Blog
Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

Invidio il vento

ma anche no

 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 19
 

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ALMOST BLUE-CHET BAKER

 

 

"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

Il walzer delle piccole cose

Post n°494 pubblicato il 07 Febbraio 2013 da simurgh2
 

Certi pensieri ti vengono in mente ascoltando delle canzoni.
Il Walzer di Matilda mi ha fatto venire in mente mia madre
di quanto le piaccia ballare. Il walzer di Matilda mi ha fatto
malinconia. Poi mi sono venuti in mente gli albicocchi
e i cacciaviti di mio padre dentro il cassetto delle posate.

Da qualche parte ci sono posti dentro di noi
con dentro delle cose che non sai, ma ne sai gli odori
dei suoni, come quello deii passi sulle scale,
folgorazioni di un'istante,
un'immagine che passa e non sai come mai è rimasta
la tutto quel tempo, ad aspettarti, impigliata
come l'odore delle mele cotte,
il gusto dei chiodi di garofano, all'improvviso,
che ci torna a fare nella mia bocca?
E c'erano tutti quegli albicocchi messi in fila
ricordo, la fuori della vecchia casa neanche grandi uguali
come in ere diverse fuggiti da altri giardini
e venuti la per starsene insieme io
quei frutti li chiamavo albicoccole, da piccolo.
Io non credo che ci siano parole per esprimere ogni cosa
E anche quei posti dentro di noi, con dentro un sacco di cose,
e la dentro le parole non riescono a star ferme,
cose essenziali di cui non si può dire piu niente,
come andassero piu oltre senza fermarsi,
in posti perduti e senza nome che, a parlarne anche
non è che si mettano in ordine, parole pronte
a scambiarsi con altre, a trovare dei perchè e percome
e per ritrovare pensieri che si parlano tra loro.
Allora perchè, quando mio padre morì, all'ospedale
mi restituirono la sua protesi dentale e gli occhiali?
Gli oggetti sopravvivono a chi li ha posseduti.
Come fossero un'estremità di ognuno di noi
Una pelle ulteriore, oltre le dita, una pelle strappata.
"A casa in un cassetto della cucina, mescolati tra le posate,
c'erano dei piccolissimi cacciavite. Finchè era in vita,
mia madre un giorno si e uno no gli diceva
che gli attrezzi non dovevano stare li e che doveva spostarli.
Dopo la morte rimasero li ancora per anni.
Dopo che è morto i piccoli cacciavite non gli davano piu fastidio.
Come mai?
Se lui non poteva piu stare seduto a quel tavolo
almeno i caccivite potevano stare tra le posate.
Subentrò una soggezione che si trasmetteva alle mani
e nel suo senso dell'ordine s'infiltravano eccezioni
dettate dalla generosità. Ora, pensavo,
gli sarebbe stato permesso di mangiare
con i suoi cacciavite invece che con cucchiaio e forchette.
Fuori, gli albicocchi testardi non si vergognavano a fiorire.
I sentimenti si distribuiscono spesso
in modo strano verso l'esterno"

 
 
 

Una luce già spenta

Post n°493 pubblicato il 06 Febbraio 2013 da simurgh2
 

 

Ogni mattina questa luce già spenta
Vien sparsa a secchiate buttata dall'alto
che te la senti che ti arriva sulla testa
e ti ghiaccia la schiena
Luce pesante che cala e preme ogni suono
si schiaccia sopra le lamiere e i vetri
rotti sul marciapiede  
che le suole calpestano e ti vien fastidio
a sentirlo quel crok crok
che è ancora scuro che gli uccelli sui rami
si salutano tra loro con quei trilli delicati
che se lo dicono sempre loro buongiorno  
Un refolo di vento tra i rami
La pianta di salvia si china
Prendi dell'aria mi dicevano da piccolo
Io correvo contro prendendola in mano
Sarà stato allora che ho imparato
del pugno di mosche
Ero romantico già da piccolo
e preferivo che l'aria sfuggisse alla presa 
Cercavo quel niente tra le dita
un soffio un respiro
Vai a prendere un pò di aria mi dicevano
ma questo è un altro discorso
Lo stupore è lo stesso per il mondo adesso come allora che delle volte mi pare che se stai la a guardarlo di te se ne frega che tanto lui si risponde da solo  ed è allora che
 ti accorgi di una meccanica casuale che governa le cose del mondo e di come ogni cosa che comincia poi anche finisca e tu stai la a guardare con gli occhi di un poeta l’effimero sfumare delle cose  e il caso che le sommae le mescola , la luce gia spenta, i vetri per terra, gli uccelli sui rami, un colpo di vento, l’uscire a prendere aria e, in questa inconsistenza che si arrotola sparendo  io scrivo il tuo nome su un vetro appannato.
"Salva con nome", mi ha detto.
Poi nel vetro è rimasto un segno
tra la nebbia, forse un piccolo bosco
che sale
o affonda
come un vascello fantasma

