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« ParadossiDresda. Un racconto (1 parte) »

In che modo in noi si apra uno squarcio

Post n°266 pubblicato il 18 Luglio 2011 da simurgh2
 

Si formano affetti qua dentro, contorsioni, improvvise passioni. Ha del mistero la cosa. Non è che si spieghi: ogni incontro un'alchimia. Penso sia un accadere che s'incontra nelle stanze vuote che teniamo nel cuore. Varianti delle caleidoscopile forme d'amore,le infinite possibilità, i sapori. Se lo immagino come metafora dei sensi, li includo tutti tranne la vista. Non so perchè. Sarà per una sorta di visione che ho delle cose. In quanto preferisco le zone d'ombra, dove la luce non può accecare, anche se poi quel che acceca è altro, dove la vista può ingannare. Come se la vista fosse collegata alla mente, attraverso una trasmissioni di dati troppo veloce, dove le vibrisse schizzano impazzite. Preferisco il non visto dove la luce ha timore. Sarà anche una cosa bella questa luce ma, dico, senza ombre sarebbe solo un fastidio. Ma di questo, dell'ombra e della luce ne parlerò a parte. Intanto:

In che modo in noi si apra uno squarcio
che sei là steso quasi fossi morto di dentro
che neanche t'accorgi che arriva di colpo
e che dentro si mette ad impastare con dita sapienti
un grumo inspiegabile che lievita
e allora ancora non sai ma ti alzi
e che ci vorrebbero parole a milioni
ma è solo una musica, una voce
il gesto di un corpo, cuore che ti accorgi, pulsare
e cosi può prenderti un groppo nel petto
che io chiamo coltivare un'affetto,
sentimento d'amore che non mi piace chiamare
non qui, non nel dire ad altri, almeno 
un seme trovato per caso, che non sapevi neppure
un dono comunque portato dal vento e lasciato cadere
su un terriccio che è la predisposto e donato agli elementi
coltivato in segreto, in un angolo nascosto
al caso, ai destini, alle storie che siamo.

 

Sto per addormentarmi.
Mi lascio scivolare senza opporre resistenza.
Piccolo, lontano, si avvicina un pensiero
che colora questo istante:
“Cosa vorrei portare con me,
dietro alle palpebre chiuse,
se questa fosse l’ultima notte?”
(Ultima unctio)

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
teti900 il 19/07/11 alle 01:25 via WEB
sarà poi così importante dare un nome e una spiegazione a tutto?

Mi sono fermata a questolink che mi andava benissimo perché la psicosintesi un po’ mi piaceva prima di arrivare alla conclusione che la psicologia (per non parlare della psichiatria) sono trappole se prese come oro colato.
perché alla fine allora le ho tutte le malattie mentali, quando le leggo mi ci ritrovo in tutte e se non sto attenta potrebbe finire che rimango ingabbiata in un barattolo con tanto di etichetta.
Invece forse le varie classificazioni le ho percorse e tante altre ne percorrerò, quindi perché arrivare a una conclusione definitiva?
A chi è utile? A me non di sicuro.
Sia per quanto mi riguarda e sia per quanto riguarda il prossimo.
Non è che conoscere come la “scienza” definisce alcuni aspetti di una persona mi può indurre a modificare il comportamento che sento di avere per lei.
L’unica utilità sarebbe quella di metter sull’avviso il prossimo, ma tanto se trovi quello a cui non frega niente di te, figurati cosa gli cambia sapere che sei parafrenica e se invece ti presta attenzione lo farebbe comunque anche gli dicessi che sono una serial killer.
E poi, scusa, ma che differenza fa se l’altro/a crede che l’illusione sia vera?
Bisognerebbe saper distinguere esattamente realtà e fantasia, e come si fa?
Per me che ti guardo e ti ascolto è reale che vivi nel sogno o nella confusione che crei agli occhi degli altri/e ma che per te sia una forma di ordine e disciplina, tanto per fare un esempio.
E allora come faccio a dirti che non è reale?
E anche sta smania di capirlo (quasi di imporlo) così da riportare il parafrenico nella normalità (?) peggio che se fosse il tuo peggior nemico!
Ma se ci è finito in quel modo di fare avrà il suo tornaconto!
Gli vogliamo togliere anche quella soddisfazione, compensazione, ancora di salvezza?
Insomma se a qualcuno non piace quel modo di essere forse è lui/lei che ha dei problemi e in ogni caso non farebbe meglio ad andar via a cercare persone diverse, diciamo anche più rassicuranti?
Oltretutto siamo entrambi in una riserva protetta di menti parafreniche, infatti in realtà era un altro discorso che avevo in mente di fare a proposito dei sintomi della parafrenia (uso sta formula per brevità e convenzione).
I blog ecc in fondo fomentano il dato certo che i rapporti vengano fondati su dati incerti e spesso controvertibili in un incontro reale. Altrimenti non si spiega perché ci sia così tanta resistenza all’incontro soprattutto tra sessi diversi quando sembra che per forza debba esserci un’attrazione o interesse fisico e sessuale per potersi incontrare.
Cosa che trovo incomprensibile anche per via che nel caso ci via l’ultima parola non spetta certo all’intesa delle menti ma all’incastro dei corpi.
Voglio dire che mi va benissimo che il mondo pensi che l’appagamento e la soddisfazione passino per la via virtuale, non lo nego, ma resta che (per me) non c’è niente di meglio (se c’è) di quel valore aggiunto che la distanza non sempre, anzi mai (per me) consente di scoprire.
Cos’è? Eh, chissà?
Ora l’ho fatta davvero già troppo lunga e ho già detto anche troppo di come la penso, metti che qualcuno/a lo voglia dire?
P Prima di stampare questa e-mail, pensa all'ambiente!
 
