo sguardo allucinato di William Butler Yeats vede le cose in una fosca luce di redenzione mistica. La seconda venuta, Cristo che ritorna.
Lenin interpretò a modo suo questa profezia cristologia:
“Trasformare la guerra imperialista in guerra civile rivoluzionaria.“
Per noi, oggi, la seconda parte di quella frase non significa più niente. Nulla significa infatti l’espressione guerra civile rivoluzionaria.
Ma la prima parte dobbiamo riproporla: la guerra imperialista va trattata come l’occasione di un rivolgimento delle prospettive.
Quali prospettive si vanno disegnando? Il collasso dell’Occidente non implica affatto un collasso del capitalismo. Il capitalismo sta per entrare in una fase recessiva che sarà disastrosa per l’Europa e per gli Stati Uniti. Ma le economie più apertamente criminali (come quella russa) o più apertamente schiavistiche (come quella cinese e indiana) sono destinate a prendere il posto egemonico che fù dell’Occidente.

Dall’Europa può venire il segnale di un movimento di nuovo genere, fondato sulla diserzione generalizzata, sull’abbandono, sulla passività, sulla non partecipazione, sulla fuga dalla scena sociale competitiva.
Un’ondata di depressione profonda e smisurata potrebbe spegnere l’incendio per mancanza di legna da ardere.
C’è un compito culturale che dobbiamo svolgere: dobbiamo divenire disfattisti professionali, sabotatori nonviolenti. Dobbiamo spiegare ai giovani che la gara è truccata, e nella competizione non vinceranno niente. Dobbiamo convincere il maggior numero di persone a disertare. Disertare il lavoro, disertare il consumo, disertare la partecipazione politica.

La seconda venuta potrebbe esser questa: l’abbandono della scena della storia da parte di una maggioranza dei suoi attori, il rinserrarsi in comunità che si organizzano per proteggersi dall’incedere della dominazione psicopatica.

 
 
 

Sul dibattito della sessualità

Post n°24 pubblicato il 03 Giugno 2011 da shtekel

La sessualità sembra uno dei temi dominanti in questo periodo nella(neanche troppo)amena città di Ravenna,vengono portati come esempi,secondo il mio parere personale non troppo calzanti,come l'imperatore Adriano o Leonardo da Vinci.Non troppo calzanti più che altro per il fatto che è difficile paragonanare la coscienza sociale e la presa di coscienza su determinate posizioni(evitiamo battute stupide grazie)lontane da noi dieci o venti secoli quando abbiamo difficoltà a rapportarci con quelle lontane neanche cento anni.Una volta Pennacchi scrisse che ogni ventennio ha la sua coscienza sociale,i suoi temi dominanti e le sue perversioni politche.Nonostante io consideri estremamente importante ricordare che siamo Tutti uguali sotto il cielo e sopra la terra,ritengo sbagliato giudicare,sia positivamente che negativamente,le persone solo per la loro sessualità;se un uomo politico è onesto e capace(ehm,si,lo sò,sembra un controsenso)lo sarà nonostante la sua sessualità,se altresì un uomo politico è disonesto e incapace,lo sarà nonostante la sua sessualità.Oggi come ieri è sempre più inutile cercare di unire le persone con concetti che,alla fine,rischiano di dividerle.Una volta una mia amica mi disse che amava andare alle feste "per quelli come lei",a me venne spontaneo chiederle se indendesse le persone con due teste,quattro mani o che.Mi rendo conto che possa sembrare una stupida battuta ma ritengo un insulto all'intera umanità cercare di alzare dei muri nei confronti delle persone diverse da noi,di quasivoglia genere,colore o appartenenza polica esse siano.Alla fine tutti noi viviamo,respiriamo e lottiamo spalla contro spalla con chi ci stà accanto.A volte senza neanche rendercene conto.Perchè alla fine non importa con chi amate.L'importante a volte è solo amare e dare,si,dare;una delle più struggenti opere sopravvissute alla Noche Triste del popolo azteco è L'inno a Qetzalcoatl:"dare,perchè i doni della terra non ci vengano mai a mancare,perchè il mondo non si sfasci,perchè il Dio assente non torni dal suo esilio nell'Occidente"noi,Uomini e donne europei,abbiamo alla spalle quasi 3000 anni di lotte,guerre e distruzioni perpetuate ai danni degli altrei popoli e di noi stessi;un infinito campo di battaglia che attraversa i secoli e i continenti.Forse si può dire,semplicemente,che siamo uomini in guerra con noi stessi,che cercano solo di trovare il proprio posto in questo strano universo.Cerchiamo di smetterla però di cercare di farlo a spese degli altri.

