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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

Invidio il vento

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ALMOST BLUE-CHET BAKER

 

 

"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi di Dicembre 2012

Antropologia dell'acqua

Post n°486 pubblicato il 30 Dicembre 2012 da simurgh2
 

Antropologia dell'acqua, un altro post quà, clicca

L'assemblamento di quanto estratto dal libro
è un tentativo di trasformare la parola in orizzonte
rilevando la natura liquida del linguaggio
sul suo stagnare, scorrere, dissolversi.

Messo di lato nella ghiaia
tra il cartello e il nostro furgone
c'è un enorme blocco di cemento
"Stai attento a non colpirlo
quando fai marcia indietro"
Sono stupefatta di sentire la voce
di mio padre che mi esce di bocca.
Mio padre era molto preciso
in questo tipo di magia nera.
"Non farlo cadere!"
ogni volta che prendevo in mano un bicchiere.
Era in buona fede.
Era l'ordine che lo ossessionava
e quando cominciò a perdere la testa
soffrì di questo.
Passava tutto il giorno a scrivere
degli elenchi. Elenchi che gli cadevano
dai vestiti ovunque andasse.
Una sera presi in mano un libro
che stava leggendo lui.
In cima alla pagina in matita
SPENGI LA LUCE.
Era sempre stato un forte lettore.
Le lettere avevano lasciato il segno
fino a tre pagine sotto.
Il linguaggio è ciò che rende
sopportabile il dolore di vivere
con altre persone. Il linguagggio
é ciò che fa riaprire le ferite.

Lago Powell, Utah
 

 

 

 

 

 

 


Di solito quando guardi un paesaggio
puoi sentire cosa si stà muovendo
dallamontagna alla riva dal cielo
alle onde e poi in senso contrario

Nevada, Route 15.
sceen doorThe  slams
Mary dress vaves
like a vision she dances across the porch
as the radio plays
Roy Orbison singing for the lonely
Hey that's me and I want you only...(1)
stà cantando alla radio Bruce Springsteen
Le ruote anteriori sono un pò storte
da quando l'imperatore è andato addosso
a un blocco di cemento nella nostra fretta
di lasciare il lago Powell due albe fà.
Arranchiamo a 40 miglia all'ora.
Ci lasciamo lo Utah alle spalle.
La sintassi del deserto è bollente e transazionale.



L'imperatore riprende a raccontarmi la storia della Cina.
Nel 1539 le frontiere settentrionali dell'impero
furono invase dalle orde mongole
che cercavano sollievo dalla siccità.
Essendo penetrati in profondità
fino al fiume Ta'o, i Mongoli sconfissero
le tribù indigene Fan,
ridussero la popolazione maschile
e rimasero per abitare il bacino dl fiume.
E decisero di tagliare la lingua alle donne Fan
per paura che il loro linguaggio si corrompesse.
Quindi, poichè le donne erano state private
della loro parola mentre gli uomini
continuavano a parlare,
questi finirono per essere chiamati P'an
(p'ang fan shen) 
che significa sia "ho sognato"
che "battito senza sangue". 

( estratti da "Antropologia dell'acqua" di Anne Carson)

(1) La porta a vetri sbatte
      Il vestito di Mary svolazza
      come una visione danza sulla veranda
      mentre la radio suona
      Roy Orbison sta cantando per i solitari
      Hey, sono io e voglio solo te

 
 
 

Natività e l'elefante bianco

Post n°485 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da simurgh2

Natività e l’elefante bianco







l'elefante bianco protegge i suoi sogni
se lo tieni premuto sul fianco dentro la tenda
Come la Mayadevi la madre di Siddhartha
Le grandi orecchie vibrano d'ali
e nell'aria sembra un violoncello
nel buio fuori dal balcone veglia l'elefante bianco
il tuo respiro e cosa nel sogno borbotti  

Aspettami dicevi sto rivando l'll

Sapevi che sarei tornato?

Fatta di neve sul fianco di latte e garze

per mani di lino negli occhi le trine

i ricci per ciglia andava alla rosa

diceva per dire al laghetto

che trema di balena con l'll favore dei merli

 

 

Gli elefanti vanno dalle spose
che custodiscono un loro oriente
nel velo i ricami, ninive del cielo
nel solco del seno deponi l'attesa
accudisci
Incessanti si alzano in volo gli uccelli
deformando la luce, sbriciolando gli anemoni
per nutrirti di uova e di prugne





L'elefante bianco con sei zanne
discende dal cielo e te le pianta sul  fianco  sinistro
I sacerdoti interpretano dentro il tempio sul bosco
e il loro responso è gioioso
Dicono che è una fecondazione
e nascerà un principe dentro di te
Piccoli Gesù Siddhartha come bambini che corrono
lungo la riva dei fiumi tirando sassi al cielo
facendo rayuela le grida

Tenevo fermo l'll viso per non svelarmi

per non cantare fermavo l'll passo

ma vibrava l'erba sotto i piedi

come a dire lo sapevo

e che mi scoppiavi dentro l'll cuore

a rivederti e l'll foro nel collo

si faceva in mille buchi e gli occhi chiari

Respira la tregua mi hai detto

Guarda le bestie...

