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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi del 01/07/2012

Non lasciate i figli a casa

Post n°467 pubblicato il 01 Luglio 2012 da simurgh2
 

Era la poesia scelta da "Internazionale" sul numero di ieri

Non lasciate i figli a casa

 

Non lasciate i figli a casa a smussare l'ironia degli spigoli
a relazionarsi con la tranquillità degli angoli
a impossessarsi del buio
a scegliere sul divano le pietre di paragone
a fare la guardia alle finestre del giardino
a terrorizzare le facce dentro gli specchi dei bagni
a lavarsi le mani per ogni giorno che passa
non lasciate i figli a casa a riordinare i cassetti 
dove sistemare i cattivi maestri
a chiamarti papà quando sono stanchi
a muoversi in equilibrio sopra un filo di vento
quando le foglie si staccano
e pesano sulla loro immaginazione
Non lasciare i figli a casa a capire da soli
il perché di questo cadere naturale, senza una spiegazione

(Andrea de Alberti)

Piacerebbe anche a me di scriverne cosi. E' al suo secondo libro: "Solo buone notizie". Nel primo ("Basta che io non ci sia") era un figlio, nel secondo un padre. Dice che"La scrittura non è cambiata in questi anni, forse si è solamente sollevata a pelo d'acqua, diventando meno melmosa e complicata."
Quel fatto di essere "melmosi" ecco, quella sarebbe la mia materia: melmosa e complicata. Mi vien naturale. Secondo me, la melma e il complicato è la materia del poeta. Dovevo fare un figlio anch'io. E allora vedevi. " diventando padre hai bisogno di rimpicciolire il mondo per proteggere la tua creatura ", dice. Poi penso al bambino che ci teniamo dentro. In qualche modo siamo tutti padri. Bambino- Adulto - Genitore. I tre stati dell'io, secondo la psicologia transazionale. Quel bambino, il dialogo incessante che sostiene con le altre componenti di quel che sono, queste "transazioni" che, in parte si rivelano anche nei post, nel gioco d'invenzione, nella poesia, nel sogno infantile ecco, forse è anche questo uno dei modi di dargli voce, di non lasciarlo a casa da solo, di prendersi cura. 

Scopro che De Alberti ama molto Raffaello Baldini e la poesia in dialetto. Lui scopre che Baldini è, come lui figlio di osti. E cosi siamo in tre, intanto, di figli di osti. Che sia per quello?

Nursery Cryme (Criminal song)
 

Uno dei pochi video che azzecco in tema.
Peter Gabriel è proprio un ragazzino. La canzone è una rivisitazione macabra di giochi innocenti. Filastrocche per bambini, ninne nanne, dove ryme viene sostituito da cryme. Teste mozzate e bambini assassini. Non aprite i coperchi dei carillon. Potreste trovarvi nel corpo di un adulto ma con la mente del bambino che cerca poi di sedurre Cintya, una bambina.

Autismi 

Troppo incomprendibile
indecifrabile a doverne dar conto.
Quali insospettabili vie, 
del silenzio,la grammatica.
Non lasciateci soli, a dover capire
quel che infine neanche vien detto.
Solo voci che parlavano
per domandare, per proibire, 
per comandare.
E cosi il bambino
stava decidendo di non rispondere più.
Fu cosi che scelse il silenzio.
L'esercizio dellla minor resistenza.
Lasciando che il tempo scorresse
non suo, indifferente
Preservato da quell'innocenza
stando fuori dal tempo.
Non lasciateci soli a dover capire
ciò che neanche vien detto.
Non dire più niente. 
"Basta che io non ci sia"
in questo incontro mai avvenuto.
Non lasciateci soli
ad imposessarci del buio. 

(simurgh)

Ne avevo messo un'altra poesia sua quà, in un post. "L'amore al tempo dell'Aulin"

 

 
 
 
 

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