 
 
 

Le cose importanti...

Post n°23 pubblicato il 03 Aprile 2008 da shtekel

Ieri sera stavo per morire.....un tipo mi stava per falciare sul raccordo.
è stata un'esperienza pesante causata anche da quegli idioti di poliziotti che insistono con questo atteggiamento da fascisti di seconda categoria di puntare i fari in faccia agli autisti delle auto in movimento,prima o poi succederà qualcosa di tremendo e questi idioti avranno sulla coscienza una o più vite umane...Non sò perchè ma è stato peggio di un bombardamento d'artiglieria(parlo per esperienza personale).questo fatto mi ha fatto sul fatto che la vità è un soffio,è una cosa che,anche stando attenti,possiamo perderla in un attimo.quindi occhio amici miei.

Godetevi la vostra esistenza cercando di trovate la bellezza in ogni piccola cosa,dalla fronda di un albero mosso dal vento ai ruori della città che si sveglia,oggi è una bella giornata amici,quando una persona che amate si accomiata da voi abbracciatela e ditele ciò che provate e non lasciate mai una parola non detta o una litigata finita male,poiche non potete mai sapere cosa succederà di li a poco.......

 
 
 

Xthe missouri's friends!!!!!!

Post n°22 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da shtekel

http://www.youtube.com/profile?user=MorganEldwist

Watch and enjoy!!!!

and,sometime,leave some message here!

Bye Guys

See you soon!

 
 
 

per te,per me,per noi

Post n°19 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da shtekel

IL CIELO DI NOTTE



CHE BELLA SERA
IL GIORNO SI FERMA
LA VITA SI SVESTE
ED IO
AFFACCITO ALLA FINESTRA
GUARDO ...
IL CIELO DI NOTTE.
IL MIO SGUARDO SI PERDE TRA LE LUCI
E LA MIA MENTE ASCOLTA IL VOCIO
DI CHI BEVE VINO E GIOCA A CARTE
IN QUESTA SPLENDIDA PRIMAVERA
IN QUESTA SERA
D'INVERNO
IL MIO SGUARDO
SI ALZA SU NEL CIELO
PER CERCARE LA STELLA
PIU BELLA...
..E LASCIARE UNA
SCIA INDELEBILE
DENTRO ME....
AFFACCIATA ALLA FINESTRA
NON HA PIU STAGIONI IL TEMPO
INVERNO..PRIMAVERA
QUEL CHE CONTA E' CIO' CHE PROVA IL CUORE
E MENTRE DEL GIORNO MI SVESTO
D'AMORE MI RICOPRO
DELL'IMMENSA VOLTA CHE MI SOVRASTA
IL CIELO DI NOTTE
SI VESTE DI BUIO
PERCHE' RISALTI LA LUCE
ED IO LA CERCO:
E TI TROVO...
TRA LE VIE LASTRICATE DA MILLE SCINTILII
IN QUESTA NOTTE DI PASSAGIO
IL MIO SGUARDO SI FERMA ESTASIATO
TRA LE PIANURE BIANCHE
DI UNA LUNA AMICA
GUARDO LONTANO
UN TIMIDO PENSIERO
NUVOLA DI BAMBAGIA
CI COPRE E CI SORRIDE
CULLA DI SOGNO
CUSTODE DEI MIEI SEGRETI
E IL GIORNO
ANCORA UNA VOLTA
SPAZZA VIA
IL BUIO DEL CIELO DI NOTTE
E CON SE
TUTTI I MIEI SOGNI.

