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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« Lo stesso mare | La radura » |
Dietro le apparenze ci sono solo altre apparenze "..Cos'era quell'enorme respiro che perecepiva intorno? Pensò alla sua infanzia, e chissà perché le apparve l'immagine di un bambino che, per mano alla sua mamma, torna da una fiera di paese con in mano un palloncino d'aria, il suo trofeo, e lo regge con fierezza finchè all'improvviso, ploff, il palloncino si sgonfia, qualcosa lo ha bucato, ma cosa? Forse la spina di una siepe? Devo aver gia cercato di spiegarmi questa disincrasia, di svelarne l'imprecisa fascinazione. Penso condividiamo eguali percezioni della realtà. un simile smarrimento, una sensazione psichica allucciinatoria, come pure la tensione tra il sogno totali8zzante e l'angoscia nichilista. L'impossibilità di scriverne "...Poi quel sogno è sparito per anni finchè, qualche settimana fa, è tornato. Tale e quale. Lo stesso cancello di ferro, bianchissimo, evidentemente i sogni non arrugginiscono, e neppure le emozioni che li accompagnano. Era tale e quale a quello che sentivo una volta, lo stesso struggimento, il desiderio di prendere la rincorsa e varcarlo, di correre per vedere cosa nasconde e dove conduce, e qualcosa che mi trattiene, ma non è più la voce di mio padre. Non è più la voce di mio padre, almeno sentissi la sua voce, è la paura di sentirla. Paura e basta. Questa perdita di centro e di certezza, un'ermeneutica interpretativa, che uno potrebbe anche mettersi la a far dei disegnetti con una penna biro, che la narrazione mica svela, però ti fa compagnia, come un guarda qua, guarda la dissolvendo la verità dell'interpretazione, come concetto almeno. Non è che questo spieghi niente, il dirmelo o scriverlo che venga letto, per questo trovarmi in uno stato oscillatorio, sospensivo, condizione che, a me pare normale. Tu leggi Tabucchi e, alla fine non ti resta niente. Quel niente cosi vicino a quello dove stò. Un posto dove l'altro è sempre assente Ah, disincrasia credo non voglia dire niente.
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
" Nulla è cambiato. Tranne il corso dei fiumi, la linea dei boschi, del litorale, di deserti e ghiacciai. Tra questi paesaggi l'animale vaga, sparisce, ritorna, si avvicina, si allontana, a se stesso estranea, inafferrabile, ora certa, ora incerta della propria esistenza, mentre il corpo c'è, e c'è, e c'è, e non trova riparo."
Pare l'oracolo che parla, dice di lui, di Tabucchi, in poche parole, il nocciolo che sputa. Emblematico dico. Ciò puo definire Tabucchi, la sua essenza? Abbastanza, abbastanza dico. Siccome, gia che l'avevo in mano ho proseguito per un paio di paginette, sottolineo anche:
" Per sfuggire al mondo sono diventato di carta me ho imprigionato il mondo dentro la carta per raccontarlo"
Ecco chi era Tabucchi, questo, e tutto quello, il resto che non sò
Poi un giorno ho ricevuto in dono l'audio di donna di porto pim,racconti brevi di naufragi e balene;un sogno in forma di lettere La prima isola che s’incontra vista dal mare è una distesa di verde e nel mezzo vi brillano frutti come gemme, e a volte strani uccelli dalle piume purpuree si confondono con essi. Le coste sono impervie, di nera roccia abitata da falchi marini che piangono quando cala il crepuscolo e che svolazzano inquieti con aria di pena sinistra. Le piogge sono abbondanti e il sole impietoso...sono le esperidi,dove si attende l'avverarsi della profezia. Mi accade spesso da allora di ascoltare un racconto,prima della via dei sogni,la notte l'epica delle balene,il rovesciamento delle parti che lascia alle balene cantare la disumana natura umana Non amano l’acqua, e la temono, e non si capisce perché la frequentino. Anche loro vanno a branchi, ma non portano femmine, e si indovina che esse stanno altrove, ma sono sempre invisibili. A volte cantano, ma solo per sé, e il loro canto non è un richiamo ma una forma di struggente lamento. Si stancano presto, e quando cala la sera si distendono sulle piccole isole che li conducono e forse si addormentano o guardano la luna. Scivolano via in silenzio e si capisce che sono tristi" Racconta di come le balene siano indifferenti alla presenza umana,compromessa dall’azione e dalla navigazione degli esseri umani,fino a dirci della sconfitta d’uno degli ultimi balenieri delle Azzorre nella vicenda della Donna eponima dell’opera che rubò l'anima d'un marinaio e ne fece un musicista, fin quando la natura dell’assassino pretese un tributo, per riscattare un tradimento previsto, una sconfitta annunciata: un naufragio ultimo, d'un baleniere e d'una balena che irrideva chi sognava di poterla imprigionare. Ho letto poco di lui,ma quel poco m'accompagna ancora certe notti