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favola

Post n°38 pubblicato il 13 Marzo 2007 da calipso1960

Mi hanno scritto una favola...e come l'ho ricevuta la giro qui; non so  perché lo faccio dal momento che, sempre più, "qui"  incontro esseri meschini, piccoli, senza personalità o, quando ce l' hanno, talmente pieni di sé da diventare ciechi e sordi a tutto quanto non sia il loro EGO; sono sempre più delusa, per quanto possa importare.

 "In un  tempo lontano, in un giardino di periferia, dentro a un rovo di spine viveva una piccola ape di nome Esmeralda; era piccolina, piena di vita e di colori. Vicino al rovo era un pruno, un po' rude, con fiori un po' aspri e la piccola Esmeralda trascorreva le sue giornate in balia di queste due piante, non sapendo bene come comportarsi; nelle giornate di vento le due piante venivano a contatto e la piccola ape si feriva,  sbattuta in mezzo alle spine.
Un giorno un alito di vento portò la piccola Esmeralda accanto ad una pianta un po' spostata nel giardino: era una pianta di pesco, un po' vecchia, ma aveva fiori i dolcissimi, di un delicato colore rosa antico, bellissimi...così la piccola ape viveva tranquilla su quella pianta gentile e accogliente che, se pure  con il tronco segnato dalle ferite del tempo, produceva fiori folti e dolci che la circondavano di benessere. Nella giornate di vento Esmeralda si rifugiava bel punto più profondo della pianta di pesco con la paura che le due piante con le spine venissero a contatto con il suo nuovo albero. Un giorno terribile durante un brutto temporale un fulmine colpì il vecchio pesco che non riuscì più a riprendersi e finì a terra attraversato e bruciato dal fulmine.
La piccola ape era disperata e in balia del vento si rifugiò nel rovo dove era nata, nel punto più profondo e nascosto.
Il tempo intanto trascorreva e la primavera portava nuovi fiori profumati e varipinti ma la piccola Esmeralda non li vedeva nemmeno, sempre più rinchiusa nel rifugio che continuava a ferirla con le sue spine ogni volta che si alzava il vento.
Vinta dalla disperazione per avere perso il suo vecchio pesco l'apina si lasciò trasportare dal vento che la portava da un fiore all'altro, qualcuno dolce, delicato, qualche altro rude, molti cattivi...ma lei non ne avvertiva né il sapore né il profumo, talmente era assente che il vento, in quella follia disperata, la stava portando via.
Fu mentre era in balia del vento che andò a sbattere contro un alberello giovane, sempreverde che in un primo momento le sembrò una piantina insignificante e inutile...però era gentile, cercava di proteggerla dal vento, cercava di farla ridere anche se dal suo volto il sorriso si era spento inun brutto giorno d' inizio inverno; la piccola Esmeralda in qualche modo si affezionò a quella piantina e trascorreva molto tempo fra i suoi giovani rami cercando la serenità che non aveva più.
Dopo qualche tempo accanto al sempreverde fiorì una piccola rosellina selvatica, di un tenero rosa acceso, delicata e profumata; Esmeralda fece amicizia con quella piccola rosa, trascorrevano insieme giorni e giorni a giocare, cercando di ridere anche se ogni tanto il vento le portava alla mente i ricordi dei giorni più tristi della sua vita...non riusciva mai ad essere serena e tranquilla. Intanto il tempo passava e la rosellina cresceva sempre più bella e sana..e cominciava a seguire il vento che la portava di tanto in tanto sempre più lontana nel giardino...però tornava sempre lì, vicino ai suoi amici la piccola ape e il sempreverde. Molto tempo dopo fiorì nel giardino un giglio  candido e innocente; era un fiore stupendoe prezioso come l'acqua nel deserto per i tre amici del giardino che divennero quattro. Esmeralda ormai cresciuta  non riusciva a godersi a pieno la compagnia dei sui tre amici poiché non riusciva atrovare serenità e pace; il vento soffiava sempre più spesso e la tormentava con ricordi brutti, con rimorso di non aver saputo vivere la sua primavera. Cercò di tornare verso il pruno per cercare di comprendere perchè l'avesse lasciata ferire delle sue spine e da quelle del rovo; ma ormai il vecchio albero era rinsecchito, senza foglie né tantomeno fiori. Esmeralda cadde nella disperazione più nera perché ormai nessuno più avrebbe potuto rispondere alle sue domande.I suoi tre amici non sapevano più come fare per aiutarla..lei ogni tanto passava accanto al rovoa cercare nemmeno lei sapeva bene cosa e ricominciò ad essere in balia del vento che  porta lontano...Il vento che  poco a poco ha portato lontano la rosellina, il vento che angoscia la pianta ormai vecchia del sempreverde. Il piccolo giglio bianco orami cresciuto è andato ad adornare un altro giardino, ogni tanto passano a salutare la veccha piantina....
La piccola Esmeralda, ormai stanca, si rende conto che la sua stagione è quasi finita, si è posata sulla pianta e finalmente guarda il giardino e si rende conto che la pinatina che era stata tanto gentile e paziente con lei è ormai vecchia e stanca, e che di tutti i fiori non era rimasto niente...solo un giradino brullo e arido...e capì solo allora di tutte le gioie perse, di tutto il nettare andato sprecato pr la sua ansia di rincorerre il vento in cerca di riposte che non ci sono, e non potranno esserci mai.

 
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