Invidio il ventoma anche no |
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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
Messaggi di Settembre 2011
Rompia altares Epilogo serale Il vino addormentato sulle coppe A festa finita Lungo la riva le donne
Sedute nell'ombra le donne preparavano la cena Venivano verso la casa, venivano in molti Daniela Raimondi Io non so cosa voglia dire però del tragico il mistero s'incrina la carne, la spolpa, la riordina in pezzi. Anche se ti sai fermo le senti quelle parole ed è un transito, fluttuazioni dolenti. " Raccoglievo gridando i pezzi della bambina rimasti per terra:" Ecco, ti par niente? La parola che rotola via, che va ad avvolgersi altrove, piu in la di dove leggo io, addensandosi in un grumo che poi lo sento nel petto s'allarga. Non ha niente a che fare con la mia coscienza questa poesia. E' in altri strati sotterranei, scuri e arcaici, dove va a scavare. E scavi a che fare da me? Non voglio si sappia, che io debba sapere, non è questo, non è la verità che cerco ma tu, dilla la tua. A me basta mi sfiori. Non voglio sapere chi era quella bambina ma tutti, prima o poi l'abbiamo sentita, fatta a pezzi, anche ora posso sentirlo ed io, di pezzi devo averne bene lasciati in giro. Son quelli che sento tu richiami. Ma non voglio vengano riordinati..... no! Lascia stare và. E' una storia, una vicenda che accade in qualche posto del sud america. Donne dipinte da Frida Kahlo, un erotico dolore, colmo d'epos e di mistero natura e techne si avvitano assieme, poesia che diventa teatro. Ho questa idea della danza teatro, come della poesia
Questi ragionamenti qua, senza arte ne parte
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Post n°311 pubblicato il 30 Settembre 2011 da simurgh2
Ore 6 e 32 Saranno state le 6 e 11 minuti che ero la steso sopra il letto con un libro in mano, la matita tra il libro e le dita, la luce della lampada alogena sul comodino piantata sul viso, gli occhiali su che ormai andavo via ancora con il sonno, lo sentivo che mi tirava, anzi mi spingeva, che non è proprio che occorre che spinga, fai conto di aver uno dietro che ha la mani appoggiate alla tua schiena, non è che spinga se non appena ma tu segui quel sospingere, si puo dire? che ti dice che devi andare in quell'angolo buio, non è che ti dice, ti sospinge e tu ci vai, chiudi gli occhi e ti lasci andare a quella specie di sonno delle 6 e 9 minuti e sai che hai la sveglia sul cellulare messa alle 6 e 48, e uno pensa perchè alle 6 e 48? perche non alle sei e 45 o le sei e 50? Fosse stato per me, quando ho scelto quell'ora avrei messo le sei e 45, che è un po prestino in effetti perchè vado al lavoro alle otto, poi avevo messo le 6 e 50 e ho pensato che dovevo fare le cose piu in fretta e non mi va proprio di avere fretta a quell'ora che devo aspettare che il mondo dentro di me si svegli e allora con le 6 e 48 mi sembrava di mediare tra le due esigenze. Poi ti sorprendi anche che uno fa dei pensieri cosi nella sua vita. Pensieri che gli vengono in mente e si mette qua alle 6 e 42 a scriverci su per dirlo in giro e far la sua bella figura da rintronato o parafrenico, come che mi diceva sempre una. Il caffè è venuto su intanto, dentro una moka da tre, lo bevo con un po di latte e fumo una cicca mentre scrivo e sento che non faccio in tempo a dire quel che volevo dire perchè tra poco saranno le sei e 48 e il cellulare sul comodino si metterà a suonare e io sono in cucina e devo andar su in camera a prenderlo. Quel che devo dire e lo dico subito è che ho assistito al fenomeno di come mi si scaricano i pensieri. Son giorni che non mi vengono parole,niente e, se non mi vengono non sto bene, mi avvilisco, mi deprimo, mi ingrugno (1).
(1) Ingrugno. Bella parola. Dovrò spiegarmela del come mi suona, dell'effetto che mi fà Ore 7 e 25
Rompia altares Di Luis Carlos Suarez neanche sò quel che dice ma neanche di te che come lui sei un suono potente, frattali di luce che stanno a ponente e mi si conficcano nelle vertebre come stiletto di sillabe a fiato che diventa rovente
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Post n°310 pubblicato il 28 Settembre 2011 da simurgh2
Murakami Come una geisha le parole
ma cosa devo fare allora?” alzai gli occhi e guardai la sua ombra sul muro.