 
simurgh2
simurgh2 il 19/07/11 alle 12:42 via WEB
"sarà poi così importante dare un nome e una spiegazione a tutto?"
No, neanche a te. Non sarebbe importante dare una spiegazione a tutti ma visto che ci tengo magari mi impegno per dartela anche se, a darla non son in genere io, che invece la prendo..he he, si scherza :-)
Ma da dove salta fuori quel parafrenico? A volte lo uso per definirmi ma, ho riletto il post e non lo trovo. Che c'entra?
Dovrei avere un saldo positivo nel mio conto del karma?
Cominciamo cosi dicendo in breve, il mondo è un enorme frattale. Ripetiamo la sequenza di Fibonacci nella crescita delle foglie di una pianta, o le diagonali del quadrato circoscritto sulla spirale del nautilus."Se sentite gli zoccoli, i cavalli non pensare, zebre." Come mai? Oppure penso ad una mela che cade dall'albero. Uno se lo puo spiegare in tanti modi: che siano stati gli elfi, dei bambini che tirano dei sassi con la fionda, una tempesta invisibile, oppure aspettarsi che cada verso l'alto, non sò.
Clicco quel link ma è un'impegno tremendo, un'impegno della madonna e perchè? E' roba che potrebbe venirne fuori un post? Mi sà. Rimando. Lo leggerò e poi scriveremo un saggio su quando la parafrenia assumerà i contorni del fantastico e del confabulatorio. Vedrai. Intanto vado ma torno. Tu non hai niente da fare? Ciao
 
lontradelbosc
lontradelbosc il 19/07/11 alle 01:32 via WEB
Anche gli squarci concatenano, squarci di sorrisi o strappi rattoppati nei gomiti, anche da lontano, anche se non conosciamo e altro non sappiamo. Uno si riconosce nell'altro, almeno in parte, non è poi cosi' strano, siamo simili fra noi se non proprio uguali, e quell'attenzione che ci viene donata è un regalo, un medicamento che cura, un seme da coltivare e che non si può sapere a priori in quale forma fiorirà. E' bello pensare che si sta coltivando un affetto, di questo tutti hanno bisogno. Nella penombra e nel silenzio si riconoscono più facilmente i gesti delle cose nascoste che di luce non hanno grande bisogno. Sono modi di comunicazione contemporanea come la danza di thought of you del bellissimo video con quelle immagini dalle movenze cosi' perfette da sembrare vere. Allora io concateno il tuo video a questo http://www.youtube.com/watch?v=XSB1-DLTD3k e te lo dedico con la buona notte con affetto e riconoscenza.
 
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