Senza paura la cerva e l'elefante d'argento

si porta via l'll tempo che abbiamo perso

nella sua memoria fedele

 

 

Alla pura immacolata foresta
si affida il luogo del concepimento
Ed è li che compare la cerva
Corpo ignaro di doglie
al ramo del fico si appende
la bocca mastica foglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La ballerina fa un passo si muove piano  

ci indica l'acqua Vieni dost prendimi tra le mani

come fossi senza pelle Guarda come mi allarga

dentro l'll candore sparso in questo amore

nel buio dintorno nel fondo sull'orlo

nel segno pulito Nel foro incantato

viene un fremito  se tocchi gli argini

attraverso le mani modifichi l'll domani

 

 

 

 

 

 

Dal fianco destro deve partorire
l'avorio che avvolge il bambino
straordinario d'amore  millemila ninive
Elefante bianco a sei zanne
nel bosco laghetto e balena  
ti riporta a riva dove porge il fianco la cerva
alla sete infinita di otto  e garze dal fianco
srotolano preziose e bianche
assieme al bambino nostro per sempre

 

 

Passo creaturale Trasfigura
dissesta, ma salva
in tutta la sua potenza e fragilita'
come la sartiglia infilza la sua stella  
che morendo si contrae dando alla luce  l'll nome

 
 
 

Olsen olsen

Post n°484 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da simurgh2
 

Olsen Olsen è un dolcetto venduto in Islanda. Una barretta con uno strato di pistacchio, uno di liquirizia salata e poi ricoperto di cioccolata.
La canzone usa parole di un linguaggio inventato dalla band dei Sigur Ros

Raccolgo vetro tra i sassi
Dita di sambuco dall'acqua l'avevano lisciati
i colori delle bottiglie di birra frantumate.
Portano ancora le grida e il suono di festa
gli schianti placati di un'estate lontana
Come fiori tra i ciotoli bianchi del fiume i fuochi, la carne
l'acqua che scorre e al congiungersi tumulta
come se il Reno al Sile tentase rimonta.
Raccolgo vetro quando taci sulle scarpate.
Lo sento in bocca tagliare la lenza
L'Amo si pianta del sangue l'organza coagula.
Olsen Olsen e ciuffi di verbena in bocca
ad impastare nel vetro il silenzio.
Il sapore dell'ossido e della catena.
Cioccolato e pistacchio se al fiume come cerva discendi
E allora m'inginocchio e mi piego come il fedele nella moschea
Poi mi alzo e corro a braccia alzate tra i ciotoli bianchi
Tra le dita il sambuco scaglia oltre il fiume la rabbia
come un bambino palestinese scaglia contro il Moloch.
Olsen Olsen grida il bambino
Scartami un dolcetto e mettimelo in bocca
Pistacchio, liquirizia e piccoli pezzetti di vetro.

Quante fini del mondo prima ancora che gli Atzechi
potessero dire quella che oggi doveva avvenire
viviamo nei giorni, giorno per giorno, piccole cose
catastrofi, distruzioni, paure, abbandoni
pezzetti di vetro che ogni giorno mastichi e sputi.
Olsen Olsen
cioccolato liquirizia pistacchio e piccoli rutti.
Vite che, in piccoli momenti, digerisci male.
Olsen Olsen
che altro puoi fare? sputare sputare

 
 
 

specchi

Post n°483 pubblicato il 07 Dicembre 2012 da simurgh2
 

 

 

C’è orrore e inganno negli specchi
Non lo sa la gente che passando davanti si rimira
Sabato mattina ch’ero dentro l’ho sentito il tonfo
Una fagiana che avrà pesato due tre etti
ingannata dal riflesso di un cielo impenetrabile
“dove finisce e inizia, inabitabile”
Chi siamo, come siamo lo specchio non lo mostra
Mostra un doppio; inganno e apparenza.

“..specchio che copia
l'altro azzurro nel suo profondo cielo
che a volte riga l'illusorio volo
d'uccello inverso o agita un tremore”
(Borges)

L’illusione si amplifica nella morte il paradosso

 

 

Dove lavoro i vetri sono a specchio. Dopo il colpo che avevo sentito ho guardato fuori. Ho visto due gazze avvicinarsi saltellando alla fagianella. Con il becco cercavano di spostarla. Poi devono avermi visto e si son allontanate.  Ho pensato che la stessero inseguendo in volo. Che si sia spaventata e abbia cercato rifugio in un cielo basso che prometteva erba e nascondigli.