 
 
 

Tornare......

Post n°17 pubblicato il 02 Dicembre 2007 da shtekel

adesso che sono rientrato penso a quest'ultimo viaggio,così diverso da tanti altri che lo hanno preceduto.

ho conosciuto questo strano popolo,questo popolo amato e odiato,a volte imitato altre osteggiato
ho studiato la loro cultura ed il loro sistema politico.
Ho parlato e e ascoltato,ho studiato con i loro paramedici ed ho fatto lezione nelle loro università(alla Missuri State university ed al Ozark Community College,tema della lezione:qual'è il pensiero degli europei edei medio-orientali sul popolo americano)
con loro ho parlato e li ho ascoltati,ho sentito molte storie su di loro,sulle loro famiglie e,cosa più importante,sul loro pensiero.
Con loro ho riso e pianto,mangiato e dormito,bevuto e...bhè,cose che non vi riguardano....

ho visitato i loro campi di battaglia e iloro centri comerciali,le loro chiese e i loro nightclub.

ho cercato dicapire la loro cultura,di comprendere l'essenza dell'essere "americano"
non sò se ci sono riuscito...

sono una cultura davvero diversa da noi europei:il cibo,la moda,la stessa religione in realtà è diversa.Per non parlare dell'interazione sociale(gli americani non "toccano" e non baciano,neanche tra parenti)
adesso però,ho capito molte più cose della mia cultura...

 
 
 
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IL MIO SOGNO

Il viandante

Davanti a un incrocio di strade deserte
 mi sono voltato a guardarmi indietro,
lungo era stato il cammino fin li',
dalle terre felici da cui ero partito,
dalle terre felici ero stato scacciato.

Troppo grandi i tuoi sogni,mi avevano detto,
troppo vicino alla luce sei voluto andare,
troppo grande l'amore che avevo voluto,
troppo in fretta l'amore l'avevo perduto.

E in mezzo al deserto mi sono trovato,
nessun uomo nero mi aveva guidato,
nessun uomo bianco mi aveva seguito,
questo fu' il prezzo da Lei pattuito.
"nove mesi e ancora nove dovrai camminare,
per aver solo un briciolo di quello che fu' il tuo amore".
Questa la maledizione che mi fu' pronunciata,
da chi.da lontano,mi nego' la mia amata.

Ma nel deserto non fui mai da solo,
altri viandanti camminavano con me,
tanti,quanti gli uccelli in volo.
Ognuno ha una storia da raccontare,
ognuno ha una pena che lo porta a soffrire.
come pietra essa pesa sulla loro coscienza,
di chi,troppo spesso,non ha avuto clemenza,
come corda ci lega a questo luogo tetro,
nessuno di noi puo' tornarsene indietro.
questo,ahime',e' il nostro destino,
continuare da soli sul nostro cammino.

E davanti all'incrocio mi sono fermato,
sentendo un profumo del mio passato
davanti a me lei!e' finito qui il viaggio?
avanti di un passo e scompare il miraggio!
di colpo le gambe mi hanno ceduto
con la faccia nella sabbia sono caduto
il mio spirito di nuovo svuotato,
dall'ombra di chi tanto,tanto avevo amato.

Le forze ho raccolto e mi sono rialzato
ancora una volta mi sono pulito,
ancora una volta mi sono asciugato,
dalle lacrime il mio volto rigato,
dal dolore il mio cuore ferito.

Appoggiato a una pietra mi addormentai,
e un'antica figura nel buio sognai,
di luce il suo corpo era stato tessuto:
la luce del mio amore,il mio amore perduto.
dal suo androgino corpo mi gunse una voce,
un canto di vita,un soffio di luce,
"coraggio viandante!il tuo viaggio non puo' finir qui!
tanti ti aspettano lungo il cammino,
ben altre sprprese ti riserva il destino!

 
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