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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Post n°221 pubblicato il 14 Maggio 2011 da simurgh2
Lei viene a lavorare cosi. All'inizio, quelle della vecchia guardia l'avevano messa sull'avviso che cosi, avrebbe dato adito a malelingue e, poi, insomma, non per far le babbione e parlare di decoro e contegno ma, quello non era nemmeno un locale del centro alla moda. Mi viene in mente questo ma, al tempo, da noi, c'erano solo signore di buon senso, dame benefiche, da circolo della canasta. Poi ne arrivarono altre, cosi, appariscenti diciamo e il livello di competizione si è elevato. Lavoro nel pubblico impiego, sanità, tanto per metterci una cornicie. In fondo c'entraanche poco con quello che voglio dire. Lucrezia è un archetipo della pin-up, di quelle, nelle foto che si appendevano negli armadietti delle officine e nelle cabine dei camion. Lei è una diva, portatrice del mainstream pensiero. Addobbata di quella miriade di piccoli gesti fashion, (mossette), di stereotipie di genere che costituiscono il catalogo della gatta morta per antonomasia. Lucrezia, già nel nome un destino, è sensuale ed educata, conosce le regole del bon ton come pure la velata arte dell'ammiccamento, della creme chantilly e dei profumi d'alto bordo, come pure però l'arte classica. Ha fatto le sue scuole, il liceo prima, poi si è laureata e, in fondo è una dottoressa e una volta mi stupi per la sua erudizione e conoscenza della mitologia greca. Potrrebbe appartenere all'entourage delle ninfette berlusconiane. Ci scambiamo spesso delle storiette ed astruse opinioni. Di lei mi piace il suo lato truce, i piccoli segreti maliziosi, le licenze conturbanti, il suo menage famigliare. Mi piace il contrasto tra l'aspetto erudito e quello frivolo che ha. Per molti aspetti dunque, curiosa ed inusuale.
E' una che ha una vita normale. Lavora, ha una figlia, LA STORIA E' a casa sua. In giardino, sua figlia che avrà quattro anni è la che gioca con un'amichetta, figlia di vicini. Schiamazzano e sono felici. Corrono e saltano tra le bambole e chissà che altri giochi e pupazzi. Lucrezia ha ordinato una pizza e va su e giu dalla cucina per dare un'occhio alle bambine. Sull'erba c'è anche una piscinetta con l'acqua dentro. Lucrezia non vuole che ci vadano attorno e le richiama piu volte. Sbocconcella la pizza e discorre al telefono con una sua amica. Le bambine si paralizzano impietrite. Lucrezia sghignazza. Poi vede in mezzo alla siepe il volto della vicina. E' una innamorata delle bambine e le sta sempre li a guardare. Questa vicina non ha figli. Tante volte vorrebbe che andassero a giocare nel suo giardino. Il volto della vicina resta infilato tra le foglie della siepe. Sgomenta, con la bocca un po aperta e gli occhi sgranati non si ritrae, resta là, incapace di muoversi, maleducatamente. Lucrezia gli fà: "Mi scusi signora. Non mi ero accorto che c'era anche lei" Come se questo potesse giustificare quel rutto da dinosauro. "E' che non vogliono capirla, le bambine, di non bagnarsi con l'acqua. BNon sapevo piu cosa fare"La vicina tira indietro la testa dalla siepe con un sorriso ebete. L'amichetta della figlia prima guarda lei e poi la bambina, e le fa :" Ma cosa fà tua mamma??" Ma guarda te, le ho detto, adesso sarai sputtanata per una cosa cosi e chissà come ti guarderà la prossima volta che ti vede. Lei mi risponde che non crede si fara vedere in giardino per due tre giorni. Non lei ma la vicina. |
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)