 

 
 
 

candelora

Post n°492 pubblicato il 05 Febbraio 2013 da simurgh2
 

Il presunto poeta quando inizia, spesso si perde
seguendo sconosciuti sentieri e, come ha detto qualcuno,
quando inizi non sai quale sarà la frase finale e allora,
volendo scrivere della candelora, poi vien fuori Inbolc
e la cerva, imbrigliandosi in un sacco di riferimenti
mitologici e religiosi, dei rosacroce, nonchè altri e personali

 

Chissà se vien vanti desso
la candelora cosa fasso?

Se vien vanti l'Unicorno
che per la colpa che ognuno
sa di avere dentro lui squarcia
le nubi con il corno le infilza
e viene tempesta che esce da un buco
dove la cerva si sdraia una pozza
li c'e la fonte della tempesta
e della quiete risale all'incontrario
scompone e ridesta
L'unicorno prima deve battere il cinghiale-serpente
Alla fonte c'e Imbolc
Un piccolo re
La Candelora lo ama

Imbolc sapeva che alcuni alberi
del bosco in realtà erano degli unicorno
Il segreto per riconoscerli sta nelle spire
L'albero che ne ha 88 è un unicorno
Ma non puoi vedere dentro l'albero
come non puoi vedere dentro il corno
Dentro il corno c'e un uomo
una colomba e un albero
Imbolc sapeva che dentro uno
dei 5  pini in una radura sopra il colle
c'era l'unicorno

La mamma raccontava alla sua bambina
sottovoce la storia una notte
nel sogno quando lei era già morta
nella notte che si faceva candelora
e così l mattina la nebbia
avvolgeta il mistero dell'unicorno
dentro uno dei pini.

E affiora rasoterra dalla crepa le ombre
Ipogei i cunicoli la trama di vene
si scosta di poco una pietra tombale
di chi per esile fato precipitò nel vuoto mortale
la si svela l'oracolo del dormiente
nel giorno che rinasce la luce
una volta ancora, una per sempre.

La cerva sdraiata sulla riva sul fianco mostrava
agli occhi dell'unicorno immobile
la vergine le uscivano le ninive dal fianco
e l'unicorno si innamorò come un fulmine
e allungò le zampe anteriori, inchinandosi
a lei, alla fonte, al sangue di femmina
indistinguibile come ogni sostanza sorgiva.
Inbolc nascosto sull'albero assistette alla scena
Recitò la poesia di Rilke

"Levò la fronte, il Santo; e, repentina, 
cadde dalle sue labbra la preghiera; 
ché tacito avanzava il favoloso 
bianco animale dalle tristi immense 
pupille supplichevoli di cerva."

 
Era il testo alchemico per le nozze chimiche.
L'unicorno e la cerva
Quel giorno avrebbe saputo della sua sposa
Inbolc seguì la bambina quel mattino di nebbia 
La bambina seguiva le orme del sogno
dentro la nebbia con una candela la fiamma
le indicava il mattino, i suoi passi il cammino



"
L'eburnea levità delle sue gambe 
moveva in lene ritmo equilibrata: 
pe'l manto gli scendea quasi un divino
riflesso di candore; e dalla placida 
fronte polita s'appuntava "

La candela e l'ora il segreto la rosa e la fiamma
la accompagnarono dal bosco dei pini
ancora sentiva la voce di mamma
dei pini ne sentì uno più degli altri
e li posò la candela nel silenzio come di neve
la voce sfumava tra le piume di un angelo 

 

"- fulgido 
come una torre nell'albor lunare 
l'unico corno. Parea c'ogni passo 
lo ergesse sempre più di contro ai cieli."




