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Post n°475 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da simurgh2
One Night Stand (Short Movie) clicca
Potresti essere una massa di sostanza irritabile adesso Un koan buddhistico dice: «Il maestro tiene a lungo sott’acqua la testa del discepolo; poco a poco le bollicine d’aria si diradano; all’ultimo momento, il maestro tira fuori il discepolo e lo rianima: quando desidererai la verità come hai desiderato l’aria, allora saprai cos’è». Ma il tuo corpo lontano Lei mi risponde: Il coro dice: Come un dio nel cuore di un terrorista
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
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-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
come sferzato dal vento
il feticcio del corpo lontano
che tace e sorprende
lenendone il peso
che nei pensieri dissemina
Stravolge il pensiero
l'escamotage dell'assenza
che usa sillabe di spasmo
e forgia evanescenza
lasciandomi solo
tace il corpo, solo nella sua forma esatta
il foro del collo fino ulula parole
vocali segrete rinchiuse d'upupa
precipitata nella chiarità di occhi verdi
la verità del silenzio,dove qualcuno ha taciuto
-La senti l'acqua?-
E' un furore che libera lega
sola bagna,impulsa nel gesto
la vita ,la scioglie
dove tutto ritorna a salire la lingua
“Chiudi gli occhi ed entra come un bimbo
ai lenti tizzoni dell'autunno,
più in là di ciò che è puro e distrutto,
salvato dopo l'ultimo silenzio”
l'anima è come la pelle,non si sente
che fruga con dita scorticate parole
di pelle rimasta sotto le unghie
trapela quel suono d'acqua l'assenza
La sento, la sento...
simulacro e paura di ogni ritorno
la sento quell'acqua che la zattera
aspira al destino di ogni deriva
Chiudo gli occhi come il bambino
e salvo quel corpo dal naufrago
che si vuol aggrappare ma sfugge la presa
Son dentro, lo sò
questo corpo lo spacco
per dargliene un pezzo
al corvo il ribrezzo
Il resto a Bacon o Freud
vorrei dipingessero questa arsura
di un corpo che non serve a sè stesso
che non sa senza l'altro
il corpo lontano
e il mio, dal di dentro
che spinge, reclama
senza requie
la sua terra santa
"..L'unica assenza è quella dell'altro: è l'altro che parte, sono io che resto", dice il giovane Werther di Goethe.
"Intrattabile" è la dicotomia assenza presenza. Assente è quello che se ne è andato eppure, dato che a lui mi rivolgo, come allocutore è in me presente. Ciò crea un'angoscia insostenibile. Tutto questo va pur sopportato e allora si procede ad una manipolazione.
Assenza e attesa, cosi simile all'idea e alla paura della morte.
In fondo, ciò che si vive con angoscia, è sempre la paura dell'abbandono. Un'idea che provoca asfissia. Rende intrattabile l'amore, eco-insostenibile l'idea simbolica di morte.