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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

Invidio il vento

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi del 21/06/2011

Il Re delle mosche senza ali

Post n°248 pubblicato il 21 Giugno 2011 da simurgh2
 

Il post nasce qua.
Una collaborazione tra Lontradelbosc & simurgh


Il Re delle mosche senza ali
Il ragazzo con la felpa che
si tirava il cappuccio sulla testa
con improvvisi lampi che
gli attraversavano la vista
A quel ragazzo piacevano le mosche
Sono il Re, diceva,
di un regno senza tregua
Piazzava carne putrida
tra i muri abbandonati
e gli scatafasci di periferia
Sarà stato per quella sua S blesa
che lo rendeva un tipo silenzioso
Imbarazzato dal suono della sua stessa voce
in fondo sapeva di esser diventato
solo uno stronzetto aggressivo:
Per questo diceva di esser il Re
Attirava mosche come ad un rave
le stordiva fatte di liquami in vena
Poi ci buttava una retina fine sopra
ed opplà, catturate, mosche a manciate
Lui ne era il Re, delle mosche senza ali
Ne aveva una stanza piena
Gliele levava una ad una.
Che metteva poi in una scatola
Vuoi volare, amico? Prendi qua un po di ali
Lui era diventato il Re dei voli e dei liquami
Lui era qualcuno tra quelli della sua tribù
Con una sola occhiata
si riconoscono fra loro
i GRANDI RAGAZZI
da come sanno colpire dritto al centro
un posacenere
lanciandovi la cicca con due dita
o infilarla senza scampo
nella griglia di un tombino.
Perchè i Grandi Ragazzi si misurano

 
 
 

"La pista di ghiaccio", Quando il cielo, fa paura

Post n°247 pubblicato il 21 Giugno 2011 da simurgh2
 

Ma, questo post non piace a nessuno?

11 giugno 

Ero seduto fuori ad un tavolo
Guardavo la gente passare
E' una cosa che mi piace molto
Ha una sua filosofia questa cosa
L'ho trovata di recente in due romanzi
Uno di Ugo Cornia, l'altro di Murakami
Ma non è tanto questo
Avevo un libro sulle ginocchia
a cui non prestavo gran caso
Una goccia che cade sulla pagina
grossa come l'indice puntato
di una premonizione improvvida
Una sola che cade e stà li fferma
Che poi sembra guardarti e dirti ambè?
Il cielo sollevato si abbassava
in una teoria di blu minacciosi
Alzai lo sguardo nell'attimo che
la goccia passava davanti ai miei occhi
e schiantava come un uccello morto
Tutto qui. Un colpo d'acqua senza requie
Nient'altro, oltre quel blu tremendo
Poi venne giu un acquazzone tropicale
e mi alzai di corsa chiudendo
quella prima goccia tra le pagine
Un'annunciazione, come ne hai nella vita
Non sai mai niente di quel che verrà
Poi una, il giorno dopo mi dirà
"Avrei voluto un figlio da te"
Una che ha preferito non stare con te
Ero corso dentro la stazione con il libro in mano
Sotto la tettoia guardavo i treni fermi
la gente trafelata, i volti dietro i finestrini
Una voce annuncia un ritardo dagli autoparlanti
E' ora. C'è la tempesta.
Il cielo avrà uno spiraglio.
Fà paura

Parole scritte in fretta, subito, in un taccuino. Piu con l'intento di raccogliere sensazioni che potessero poi ricordarmi la situazione emotiva e scenografica.

Mi venne in mente poi di guardare quella pagina del libro dov'era caduta la goccia.
C'era scritto cosi:
"...pensai, prima che nessuno mi dicesse niente, che era accaduto qualcosa di grave nel paese. Le strade erano luminose, come le strade che si identificano a volte, con l'infanzia, e sebbene quella fosse un'estate calda, il mattino era fresco, con l'aspetto di una cosa appena fatta, che si trasmetteva alle case, ai marciapiedi lastricati, ai rumori distanti ma perfettamente riconoscibili (diciamo che la goccia era caduta in questo punto qua)
Poi sentii la notizia alla radio e piu tardi nessuno parlava d'altro, il mistero, lo stato di sospensione della realtà svani poco a poco. Cosi, nello stesso modo, nei quattro o cinque giorni che precedettero il mio ritrovamento del cadavere, furono giorni atipici, non un susseguirsi di frammenti e ore, ma blocchi solidi, dominati da una sola luce ossessiva: la volontà di restare fermi a qualsiasi costo, senza sentire, senza vedere, senza pronunciare il piu lieve gemito." (1)

Non so interpretare quelle parole, quale significato e messaggio possano trasmettermi con esattezza. Una morte, una sospensione della realtà è quel che piu mi accorda. Una morte simbolica, la fine di una storia. Quel bambino forse, che sarebbe stato possibile. Poi la sospensione della realtà, che è una condizione a cui sono attratto, una dimensione della mente che mi affascina.

(1) Il libro è "La pista di ghiaccio" , di Roberto Bolano, per la Sellerio

 
 
 
 

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-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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