Inbolc lasciò che la bambina si allontanasse 
Piccola luce, animula pura, annunci la Candelora 
La forza selvaggia ritorna la luce
il velo cadendo spalanca la gola
ermetici simboli ne fanno la sposa
la terra si sveglia, il germoglio si svela
l'acqua lucustre che brucia la rosa
lustrale purifica nel fuoco la fiamma 
bianca candela come la pancia della balena
Cosa fasso se l'unicorno vien vanti?
 
Nigredo xe scuro invesse albedo l'argento
in meso xe a piera , na pasta de luce de luna
impissa a candea quando xe l'ora
eora te a vedi a candeora
e ogni paura deventa na forsa
un nebiario segreto che l'anima sforsa
el cinghiale xe vinto.

Dentro di noi un bosco di immagini ricordi
di morti, di valichi le attese
pascola il cinghiale-serpente ma anche l'unicorno
e tutti si abbeverano alla stessa acqua la fonte
che purifica il dolore che sbrana le carni
che si è fatto la tana dentro l'inconscio

Era quello l'albero dove dentro stava l'unicorno
Inbolc lo liberò
dall'incantesimo del corno piantato nel legno

La dove resisti a mani nude dilati i pori
il foro alla nuca che sgorga 
dentro l'acqua l'albero, la balena
la luce di luna l'unicorno che beve
la cerva allunga le gambe davanti
sulla riva si stendono lo sposa e la sposa

Chissà se vien vanti desso
a Candeora, cosa fasso?
Pensò Inbolc

Lumino al valico d'attesa
alla gola sciolta
nel suo venire, illesa, di pane
imparato alla distanza 

 

 

 
 
 

Odi Silvane

Post n°491 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da simurgh2
 

 

Gli omini accendino
erano stati visti da dei bambini
sulle rupi lungo il fiume
Tra le mani piccole magie,
sortilegi nel tornare in testa delle cose.
Piccoli re nei loro regni si radunano.
Ogni cosa ha un suo re.
Anche la neve nella sua ortografia
il malinconico canto

I due fiumi  avevano due re
poi uno. 
Anche tu ne hai uno.
Poi ne hai millemila e
uno per ogni cosa che nomini,
vedi, prendi in mano, cerchi e cosi via.
Ogni cosa ha il suo piccolo re.
I piccoli re tuoi sono tutti in collegamento.
Ognuno un accendino 
Si mandano dei segnali.
Si conoscono l'un l'altro.
Si incontrano dentro le teste.
Allora dev'essere che un piccolo re dei miei è venuto in visita ad uno tuo. Forse si conoscevano gia da prima, oppure si son incontrati per caso e si son messi a chiacchierare. E cosi ti  tornano in testa delle cose.
I piccoli re, quando ne incontrano altri, di altri regni, come il mio e il tuo, allora si fanno dei doni, stabiliscono dei patti e, ogni tanto, li senti che ti fanno dei sortilegi e provi delle emozioni che non sai spiegare, sentimenti confusi, parole che non ti vengono e, forse bisogna inventare.

E' ancora buio quasi
come stamattina
e ce n'è uno sopra la rupe
Fa segnali
Non parlano e si radunano.
Uno alla volta, uno per uno
una volta per tutte
e poi ancora.
Hanno fiammelle tra le dita.
Il melo selvatico ha il suo re
ma quando guarda l'acero arrossisce.
Un rito segreto e antico
che solo i cervi sanno
Devono essere delle idi,
equinozi, calende, ceneri e fasti
Cose che fanno i piccoli re.
Non si sa bene.
Forse l'ordine rigoroso
che nella vita è precario
Il santo quotidiano del 27
Grande madre del monte,
del fiume e del bosco,.

da madre in figlia
da defunta a sposa
piccole fiammelle
che salendo
conciliano gli opposti
e rompono le acque
dove sull'acqua la rosa posa
Una rosa di cera bianca
con uno stoppino, una fiammella
galleggia sul laghetto
Il suo piccolo re gliel'ha detto. 

