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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« Antropologia dell'acquaparole »

Palombari spaziali

Post n°478 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da simurgh2
 

Il presunto poeta, una mattina d'improvviso si sente un piccolo puntino rosso davanti ad un semaforo. Un palombaro spaziale che disegna una trama dentro una cosmogonia, una traiettoria costruita per analogie che contemplano particelle sub-atomiche e oscure profondità per palombari-astronauti.
In questa molteplicità, dove tutto pare poi uniformarsi a questa idea che coltiva l'aspirazione d'universo, sia pur piccolo come Noi, ancestrale, che un ventre riaccoglie quasi fosse un figlio perduto che torna 

 

Un puntino rosso
S'inarca 
Cerca nello spazio un punto dove fissarsi 
esita un poco
si contorce in aria
mai si spezza
lontano da terra diventa un punto inarrivabile 
una macchia inconsistente 
un lapillo di vulcano
un esasperato invisibile,
inadatto incompreso solitario accartocciato
lontano sempre più lontano puntino rosso che sparisce 
perso nel vuoto senza luce senza te
anche se son solo davanti un semaforo rosso
ho fatto quel volo accartocciato ruotavo
come elefanti a ritroso nell'azzurro del tempo 

 

 

Un piccolo punto rosso
Inspira ed espira
dentro quel buio

come il suono di una goccia che cade
tic tic      tic tic

 
Arriva un messaggio dall'altra parte del mondo
Lei ha un sogno
Un sogno giallo

Scompare e ritorna
ma è un sogno dal colore sbagliato
Le note di un tango dall'altra parte del mondo
un sospiro scagliato
un uomo seduto al tavolo di un caffè parla di filosofia
Cagate!
Intorno gli odori del sud america
Lui ha lo sguardo distratto, timoroso
Ha due minuscole ali rosse sotto il maglione
Lei ha istanti seduta davanti dall'altra parte del mondo
per lui che parla da solo
ma è a lei che parla gli chiede
hai dieci euro da cambiare?
tanto per dire, non sapendo che altro
ma è come gli toccasse le vertebre
senti? Una dopo l'altra
pian piano sfiorate

delicate lisce Ne hai persa una?
Il piccolo punto rosso ruota nello spazio infinito
Ci sono le nuvole sotto?
Nei suoi pensieri lei somiglia ad Emily
se si tirasse su i capelli
Gli scrive sempre poesie
dall'altra parte del mondo
dove il sogno è rosso
Perché?

 

Cosi, ogni cosa a cui ricorri scrivendomi, mi par doppio come leggere la stessa frase in universi distanti allo stesso modo di uno vicino sospeso a pochi millimetri eppure invisibile e sorprendente appena ne avvertì l'improvviso stupore che genera 

 

Arriveranno presto palombari spaziali
trasleranno dal cosmo il silenzio
portandoloselo dentro
per poi portarselo via
Ne serve tanto nel cosmo.
Qua solo casino.
Io, che volevo fare l'astronauta da piccolo
e portare piccoli bagliori ed intermittenze
dentro petti a volte impenetrabili
e far scaturire sciami accecanti
e con le dita poi sfiorare le vertebre
e da quei sciami accecanti
spunteranno poi dall'osso le gemme

Come Palomar, di Calvino, "in questa terra
luogo di complicazioni superfue e approsimazioni confuse,
nell'esatta geometria degli spazi siderali,
la sensazione che tutto mi sfugga."
Qua in fondo, solo un piccolo puntino rosso,
anche se in cielo non siamo meno di quelle stelle,
un puntino rosso che s'incarca,
esita, espira e inspira dentro quel buio
che cerca nello spazio un punto dove fissarsi, senti?
Il meccanismo degli astri che cigola e sussulta
in tutte le sue giunture non oliate nell'universo, lo senti?
Un palombaro nascosto nelle profondità di un piccolo laghetto
espira e inspira dentro il suo scafandro
Muove le dita dentro il suo guanto
come a sfiorare carezzando
vertebre che premono sulla pelle.
Te ne manca una, ti ho detto. E tu hai detto
"manca ciò che deve essere protetto, custodito, traslato
dall'universo a noi dentro...lascia, non vedi? E' una gemma"
Due piccole ali rosse allora ti spuntarono tra le scapole. 

 Da bambini non si sapeva di vivere a ridosso del cielo 
 E adesso, adesso che alba sarà mai questa che verrà?  
 Che ti trovi con petali esplosi e vorticare nella paura
 e nel vuoto che temo ma il bambino dice
 di cercare l'albero rosso
 Di mettere la bocca sul buco senza corteccia
 e di fare tre volte il suono della goccia che cade
 tic tic, tic tic, tic tic,
 Allora senti lo scatto dentro l'orecchio
 Dall'altra parte del mondo l'uomo da solo
 seduto al caffè pensa alla sua Emily
 che gli scrive poesie da cerva I'll

 

 

E io non son mica Clint Eastwood
Sono solo un puntino rosso che cerca nello spazio
un punto dove fissarsi
Mostro fragile e alato senza pistole nella fondina
per difendersi dalle schegge di astri
L'uomo si scatta una foto da solo con l'autoscatto
Vuole mandarla a lei
Scatta poi guarda Non è da solo
Nella foto c'e I'llei stretta a lui felice . . . .

 

Il Tao dice:
Abbandona la tua forma corpo
rifiuta il sentire e il vedere
dimentica il tuo posto nella gerarchia delle cose
e allora potrai diventare tutt'uno con l'universo

L'orecchio smette di sentire
la mente smette di fare collegamenti
lo spirito dimentica millemila cose
sdraiati fianco a fianco, come due metà di una falange 
in quel volo di puntini 
Ma è possibile si? Chiede il palombaro

 

 
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