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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« Tre sassi, tre spariIl vuoto nell'acqua »

il satellitare

Post n°356 pubblicato il 02 Dicembre 2011 da simurgh2

Mi hanno regalato il satellitare domenica. Marca Garmin. 
L'ho provato per andare al Foster che son 3 km e mezzo.
La strada è quella di sempre però mi pareva diversa.
Andava a riorientare la percezione del mondo
Spezza un'abitudine seriale. Mi pareva d'essere in un video games.
Sono un campagnolo. Un uomo da fiume. Fondamentalmente non mi serve.
Ho perso un'ora buona a capire come funzionava. Mi veniva il nervoso.
Poi quando sono partito mi sembrava quasi di non conoscere la strada
Come se la mia testa dicesse - tu non sei mai stato in quel posto -
Il pensiero che simula ti trasforma e autoinganna
Che se non l'avessi avuto non sarei mai arrivato al Foster
Lui che mi diceva vai di qua e di la, gira a destra tra duecento metri
prosegui per milleduecento metri e nel piccolo schermo apparivano tutti i dati
Potevi ingrandire o rimpicciolire e vedere il fiume disegnato
come visto dall'alto, le zone abitate di campagna e poi la periferia della citta
Mi pareva di essere in elicottero
Le cose non sono le cose. Sono qualcos'altro oltre l'apparenza
Si addobbano di significati altrimenti: soggettivi e percettivi;
fantasiosi in sostanza. L'immaginario attribuisce significati.
Le apparenze sono una via per accedere all'invisibile, a cio che non appare
In fondo, il vero mistero del mondo però è quello che d'invisibile appare nel visibile. 
Kafka, in un suo scritto giovanile, ha scritto che dietro le apparenze
ci sono altre apparenze. Allora mi immagino questa consequenzialità
il sommarsi di apparenze che ne suscitano altre
Anche quando sono arrivato davanti al Foster, in via Podgora 19, 
che il Garmin mi ha detto che ero arrivato ed è comparsa la bandiera a scacchi
come nei gran premi quando tagliano il traguardo beh, non era come le altre volte.
Quando sono sceso dall'auto ho preso il Garmin sattellitare e me lo sono portato dentro
Che chissamai se dentro diceva qualcosa, salutava la gente o mi chiedeva che bevi?
Dentro poi, riprogrammavo altri percorsi. Vedevo una via sul giornale e tac ci andavo la.
Anche a Dresda sono stato, anche a Dresda. Tu dimmi un posto, una via, un numero e io vengo.
Parcheggio sotto o faccio un giro la intorno.


Poi lunedi, per andare a lavorare, l'ho fatto partire. Ricerca del
sattellite, mi diceva. Mi ha fatto fare la stessa strada che faccio io
di solito. Mi sembrava un'altra cosa però, non la strada, io dentro.
Al ritorno mi ha fatto fare un'altro percorso.
Domenica sera, dopo cena, sono uscito. C'era un po di nebbia
fate presto voi a dire. Non vorrei farne una geremiade ma, il sattellitare
è stato una piccola gioia sensoriale colma di apparenze.
E' un mondo diverso questo mio, adesso. 
Poi tornando, domenica sera, il Garmin mi fa:
- Ma raccontami qualcosa, mi dice, come stai, chi vedi, dimmi, dimmi.-
Gli ho detto:
- Non vedo nessuno, sono quasi sempre incazzato,
incontro tutta della gente strana, non so cos’è successo,
deve essere successo qualcosa, qualche anno fa non era così.
Adesso vorrei scrivere poesie western -
gli ho detto

 
Cosa c'entra?
Niente. Perchè? Doveva c'entrare?

  

 
 
 
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-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
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