E' come uno scialle di fiammelle
quello lasciato dalle dita sale
Va a cauterizzare una ferita
che solo il piccolo re vede
ed è alta su nel cielo
dove volano degli elefanti
a scrivere dei verbi 
Odi Silvane
piccole fiamme vanno su per il cielo
Un'astronomia di piccoli fuochi
segna la rotta
che salendo tira su i fili
per ricucilre nel cielo uno strappo
Una ferita che nel cuore ha lasciato 

 

 
 
 

Ancora un poco, un poco, ancora

Post n°490 pubblicato il 22 Gennaio 2013 da simurgh2
 

 

I Sigur Rós hanno dato ad una dozzina di produttori cinematografici lo stesso budget modesto e hanno chiesto loro di creare liberamente ciò che avviene nella loro testa quando ascoltano le canzoni della band 

Il regista si chiama Ivan Landau
Gli attori Hannah Fraser e James Asher.

 

Un cielo nella ciotola
la mutua interazione

d’acqua, legno terra
i trigrammi del tao

fluido mutamento
Yin e Yan seduti
uno di fronte all’altro

 

 

 

Il mondo molto silenzioso
Nessun movimento in alto mare
Nessun movimento rapido
Una totale calma mortale
(Sigur Ross)

 

 

Sospesa tra due tratti trattenuta
Kkienn, cielo padre nell’I Ching
nella tensione della permanenza del principio
quando una vita si nasconde dentro l’altra
terra sole luna universo
le otto forze, le combinazioni, otto trigrammi

 

…possano mostrare speranza
La posso vedere attraverso la calma
Che sempre avanza lentamente attraverso i secoli
(Sigur R
os)

 

Una mistica simbiosi che trasuda
come nell’acqua scorra il tempo
che lui con un panno poi asciuga
Ba è l’otto Ba gua otto numeri
le combinazioni in un bacio
i mutamenti

 

Sentire le montagne
Queste eco
 sulle nostre teste
(Sigur Ros)

 

I tuoi occhi sempre piu grandi e trasparenti
come l’acqua che ti esce dalle mani
quasi fossi oceano e cielo dentro il rosso
traspiri rugiada come le ninfe
ancora un poco, un poco, ancora
e l’acqua che una fonte esce da un foro sulla nuca
poi ti trovi dentro un’abbandono a scivolare
come una prima luce che poi scompare
una pace fluida traspare nel tuo corpo i gesti
Avvolta di rosso il tuo sangue nella bianca carne
danza lentamente dentro l’acqua il cielo
che si fa buio nelle profondita marine un’Alifib

 

Ma la nobile credenza
Che le persone possano mostrare speranza
La posso vedere attraverso le fiamme
Ora una barca scura prodigiosa nella speranza
(Sigur Ros)

 

 

dentro un sogno arrotoli ogni destinazione

vado,
vieni

all'altro lato della vita il cuore,
per un momento, nella luce
a cervello ancora vivo muore

 
 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2lightdewklausmannSkorpiodgl8galex5PerturbabiIetucci.lucreziamiglioserosselladf79emma01vivhotmailsilvia79dgl1boezio62lucedarivaombrosaroberto.menga
 

ULTIMI COMMENTI

Trovato adesso questo post, per puro caso, dopo anni....
Inviato da: Daniela Raimondi
il 06/12/2019 alle 16:11
 
Ecco, cercavo tracce o indizi di spiegazioni di questi...
Inviato da: Lorenzo
il 13/10/2017 alle 01:18
 
https://youtu.be/yYHQmjAbwXw
Inviato da: emma01
il 18/04/2017 alle 16:53
 
Indugiò, sempre qua e là muovendo - Poi timidamente Bussò...
Inviato da: lontradelbosc
il 08/04/2017 alle 21:28
 
grazie..
Inviato da: çok güzel oyunlar
il 01/12/2016 alle 20:30
 
 

DARK PRESENCES

site statistics;1&autoplay=1

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

SAINKTO NAMTCHYLAK

 

I LIBRI SUL COMODINO

-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963