Pare che Murakami l'abbia presa da qui la sua idea della radura che compare in "Kafka sulla spiaggia". -..in una radura ho visto un bagliore argentato rubare per sempre i ricordi ad un bambino che invecchiò senza poter crescere..- Una radura che può trovare solo chi si è perso. Circondata da un bosco che soffoca sè stesso. Come se il nostro sguardo dovesse cercare spiragli per vedere altro che altro non vede. Come se la radura la potessi raggiungere solo sbagliando ma, sbagliando qualcosa di oscuro in te ti conducesse. All'improvviso quello spazio, la luce lo invade e ti accorgi di quell'intrico di ombre, di quella palude dove sapevi bene di stare. Non è un dio quella luce, almeno per me. E' la consapevolezza improvvisa che qualcosa devi pur fare. Dimenticare o ricordare non basta. La sfinge e il labirinto restano comunque il tuo luogo, l'intrico del bosco e di ombre dove tornare. La radura, la luce che prima o poi tutti ci troviamo a sostare, come "La stirpe gitana ricorda ma, chi sa scrivere dimentica." ecco si ma, ora devo andare, tornare tra gli sterpi, c'è solo da farsi largo. Ci si abitua ancora, tutto torna come prima, dove si è avezzi a stare, si conosce bene quell'intrico, la sterpaglia, ci si abitua, s'impara presto a saperci stare. Ed è li che si torna. La radura è concessione poetica, un'incursione della mente, un sole che scalda. Non so, mi venivano questi pensieri ad ascoltare la radura, poi si dimentica, per continuare a vivere forse, nel solo modo che si è capaci. Scarafaggi dagli scudi scintillanti, con le ali piegate ci godiamo brevemente quel sole. Ai margini della radura. Una domensione ancestrale e geologica, orrori e incanti nelle storie dei paesaggi, un guardare spoglio che prende appunti dalla luce e, dalle ombre rinuncia al possesso di cio che vede e lo scarto, la frustata è quello degli occhi impauriti dei bambini. Tu provieni dai gasometri, dalle cabine elettriche, dagli sbarramenti giu in basso. dove passano le rotaie. Ai margini della radura, sembra sempre che debba succedere qualcosa. Una sorta di imminenza
Non ricordo di chi sia la musica che fa da sottofondo alla lettura. Forse era ne "Il cielo sopra Berlino".
(foto di Isabella Bertoldo -IL BOSCO)
Nella radura, quel giorno, la luce ebbe un guizzo
Era una luce che stava la da tutto il giorno Quando stai nella radura con una tua privata beatitudine e dilata la misura ecco.. allora è possibile che quella luce ferma abbia un guizzo. zac, uno scatto che taglia in quel vuoto l'assoluto poi, non resta niente Quel niente è intercapedine tra le cose Il silenzio assoluto che non cogli tra un rumore, un suono e l'altro Come nella musica, compare in quà e in la, tra una nota e l'altra. C'è una musica nella vita un suono, un palpito, una luce un'intervallo sempre infinitesimale nel passare da un istante all'altro Le variazioni della luce contengono frazioni di assoluto buio Sbatti le ciglia, sbatti! E' li che le cose danzano Là, dove non cogli il fuggevole intervallo l'interstizio invisibile alla percezione il silenzio già svuotato del prima e già colmo del dopo. Li accade tutto quello che non sappiamo. Nella radura, quel giorno la luce ebbe un guizzo.
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi -J. Franzen- Zona disagio- -Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo -Tabucchi- Racconti con figure -David F. Wallace- Tutto e di piu -Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
Inviato da: Daniela Raimondi
il 06/12/2019 alle 16:11
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