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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

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La radura

Post n°425 pubblicato il 28 Marzo 2012 da simurgh2
 

 

 Pare che Murakami l'abbia presa da qui la sua idea della radura che compare in "Kafka sulla spiaggia".
-..in una radura ho visto un bagliore argentato rubare per sempre i ricordi ad un bambino che invecchiò senza poter crescere..-
Una radura che può trovare solo chi si è perso. Circondata da un bosco che soffoca sè stesso.
Come se il nostro sguardo dovesse cercare spiragli per vedere altro che altro non vede. Come se la radura la potessi raggiungere solo sbagliando ma, sbagliando qualcosa di oscuro in te ti conducesse. All'improvviso quello spazio, la luce lo invade e ti accorgi di quell'intrico di ombre, di quella palude dove sapevi bene di stare. Non è un dio quella luce, almeno per me. E' la consapevolezza improvvisa che qualcosa devi pur fare. Dimenticare o ricordare non basta. La sfinge e il labirinto restano comunque il tuo luogo, l'intrico del bosco e di ombre dove tornare. La radura, la luce che prima o poi tutti ci troviamo a sostare, come "La stirpe gitana ricorda ma, chi sa scrivere dimentica." ecco si ma, ora devo andare, tornare tra gli sterpi, c'è solo da farsi largo. Ci si abitua ancora, tutto torna come prima, dove si è avezzi a stare, si conosce bene quell'intrico, la sterpaglia, ci si abitua, s'impara presto a saperci stare. Ed è li che si torna. La radura è concessione poetica, un'incursione della mente, un sole che scalda. Non so, mi venivano questi pensieri ad ascoltare la radura, poi si dimentica, per continuare a vivere forse, nel solo modo che si è capaci. Scarafaggi dagli scudi scintillanti, con le ali piegate ci godiamo brevemente quel sole.
Ai margini della radura. 
Una domensione ancestrale e geologica, orrori e incanti nelle storie dei paesaggi, un guardare spoglio che prende appunti dalla luce e, dalle ombre rinuncia al possesso di cio che vede e lo scarto, la frustata è quello degli occhi impauriti dei bambini.
Tu provieni dai gasometri, dalle cabine elettriche, dagli sbarramenti giu in basso. dove passano le rotaie. Ai margini della radura, sembra sempre che debba succedere qualcosa. Una sorta di imminenza


Non ricordo di chi sia la musica che fa da sottofondo alla lettura. Forse era ne "Il cielo sopra Berlino". 

 

 


(foto di Isabella Bertoldo -IL BOSCO)

 

Nella radura, quel giorno,
la luce ebbe un guizzo 

Era una luce che stava la da tutto il giorno
Quando stai nella radura con una tua privata beatitudine
e dilata la misura ecco..
allora è possibile che quella luce ferma
abbia un guizzo.
zac, uno scatto che taglia
in quel vuoto l'assoluto
poi,
non resta niente
Quel niente è intercapedine tra le cose
Il silenzio assoluto che non cogli
tra un rumore, un suono e l'altro
Come nella musica, compare
in quà e in la, tra una nota e l'altra.
C'è una musica nella vita
un suono, un palpito, una luce
un'intervallo sempre
infinitesimale nel passare da un istante all'altro
Le variazioni della luce
contengono frazioni di assoluto buio
Sbatti le ciglia, sbatti!
E' li che le cose danzano
Là, dove non cogli il fuggevole intervallo
l'interstizio invisibile alla percezione
il silenzio già svuotato del prima
e già colmo del dopo.
Li accade tutto quello che non sappiamo.
Nella radura, quel giorno
la luce ebbe un guizzo. 

(simurgh)

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Commenti al Post:
JoyMusette
JoyMusette il 28/03/12 alle 12:06 via WEB
Dipende dai punti di vista. Il sottobosco è molto utile quando vuoi nasconderti.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 28/03/12 alle 18:32 via WEB
Meno utile è il fatto che tu debba nasconderti, JoyMusette. Ma immagino tu debba farlo, che ne avrai a frotte li, a rincorrerti. Che quattro pallottole mi sà, bastan mica. Nella radura ti trovano i falchi.
 
