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« Pensavo fosse Bachcortazar »

sea song

Post n°279 pubblicato il 12 Agosto 2011 da simurgh2
 

 

Hai questa voce rob che va via,
fa il suo volo e non torna.
Sta li fuori,
la vedi che fa i suoi disegni nell'aria,
traiettorie rarefatte e arabesche,
ed è cosi tenue che si  dissolve
leggera come un volo di rondine
come le scie degli aerei nel cielo.
Una voce che mi par di vedere piu che sentire e,


(I cronopios ascoltano la canzone aprendo il video qua e su youtube contemporaneamente e facendole suonare sfalsate, i cronopios)


il sentire non è d'orecchio ma di testa, è li dentro che canta. Puo sembrare stupida, infantile, di uno che non sa tanto cantare ma non è questo, è l'anima che sento. Prendo una canzone che, fin'ora non è neanche una di quella che mi piace di piu, anzi; e allora proprio questa, perchè si. La ascoto e riascolto e intanto scrivo questo e diventa preghiera, quella di un mistico rapito da una personale ascesi, un salmodiare che mi ondeggia dentro e m'incanta.  Dove sei andato a prenderla? Proviene da lontano, tu eri bambino, canticchiavi immaginandoti storie, di quelle che si immaginano i bambini quando sono soli e contemplano trasognati le loro visioni. Ecco da dove viene. Ed è in quello spazio temporale in cui mi porti ad affondare, commosso, triste e contento, non so bene cosa ma è strano.

"Sea Song" è la prima di sei canzoni del disco Rock Bottom

"Il Challenger Deep nelle Marianas Trench è il punto dell'Oceano Pacifico laddove si raggiunge la maggiore profondità marina: 11.000 m circa. È il fondo dell'Oceano. 
Il posto dove non è possibile concepire alcuna forma di vita "normale"; possiamo solo immaginare l'esistenza di una flora o di una fauna dalle caratteristiche assolutamente ignote. È quello il regno che si pone come ideale confine tra il "reale" e il "fantastico"; ed è la che ci vuoi condurre"

E' una canzone vecchia, si sente, roba che viene dal primo progressive rock, con quelle sonorità jazz che evaporavano dalle tue parti, quelle di Cambridge, quelle di cui, al tempo ne fui fulminato. Il mio amore per il jazz comincia da qua, ancor prima con i Soft Machine (un nome preso da William Burroughs). Quindi ho questo debito di riconoscenza Rob.
E' una canzone del 72. Tutto comincia dalle mie parti. La genesi. Eri a Venezia, sull'isoletta della Giudecca, in un palazzo le cui finestre guardavano sulla laguna, ed era proprio quel momento. Tu suonasti a Treviso, al cinema teatro Garibaldi ricordo. Era la con altri due amici. Non sapevo che avevi in mente poi di fare questo dico con dentro Sea Song. C'era Elton Dean ai sassofoni. E' stato lui che mi aveva preso di piu. Cosi orientai il suono del mio sax poi, allora. 

In questa canzone, anche se non si vede, c'è la laguna di Venezia. Da la comincia il tuo viaggio che ci porterà nel Challenger Deep. L'hai ripresa dopo esserti rotto la schiena ed essere rimasto in una sedia a rotelle. Allora in questa canzone nasce dalle nebbie soffuse della laguna e, piu ancora dalla barena secondo me, che è ai margini della laguna. Luoghi instabili, che mutano, scompaiono e ricompaiono, si trasformano con le maree, con il fango portato dai fiumi, luoghi surreali. Ed è la che ti vedo, da questa superficie  dove comincia il tuo viaggio per le profondità estreme. E sei la che remi lentamente, quasi l'acqua nemmeno si muove, in una di quelle barche dal fondo piatto spinte con un'asta o con un solo remo. E c'è solo quel suono lieve di sciabordio prodotto dal remo, le grida di un gabbiano lontano, il guizzo di un pesce a filo d'acqua e tu che canticchi sottovoce questa canzone che muove appena l'aria davanti la tua bocca. Eppure pare muovere poi le impressionanti correnti dove si incotrano gli oceani ai capi del mondo. Una voce che è un'appena, quasi niente, un preludio al mistero dello sconosciuto e profondo undicimila metri dentro di noi. Ed è inquietante, ed è un uomo solo. Senti che viene da un cuore che ha vissuto il gelo e dove la luce scompare, da dove ti sei sentito l'unico uomo rimasto, e solo. 

