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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

Invidio il vento

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« Uno scorpione fuori manoIl rutto e la gatta morta »

Il passo largo

Post n°220 pubblicato il 11 Maggio 2011 da simurgh2
 

 

8 Maggio. Tornando da Reggio, quel che ho visto


Music: Detektivbyrån - Rymden I En Låda

 

Si avvicinò con quel suo passo largo
svagatamente indeciso
che pareva venirgli da un'interna iconografia
Una simbologia romantica, remota
del gesto, della postura
Un che di arcaico, da campagnolo metropolitano
Qualcosa del malandrino malinconico
Non so come dire, quasi fosse allampanato
Le cinse un fianco e l'attirò a sè
ma non è che volesse baciarla
non li, sul marciapiede lungo i binari
anche se lei, stretta con il suo petto, premeva
La testa piegata all'indietro
pareva attendesse, fremendo
Cingendola cosi, lui le parlò
Dovettero essere parole
come del vento la polvere che portava con sè
Come se tra i rovi crescessero rose, non sò
Io li guardavo dal treno. Era sceso da lì
Che gli ha detto son tornato son sicuro
Non so dov'era stato o cosa avesse mai fatto.
Forse gli ha detto non me ne andrò mai piu.
A questo punto pareva non fossero neanche sul marciapiede
In un'attimo parvero stremati, in un vuoto perduto
In un silenzio che avevano dentrro
mentre l'autoparlante annunciava la parternza del treno
e l'arrivo di un'altro e di non oltrepassare la linea gialla
Loro pareva fossero tra la tavola e il divano
Pareva accennassero ad un passo di danza
mentre lui le parlava guardando da un'altra parte però
Poi lei pareva volesse tirarlo giu sul divano
dicendogli, vien qua. Taci, aspetta
Ma lui non volle sapere. Doveva parlare, questo pareva
Era un uomo che aveva ancora qualcosa da dire
Lei voleva che abbassasse le tapparelle
che si stendesse sopra di lei, su quel sofà
Poi era suonato il telefono in entrata.
Lei gli ha detto lascia stare. Lascia che suoni
Lui le ha chiesto se c'era qualcosa in frigo
Poi il treno è partito e lui gli stava dicendo:
Non ci crederai mai, mentre apriva la porta
Poi lui le ha detto andiamo di là
Lei si alzò dal divano e sono andati di là davvero

 
 
 
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-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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