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(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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E' buio di già la fuori. Ci troviamo alle sette al Foster, mi ha detto poco prima al cellulare. Io sono dentro. l'aspetto. Mi faccio uno spritz. Suona il cellulare. "Sono qua fuori", mi dice. "Arrivo". Ho questa impressione di come fosse una cosa losca. Mi tirai su il bavero del giaccone e mi infilai una cicca in bocca alla Humprey Bogart, come in un film degli anni 50. Non la vidi appena fuori. Aveva parcheggiato la sua Punto lungo la strada, tra la rete della casa e la strada. Mi vede ed esce dalla macchina. Prende il sacchetto e mi viene incontro. "Ciao". "Ciao", ci diciamo. Lei apre il sacchetto. Io guardo dentro. Perfetto, le dico. Quant'è?. Cinquantadue euro mi dice. Li tiro fuori. Sono quattro chili e otto. A undici al chilo, mi dice. Costa come l'anno scorso, gli dico. C'è gratitudine, credo si veda, nei miei occhi. Gli dico dai entra, ti offro qualcosa. Lei dice di no, che deve sbrigarsi. Ha il suo convivente in macchina. Uno dell'aereonautica in pensione. Ho il sacchetto con l'oca in mano. La saluto, saluto anche lui. Torno dentro. Finisco lo spitz. Poi vado da Bruno, all'osteria Postumia. Me la cucina lui. Siamo in otto. Cena dell'oca. Doveva essere venerdi questo. Poi non se n'è fatto niente. Io stavo male. Era dentro quel sacchetto la. Congelata. Bruno dice che almeno stiano in congelatore tre giorni che la carne si frolla. E' tagliata in quattro pezzi. Quattro mosse dentro quattro pozzi.
Non basta delineare lo spazio
Và riempito con l'aria
Poi tardi, la sera, quell'oca nel sacchetto si congiunge con la danza di Carolyn Carson.
Un'assioma, un'asfissia, gli spazi soffocanti, si genera il vuoto in un'assenza.
Allora qui, il cosidetto poeta dal video si fà suggestionare, ricavandone un confuso teorema per sillabe e fibre di nylon
Nel vuoto ogni assenza reggela, materia priva di pressione,
si fa compassione, esercita sottile passione estatica.
Lo spazio entro cui si esercita, il movimento sà soffocare.
Come nei cinque anelli di Musashi Miyamoto comprendono il vuoto
Alcune acque ci annegano, altre no. Curioso questo fatto.
Conosco un'altra Carson. Un'altra che ha scritto dell'acqua,
la sua antropologia, paradigma del linguaggio.
Sinestesie del vuoto
..di vuoto pareva il suo suono, quasi acqua
Non c'era fonte, solo una pozza, acqua che filtrava
da una crepa, da un sottovaso, da sotto una porta.
Tutta attorno a te s'era raccolta,
chiudendoti in quello spazio d'assenza
come avesse ali potenti, una sua sintassi imprecisa.
E resisteva senza requie, ti chiudeva.
Mi pareva di sentire di piu il rumore dei tuoi nervi
prima di esserne paralizzata.
L'acqua se sta ferma non ne fa di rumore
Ed io sentirmi fuori, inerme. Non eri ancora l'oca a pezzi.
Non lo saresti mai stata.
Chissà se da li dentro mi avevi intercettato?
Costretta ad uno stato d'assedio
in altro non ti trovi che come rinchiusa nel corpo.
Corpo su corpo, disconosciuto, costretta a seguirne la via,
gli incommensurabili intrecci e spire nei cunicoli che,
ere dopo ere e strati e sfaldamenti e fango nei fondali,
è li che, alla fine, in un vuoto la vita conducendoti ha tracciato la via.
L'immaginai quell'oca a pezzi congelata la notte ricomporsi
ed eseguire nel frigo il suo numero solista di danza irrisolta
tragica, surreale, crudele e buffa, diventi un angosciante piacere visivo.
Come ognuno, prima o poi, ripetutamente s'involve
fatto a pezzi, si ricompone, s'incarna e rialza.
La vollutà estetica nel vederti dimenar disperata soffocare danzando.
Il rumore del nylon dovrebbe esser simile a quello dei miei sacchetti di carta.
Si puo farne una mistica del vuoto, del disperato che ha in gesti di tragica poesia,
senza neanche uno sfiato, un singulto privo di affanno, consumi il respiro
Ho provato ad immaginare l'oca ripetere quei gesti di danza
Forse un taglio, nell'involucro che ti separa dal liquido,
potrebbe essere solo che un'ulteriore baratro sottile.
Come potrebbe essere taglaire un cielo gia morto.
Forse è solo la che troviamo rifugio, nei vuoti tra le cose,
lasciando solo piccole tracce sull'erba al nostro passaggio.
L'acqua non conserva il tuo movimento, ne il gesto.
Tutto racchiude. Tutto è rinchiudibile in un vuoto che resta.
(simurgh)
Il sangue non è acqua
è denso di phatos
sà fermarsi di colpo
ingrumarsi in un posto
ripartire di botto
e poi tuffarsi nel vuoto
a millemila g
quasi a levarti la pelle
a scorticarti
ogni fibra del cuore
riempire sacchetti
da congelare nel frizeer
(che metti resti senza)
quando è solo, cerca vene
dove mescolarsi, rigenerare
e ripartire. Poi viene.
Il senso del vuoto
è quello del puro
(Daverio, oggi - Passepartout)
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)