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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« Il corpo dell'altroAntropologia dell'acqua »

Tornare pesci

Post n°476 pubblicato il 16 Ottobre 2012 da simurgh2

 

Guardavo l’acqua uscire dal rubinetto prima
Ero li per lavarmi le mani ma mi son incantato
Che genere di incantamento era? mi son chiesto poi
Son stato fermo con le mani appoggiate sul bordo del lavandino
L’acqua, ho pensato, qualsiasi sia la fonte, provoca evocazioni
inondazione dal pleistocene interiore
Il fluido scorre e porta via, sicchè c’è un’assenza, in fondo
questo pensavo
-All'eterna fluida che ci ha generato
da quando il vagito non aveva la forza di

esistere fino a nutrirci- 
I pensieri sono schegge innumerevoli e sfuggenti
Una cerva che si abbevera, una ninfa che protegge la fonte,
l'anguana che muove i suoi fianchi a pelo d'acqua
un sasso tirato , un laghetto con dentro una balena
il nuotatore di Cheever che attraversa le piscine della contea
il toro che insemina la schiuma del mare da cui nascerà Venere
io come Celine che guardo le navi entrare e uscire dal porto
la sorgente carsica del Timavo dove gettavo simboli d’amore
……

Guardavo l’acqua uscire dal rubinetto
ed ero in questo stato di contemplazione
di rapimento e assenza, sperdimento
pochi secondi e millemila frammenti
mi attraversavano con un secchio
Mi pareva di immergermi dalla riva
provenendo dal deserto, affondavo il viso
Immergermi, ecco, come un tornare
Tornare pesci

Vieni anche tu, le ho detto
il desiderio andava al buco del lavandino
dove tutto rifluiva, inghiottito nelle profondità
tu mi venivi dentro come fosse il tuo destino
io ad accoglierti e con te sprofondare
dentro quel gorgo, gorgogliare spasmi d’amore
percorrere assieme tubi e scarichi nei muri
Sfociare insieme condutture e acqua dentro il fiume
Pochi secondi questa cosa infine è durata
Ancora adesso sento il tumulto del torrente tra i sassi
Acqua e acqua, come il fiume e il mare
Acqua e acqua dello stesso fiume pure
La congiunzione, il mescolamento, un unico elemento
Forse una cosa sola infine.
Sentire sempre questo di te inondare
Annegami, annegami! Fai pure

Scioglie lingue  l'acqua
Toccata piano con una sola mano
Geme.....amen
Veniva giu l'll monaco  per l'll chiostro vecchio
come l'acqua fluttuava la sua veste
di silenzio

" Come bagnarci la lingua
nell'acqua di scolo dei poeti
ora che il giorno lo scagli nel fiume
sasso dopo sasso
Deve venire la gioia,
sollevando le cortine da sopra gli occhi
confusi: quello che tu hai cercato" 
(Elia Belculfinè) 

E cosi ci trovammo dentro il buco di scarico del lavandino
stretti in noi come sardine, ci cadevamo dentro, vorrrticando 
Forme viventi appaiono e svaniscono, grottesche
Se le osserviamo con meraviglia ci cambiano
Ci cambiano perchè le osserviamo
La nebbia inventa l'immaginazione
foto.JPG


 

I'll, cosi si chiamava, era stretta a me
in quel vortice che durò non so quanto
la trasformazione avvenne senza indugi
proclamando il ritorno alle ere perdute
le squame d'argento, le pinne, le branchie.
Imparare a respirare sotto l'acqua era sempre stato anche il sogno di I'll
"
È il debito del mare
che ci resta sulla lingua
attraverso l’acqua e le sue mappe." 
Respirare
senza riparo, senza rimedio
bagnarsene
Scaturimmo fuori in un piccolo laghetto
I'll si girò e guizzò via con uno squittio di meraviglia
La vidi di slancio mangiare un'insetto
Io la seguivo ma ero goffo, imbranato
l'acqua sembrava appuntirsi e graffiare
Parole galleggiavano qua e la
dentro a piccole bolle che subito svanivano
Intorno c'era un bosco. "E' il mio" disse I'll
Vieni, mi disse e con una capriola s'inoltrò nel fondo
Alifib, alifib era il suono dei guizzi con scaglie
Il cuore si apriva come se avesse le valve di una conchiglia
Quando mi innamorai di I'll sembrava non volesse altro che corrrere
per sentieri scoscesi, attraversare radure
passare sotto archi di pietra, visitare spelonche sperdute 
adibite a templi, con monaci dai sai di silenzi

foto.JPG

 