Le parole della canzone per me neanche c'entrano. Non so neanche se si possono dire, parole, che solo la tua voce sa dire. Sicchè, per me, delle parole valgono come altre. Non son quelle che sento. Sento piuttosto quel remo, il silenzio, il guizzo del pesce a pelo d'acqua, lo strazio, anche la paura ho sentito, eppure anche tutta la dolcezza e l'amore. E, in questo, c'è tutto un universo di suoni. La sensazione di chi ti porta sul fondo e da li ecco, quella spinta, quel momento che spinge all'insù, quello a cui aneli, la bocca poi spalancata per riempirsi ancora d'aria. Aria.


Ed è tutto là, quando fai tutti quei ua uaa
e sei gia disteso sul fondo del  Challenger Deep
e vedo le bolle uscire dal naso come note senza aria
che fluttuano danzando e ne abbiamo di aria
oh se ne abbiamo. Potremmo star la un'eternità
ua ua uaaaa uauauaaa ua ua uauauaaa

(ad un cento punto li senti nella canzone quei ua uaauaua)

 SEA SONG 

sembri diversa ogni volta che arrivi
dall' acqua salmastra coronata di spuma
è la tua pelle che brilla delicatamente alla luce della luna
in parte pesce, in parte focena in parte cucciolo di balena
sono tuo? posso giocare con te?
scherzi a parte quando sei ubriaca
sei fantastica a parte quando sei ubriaca
mi piaci di più a notte tarda - sei quasi perfetta

ma non riesco a capire la differente 'te'
la mattina quando è ora di giocare
a essere umani per un pò
per favore sorridi!

sarai diversa in primavera, lo so
sei una bestia stagionale
come le stelle marine spinte dalla marea, dalla marea
quindi finchè il tuo sangue va a incontrare la prossima luna piena
la tua follia combacia perfettamente con la mia, con la mia
la tua pazzia combacia perfettamente con la mia, la mia

non siamo soli
( Robert Wyatt )

 

Noi siamo soli e siamo in tanti
dei tanti una mi basta 
Una che è millemila
Undicimila metri nel fondo
Dentro di me ti ho portata
Là dove non puo arrivarci nessuno
La sotto ogni parola non serve
Siamo soli, anelito e salvezza
Quello è il cadere sul fondo
toccarlo e sbalzare

«E noi che la felicità la pensiamo
in ascesa, sentiremmo la commozione,
che quasi ci atterra sgomenti,
per una cosa felice che cade»
(E. M. Rilke)

sprofonda

Si ricomincia dal fondo
dal fondo dove ogni volta finiamo
sui fondali si molla la zavorra
e si risale, ricominciamo
Siamo solo noi.
Nel fondo di noi stessi
Li, dove ci abbiamo portato

(simurgh, dal fondo del lago)

Robert Wyatt - A Last Straw

 
Rispondi al commento:
lontradelbosc
lontradelbosc il 13/08/11 alle 02:03 via WEB
Voler capire il tuo post cominciando dal mio non saper niente ha significato passare qui un bel po' di tempo. Mi sono pure arrabbiata e me ne sono andata. Faccio così, quando sale la nebbia mi ritiro. Lascio sedimentare poi ritorno e dopo qualche ricerca solitamente metto a fuoco. Leggendo della laguna ho visto Hem sulla barca piatta a caccia di anatre mentre il barcaiolo stava ritto a poppa col lungo remo... Leggo che Wyatt cadde da una finestra nel '73. Anche Chet cadde da una finestra e morì. Wyatt tentò il suicidio ma si salvò. Hem non lo mancò. Quarant'anni di viaggio fermo: dove scappare se non tentando di raggiungere il punto più profondo di sè. Esiste il progetto e forse entro la fine dell'anno si cominceranno ad effettuare i giri turistici negli abissi più oscuri in quel punto dell'oceano "dove la luce solare non riesce a penetrare e la pressione esterna è mille volte più alta rispetto a quella terrestre e la temperatura dell’acqua è prossima a punto di glaciazione". Allora qualcuno potrà raccontare con parole che cosa si vede laggiù di preciso o che cosa si prova là sotto. Preferirei non venisse svelato il mistero e custodito il segreto nella voce del mare. Come misteriosa è quella di Wyatt che io fino al tuo post non conoscevo. Ho anche scoperto di essere cronopios con i video che vanno in contemporanea... Sono delle belle scoperte che faccio, Grazie a te!
 
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