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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Si formano affetti qua dentro, contorsioni, improvvise passioni. Ha del mistero la cosa. Non è che si spieghi: ogni incontro un'alchimia. Penso sia un accadere che s'incontra nelle stanze vuote che teniamo nel cuore. Varianti delle caleidoscopile forme d'amore,le infinite possibilità, i sapori. Se lo immagino come metafora dei sensi, li includo tutti tranne la vista. Non so perchè. Sarà per una sorta di visione che ho delle cose. In quanto preferisco le zone d'ombra, dove la luce non può accecare, anche se poi quel che acceca è altro, dove la vista può ingannare. Come se la vista fosse collegata alla mente, attraverso una trasmissioni di dati troppo veloce, dove le vibrisse schizzano impazzite. Preferisco il non visto dove la luce ha timore. Sarà anche una cosa bella questa luce ma, dico, senza ombre sarebbe solo un fastidio. Ma di questo, dell'ombra e della luce ne parlerò a parte. Intanto:
In che modo in noi si apra uno squarcio
che sei là steso quasi fossi morto di dentro
che neanche t'accorgi che arriva di colpo
e che dentro si mette ad impastare con dita sapienti
un grumo inspiegabile che lievita
e allora ancora non sai ma ti alzi
e che ci vorrebbero parole a milioni
ma è solo una musica, una voce
il gesto di un corpo, cuore che ti accorgi, pulsare
e cosi può prenderti un groppo nel petto
che io chiamo coltivare un'affetto,
sentimento d'amore che non mi piace chiamare
non qui, non nel dire ad altri, almeno
un seme trovato per caso, che non sapevi neppure
un dono comunque portato dal vento e lasciato cadere
su un terriccio che è la predisposto e donato agli elementi
coltivato in segreto, in un angolo nascosto
al caso, ai destini, alle storie che siamo.
Sto per addormentarmi.
Mi lascio scivolare senza opporre resistenza.
Piccolo, lontano, si avvicina un pensiero
che colora questo istante:
“Cosa vorrei portare con me,
dietro alle palpebre chiuse,
se questa fosse l’ultima notte?”
(Ultima unctio)
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)