claudia.sogno
claudia.sogno il 29/03/12 alle 00:40 via WEB
sono bacche le parole da schiacciare sulle cose
per dove l'orma muore,sterpaglia
e nelle mani poche briciole di frode,a non perdersi
t'inoltri a cenni di silenzio,lì
dove l'occhio s'acceca,il guizzo
interrompe il chiasso dell'ombra
e l'immaginario smarrimento
[Salvazione per la vizza? per i sentieri
vado cercando, per neve e muschi,
dietro la traccia ingannevole del bracconiere,
per dove l’orma muore
al primo albore, per refoli di vento,
per nebbie, per stillicidi di piogge acide, per duri legni m’intarlo,
per galle il senso defolio del tempo,
per sterpi ammuffisco e infunghisco, per sguardi
azzardo la radura, o casa Gretel,
(di marzapane, di lamponi e di fragole),
per le rupi cresco imprecazioni di foiba,
schivo aperture di cielo e disinnesco
l’inganno di lacci e di trappole,
vado per filo e per segno graffiando
di perdizione ogni albero e sentiero.]
Il dialetto qui usato è una delle favelle del Cansiglio, quella del versante trevigiano
Salvazhion par la vizha? par i troi mi vae in zherca, par nef e fenìscoi, &#273;rìo la zhea busièra &#273;el braconier, par ndove la balega&#273;a la mor al primo ciaro, par bìgoi &#273;e vènt, par nèole, par strasegne &#273;e piove agre, par lench duri me incarolise, par bolenghe al sèns desfoje &#273;el tènp, par stèrp me fae mufa e fonch, par var&#273;a&#273;e tènte la ciarèla, o casa &#273;e Gretel (de marzhapan, de frànbole e &#273;e fràgole), par i crep crese sacranon de bus, schive vartore &#273;e cel e &#273;estènde la fùfigna &#273;e lazh e &#273;e tamài, vae par fil e par segno sgrinfando &#273;e per&#273;izhion ògne àrbol e troi.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 29/03/12 alle 10:00 via WEB
Bellissima poesia mi fai conoscere. Sconosciuti dialetti, poeti minori. Voci che si levano a resistenza, con le loro bacche raccolte tra i rovi le more, strette nel pugno, sanguinano, il succo feconda parole, le ingravida e dove l'ombra muore ne ripercorre le orme, avanza, cerca la radura, dove darsi convegno, arginare la frode.
Sono birbanti le parole
Canaglie che ti sanno stregare
Riempire la bocca di bacche
Far seguire all'ombra il passo
quasi ti portasse all'altare
Foie che le taja e s'cianton puntuti
tra i rovi t'inoltri ti graffi
come morsi di denti sulla bocca l'amplesso
....poi la finirò

La traduzione del testo dialettale
Salvazione per la vizza? per i sentieri
vado cercando, per neve e muschi,
dietro la traccia ingannevole del bracconiere,
per dove l’orma muore
al primo albore, per refoli di vento,
per nebbie, per stillicidi di piogge
acide, per duri legni m’intarlo,
per galle il senso defolio del tempo,
per sterpi ammuffisco e infunghisco, per sguardi
azzardo la radura, o casa Gretel,
(di marzapane, di lamponi e di fragole),
per le rupi cresco imprecazioni di foiba,
schivo aperture di cielo e disinnesco
l’inganno di lacci e di trappole,
vado per filo e per segno graffiando
di perdizione ogni albero e sentiero
 
emma01
emma01 il 30/03/12 alle 09:53 via WEB
http://www.youtube.com/watch?v=2ULhsFlNkyU
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
simurgh il 30/03/12 alle 12:50 via WEB
emma
ah! Kurosawa...lui è radura, poesia della durata, oppure kurosawa e basta. Chissà dove vanno i cinesi quando muoiono? chissà dove va il giorno quando diventa notte? O il freddo quando fa caldo? Fanno festa i bambini, spargono fiori, petali, cantano. Non pare tabù. Non pare morte subita. Mi vien da dire che il rituale svilisce l'aspetto della tragedia. capovolgi la morte, rendila festa, come quando l'estate finisce, inizia la guerra, si perde la verginità, il sonno, la fame, la natura undomita della morte, sovvertila, rendila ridicola, rendila festa, se la salma è immobile, tu salta, gioisci
Bel video, uno dei sogni di kurosawa. La radura, quel commento, comincia da video di Transtromer che avevo lasciato sul tuo post.
Grazie emma
 
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