Quando mi innamorai di I'll stava in altura
cercava dove iniziava il bianco e come si distende
e guardala adesso, mi dicevo, guarda che roba
La seguivo e mi sembrava di sprofondare al fondo di me stesso
Strato dopo strato, come cieli sovrapposti, attraversarne lo spazio
nel cadere la perdita decompormi e rinascere
Sul fondo mi mostrò un polombaro
Il palombaro allargò le braccia come a mostrar meraviglia
Poi le sollevò, come a dire finalmente
Proveniva dalle terre emerse
Era convinto che in breve sarebbero scomparse
cosi, com'eran saltate fuori sarebbero state sommerse
Cosi s'era messo a fare il guardiano del piccolo lago
Sembrava contento. Mi sono abituato. Diventerò un pesce
Guardò I'll e disse "Tu sei quella che tirava i sassi.
Quella che buttava le mentine Frisky alla balena"
Dov'è la balena? Chiese I'll. Dov'è?
"Tu sei quella della rosa galleggiante con la sua fiamma.
La balena è li" disse, indicandola con la mano.
Aveva lo stesso colore dell'acqua. Poggiava il ventre sul fondo.
La piu grande balena degli appennini dormiva? 

Io, intanto vedevo occhi scuri in quei fondali
Mi guardavano sospettosi, lo capivo, eravamo intrusi
La luce, dalla superficie scendendo tremolava
poi adagiandosi si fletteva e spariva dentro quegli occhi scuri
Dentro l'acqua si deve star attenti a far domande
Mi appoggiavo ruotando le direzioni del mio corpo
Non era come spingere piu in su il cielo con le mani
Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. I'll no, non lo era
Era forse perchè mi trovavo al fondo di me stesso
che sentivo tutto quel peso che gravava senza fiato ?
Oppure era solo l'immaginazione che avviluppava
le cose a quel modo imprigionandomi in me stesso?
Io non ero convinto di star tanto la sotto
ma senza I'll non volevo stare. Mi sentivo insicuro 
I'll, invece si vede che è sempre stata un pesce fuor d'acqua

(dovrebbe continuare) 

 

Quel mondo sott'accqua, mi è venuto da Calvino
Come Murakami che dice" Quel mondo lo aveva tratto
dal romanzo di Faulkner -La crisalide d'aria- ma ormai
era diventato completamente suo." 
Per gioni cosi, quelle immagini e invenzioni
hanno allagato i mei pensieri.
Mi veniva una storia che adesso vorrei finire.
Non sapevo all'inizio come si sarebbe sviluppata.
Parti a scrivere poi pian piano si forma 

 

 

da “Tutte le cosmocomiche” di Italo Calvino:
“Le condizioni di quando la vita non era ancora uscita dagli oceani
non sono molto mutate per le cellule del corpo umano
bagnate dall’onda primordiale che continua a scorrere nelle arterie
Il nosro sangue ha una composizione chimica analoga a quella del mare delle origini,
da le prime cellule viventi e i primi esseri pluricelllulari traevano ossigeno e gli altri elementi necessari alla vita.
Con l’evoluzione di organismi piu complessi, il problema di mantenere il massimo numero di cellule a contatto con l’ambiente liquido non potè piu essere risolto semplicemente attraverso l’espansione della superficie esterna. Si trovarono avvantaggiati gli organismi dotati di strutture cave, all’inbterno delle quali l’acqua marina non poteva fluire. Ma fu solo con la ramificazione di queste cabvità, in un sistema di circolazione sanguigna, che la distribuzione dell’ossigeno venne garantita all’insieme delle cellule, rendendo cosi possibile la vita terrestre.
Il mare in cui un tempo gli esseri viventi erano immersi, ora è racchiuso entro i loro corpi”

 
 
 
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-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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