Tutti i figli di Dio danzano! (Murakami - Tutti i figli di Dio danzano ) La sensazione che all'interno della sua scrittura e nella mia testa si esegua una danza, dietro ai miei occhi si sviluppano gesti, scenografie, movenze, mentre lo leggo frammenti di pensieri danzano, spesso è una battaglia feroce, coltelli, schegge, petali, rombi di nuvole, acque tumultuose o placide, silenti. Lo sento il corpo, si allerta. Una lettura fisica, molte volte, il corpo risponde. Sono i pensieri a danzare. La mente si espande. Uno sfasamento dove danzano messaggi spesso oscuri ed enigmatici. Danza sul bordo di un precipizio o su una soglia o, ancora sulla linea d’ombra. Identità che rimangono sospese sull’ambiguità dei codici. ecco,quel canto,quel passo sì lieve "Le storie stanno dentro di noi, aspettano il momento giusto per venire fuori. Quando hai fame lo sai, quando devi scrivere lo sai, qualcosa dentro te lo dice." |
Post n°309 pubblicato il 25 Settembre 2011 da simurgh2
RAREFAZIONE.
Rarefatto in un'estensione infinita rarefazióne s. f. [der. di rarefare]. – L’azione del rarefare, il fatto di rarefarsi; in partic., il fenomeno fisico per cui un corpo aeriforme aumenta di volume, conservando intatto il suo peso: continua rarefazione d’esse sostanze, le quali dilatandosi, e perciò ricercando sempre spazii maggiori, fanno forza contro al loro contenente (Galilei); r. di un gas, r. dell’atmosfera; r. della nebbia. In usi estens.:la r. delle visite, dei controlli; questo puro presente non esiste nel tempo, che lo annienta in ogni attimo; esso esiste fuori del tempo e cioè della vita, nella rarefazione del ricordo o dello scrivere (Claudio Magris). Rarefatta è la parola che infine si dissolve in un paesaggio mentale infinito. Priva di consistenza, si assotiglia penetrando in ogni crepa della percezione. « Condensata e rarefatta appare in forme differenti: quando si dilata fino ad essere molto leggera diventa fuoco, mentre poi condensandosi diviene vento: dall'aria si producono le nuvole per condensazione e se la condensazione cresce, l'acqua, se cresce ancora, la terra. E all'ultimo grado le pietre... » (1) Con ciò che si condensa io, ce l'ho un pò su. Il concreto intendo, cio che si impasta. Preferisco l'aria. Ci sarà un perchè al mio invidio il vento no? Si eh, ma anche no. Dar aria bisogna, questo penso fondamentalmente. Invece la roba che si impasta e si addensa, se poi la lasci la va a male no? Metti anche la pasta, con i suoi bei lieviti dentro, ecco, i lieviti, questo mi piace, che lieviti, che mi da un'idea leggera, che con l'aria si monta, si gaza, che per un attimo si crede chissàche, si gonfia tronfia di sè. Mi pare simpatica, cosi sul momento, mi fa ridere.
naufraga in un sogno vicino (altro che Neruda) (assemblaggio di parole trovate qua http://anfortas.scrivere.info/index.php?poesia=61807 ) rarefazione come osteoporosi del pensiero
(foto del tedesco Elger Esser) Rare Fazioni
« Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero. » Insomma, non so se alla fine si capisce che idea che ho della rarefazione.
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Alle 11 e 04 accadeva l'equinozio d'autunno, ieri no? Allora mi son detto stò attento! C'era quella luce che senti, si perchè la senti anche dentro se vuoi, una luce rarefatta (1), che non vuol dire che si fa raramente, è quando il respiro quasi sospende, si fa rado, qualcosa che si tende, un rarefarsi che si declina, aria insomma. Questa luce che annuncia un trapasso, si fa piu bassa e lieve e pare appoggiarsi sulle cose in modo piu distaccato, con un aplomb da accappatoio, con un suo modo sofisticato dai polpacci lunghi. Ero in macchina lungo la strada con quella canzone la di ieri (ecco perchè non sentivo le parole) e alle 11 e 04 c'era
(1) Parola del giorno RAREFATTO « Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero. »
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
Inviato da: Daniela Raimondi
il 06/12/2019 alle 16:11
Inviato da: Lorenzo
il 13/10/2017 alle 01:18
Inviato da: emma01
il 18/04/2017 alle 16:53
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Inviato da: çok güzel oyunlar
il 01/12/2016 alle 20:30