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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« Dimmi cosa vedi. | Come mille altre volte » |
Ieri sera ero al Foster. Ho tirato fuori un libro dalla borsa. "Trilobiti". Ho chiesto un gin tonic. Ho fatto un disegno su un tovagliolo. Un volto che avevo in un messaggio che mi avevano mandato. Poi l'ho messo sotto il bicchiere perchè trattenesse le gocce di condensa che il bicchiere pieno di ghiaccio fa per fuori. Ero là. La tv nell'angolo era accesa. Due guardavano Bisio. Zelig? Io mi son messo a scrivere delle cose sul blocchetto a spirale, quello piccolo che tengo nella tasca del giaccone. Ho scritto:
Cosa secondo te potrebbe salvarci?
Ciò che ci spaventa è ciò che siamo.
E noi che diciamo no, non siamo cosi
e allora queste arterie che pulsano a fare?
Poi ho scritto, perchè l'altra non mi usciva
Metti che volessimo forgiare un'altro universo
Se me lo chiedessero io partirei dal vizio
Tutti che abbiamo questo vizio di amare
Neanche questa mi piaceva. Cioè scrivi qualcosa e senti subito che non va avanti da sola e allora ne provi un'altra
Dicono che dentro abbiamo tutto
che ognuno ha in dotazione quel che serve
Attraverseremo quel dentro portandoci dietro
Qui stasera soltanto sorpreso non mi muovo da quà
E' che devo imparare a farle brevi. Se le scrivo corte cosi mi sembrano incompiute. Sarebbe un po da vergognarsi a farsi vedere cosi. Uno fuori che perde un pò di tempo. Poi ho scritto:
Non ancora
Cos'è che ci da un'inizio?
Cos'è che continua a finire?
Tu passi quell'altrove
che non ci è dato mai.
E non è che ci fili dietro
Non è che mi disperi
Ormai ad allenarmi ho imparato
a non finirmi mai
Poi adesso a rileggerle mi dico anche beh, dai però sul momento mi son detto non và e allora ho preso quel libro: "Trilobiti" e ho letto il racconto dal titolo "Una stanza per sempre" che comincia così:
- Visto che è l'ultimo dell'anno, prendo la stanza grande, quella da otto dollari. Ma sembra piu piccola di prima; e seduto alla finestra guardo la pioggia e la città, capisco che l'attesa mi divora di nuovo. Non dovrei mai arrivare in queste piccole cittadine sul fiume finchè il mio rimorchiatore non è ormeggiato, invece arrivo sempre presto, aspetto, osservo la gente per strada.... -
Non è che fosse un racconto che mi dava coraggio in una sera cosi. Ho pensato che penso qualcosa, che ne scrivo un'altra per poi venirla a scrivere qua ma, che figura da sfigato ci faccio? Non ne ho idea. Ho ricevuto una cartolina.
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)