Non si conosce attesa nello schianto
Si entra nel nero e l'aria dirupa
Abbandono e tempo di attesa
prima e dopo sono dimensioni del vuoto
alla confluenza di congiunzioni sottratte
In quello spazio trascorriamo la maggior parte del tempo
Non resta niente, se non la perdita e la disillusione
ad ingannarci ancora sulla meccanica del volo
Ciò che lo specchio riflette
non è mai privo delle sue consuguenze 

 

 Costruiamo sistemi di speranze
 l'illusione di piccoli sogni
 Sistemi d'inganno le attese
 Patteggiamento di pene
 estenuanti patti a venire 
 Praticare la concussione
 per quel che ci resta e non morire 

 

 

"..infiniti li vedo, elementari
esecutori d'un antico patto,
moltiplicare il mondo come l'atto
generativo, veglianti e fatali.
J.L.Borges "


 Ma noi di tutto questo
 ce ne sbattiamo
 Come le piume
 svolazzare nel vento 
 leggeri
 Mica a star la
 a pettinare giraffe
 da sopra una scala
 Come le piume
 il vento, il sole
 trallallà
 dentro uno specchio 

 

“Ogni poesia è misteriosa;
 nessuno sa interamente ciò che
 gli è stato concesso di scrivere."
 (Borges)

A me lo ha permesso la morte di quella fagianella.
Ma non è, mi pare, capisca granchè
Che se poi capissi, mi metterei la a spiegare
In fondo a me non è che piaccia neanche tanto
star la a spiegare cosa? a chi?
Mi piace di piu raccontare
e raccontare cose che non ho capito
come il mondo, la vita, l'amore
Non so. Il fatto è che devo esser fatto cosi
che non ci arrivo piu di tanto
Allora meglio fermarsi un attimo
e ripartire da borges, che lui si, lui si 

 

Una notte la gente dello specchio invase la terra. Irruppe con grandi forze. Ma, dopo sanguinose battaglie, le arti magiche dell’Imperatore Giallo prevalsero. Egli ricacciò gli invasori, li incarcerò negli specchi, e impose loro il compito di ripetere, come in una specie di sogno, tutti gli atti degli uomini. Li privò di forza e di figura propria , riducendoli a meri riflessi servili. Un giorno, tuttavia, essi si scuoteranno da questo letargo magico. Il primo a svegliarsi sarà il Pesce. Nel fondo dello specchio scorgeremo una linea sottile, e il colore di questa linea non rassomiglierà a nessun altro. Poi verranno svegliandosi le altre forme. Gradualmente, differiranno da noi; gradualmente, non ci imiteranno. Romperanno le barriere di vetro o di metallo e questa volta non saranno vinte. Al fianco delle creature degli specchi combatteranno le creature dell’acqua. Nello Yunnan si parla non del Pesce ma della Tigre dello specchio. Altri intende che, prima dell'invasione, udremo nel fondo degli specchi il rumore delle armi.

Jorge Luis Borges, Manuale di Zoologia Fantastica

 

 

 
 
 

La linea d'ombra

Post n°482 pubblicato il 02 Dicembre 2012 da simurgh2
 

 

 

Un fagiano razzola semi nel campo

Li sceglie con cura lungo la linea d'ombra 

Il confine tra il mistero della luce

che ferisce e dissipa poi muore  

                                                                                 Fili di stoffa rada l'erba
                                                                              di "grandi misteri" elusini
                                                                                      mendicante l'ombra
                                                                                                      si raduna
                                                                                                   via dal cielo
 

 

Una pretesa di mondo

da cercare tra un fagiano e un prato

le nuvole, intercapedini di cieli

Quasi a credere che lo sguardo

sia sequenza di numeri precisa

un guado, luogo provvisorio

dove si compie un'esecuzione                                                     

                                                                                       quieta della sua rosa
                                                                                    mutando senza mutare
                                                                                      lungo la spina dorsale
                                                                                         doppia di meraviglie
                                                                      mètà adagiata sul buio d'autunno
                                                                                            le basta per vivere
                                                                                     un buco di luce dipinto

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           
Padre.... madre, cosa nascondi?

La percezione di nuove mappe in cauti allestimenti 

Una tessitura di impronte in stato di abbandono 

Come noi d'altronde lasciamo in giro

calpestando l'erba, senza nessun resoconto

La sensazione del provvisorio,

l'assenza di un motivo

Quasi la sola cosa che s'impone 

fosse il mistero del non potersi dire 

Allora mi immagino quelle sementi sotto terra 

che la terra cova senza luce 

Semi che fanno nascere prati 

per poi correre a braccia alte fino alla luna.

 

                                                              come a sentire la necessità del cielo 
                                                                                        lungo orme invisibili 
                                                                     che ancora dicono,di resistenza 
                                                                           la fenditura che porta dritta 
                                                                             al cuore debole della terra 
                                                                                                    come sposa 
                                                                                         aprendosi un varco 
                                                                                                             riposa

 

Il cielo urla. Senti?     

Quando il sole muore

jump

shout

laugh

dance

cry

sing

Forse questo è amore

Corri, dai, presto. Vieni

 

 

 
 
 
 

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SAINKTO NAMTCHYLAK

 

I LIBRI SUL COMODINO

-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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